corvo rosso

Primarie, dopo Milano il Pd rischia anche a Napoli


La vittoria del vendoliano Giuliano Pisapia, ex rifondazione comunista, contro il candidato del Pd Stefano Boeri, nelle primarie per le comunali a Milano, è uno schiaffo a Bersani. Il candidato di sinistra e libertà ha staccato di 5 punti il pdiino e sarà quindi il candidato della sinistra contro la Moratti per palazzo Marino. La cosa non è di poco conto se si pensa primo, che Milano è la capitale economica del Paese e che quindi il verdetto ha un peso nazionale, secondo che influenzerà le primarie di altre città in cui si vota per le amministrative, vedi Napoli, terzo che il risultato rafforza la candidatura di Vendola a premier contro quella di Bersani, nel caso, probabile, di elezioni anticipate. Dopo Milano, a Napoli, alle primarie del Pd per le comunali fissate per il 23 gennaio prossimo, ai candidati Ranieri e Oddati se ne aggiungerà almeno un terzo di sinistra e libertà. Vendola non si lascerà sfuggire l’occasione per tentare un altro affondo contro l’alleato, visto che il tempo stringe e  si potrebbe tornare a votare anche per Camera e Senato tra marzo e aprile. A sinistra dunque le cose sono in movimento più di quanto non lo siano a destra ed al centro. Sul piano nazionale il Pd è stretto dalla tenaglia Vendola – Di Pietro ed al suo interno deve fare i conti con i rottamatori di Renzi, il sindaco di Firenze che, in nome del rinnovamento, vuole mandare a casa la vecchia guardia e con la componente ex margherita che sta già con un piede fuori dal partito e che, se prevalesse il governatore pugliese, potrebbe essere tentata dal “centro” di Casini Fini e Rutelli. A destra se il patto Berlusconi Bossi tiene, non ci saranno altre novità se non il ritorno a tutto campo del Cavaliere. Se tutto questo dovesse accadere, a risentirne in Campania sarebbero la Regione e le amministrazioni provinciali di Napoli e Caserta. In tutte e tre l’Udc di Casini ha posti di rilievo con assessori ed incarichi di peso, a Caserta, con Zinzi, addirittura il Presidente. Insomma, poltrone e potere. Difficile reggere l’attuale equilibrio con Casini che vota la sfiducia al governo Berlusconi  insieme a Fini, Bersani e Di Pietro. Una contraddizione politica insostenibile per Casini oltre che per il Pdl. Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle. Naturalmente si fa per dire, perché avremmo bisogno di ben altro!