corvo rosso

Napoli Pd, il pasticcio delle primarie


Il centrosinistra napoletano sembra una maionese impazzita. Parliamo delle primarie per scegliere il candidato sindaco alle prossime amministrative. I vertici nazionali del Pd hanno confermato la data delle primarie del 23 gennaio ma hanno dilatato i tempi per la presentazione delle candidature. In attesa di una personalità forte che richiami l'attenzione dopo i no di Lucia Annunziata e Raffaele Cantone le uniche certezze sono i nomi di Umberto Ranieri, Nicola Oddati e – notizia dell'ultimora – Andrea Cozzolino. Quest'ultimo, dopo la cena svoltasi con lo stesso Oddati e il consigliere regionale Corrado Gabriele, che ha mediato tra i due delfini bassoliniani, ha deciso di raccogliere le firme e scendere in campo personalmente. Se si terranno le primarie saranno una gara tra ex pci e questo disturba e contraddice lo spirito della coalizione di centro sinistra che fa trapelare molti imbarazzi. Gli ex popolari del Pd stanno infatti tentando l'ultima pressione sul professore Carlo Borgomeo il quale però ha già respinto l’invito. Intanto, l'ala vendo liana che è la più inquieta, è alla ricerca dell’uomo in grado di sfruttare il vento favorevole creato dal governatore pugliese e da Pisapia a Milano. In queste ore si cerca di convincere tre persone in particolare: Massimo Brancato, ex segretario Fiom, la sociologa Enrica Ammaturo e il professore di Storia Luigi Mascilli Migliorini. ma, considerate le divisioni interne alla coalizione sono tutti riluttanti a prendere in esame le offerte. Resta in campo la candidatura del socialista Marco Di Lello che potrebbe rappresentare una soluzione intermedia, una sorta di ponte, tra il vecchio e il nuovo centrosinistra e per questo trova credito anche in ambiente democrat. Dunque la scelta del candidato del centro sinistra a sindaco di Napoli è in alto mare e non si escludono colpi di scena considerando che i nomi sul tappeto sono tutti deboli perché nessuno di essi garantirebbe l’unità della coalizione. Per questo non si esclude un’indicazione “romana” che all’ultimo momento potrebbe fare irruzione sulla scena e cancellando il pollaio locale. In effetti il fatto che i tre candidati in campo siano tutti ex pci conferma non solo il fallimento del pd ma anche quello della coalizione di centro sinistra. La quale, per avere una minima possibilità di successo, dovrebbe far dimenticare il decennio Iervolino, proponendo una credibile discontinuità di cui allo stato non si vede segno. Le primarie sembrano più l’occasione per un regolamento di conti tra ex Ds che la sede in cui decidere cosa fare per Napoli, come farlo e con chi. In tal modo la sinistra mostra di non saper approfittare delle difficoltà in cui versa il centro destra, a sua volta indebolito dalla scissione finiana, diviso da lotte intestine, con molti pretendenti a sindaco e poche idee per la città.