corvo rosso

No alla violenza, si al piano Bertolaso” poi spetta ai poteri locali


Anche se i due eroici sindaci di Terzigno e Boscoreale, Auricchio e Langella non lo hanno firmato ed anche se la gente è incredula perché, diciamoci la verità, sul tema rifiuti le istituzioni hanno molto da farsi perdonare,  l’accordo raggiunto domenica notte tra il governatore Caldoro il presidente della Provincia Cesaro ed il commissario“ad acta” Bertolaso è buono e dovrebbe riportarci rapidamente alla normalità. La soluzione è convincente e tiene conto delle ragioni della protesta popolare. Il “congelamento” della seconda discarica prelude ad una sua cancellazione e va incontro alle richieste popolari, così come i controlli sulla prima e la sua bonifica per accertare il rischio di inquinamento ed eliminare l’insopportabile tanfo. Anche la decisione di limitare i conferimenti ai rifiuti dell’area vesuviana destinando quelli della città, dopo il necessario pre trattamento, all’inceneritore di Acerra e ad altre discariche, va in questa direzione. E se Bertolaso riuscirà in pochi giorni a pulire Napoli allora avremo imboccato la via della normalità. Vedremo se tutto ciò accadrà. Per ora e fino a prova contraria, siamo tenuti ad avere fiducia. Stiamo attenti alla violenza ed alle infiltrazioni camorristiche perché il rischio è la degenerazione criminale di una legittima protesta civile. Il che non farebbe che complicare maledettamente le cose che già sono sul limite. Naturalmente oltre ai provvedimenti immediati c’è bisogno di attuare il piano del 2008, facendo tutto ciò che non è stato fatto, dalla raccolta differenziata, al funzionamento degli Stir, all’avvio della costruzione dei termovalorizzatori di Napoli e di Salerno. In sostanza la crisi dalla quale stiamo uscendo è stata causata dalla mancata attuazione di quel piano, più che da fattori strutturali che, invece, determinarono il disastro del 2007-08. Questo vuol dire che bisogna recuperare i ritardi locali pena il ripetersi del default. E qui casca l’asino perché questo spetta ai poteri appunto locali che com’è noto non brillano per efficienza. Però se vogliamo evitare di trovarci di nuovo in emergenza questo nodo lo si deve sciogliere, per cui la cosa più ovvia sarebbe applicare la legge, che prevede sanzioni e poteri sostitutivi in caso di inadempienze. Uno Stato che arretra o tentenna non alimenta la fiducia, la scoraggia. Naturalmente tutta la comprensione alle popolazioni colpite, ma la violenza non può e non deve essere tollerata. Le bande che ieri notte hanno attaccato le forze dell’ordine che, sia detto per inciso, si sono comportate con equilibrio e professionalità, vanno isolate e punite. Per risolvere i problemi, dopo la protesta e la messa in campo delle proprie ragioni, occorre collaborazione e la violenza oltre ad essere inaccettabile allontana e spesso annulla le soluzioni. Tra le cose positive c’è quella che il governo ha erogato la prima tranche di “compensazioni”, 14 milioni di euro, che non sono bruscolini. Si passi ora, come si dice in politichese, dalla protesta alle proposte ed ai progetti e si vari un piano di aiuti all’agricoltura ed al turismo dell’area vesuviana. Una volta tanto la scommessa “dall’emergenza allo sviluppo” si potrebbe anche vincere!