corvo rosso

La trappola mediatico giudiziaria tesa a Berlusconi è scattata come previsto.


Anticipata dalla condanna al maxirisarcimento alla Cir ed ancor prima dalla sentenza Mills a Milano e dalla riapertura delle indagini sulle stragi a Palermo con le dichiarazioni di pentiti vecchi e nuovi ed i racconti di Ciancimino jun, puntualmente ripresi da Santoro giovedì sera ad Anno zero, la trappola della Consulta non era tuttavia evitabile data la composizione della stessa, a larga maggioranza di sinistra. C´era quindi da aspettarselo e, semmai, sorprende la sorpresa. Lo schema infatti era più o meno lo stesso sperimentato nel ´94. Era il 22 novembre. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presiedeva a Napoli la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata ed appena sveglio lesse sul Corriere della Sera che era inquisito per concorso in corruzione dalla procura di Milano. Era il 1994 e nella primavera di quell´annus horribilis, il Cavaliere aveva dato vita al suo primo governo dopo aver inaspettatamente battuto la "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto e con essa la falsa rivoluzione mediatico giudiziaria ed i suoi mandarini. Si dovette dimettere. Poi seguirono la rottura con la Lega e le manovre di Oscar Luigi col governo del "tecnico" Dini ex ministro del Tesoro di Berlusconi ed il Cavaliere finì all´angolo. Anni dopo le accuse furono archiviate ma intanto la frittata era fatta ed anche mangiata. Oggi molta acqua è passata sotto i ponti ma, si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Solo che oggi le cose sono radicalmente cambiate. Primo al Quirinale non c´è Oscar Luigi ma Giorgio Napolitano, e la differenza è enorme. Il presidente si è comportato con esemplare correttezza anche in quest´ultima vicenda e francamente resta un mistero perché il premier se la sia presa con lui. Secondo l´alleanza con Bossi è a prova di bomba come la lealtà di Gianfranco Fini. In Parlamento la maggioranza di governo è ampia e salda. Terzo il paese in questi anni è cambiato e la fiducia della gente verso Berlusconi è cresciuta, verso la magistratura è scesa. I colpi giudiziari già in canna e quelli che si stanno preparando in alcune Procure daranno molto fastidio, questo si, ma non sono mortali. Anzi. Da tutta questa vicenda non è affatto detto che Berlusconi non esca rafforzato. A patto che non si facciano errori. Perché mai il governo dovrebbe dimettersi visto che gode di una ampia e coesa maggioranza? Piuttosto sarebbe utile chiedere a Camera e Senato la conferma della fiducia riassumendo le tante cose già fatte ed indicando quelle da fare nei prossimi mesi. Non proclami ma leggi. La crisi economica è stata affrontata con successo, è quasi alle ns spalle, l´emergenza rifiuti di Napoli prima, quella del terremoto in Abbruzzo dopo, sono state superate con successo. L´ alluvione di Messina lo sarà parimenti. Vacanze e veline sono ahimè, un lontano ricordo, le escrt per fortuna pure, si apra dunque la grande stagione delle riforme a partire dalla giustizia, ma non solo. Pace col Quirinale e con la Consulta perché una democrazia non può vivere nel conflitto istituzionale e perché è indispensabile procedere d´intesa in un cammino legislativo che richiede il max di coesione politica ed istituzionale. Tregua con la stampa, un atto di magnanimità col ritiro delle querele non guasterebbe certo. Forte mobilitazione per le regionali, il cui risultato sarà la migliore risposta agli attacchi di questi mesi. E si trovi il tempo di difendersi in Tribunale. È un sacrificio, ma ineludibile. I giudici non sono tutti eguali. Le toghe rosse sono una minoranza. Ma gli attacchi, anche se fondati, sono controproducenti perché scatta il riflesso condizionato della corporazione. Caro cavaliere è stata una settimana pessima, ma . . domani è un altro giorno.