corvo rosso

Non spetta a noi, Dio ce ne guardi, dare consigli a chicchessia, tantomeno al Cavaliere ...


....Berlusconi o al suo partito, il Popolo delle Libertà. Ma vedendo quello che succede da ormai oltre quindici anni, vien da chiedersi perché, all’indomani della vittoria elettorale del 2008, il centro destra non abbia pensato a ripristinare dell’art 68 della Costituzione sulla immunità parlamentare ed a ripresentare in Parlamento il ddl Mastella sulle intercettazioni telefoniche. L’art 68 Cost., voluto dai padri costituenti per tutelare l’autonomia degli eletti dal popolo e del Parlamento al pari di quella della Magistratura, stabiliva, tra l’altro, che senza autorizzazione della Camera di appartenenza, nessun membro del Parlamento poteva essere sottoposto a procedimento penale, nè arrestato, o privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo i casi di flagranza. La norma fu modificata nel novembre del ’93, durante il “terrore” di mani pulite, e fu il prezzo che una politica debole e stremata pagò al peggiore giacobinismo politico- mediatico- giudiziario, complici il Capo dello Stato dell’epoca, Oscar Luigi Scalfaro, la sinistra post comunista e la destra post fascista. Chi nella speranza di salvarsi, chi di agganciare il nuovo corso, chi convinto di imboccare la scorciatoia per il potere. Naturalmente non fu così. La “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto fu sconfitta, cominciò la seconda Repubblica, dopo Amato ci furono Ciampi, Berlusconi. Dini, Prodi, D’Alema, Berlusconi, ancora Prodi, ed infine Berlusconi, ma intanto le cose erano divenute più chiare, anche la “sinistra” si era scontrata con le unghiate indagatorie via intercettazioni, perfino Luciano Violante, regista indimenticabile del passaggio dal berliguerismo al giustizialismo, si era ricreduto al punto di denunciare il rovesciamento dei rapporti di potere e l’egemonia della magistratura sulla politica, insomma i tempi erano maturi per un ripristino nella stesura integrale di un testo varato all’unanimità alla Costituente. Sarebbe bastato riapprovarlo per evitare tutte le successive, inutili, spesso dannose, leggi ad personam e, soprattutto, per riportare lo scontro giustizia politica entro l’alveo costituzionale. Nell’interesse di tutti e del Paese. Idem per le intercettazioni, sulle quali l’allora Guardasigilli Clemente Mastella, siamo alla fine del 2006, aveva fatto un ottimo lavoro. Il ddl infatti era stato approvato alla Camera all’unanimità (447 voti favorevoli) e sarebbe bastato ripresentarlo all’inizio di questa legislatura per ottenerne una riapprovazione ampia. Il ddl Mastella vietava la pubblicazione di telefonate, sms, mail, informazioni sul traffico telefonico “anche se non più coperti da segreto istruttorio”, fino al termine delle indagini o dell’udienza preliminare, istituiva presso ogni Procura un archivio riservato in cui custodire per non più di cinque anni le intercettazioni “rilevanti”, la distruzione di quelle “irrilevanti” o acquisite in modo illecito, fissava sanzioni severe per i trasgressori, vietava la trascrizione delle intercettazioni che riguardavano persone estranee alle indagini, fissava una durata massima di 15 gg, prorogabili con successivi decreti motivati per un max di tre mesi. Pensate un po’: se tutto ciò fosse stato fatto, e si poteva fare, non saremmo al punto in cui ci troviamo oggi, sull’orlo di una crisi politica, istituzionale, morale, con gravi violazioni della privacy ed un uso politico, o comunque improprio, della giustizia. Bastava un po’ di esperienza e di buon senso.