Donna sull'orlo...

Post N° 89


Clare Torry, cantante e vocalist britannica. Nonostante i tanti anni di attività, del suo privato non si sa nulla, tanto che è difficile mettere insieme una biografia minima che tenga conto almeno di luogo e data di nascita. Sicuramente, il motivo per cui è nota ai più è per la sua sensuale interpretazione del brano vocale The Great Gig In The Sky, scritto da Rick Wright e inserito nell’album dei Pink Floyd The Dark Side Of The Moon (1973).Di origine borghese, la giovane Clare iniziò a mostrare le sue qualità vocali già a scuola, dove si fece notare anche per il suo atteggiamento anticonformista, non certamente in linea con le austere tradizioni di un istituto per ragazze di buona famiglia. Intrapresa la carriera di vocalist, si mise in luce tra gli addetti ai lavori per alcune interpretazioni, tra cui Light My Fire dei Doors. Tanto bastò a un giovane ingegnere del suono presso gli studi discografici EMI, Alan Parsons, per portare la giovane cantante ad Abbey Road. L’occasione per sfruttare le qualità di Clare Torry venne al momento di registrare un vocalizzo per The Great Gig In The Sky. Molte voci sono nate sulla scorta di tale interpretazione, in virtù dell’orbita di fascinazione in cui ricade tutto ciò che ruota intorno a un album che per vari motivi è divenuto leggendario. Per cui è interessante leggere il racconto di quella seduta di registrazione, proprio dalle parole della stessa Clare Torry che lo ricordò a distanza di trent’anni:«Il 21 gennaio 1973 venni invitata allo studio 3 di Abbey Road. A malapena avevo sentito parlare dei Pink Floyd. La canzone che dovevo eseguire si sarebbe chiamata “The Great Gig In The Sky” e l’album - FORSE! - “The Dark Side Of The Moon”. La band mi fece sentire questa sequenza scritta dal tastierista Richard Wright. “Non cantare nulla”, mi dissero. “Improvvisa”. Immaginai la mia voce come una chitarra solista e mi sentii come una Gospel Mama. Dopo poche registrazioni il gruppo era soddisfatto e potei tornare a casa con la retribuzione che mi spettava. Era domenica e presi paga doppia: per tre ore di lavoro, 30 sterline […] A parte Gilmour, gli altri componenti della band sembravano terribilmente annoiati da tutta quella storia del disco. Mi dissi: “Questa registrazione non vedrà mai la luce!”» Ma, a dimostrazione di come la figura di quest’artista sia, nell’immaginario collettivo, legata indissolubilmente a The Great Gig In The Sky, basti citare un paio di episodi: il primo è un romanzo breve di uno scrittore italiano, Riccardo Francavilla, dal titolo L’uomo che amava Clare Torry: in esso si immagina che un ammiratore italiano, innamoratosi della cantante attraverso la sua voce, vada nel paesino inglese dove essa vive per scoprire che si è suicidata all’età di trent’anni, a causa del suo aspetto fisico che spaventava tutti coloro che si avventuravano fin lì per cercare di conoscerla (in realtà Alan Parsons disse che la Torry gli richiamava l’immagine di «una gradevole casalinga inglese»). Il secondo episodio vide come protagonista un automobilista americano, che in seguito raccontò egli stesso la storia: giunto sul luogo di un incidente avvenuto pochi minuti prima, a causa del quale un motociclista era morto, riprodusse con il suo lettore di CD The Great Gig In The Sky nella speranza, disse, «che la voce di Clare accompagnasse quello sfortunato motociclista nella sua strada verso il Grande Spettacolo nel Cielo».Fuori dall’immaginario, e tornando a cose più terrene, nel 2004 Clare Torry citò in giudizio sia i Pink Floyd che la EMI per le mancate royalty dovutele per l’album The Dark Side Of The Moon, relativamente al suo contributo per The Great Gig In The Sky. All’inizio del 2005 l’Alta Corte di Giustizia britannica riconobbe valide le ragioni della cantante e il contributo artistico dato al brano. Clare Torry giunse a un accomodamento in privato con i componenti del gruppo, del quale non furono tuttavia resi noti i relativi termini economici.