corvo rosso

Poteva aspettare, tergiversare, fare ricorso alle prerogative concordatarie.


...Invece il Cardinale Crescenzio Sepe è stato di parola ed è stato chiaro, come nel suo stile. Aveva promesso di parlare alla città ieri e così ha fatto. Ed ha fornito la sua versione  su Bertolaso, Lunardi ed il palazzo di Propaganda Fide nella splendida piazza di Spagna. Sul primo: Bertolaso aveva bisogno di una casa, lui gli ha offerto ospitalità in Seminario ma gli orari non erano conciliabili con l'attività professionale del Capo della Protezione Civile. Lo ha indirizzato ad un suo collaboratore per trovare un'altra soluzione. Punto. Non ne ha più saputo niente. Sul secondo: il palazzo di via dei Prefetti era talmente malridotto che conveniva più venderlo che ristrutturarlo. I tecnici hanno fatto la valutazione economica. Pietro Lunardi, ex ministro dei LLPP, ha mostrato interesse e lo ha acquistato. I soldi immediatamente girati alla Santa Sede. Sul terzo: la ristrutturazione del Palazzo di Propaganda Fide a piazza di Spagna. C'erano infiltrazioni d'acqua e crepe dovute ai lavori per la costruzione della metropolitana. Danni che spettava allo Stato pagare e che il ministero ha pagato stanziando i soldi per le riparazioni. Ora, premesso che i magistrati fanno il loro lavoro e che “indagato” non significa “imputato” ed ovviamente ancor meno colpevole, bisogna riconoscere che era ed è azzardato anche solo sospettare che il Cardinale Sepe facesse parte della “cricca” di Balducci, Anemone e company e che trafficasse in faccende ultraterrene addirittura pagando tangenti a Lunardi. Naturalmente non spettano a noi difese di ufficio di cui peraltro l’Alto prelato non ha alcun bisogno. Ci limitiamo a ricordare che il Cardinale indagato è lo stesso che si è sollevato con  tutto il suo sdegno contro la camorra, che ha chiesto ai giovani di deporre i coltelli, che, appena giunto a Napoli, ha baciato la terra martoriata di Scampia, che non ha risparmiato critiche ad una politica inefficiente e collusa, che ha dato vita a progetti concreti (uno su tutti la Casa di Tonia per le ragazze madri) e che fino a prova contraria rappresenta un esempio di integrità in cui Napoli ha creduto e crede. E per una città senza risorse, disorientata, impaurita, non è poca cosa. Per questo ci permettiamo di osservare che i Pm, prima di mettere mano a provvedimenti i quali, seppur di routine, finiscono col fare  un rumore assordante e con l’assumere un significato deviante, dovrebbero pensarci su, invece che le canoniche sette, magari quattordici volte, perché il danno mediatico, quindi di immagine, per chiunque ma a maggior ragione per un Pastore di anime, diventa devastante. Per lui e per tutta la comunità ecclesiale che rappresenta. E per la Chiesa che dati i tempi non ha certo bisogno di altri guai giudiziari. Napoli è vicina a Crescenzio Sepe ha fiducia in lui. Il Cardinale in questi anni è stato tra le Autorità, la più attiva, partecipe, vicina alla “città sofferente” con un forte messaggio di speranza. Ed ora sono i suoi fedeli a dire a lui: Eminenza “ 'A Maronn v'accumpagna”.