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BERLUSCONI PRESIDENTE

 

 

La scoperta dell'acqua calda!

Post n°64 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da cristianodisinistra

«Addio al Berlusconi moderato
Vuol diventare re del suo popolo»
Casini: eversione? Non lo è ma elimina di fatto i partiti dalla scena

ROMA — Sabato sera, dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio, ha preferito non reagire a caldo. Si è preso del tempo per riflettere sul lungo «sermone» di fine anno pronunciato da Silvio Berlusconi e sulla proposta, a sorpresa, del presidenzialismo. Ma ora a Pier Ferdinando Casini tutto è chiaro, lampante: «Altro che sorpresa. Il suo è un discorso coerente, molto coerente: vuole eliminare tutto ciò che è di impaccio nel rapporto tra lui e il popolo e così facendo trasformare completamente il quadro politico ». È quasi un grido d’allarme, quello del leader Udc: «Vuole mettere da parte i partiti per il suo progetto plebiscitario». Un progetto dal quale Casini prende nettamente le distanze. Anche se fa notare che è solo la logica conseguenza di un discorso avviato un anno fa: «La nuova proposta è in realtà il compimento della svolta del predellino, quando annunciò un nuovo partito mentre il dibattito nel centrodestra stava salendo di intensità».

Anche questa volta, in effetti, ha fatto l’annuncio più importante solo alla fine, rispondendo all’ultima domanda della conferenza stampa.
«Così è l’uomo. Certo, ci sono state anche le stagioni del Berlusconi moderato, quasi il continuatore della Dc. Ma noi che lo conosciamo bene abbiamo capito da tempo che c’era una differenza tra ciò che diceva e ciò che realmente pensava. E che ieri ha cominciato a dire apertamente ».

Cioè?
«È ormai evidente che Berlusconi non si accontenta più di avere una maggioranza schiacciante in Parlamento. Pensiamo solo ai continui voti di fiducia: nei passati governi, ogni volta che li si chiedeva, ci si sentiva in dovere di giustificarli per non essere sottoposti alle critiche. Ora invece Berlusconi se ne vanta».

Sostiene che è costretto a ricorrere a quel tipo di strumento perché il presidente del Consiglio in Italia non ha poteri adatti per governare.
«Non prendiamoci in giro. Se nel nostro Paese siamo inefficaci è perché la politica è inefficace».

Ripete che ovunque in Europa il premier ha poteri più forti.
«Lasci stare l’alibi dell’Europa. Il presidenzialismo che propone, con l’elezione diretta, porterebbe ad una desertificazione della politica in Italia».

Un’operazione eversiva?
«Non è certo eversione, ma è senza dubbio una trasformazione radicale del sistema che ci ha governato per sessant’anni. Perché porta all’eliminazione, di fatto, dei partiti per privilegiare l’unico rapporto che per Berlusconi conta, cioè quello del "re" con il suo popolo. Certo, non gli si potrebbe dare del tiranno in quanto eletto dalla maggioranza dei cittadini, ma ogni contrappeso sarebbe eliminato. C’è coerenza nel suo progetto: un bipartitismo solo di facciata perché ha l’obiettivo di blindare il rapporto tra il leader e il suo popolo».

Perché insiste tanto con la coerenza del progetto berlusconiano?
«Perché è alla luce del discorso fatto ieri che vanno lette anche altre sue scelte. Basta pensare a quella di evitare in campagna elettorale i temi eticamente sensibili: meglio non creare problemi con questioni che fanno ragionare la gente. Forse ora potete capire meglio perché non abbiamo accettato di entrare del Pdl. E anche la denominazione Popolo della Libertà non è casuale: il popolo si sostituisce al partito».

Non le sembra però che, al momento, l’opposizione sia troppo debole per contrastare i suoi progetti?
«Purtroppo l’opposizione è più che debole: non esiste. O, meglio, ci sono diverse opposizioni. E quella di Di Pietro è certamente funzionale all’egemonia di Berlusconi. Tra l’altro penso che anche lui sarà d’accordo con il presidenzialismo ».

