corvo rosso

La città brucia e la politica balla sul Titanic


Una volta si chiamavano municipalizzate e già erano piene di debiti, ora sono diventate “partecipate” ma le cose non sono cambiate, anzi di male in peggio. Solo il Comune di Napoli negli ultimi quindici anni ne ha messo su ventidue, un numero spropositato se si pensa che la tendenza generale, dallo Stato in giù, è vendere e liberalizzare. Le ventidue società a partecipazione comunale hanno la bellezza di 9.000 dipendenti che costano 390 milioni di euro l’anno, senza contare l’esercito di amministratori e consiglieri profusamente pagati, ed hanno accumulato un debito di un miliardo e trecento venti milioni di euro. Sono dati del 2009, ulteriormente peggiorati perché nell’arco di questi mesi le società hanno continuato ad assumere. Cifre pazzesche, un buco enorme, un indebitamento che richiederebbe una manovra finanziaria dello Stato ad hoc. Vi do qualche dato: l’Asia, l’azienda comunale addetta alla raccolta dei rifiuti, ha un rosso di 224 milioni, l’Arin, l’ex acquedotto 295, Bagnoli futura  che doveva realizzare la “nuova bagnoli” 293, Napoli park, 93.  Tutto ciò a fronte di servizi pessimi, di inefficienze e ritardi e sprechi di ogni genere, basti pensare alla raccolta dell’immondizia o a Bagnoli, per citare gli esempi più eclatanti. L’anno venturo si vota per il nuovo sindaco di Napoli. La Iervolino è ormai agli sgoccioli e nei partiti si moltiplicano le candidature. Ma il nuovo sindaco, chiunque e di qualsiasi colore sarà, prim’ancora di cominciare si troverà sul groppone questa montagna di debiti cui va aggiunto il disavanzo del bilancio comunale ordinario, anch’esso elevatissimo. Si troverà quindi in condizioni peggiori di  Caldoro, neo governatore della Regione, con la pesantissima eredità bassoliniana. Dove si troveranno i soldi per andare avanti e per cominciare a pagare i debiti, è difficile dire. Le addizionali su Irpef ed Irap sono già ai massimi e sarà difficile aumentarle ancora. Ed anche il più generoso dei governi incontrerebbe difficoltà insormontabili a stanziare soldi pubblici per pagare debiti contratti dal Comune in quindici anni di pessima amministrazione. In tutto questo ci capiterà tra capo e collo il federalismo e, come già per la nostra immondizia, sarà ben difficile ottenere aiuti dalla comunità nazionale. Prepariamoci ad una stagione difficile, anche se la politica, con il suo teatrino di nomi e candidati, sembra infischiarsene e continua a ballare su sul Titanic.