corvo rosso

La città avrebbe bisogno di un radicale cambiamento.


 Avrebbe bisogno di una amministrazione coesa, di una maggioranza compatta e di idee chiare sul da farsi. Le casse di San Giacomo sono vuote, i creditori premono, i debiti fuori bilancio sono una enormità, il disavanzo delle partecipate da capogiro, lo stato della macchina comunale penoso, la sua produttività bassissima, le periferie in degrado progressivo e così il centro storico, il traffico caotico, le strade in condizioni inagibili, gli alberghi vuoti, i commercianti a rischio usura/chiusura, l’economia in ristagno. Insomma chi vincerà troverà una città che se ne cade a pezzi e neppure un euro per fermare la frana. La politica, eccezion fatta per Mastella, nasconde la faccia e manda in campo “maschere” della società civile, nel senso che, tranne appunto Mastella, politico (coraggioso e generoso) in servizio permanente effettivo, gli altri sono “comparse” di una politica sbiadita e impotente che non ha neppure il coraggio di presentarsi agli elettori col suo volto ufficiale. Imprenditori, ex magistrati, professori universitari, prefetti, i quali non sono “politici” nel senso che non sono uomini di partito, ma non sono neppure della cd “società civile”, avendo avuto strettissime (e non sempre virtuose) contiguità con il potere e con la politica. Dall’ex pm De Magistris, il nostro torquemada da cortile che razzola a pieno titolo nel parterre politico nazionale ed europeo, all’ex presidente degli industriali campani Gianni Lettieri, che indossa il costume dell’”uomo del fare”, misconosciuto come tale dai suoi stessi colleghi, al prefetto Morcone, benedetto da D’Alema ma ignoto al popolo della sinistra, al rettore dell’Università di Salerno, candidato demitiano per il terzo polo, già bocciato dal finiano Urso che al ballottaggio (lui stesso lo ha detto) sceglierà per il berlusconiano in lizza. Non si parte nel modo migliore. A maggior ragione se si considera che il Pdl  su Lettieri conta morti e feriti, il Pd ha dovuto annullare le primarie per brogli, cestinando insieme fior di candidati e il voto di 44 mila simpatizzanti, Di Pietro vuole ridimensionare il Pd ma anche il “suo” De Magistris, i vendoliani sono spaccati e De Mita, con Pasquino, punta ad  assicurarsi, (con i voti del finiano Rivellini), il controllo del terzo polo in Campania. E Napoli? che c’entra Napoli? allo stato nulla. Ma non è detto. Può sempre nascere un fiore.