corvo rosso

Campania, una eredità di emergenze e sottosviluppo


Solo oggi si sta prendendo atto del disastro campano le cui proporzioni sono tali da impedire di fatto al nuovo Governatore Stefano Caldoro di iniziare la sua azione di governo. Di tutte le emergenze che covavano e che sono esplose , sarà un caso, appena dopo il passaggio di consegne e di cui diremo dopo, quella rivelata  il 30 marzo dopo le elezioni, scorso e cioè che la giunta Bassolino a ottobre dello scorso anno aveva deciso di sforare il patto di stabilità per oltre un miliardo e cento milioni di euro, ha fatto letteralmente saltare il banco. Negli ultimi mesi di governo, come se fossero stati gli ultimi giorni di Pompei, oltre a nominare famigli e amici in tutti gli enti di competenza, hanno dato fondo al barile erogando danaro a tutto spiano in una azione freddamente programmata un anno prima, con un trascinamento di debiti nell’ultimo anno di gestione in modo da lasciare in mutande chi sarebbe venuto dopo. Un raro, straordinario esempio di correttezza amministrativa e di senso delle istituzioni,non c’è che dire! E ciò a prescindere da eventuali rilievi di natura contabile e/o penale. Come se non bastasse sono poi esplose le altre emergenze che covavano da anni, nascoste o sottovalutate sotto la cenere della propaganda di regime e dalla compiacenza servile di media “amici”, a cominciare da quella ambientale, col sequestro degli impianti di depurazione che invece di depurare  inquinavano  suolo, sottosuolo e acque per la mancata bonifica nonostante  un apposito Commissariato (cioè soldi e poteri straordinari), quella dei rifiuti, che aveva già fatto capolino alla vigilia delle elezioni, entrambe con implicazioni sulla filiera alimentare e sull’offerta turistica,   quella sanitaria con un disavanzo di gestione di un miliardo di euro ed il rischio di interruzione del servizio per il  pignoramento degli stipendi del personale della Sanità, cosa mai accaduta prima e certo non legata specificamente alla norma che consente la pignorabilità dei beni delle Asl, quella dell’abusivismo edilizio generata sia da collusioni locali e da mancata vigilanza, sia dalla dissennata decisione della Regione di non applicazione del condono, con pasticci e strascichi inenarrabili. Imperizia politica ed amministrativa, approssimazione, inefficienza,  propaganda e demagogie varie, per un disastro epocale, prova inconfutabile ed esempio da manuale di una sinistra senza cultura di governo. Ma oltre le emergenze che , superfluo dirlo, costringono il nuovo corso a misurarsi con problemi enormi e ricorrenti tensioni sociali, restano dati strutturali più che allarmanti dell’economia campana. In questi anni infatti la disoccupazione è cresciuta più della media delle altre regioni meridionali ed il prodotto interno lordo è sceso sotto la media del resto del mezzogiorno, Calabria compresa. Come sia stato possibile tutto ciò a fronte del fiume di danaro ricevuto dalla gestione Bassolino, solo dalla Ue sette miliardi di euro circa per 2001-2007 e quattordici per 2007-2013, resta francamente un mistero.  Rinnoviamo un modesto consiglio al neo governatore. Si proceda ad una vasta due diligence su questi dieci anni di (s)governo del centro sinistra,  si certifichi il disastro e lo si ufficializzi in modo da fissare il punto dal quale parte il nuovo corso.