Anche la sua Udc però è all’opposizione. E più volte dal Pd sono giunti appelli al dialogo.
«Veltroni ha fatto bene a scrollarsi di dosso Rifondazione comunista. Poi però, con Di Pietro, è passato dalla padella alla brace. Speriamo che ora accetti il dialogo sulla riforma della giustizia: è il vero banco di prova per il riformismo del Pd».

Vede comunque possibile in futuro un’alleanza con il partito di Veltroni?
«Normalmente in Europa il centro è alternativo alla sinistra. E anche noi lo siamo. Certo, i discorsi di Berlusconi di ieri cambiano completamente il quadro politico. Perché queste tesi si allontanano dalla tradizione del popolarismo».

Quindi?
«Dobbiamo restare coerenti alla nostra anima popolare e al tempo stesso osservare come si evolve la situazione, a che cosa porterà il progetto di Berlusconi. Ma magari nei prossimi giorni farà marcia indietro ».

In Germania la Merkel governa con i socialisti.
«Beh, quella è un’eccezione. Comunque, prima delle prossime Politiche c’è ancora molto tempo. Vedremo, nel frattempo, che cosa succederà. E come reagirà anche il centrodestra alla nuova offensiva berlusconiana ».

 
 
 

Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da cristianodisinistra

Domanda di una giornalista: 

Cosa pensa di fare nei confronti di quei deputati del PdL indagati o con processi in atto, dato che Il ministro Bondi prima delle elezioni aveva assicurato che al contrario del PD il vostro partito avrebbe fatto di tutto per fare in modo che persone con problemi con la giustizia non potessero entrare in parlamento sotto l ostemma del PdL? Pensa di prendere dei provvedimenti?

Risposta del premier Silvio berlusconi:

La sinistra insiste sempre su questo argomento che io ritengo, come la sua domanda, una provocazione. E' evidente che prima di proporre persone che rappresentassero il nostro partito in parlamento ci siamo informati sulla realtà dei fatti e di questi processi, abbiamo parlato con queste persone e ci siamo resi conto della loro irreprensibilità e innocenza. Del resto processi e indagini li ho subiti anche io da giudici ( 600 mi pare) che evidentemente hanno fatto di tutto per trovare qualcosa e non hanno trovato niente. Ci fidiamo ciecamente dei nostri parlamentari.

questo è lo scambio di battute sentito durante le domande dei giornalisti alla fine della conferenza di fine anno.

A parte il fatto che francamente non mi fido molto di una confessione fatta a Berlusconi da parte dei presunti colpevoli, ma sicuri innocenti...

ciò che mi scandalizza è che pare che ovviamente gli indagati da una parte son sempre più indagati di quelli del P.d.L.

Che risposta può essere: " ci fidiamo di loro e se dicono che sono innocenti, lo sono" Questa è una demolizione della credibilità della legge....

Del resto lo abbiamo già capito tutti cosa può fare il premier per rimediare al fatto che alcuni suoi "bravi" siano inseguiti dalla legge: si cambiano le leggi, si ammutoliscono i giudici e si impedisce loro di fare il proprio dovere.

Qui non si tratta di essere di sinistra o di destra, qui siamo di fronte a qualcuno che sta smontando pezzo per pezzo la giustizia e le leggi di uno stato senza provare un minimo di dialogo democratico con qualcuno.

Se veramente a destra e sinistra qualcuno ama ancora questo paese sarà il caso di rendersi conto che il paese va amato tutto, non si può solo amara la propria parte politica.... incondizionatamente.

 
 
 

Riflessioni

Post n°62 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da cristianodisinistra

Quando apparve Gesù nella storia umana, apparve in un epoca in cui i diritti umani erano calpestati, in cui lapidazioni e uccisioni erano cose normalissime

Quando Gesù apparve, si presentò in una nazione soggiogata dall'impero romano, un paese inconstante rivolta contro se stesso e l'impero romano...un paese violentato anche dai suoi stessi figli...

