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E BEN SA GHE' ENDURO 2014

Post n°18 pubblicato il 15 Settembre 2014 da mat143
 

Anche quest'anno grande successo per la spettacolare manifestazione organizzata magistralmente dal gruppo Teste di Marmo di Lugo di Grezzana e alla quale non potevo mancare dopo la bellissima esperienza dello scorso anno.

Due le giornate previste per la competizione divise in un prologo serale svoltosi sabato sera fra le vie del centro di Lugo come nella tradizione delle più importanti gare della specialità, e da quattro prove speciali da disputare la domenica mattina fra le montagne del comprensorio che sale per i paesi di Lumezzane ed Arzerè.

Notevole anche la partecipazione come ospite d'onore del grande campione internazionale Sottocornola che con la sua prestazione ha contribuito a mettere ogniuno al proprio posto dividendo gli umani dagli extraterrestri.

Ma veniamo alla cronaca dei fatti.

Una lista di partenti ben diversa quest'anno complice un percorso innalzatosi a livello tecnico e l'inserimento di regolamentazioni che caratterizzano le gare specifiche di enduro, con l'obbligo dei dispositivi di sicurezza previsti da quel tipo di specialità e un percorso ancora più selettivo a livello tecnico e di difficoltà. Diversamente era sata invece usata la "manica larga" lo scorso anno mantenedo un percorso leggermente meno impegnativo (con possibilità di tagliare in alcuni punti particolarmente ostici ) e permettendo a biker con dotazioni XC di partecipare in una classifica al oro dedicata.

Niente sconti invece quest' anno appunto e questo ha determinato la presenza di una lista partenti specializzati nell enduro innalzando la qualità generale della gara.

Anch'io ho deciso di adeguarmi presentandomi in gara con una bicicletta quest'anno all'altezza della situazione.

Il prologo.

Molto apprezzata da tutti l'idea di istituire una prova speciale brevissima ma molto intensa da disputarsi il sabato sera.

Da parte mia l'unica discriminante è stato il calare delle tenebre, cosa che peraltro avevo per fortuna previsto attrezzandomi con un potrente faretto che ha svolto egregiamente il proprio scopo.

Certo dopo aver visto la partenza di Sottocornola sulla lunga scalinata a molti di noi sarebbe venuta la tentazione di abbandonare tutto e tornarsene mesti a casa.  L'averlo visto pedalare sulla scalinata e forzare con le braccia per spingere ulteriormente con il peso del corpo, ci ha fatto letteralmente rizzare i capelli.

 

 

Per quanto mi riguarda ho optato per la giusta dose di prudenza soprattutto nel tratto erboso che non mi dava la sensazione di sufficiente grip da poter affrontare la secca curva a sinistra con sufficiente sicurezza.

Arrivato alla seconda scalinata ho dovuto giocare un Jolly sbagliando l'ingresso sul terzo scalino e finendo sul bordo sinistro della discesa fuori completamente dalla traiettoria dei gradini.

Una volta in fondo alla stessa ho cercato di tenermi molto a sinistra per evitare l'impatto con la canaletta dell'acqua che scendeva a destra e che durante le prove mi aveva tagliato il pneumatico anteriore costringendomi ad usarne uno di scorta ma consumato, cosa che pagherò soprettutto all'indomani in gara.

Per il resto tutto liscio compresa l'ultima curva dopo l'ultima scalinata dove anche qualche asso ha involontariamente fatto il dritto.

 

 

Ma veniamo alla gara di domenica.

 

Primo trasferimento "mortale" nonostante lo spiker annunciasse ai nastri di partenza un tragitto di 5 km non particolarmente impegnativi.       Io già lo sapevo perchè la PS1 era la stessa dell'anno scorso.      Quei 5 km erano più o meno il doppio e avendo a disposizione poco più di un ora per arrivare alla partenza significava mantenere una media superiore ai 10 kmh cosa non semplice per chi come me aveva lo zaino, due caschi, sacca idrica, integratori di zuccheri, due camere d'aria, set di attrezzi, spolverino e maglietta, cellulare, kit gonfiaggio rapido con due bombolette di CO2, gomitiere e per finire ok, ve lo confido visto che siamo fra amici.. avevo perfino due raggi e una pomata per gli improvvisi attacchi di emorroidi.  I raggi non so come avrei avuto il tempo di cambiarli in caso di rottura.

A proposito dell'avere due caschi devo purtroppo attestare che molti fra i biker partiti con il solo integrale per essere più leggeri se lo sono poi tolto durante il trasferimento ed avrebbero meritato la squalifica se le regole sono regole..

Più di un biker è arrivato alla PS1 sconvolto, e questo è un fatto inopinabile.    Io ho avuto il tempo necessario per cambiarmi e prepararmi psicologicamente ma da scarso scalatore quale sono avrei avuto bisogno di cinque minuti in più per ritornare lucido.

PS1

Alla partenza della PS1 ho capito subito che la taratura che avevo scelto per la forcella anteriore era sbagliata e mi avrebbe dato parecchie grane.

La bici era un cavallo impazzito anche a causa della gomma anteriore deteriorata (quello buona l'avevo tagliata al prologo) che avevo deciso di tenere a 2.3 per non incorrere in pizzicature sulle spigolose pietre che caratterizzavano tutte le PS:

Tento quindi di modificare l'assetto con delle regolazioni in corsa ottenendo giovamento dando due scatti al freno di ritorno e rendendo l'avantreno più gommoso.

 

 

Sul gradone ad un quarto di percorso passo senza difficoltà ed è la conferma che l'assetto è ritornato ad essere gestibile.

