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Creato da: sareva82 il 29/06/2009
commedia romantica in ospedale vista mare

 

 
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cap. 92 - Vesna va veloce -

Post n°94 pubblicato il 27 Agosto 2009 da sareva82

Appena arrivo a casa vengo sopraffatta dal vociare sguaiato dei miei vicini estivi e dal pensiero dell’intervento. Non riesco a decidere quale sia il più fastidioso. Crollo in un sonno colorato e quando mi sveglio ho già preso la mia decisione.

Mi vesto bene, mi trucco con cura e sono pronta per il patibolo. Mi manca solo un po’ di cipria e un neo finto per essere Maria Antonietta.

Quando rimetto piede a casa, sono un ologramma, la mia sostanza si è vaporizzata.

Sono andata in un ospedale dove opera un collega bravo e antipatico e gli ho presentato il mio progetto. Lui ha accettato al volo e a quel punto mi sono sentita morire. Forse nella mia idiozia avevo sperato che rifiutasse che so? per pudore: “Sei una mia amica, non voglio guardarti le parti intime” oppure perché si è preso un anno sabbatico o perché ha deciso di andare missionario o partire per Timorest con Medici senza frontiere. Biagio – il chirurgo – invece è troppo entusiasta del proprio lavoro per rinunciare. “Ti chiamo entro pochi giorni, stai tranquilla” ha gongolato valutandomi con gli occhi ghiotti del cerusico.

Io gli ho rivolto il mio più riuscito sorriso ebete e sono tornata a casa in trance. Stentavo a credere di essere stata capace di rovinarmi con le mie stesse mani.

A casa ho cominciato a fare pulizie come mai in vita mia rifiutando energicamente la collaborazione di Gloria materializzata all’improvviso in considerazione della topicità del momento. Ho strigliato i terrazzi e pure i davanzali delle finestre, pulito tutti i vetri, passato Colombina sui tappeti ma anche sotto i mobili e in tutti quegli angoli che in qualsiasi casa che si rispetti vengono trascurati (ho sfruttato le alette snodabili che mi avevano tanto affascinato quando l’ho acquistata), ho pulito il frigorifero trovando persino il coraggio di buttare una confezione di pomodori secchi del pleistocene che ha singhiozzato al momento della caduta nella pattumiera . Ho anche confezionato due nuovi materassi per i quadrupedi riempiendo vecchi maglioni con calzini di Jacopo, calze mie e altro ciarpame. Ho lavorato indefessamente per non pensare.

 

Cerchiamo di razionalizzare. Di cosa ho paura?

      1)   del dolore?   NO

2)     di star male dopo?  NO

3)     di morire?   MA NON DICIAMO SCIOCCHEZZE!

4)     della menopausa forzata? MA FAMMI IL PIACERE!

5)     di non sentirmi più donna? MADDAI!!!

6)     dell’anestesia? mumble mumble…ni. Tana! Non ho paura di non svegliarmi più, ho orrore di non appartenere a me stessa per un certo periodo di tempo, orrore di dovermi consegnare, di non essere padrona di me, di essere in balia di altri che ascolteranno tutte le fesserie che sicuramente dirò (ricordarsi di pensare solo alla Sampdoria per quarantotto ore di seguito. Almeno).

 

 
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