corvo rosso

Napoli, rifiuti, emergenza sanitaria: chi ha sbagliato paghi


Qui Napoli, ad un passo dal baratro. A dire la verità avevamo perso le speranze che qualcosa si muovesse sul fronte giustizia a seguito della gravissima crisi del 2008, quando la monnezza arrivava ai primi piani dei palazzi e Napoli concorreva per  il guinness della città più sporche del mondo. Anche perché il processo in corso a Bassolino, Impregilo ed altri per i presunti reati commessi nello scandalo rifiuti, arrivato al vaglio del Tribunale veniva rapidamente avviato verso la prescrizione. Invece la decisione della Procura di ieri, di incriminare la Iervolino, Bassolino, il prefetto Pansa ed alcuni sindaci dei comuni più colpiti, per i reati di epidemia colposa e omissione in atti di ufficio in relazione all'emergenza rifiuti del 2008, apre un nuovo fronte giudiziario. Non di discute più delle irregolarità, degli sprechi, dei clientelismi e dei favoritismi, e neppure dello scempio avvenuto nelle gestioni ordinarie e straordinarie dei pubblici interessi. Qui in gioco è la salute dei cittadini. Le accuse si riferiscono al nesso tra inefficienze, negligenze, omissioni della Pubblica Amministrazione e la diffusione di patologie  di varia gravità. La notizia è talmente grave che, paradossalmente, ci dobbiamo augurare si tratti di un errore. Perché se invece le accuse risultassero fondate, ci troveremmo dinanzi ad una emergenza ancora più grave di quelle che siamo abituati ad affrontare. Quando per colpa della cattiva amministrazione viene messa a rischio la salute dei cittadini allora abbiamo superato il limite. Significa che gli errori e le diffuse incapacità e inefficienze non hanno solo prodotto danni alle cose, all’immagine e all’economia, ma hanno colpito fisicamente le persone determinando la diffusione di infezioni, malattie, epidemie. Oltre l’aspetto giudiziario c’è quello sanitario e quindi ci aspettiamo che le competenti Autorità, a cominciare dal Ministro, ci facciano conoscere entità, dimensioni, gravità del fenomeno e intervengano con iniziative adeguate. La cosa è maledettamente seria e le conseguenze si faranno sentire nel tempo. Chi ha sbagliato deve pagare. E sarebbe inaccettabile che, concluse le indagini, tutto si disperdesse, si sfarinasse e svanisse nelle nebbie di procedure opache e compiacenti.  Questa volta non si scherza. La gente, il cittadino, tutti, abbiamo il diritto di conoscere la verità e di avere giustizia.