Altro errore quello di aver optato per correre senza tendicatena. nella PS1 devo fermarmi addirittura tre volte perchè la stessa nell'eccessivo sbattere s'incastra fra telaio e corone.

Un disastro totale tanto che ad un certo punto, assillato dal concorrente che mi seguiva e che ormai mi aveva raggiunto grazie alle mie continue soste, per cercare di non farmi recuperare rischio un dritto colossale e finisco ai bordi di un brutto strapiombo nel bosco.

Il concorrente mi passa e la PS1 è ormai compromessa.                                                A mettere la ciliegina sarà un ulteriore dritto sulla roccia a venti metri dalla fine dove bisognava ancicipare la curva a destra per poi chiudere a sinistra con l'arrivo.   Il tabellone pubblicitario si arrotola al manubrio e perdo ancora tempo per districare la bici e ripartire.

 

PS2

 

La PS2 è corta ed è l'unica che, dopo averla provata, ricordo tutta a memoria.

Non sbaglio niente. Decido solo di moderare la velocità e di guidare più elastico.

La partenza è bella e veloce con un piccolo salto dopo una decina di metri che fa prendere subito velocità.       La prova è anche molto tecnica per chi ha normali doti discesistiche.

I tre gradoni decido di farli sbracciando sul primo e copiando invece gli altri due, soluzione non molto veloce ma sicura ed efficace.

Passate altre insidie minori determinate da gradoni naturali per i quali basta solo memorizzare il punto esetto di passaggio, rimangono i due strettissimi tornanti.

Ho deciso di farli con la tecnica della derapata in frenata rimanendo col peso molto all'interno e posando il piede alla motocross.

La tecnica funziona e supero brillantemente i due ostacoli fiondandomi al finish senza altri problemi.   La prova risulta perfettamente eseguita.

 

 

Dopo la PS2 altro impegnativo trasloco di massa in quel di Arzerè con una risalita di tutto rispetto soprattutto dopo aver messo a dura prova gambe e braccia sulle due PS appena concluse.      Un biker giace sdraiato per strada colpito da crampi ed aiutato da un compagno di avventura.  Un altro stà effettuando il trasferimento spingendo la bici con la ruota anteriore a terra. Forse qualcuno sta venendo in suo aiuto con qualche ricambio.....

 

PS3

 

Sulla PS3 devo essere sincero, ho avuto paura di farmi male.

Il traccito era molto corto ma caratterizzato da rocce , gradoni e radici che rendevano il fondo molto scivoloso.

Dopo un piccolo tratto di single si curvava a destra e si attraversava una distesa di pietroni mal disposti e scivolosi per poi proseguire su dei veloci rettilinei intervallati da curve a gomito dove era veramente difficile avere il controllo del mezzo. 

In tutta la prova non riesco a governarmi mantenendo la giusta traiettoria.

Cado più volte, sbatto il manubrio sulle rocce, i pedali spesso cozzano contro le pietre sporgenti.   Una prova davvero dura da portare a termine incolumi.

Sulla esse finale arrivo con la bici in contro sterzo ed esco nuovamente dalla traiettoria perdendo un sacco di tempo. Il risultato è una prova molto mal riuscitami dove il biker di Boscochiesanuova che partiva dopo di me nuovamente si trovava alla fine a vista d'occhio poco dietro. 

 

Ultimo trasferimento di una ventina di minuti e si arriva alla partenza dell'ultima crono.

Molti biker della mia età erano decisamente preoccupati per la stanchezza fisica e la lunghezza della PS4.

Io per primo sono nervoso.  Le braccia a fatica riescono a reggere ancora gli scossoni al manubrio e si fanno sentire i primi sintomi di crampi agli adduttori delle cosce, muscoli che si usano per modificare la traiettoria della bici in corsa e quindi di importanza vitale.

 

PS4

 

Si parte cou un ingresso nel sottobosco che da accesso ad un fondo fangoso dove in una delle ripide discese perdo l'anteriore schiantandomi a fondo valle e sprofondando nel fango .

Mi rialzo e seguo quello che è il letto di un torrente con due dita d'acqua e tempestato di scivolosissimo pietrame.          Toltomi d'impaccio dal sottobosco di affrontano alcune varianti con attraversamenti di strade e di corti rurali, discesa di scaloni in legno e single track boschivi per poi arrivare al famoso Pistin dove l'unica regola è andare forte.

Le paraboliche e le cunette naturali ed artificiali sono uno spasso unico.

Peccato essere troppo stanchi per poter veramente godere del tracciato permanente ricavato dai locali.

A concludere vi è anche l'immancabile pedana che proietta la bici su una discesa seguita da una rispettiva risalita che se affontata alla giusta velocità permette di saltare di nuovo.

 

Per finire il tratto del "Garsen" caratterizzato da un fondo scassato e insidiosissimo e da curve secche ostacolate da alberi in traiettoria da evitare con spostamenti del corpo.  Una di queste pietre sporgenti mi fratturò l'anno scorso il mignolo di un piede.

 

Arrivati.

Tirate le somme della gara non resta che il riconoscimento che va al comitato organizzatore dell'unica gara enduro a livello locale organizzata nel territorio veronese.  E' a loro e alla loro passione che va il mio ringraziamento per il bellissimo weekend trascorso all'insegna di questo meraviglioso sport.

Non ultima considerazione è l'aver visto all'opera un vero campione come Sottocornola che ha fatto intendere qual'è il livello tecnico e atletico a cui si attengono le manifestazioni a livello internazionale.  

Tutti i presenti sono rimasti sbalorditi e allo stesso tempo estasiati da tanta semplicità e allo stesso tempo professionalità espresse dal campione.

FRA:

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