corvo rosso

Uno sciopero inutile e dannoso e, almeno in Campania,


paradossale perché se sono a rischio gli stipendi della sanità o non funziona la raccolta rifiuti o i depuratori sono in tilt , se bisogna tagliare e l’economia ristagna la responsabilità è di chi ha governato fino ad ieri, non certo del neo eletto governatore Stefano Caldoro. E questo senza che i tutti questi anni la Cgil abbia mai alzato un dito per impedirlo o almeno per dirlo, farlo rilevare, denunciarlo. Nulla. Accucciata vergognosamente ai piedi del satrapo rosso, del potentissimo governatore , del “campione del rinnovamento”che costruiva il suo consenso su clientelismo ed assistenzialismo elevati all’ennesima potenza, la Cgil campana praticava interessato consenso e/o complice silenzio. Un sindacato di regime , acquiescente e colluso col il decennio rosso. Dove era, infatti, mentre era in corso la distruzione della Sanità o quando la scellerata insipienza del governo regionale gettava nel baratro dell’ emergenza rifiuti la seconda regione italiana coprendo di vergogna la ex capitale del sud o quando si sperperavano i fondi della formazione con la creazione di sacche di disoccupati o quando incuria ed incapacità mandavano in malora tutto il sistema della depurazione ? ma sopratutto dove era la Cgil quando si distribuivano a pioggia i fondi Ue senza che quel fiume di ricchezza fosse in grado di creare sviluppo ed occupazione tanto che la Campania con Bassolino ha segnato la maggior perdita di posti di lavoro in Italia ed la peggiore performance in termini di prodotto interno lordo, sceso negli ultimi anni al di sotto della media delle regioni meridionali.? Ha ragione il ministro del Lavoro  Maurizio Sacconi quando, commentando lo sciopero di ieri, ha detto è stato come scioperare conto la pioggia. Uno sciopero politico contro il Governo che invece ha mostrato determinazione nell’affrontare una profonda crisi internazionale ricevendone riconoscimenti in sede europea,e rispetto ad una ripresa dell’economia superiore alle attese come ha confermato ieri la Confindustria ed in Campania contro un governo regionale costretto ad affrontare emergenze plurime create dai predecessori in decenni di malgoverno.  Se mi è permesso dirlo la rappresentazione che abbiamo visto ieri sapeva di muffa ,un vecchio modo di intendere e fare sindacato, un inutile dispendio di energie  un danno per i lavoratori. Nel campo sindacale c’è bisogno di modernizzazione, di innovazione, di idee nuove . Non c’è posto per un sindacato che vive di rendita e che difende le proprie posizioni di potere anche quando sono contrarie agli interessi dei lavoratori. La Cisl , la Uil, la Ugl lo hanno compreso e, con coraggio, hanno avviato un profondo rinnovamento che in questa difficilissima fase dell’economia le vede protagoniste attente ed intelligenti del mondo del lavoro come dimostrato a Pomigliano. L’augurio che il vento del cambiamento rimuova anche le vecchie incrostazioni e rimetta in movimento anche il pachiderma Cgil della cui modernità e dinamicità il Paese e la nostra vita democratica hanno bisogno.