corvo rosso

Sanità : comincia per Caldoro la lunga marcia del riscatto della Campania


Ci mancava la morte di Mariarca Terracciano, l’ infermiera del San Paolo che ha perso la vita dopo uno sciopero della fame ed un auto salasso quotidiano per protestare contro il blocco degli stipendi della Sanità. Una tragedia che lascia sconvolti e che getta luce sinistra sugli aspetti anche umani dello sfascio della Sanità, un settore letteralmente “dissanguato” da pessima amministrazione. Dopo anni di sprechi, inefficienze, clientele,  in Campania, sulla Sanità è giunta l’ora di pagare il conto. Le cose sono messe male, la Campania della Giunta Bassolino non ha le carte in regola, il ministro Fazio lo ha documentato in modo ineccepibile, negli ultimi otto mesi quelli del centro sinistra ci hanno dato dentro sapendo che non sarebbe toccato a loro risanare, è saltato il rapporto tra spesa e obiettivi e dunque il Governo ha detto no all’uso dei fondi Fas per il piano di rientro.  Difficile prevedere un inizio più arduo per Caldoro ma anche impensabile un buco come quello fatto trovare dalla sinistra, che, tra patto di stabilità violato e conti della Sanità, raggiunge quasi i tre miliardi di euro.  Come uscirne? La soluzione non è semplice neppure nella formulazione perché l’ eventuale paventato aumento delle addizionali irpef ed irap, che in Campania sono già al top, non coprirebbe il fabbisogno. Senza contare che un altro salasso fiscale su cittadini ed imprese soffocherebbe nella culla le flebili potenzialità di ripresa dell’ economia regionale. Per questo  Caldoro farà di tutto per  evitare ulteriori inasprimenti fiscali e chiederà al Governo provvedimenti straordinari,  innanzitutto per assicurare il pagamento  degli stipendi, sulla base  di un piano più severo di contenimento della spesa corrente e di rientro. Lo farà anche in forza del credito personale che vanta col Presidente Berlusconi e col Governo ma dovrà dare delle garanzie al cui rispetto tutti dovranno concorrere, a cominciare dal mondo sanitario fino al sindacato, ai settori interessati dell’imprenditoria, ai partiti di opposizione. O si da una mano a Caldoro in questa gigantesca operazione di riassetto, razionalizzazione e risanamento, o si rischia il default. Occorre uno sforzo corale della parte attiva e propulsiva della società campana che in questa occasione potrà e dovrà dimostrare di essere in grado di rimediare ai propri errori con spirito di sacrificio, serietà e lungimiranza.  Deve essere chiaro a tutti che la stagione degli sprechi, del clientelismo, della spesa improduttiva è finita e che la condizione ineludibile per ripartire è “risanare” attraverso una ottimizzazione delle risorse di cui disponiamo. Una operazione che, a partire dalla sanità, dovrà riguardare tutti i settori della spesa pubblica e che per riuscire richiederà il concorso virtuoso della politica e delle parti sociali.  Governare non significherà più gestire senza fare al solo scopo di mantenere ed accrescere il proprio consenso elettorale come è stato per i quindici anni alle nostre spalle. Governare dovrà significare decidere nell’interesse comune, usare le risorse con intelligenza ed avvedutezza per  “fare”,  “realizzare”, con l’obiettivo di migliorare i servizi ed aumentare gli investimenti infrastrutturali.  Per il centro destra comincia dal fondo del baratro la lunga marcia del riscatto della Campania e del Mezzogiorno.