Gesù apparve e predicò amore, rispetto, predicò si un regno, ma il regno dei cieli che non sarà su questa terra, in cui già regnavo re e nazioni,...Gesù non creò un movimento politico almeno così ci riportano i vangeli, nel suo agire non ci fu mai imposizione, non ci furono incitamenti verso il popolo a ribellarsi a chi lo sfruttava.. non c'era nulla di politico in ciò che esponeva Gesù...

Barabba, sì, voleva la liberazione del popolo di israele, lui sì, disperato da come fossero trattati i propri fratelli, le proprie madri, i propri figli, volle lottare con la forza.

I motivi di barabba non erano assolutamente così lontani dai motivi di Gesù....

Uno era politico l'altro,Gesù, lottava per far capire al suo popolo e a tutti i popoli della terra che c'è altro! che non è con la violenza che si ottiene la pace...

Lo stato pontificio per molti secoli si è comportato come Barabba... difensore di giusti motivi con mezzi che però non hanno nulla a che fare con il messaggio di Gesù.

 
 
 

Progetto depenalizzazione omosessualità

Post n°61 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da cristianodisinistra

Il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità, presentato dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea e accolta da tutti i 27 Stati membri, verrà diffuso anche tra gli Stati membri ONU ed esposto a dicembre durante i lavori dell'Assemblea Generale. Il testo ha già raccolto l'adesione di altri 53 Stati membri dell'ONU (tra cui Andorra, Argentina, Armenia, Bosnia, Brasile, Capo Verde, Cile, Croazia, Ecuador, Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (FYROM), Gabon, Georgia, Guinea Bissau, Islanda, Israele, Giappone, Liechtenstein, Montenegro, Norvegia, Nuova Zelanda, San Marino, Serbia, Svizzera, Ucraina, Uruguay e Venezuela), ma nuove adesioni potrebbero giungere nei prossimi giorni.


Proposta dell’Unione Europea per una dichiarazione ONU che condanni formalmente le discriminazioni contro gli omosessuali

Abbiamo l’onore di presentare questa dichiarazione sui diritti umani realtivamente all’orientamento sessuale e all’identità di genere da parte di […]



Riaffermiamo il principio di universalità dei diritti umani, così come sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo di cui quest’anno si celebra il 60esimo anniversario e che all’articolo 1 proclama che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”;
Riaffermiamo che ogni individuo ha diritto a godere dei diritti umani senza distinzioni di alcun tipo, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione, così come stabilito nell’Articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nell’articolo 2 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e nell’articolo 26 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici;
Riaffermiamo il principio di non-discriminazione che richiede che i diritti umani siano estesi a tutti gli esseri umani indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere;
Siamo profondamente preoccupati per le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere;
Siamo anche preoccupati che le persone di tutti i paesi del mondo siano oggetto di violenze, persecuzioni, discriminazioni, esclusioni, stigmatizzationi e pregiudizi a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere e che queste pratiche minino la loro integrità e dignità;
Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere ovunque avvengano ed in particolare la loro penalizzazione attraverso la pena di morte, le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, la pratica della tortura, altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti, l’arresto o la detenzione arbitrarie e la privazione dei diritti economici, sociali e culturali, compreso il diritto alla salute;
Richiamiamo la dichiarazione del 2006 emessa di fronte al Consiglio per i Diritti Umani da 54 paesi, per richiedere al presidente del Consiglio di fornire un’occasione per discutere di queste violazioni durante un’appropriata futura sessione del Consiglio;
Accogliamo con favore l’attenzione conferita attraverso speciali procedure a questi temi dal Consiglio dei Diritti Umani e dai soggetti del trattato e li incoraggiamo a continuare a considerare, nell’esercizio dei loro mandati, le violazioni dei diritti umani basate sull’orientamento sessuale;
Accogliamo l’adozione della Risoluzione AG/RES. 2435 (XXXVIII-O/08) su “Diritti umani, Orientamento Sessuale e Identità di Genere” dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, emessa durante la 38esima sessione, il 3 giugno 2008;
Richiamiamo tutti gli stati e i maggiori organismi per la protezione dei diritti umani ad impegnarsi a promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere;
Esortiamo gli Stati a prendere tutte le misure necessarie, in particolare legislative o amministrative, per assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non possano essere, in nessuna circostanza, la base per l’attuazione di pene criminali, in particolare di esecuzioni, arresti o detenzioni;
Esortiamo gli Stati ad assicurare che le violazioni dei diritti umani legate all’ orientamento sessuale o all’identità di genere siano investigate e che gli autori siano perseguiti e tenuti a renderne conto in termini giudiziari;
Esortiamo gli Stati ad assicurare un’adeguata protezione ai difensori dei diritti umani e a rimuovere gli ostacoli che impediscono loro di portare avanti il loro lavoro relativamente alla tutela dei diritti umani e alla lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

