corvo rosso

Napoli, il miracolo che San Gennaro non riesce a fare


 Ieri puntualmente e generosamente san Gennaro ha fatto il miracolo, nonostante lo abbiano portato in processione tra i rifiuti. Il santo protettore mantiene i suoi impegni. Gli altri no. I “miracoli” a Napoli dovrebbero farli quelli che governano, che hanno nelle mani le sorti della città. I quali invece continuano a chiederli al Santo. La città è a pezzi  la sua condizione è addirittura peggiorata rispetto a qualche mese fa e non si vede la fine del tunnel. La notizia buona è che la Iervolino cesserà definitivamente nei primi mesi del prossimo anno. Quella cattiva è che ancora non si vede nulla di nuovo, né a destra né a sinistra. Siamo agli sgoccioli di un decennio tra i più nefasti della storia cittadina ma, se si chiede in giro, nessuno è disposto a scommettere un centesimo che le cose cambieranno. Eppure invece dobbiamo crederci che qualcosa possa cambiare anche perché qualcosa si potrebbe fare già da ora, in questo scorcio di sei, sette mesi fino alle elezioni, per evitare di arrivarci definitivamente stremati. Una città più pulita, abbiamo capito che per ora è inutile sperarci. Il Comune non riesce a pulire le strade ed a fare la differenziata,  la Provincia è in ritardo sulla gestione dello smaltimento, l’inceneritore di Acerra è per due terzi in tilt, quello di Ponticelli è di la da venire. L’unica cosa è aprire nuovi sversatoi.  Per fortuna Pecoraro Scanio è all’estero, Bassolino in vacanza e Prodi nella sua Bologna. E allora lo si faccia in tempo prima che sia troppo tardi e che la monnezza  ritorni a primi piani dei palazzi. L a vergogna del 2007-2008 sembrava un lontano ricordo e invece è ridiventato un incubo. Una città più sicura, neppure qui ci possiamo aspettare miracoli, ma intanto perché non si chiede al ministro della Difesa di far presidiare le strade all’Esercito? Se c’è una emergenza ordine pubblico, che va dagli scippi, agli omicidi, alle illegalità piccole e grandi, ai clan di camorra che dettano legge su interi quartieri, se si prevede un autunno rovente con i centri sociali ed altri a soffiare sul fuoco del disagio sociale, perché non preparasi in tempo, perché non chiedere al Governo di impiegare l’Esercito nei compiti di vigilanza e concentrare le Forze dell’Ordine su prevenzione e lotta al crimine? Tolleranza zero è una parola grossa, a Napoli poi sembra una enormità. Ma se si stringessero un po’ più i freni, se le Autorità si mostrassero meno remissive o assenti, se lo Stato desse di se una immagine più severa (senza esagerare, s’intende), se si riuscisse a dare segni tangibili che l’andazzo vigente per cui tutti fanno quello che gli pare, non più tollerato, la gente perbene, che è la maggioranza, prenderebbe coraggio e la città potrebbe assumere un aspetto migliore. Il Consiglio Comunale non si riunisce più. Si doveva sciogliere anni fa, ora è tardi, ma almeno non lo si convochi più. E visto che l’Assemblea si è di fatto auto annullata, si sciolgano i gruppi consiliari che non hanno alcuna ragion d’essere e si dia una strigliatina alla “casta”, almeno quella locale. A parte qualche comodità, nessuno ci perderebbe nulla e la politica ne guadagnerebbe qualcosa. Un segno di serietà sarebbe gradito e potrebbe rivalutare i partiti, oggi alquanto screditati.  Destra, sinistra, centro, che interesse hanno, che vada tutto in malora? Certamente no. Eppure è quello che sta accadendo. Fermare il convoglio sul ciglio del burrone dovrebbe essere interesse di tutti.