corvo rosso

Napoli: i figli di un Dio minore


A Napoli i diversamente abili sono senza assistenza. Le cooperative sociali, medici, psicoterapeuti, assistenti, operatori formatori, che nei diversi centri prestavano un ottimo servizio a favore degli svantaggiati, dei portatori di handicap, insomma di tutti coloro che hanno bisogno di una assistenza che le famiglie non sono in grado di assicurare, sono da molti mesi senza stipendio.  Comune e Regione non hanno più soldi, le Banche si rifiutano di anticipare, gli operatori sono stanchi di aspettare ed i centri hanno chiuso, provocando problemi enormi alle famiglie che non sanno più quale santo pregare. Un intero mondo sotto natale ad un intero mondo fatto di persone di disabili di ogni età e di intere famiglie da un giorno all’altro si è visto negato un diritto non negoziabile, non comprimibile, il diritto a vivere una esistenza dignitosa. Diritto che misura il livello minimo di civiltà di un Paese, di una società.  E la cosa indigna. Perché senza fare facili populismi con tutti i soldi che si sprecano o che si spendono per cause discutibili o comunque non prioritarie, togliere i fondi ai diversamente abili è un delitto, un crimine civile che non ha giustificazioni. Sappiamo che il problema è stato sollevato e che le istituzioni non sono sorde e che qualcuno sta cercando una soluzione. Ma come sempre tutto avviene nella disattenzione generale. E questo deve far riflettere su una certa barbarie della modernità, del consumismo che produce egoismo, cinismo, disinteresse. Sarebbe uno scandalo se Comune e Regione non trovassero i fondi per riattivare l’assistenza ai non abili. Sarebbe una vergogna per le istituzioni e per tutti noi. Nessuno può decidere che altri diventino figli di un dio minore.