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LA CITTA' MORENTE

Post n°373 pubblicato il 29 Novembre 2010 da corvo_rosso_1

Napoli è in declino. Anzi no. Di più. Non si tratta di mero pessimismo, ma di realtà suffragate dalle cifre del rapporto sull'economia di Bankitalia. In Campania c'è stata una riduzione del Pil a prezzi costanti pari al -5,4 per cento nel 2009, un calo ancora una volta superiore al dato italiano (-5,0 per cento) e meridionale (-4,5 per cento). Il sindaco Iervolino non riesce a gestire la sua maggioranza, (ieri ennesima mancanza del numero legale in Consiglio comunale), ma tanto oramai la sua esperienza è finita, la qual cosa è giudicata da molti una fortuna. Il problema è il futuro. Il Partito Democratico annaspa alla ricerca di un candidato. Per la verità ce ne sarebbero diversi, l'uno contro l'altro nella speranza di correre una maratona data per persa in partenza. Il Pdl annuncia che il nome arriverà dopo l'estate: speriamo che la promessa sia mantenuta anche perché il futuro, spiace dirlo, è tutt'altro che roseo. Stefano Caldoro si è trovato alla guida di una barca che faceva acqua da tutte le parti. Buchi enormi nelle casse regionali rischiavano di far naufragare prima ancora del varo, la sua esperienza alla guida di Santa Lucia. Al Comune di Napoli sarà peggio. Lo diciamo adesso, ad un anno quasi dall'insediamento del nuovo sindaco: se dopo 10 anni di bassolinismo la Campania è in profondo rosso, il successore di Iervolino e Bassolino, come troverà le casse di Palazzo San Giacomo? Qui, gli anni di gestione rossa sono ben 18. Cosa avrà lasciato Bassolino alla Iervolino che ha dovuto ingoiare il rospo in silenzio? E cosa lascerà lei al suo successore? Altro che Regione Campania, la situazione sarà ben più grave. Intanto la città è paralizzata. La viabilità è un'infernale lotta quotidiana. Le strade sprofondano, esempio sono i quartieri spagnoli che voragine dopo voragine cadono a pezzi. La zona orientale, sempre più degradata è in mano ai cinesi ed all’economia border line. La Polizia Municipale è teatro di una guerra civile tra comandante e “colonnelli”. Bagnoli ferma al palo tra cliniche per tartarughe e progetti a passo di gambero. Le società partecipate nate per lo più per assunzioni clientelari, sono oramai market di poltrone per pachidermi politici trombati. Non c'è un solo progetto credibile che faccia sperare per il futuro. Uno, dico uno. A questo punto il problema non è scegliere il nome di un sindaco, ma un identikit che indipendentemente da destra e sinistra, sia in grado di rompere con il passato. O così, oppure non so' quali altre soluzioni possano esserci. Francamente di positivo non vedo nulla e, se non lo vedono neanche gli esperti della Banca d'Italia, allora siamo proprio alla frutta.

 Alfa Sud di Pomigliano d’Arco . La politica latita. Sulla vicenda ha brillato per la sua assenza. È rimasta silente ed impotente nello scontro tra Marchionne e la Fiom non ha avuto il fegato di scontrarsi con l’estremismo sindacale di isolarlo e di far prevalere il buon senso e l’interesse generale che era ed è quello di salvare le residue funzioni industriali rimaste  e l’occupazione. La politica, insomma, di una questione così importante e decisiva per il nostro futuro, se ne è infischiata. E così facendo non ha saputo neppure valorizzare le posizioni responsabili e costruttive di Cisl e Uil che dall’inizio si sono concentrate sul nodo centrale della questione ed hanno dato il loro ok, preoccupate di perdere l’occasione e quindi di danneggiare i lavoratori. Ieri Marchionne ha dettato il suo ultimatum. Naturalmente gli ultimatum non piacciono a nessuno e quindi anche il supermanager fiat deve sapere che non sta giocando con i soldatini.  La Fiom o alcuni settori di essa, continuano con il sindacalismo antagonista vecchio stile senza rendersi conto che così facendo offrono argomenti per chiudere Pomigliano.   Se l'accordo con l'azienda di Torino non dovesse andare in porto, cosa che assolutamente non deve accadere le responsabilità saranno ripartite tra il cieco oltranzismo sindacale e la remissività, e l’irresponsabilità di una politica che così com’è serve francamente a poco. Anzi a niente.

 

 

 

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