corvo rosso
cultura, critica e dissenso« C’è un’ emergenza sicure... | Terzo mondo. Forse peggio! » |
Erano allarmi fondati ma inascoltati da una politica sorda, senza
idee, avida ed autoreferenziale, che ha fatto della gestione del potere il suo
unico credo. Le vicende del Partito democratico di Castellammare di Stabia di
queste ore, lo confermano in pieno. Catello Romano, uno dei presunti killer
del consigliere comunale Pd Luigi Tommasino a diciotto anni si iscrive al Pd
non certo per passione politica ma perché qualcuno gli dice di farlo. Perché?
Lo scopo è di infiltrare il partito che è al governo della città. Ma c´è da
credere che non solo la tessera di Catello Romano ma anche molte altre
iscrizioni siano state commissionate da "ambienti esterni" se è vero che gli
iscritti al circolo stabile sono quasi tremila. Un numero enorme che avrebbe
dovuto allarmare i dirigenti locali e nazionali di quel partito. Perché un
tesseramento così clamorosamente gonfiato se non per impadronirsi del partito
con un esercito di "iscritti" non militanti, con una "riserva" di tessere
"sporche" utili per manovrare ai congressi, alle primarie a favore di tizio o
di caio. Vedremo quali saranno gli sviluppi della vicenda. Sia dal punto di
vista criminale, speriamo non compromesso dalla fuga di killer rei confessi di
molti fatti di sangue ma incredibilmente lasciati a piede libero. Sia dal punto
di vista politico, essendo i due aspetti intimamente connessi. Ma resta la
gravità di quanto accaduto ed il sospetto che quello di Castellammare non sia
un caso isolato. Un sospetto, naturalmente che speriamo non diventi mai
certezza, ma che tuttavia per la sua gravità andrebbe fugato con interventi
drastici da parte degli organismi nazionali di quel partito. Il quale, essendo
al potere in Campania da oltre quindici anni, governando la Regione, il Comune
di Napoli, moltissimi altri comuni dell´hinterland e, fino a qualche mese fa,
tutte le Amministrazioni provinciali della Campania e svolgendo di conseguenza
un´ampia funzione istituzionale sul territorio, potrebbe essere diventato suo
malgrado un veicolo di infiltrazioni camorristiche proprio nelle istituzioni.
Dopo i fatti stabiesi e le colpe allo stato solo "in vigilando" da parte dei
dirigenti regionali e nazionali sarebbe un rischio altissimo celebrare le
primarie come se nulla fosse accaduto, senza prima accertare la regolarità e
pulizia del tesseramento e senza individuare e punire gli artefici che un nome
lo devono pure avere. Per giunta sarebbe impossibile garantire che le primarie
importanti per gli equilibri regionali ma anche nazionali (Il Pd di Napoli e
della Campania vanta un altissimo numero di iscritti ed anche di partecipanti
alle primarie) siano esenti da manomissioni esterne, più che probabili in molti
comuni della provincia. Sarebbe dunque un atto di responsabilità se, almeno a
Napoli, fossero sospese e annullate tutte le operazioni congressuali e quelle
elettorali. Poi ci sarebbe da discutere in quale abisso sia finita la "politica
del rinnovamento", di come sia stato possibile tutto ciò, e magari individuare
precise responsabilità politiche e personali.
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