La chiesa ha detto no. ha votato contro.

adducendo motivazioni che non trovano riscontro nell'immediato ma che sono possibili scenari futuri "la questione è un’altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni“"

sì???? forse! ma forse no! e intanto ciò che si ottiene è che la chiesa è contro la depenalizzazione dell'omosessualità....

Ma il problema grave è che la chiesa ragiona sempre più come stato e sempre meno come guida di un cammino religioso... non si è mossa pensando al bene delle vite in gioco... ma si è mossa a tutela "dei suoi", delle coppie  eterosessuali che potrebbero secondo questo ragionamento, essere loro in futuro discriminate...

io, che ancora spero in una chiesa ma che sbatto sempre di più il grugno contro l'evidenza di uno stato pontificio, mi aspettavo un agire ben diverso...

mi aspettavo che all'ONU non ci fosse nessun delegato della chiesa e che il Papa si rallegrasse del passo in avanti fatto contro la discriminazione degli omosessuali.... e che vigilasse affinchè non nascano altre discriminazioni ne per i gusti sessuali ne per il colore della pelle ne per la religione...

Perchè questa Chiesa... questo stato pontificio non sà più essere una guida spirituale? al mondo è quella che manca... di stati che cercano di imporre la propria dottrina ne abbiamo anche troppi

 
 
 

Gesù e il socialismo 

Post n°60 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da cristianodisinistra

1. Non mi sembra corretto fare di Gesù un puro e semplice socialista, anche se, a ragione, può essere considerato ispiratore e simpatizzante dei suoi sogni migliori, cosa che, seppur minima, è importante. Non si può dire lo stesso del capitalismo, nonostante gli sforzi di Michael Novak, e nemmeno di alcuna forma d'imperialismo, sia esso statunitense o sovietico. In Gesù è centrale l'idea e l’ideale del socio-fratello, non del capitale-denaro, né del potere-sottomissione. Entrambe le cose sono rifiutate con decisione. Di fronte a Gesù non ci sono compromessi.

Il socialismo e Gesù di Nazaret non sono la stessa cosa, ma se li avviciniamo il socialismo non stride come il capitalismo e l'imperialismo. Condividono persino “una certa aria di famiglia”. Gli “operai” - e i “contadini”, aggiunge la messa nicaraguense - non vedono solitamente in Gesù un estraneo; altro è come vedono la Chiesa. Nei cattolicissimi Paesi Baschi, un'anziana donna, cattolica da tutta la vita, diceva con convinzione ed entusiasmo: “Cristo era socialista”. E, se ben ricordo, Bonhoeffer diceva che gli operai, che sapevano poco o niente di dogmi, “comprendevano Gesù”. Teologo di una famiglia di estrazione borghese, testimoniò che ci sono cose per le quali vale la pena impegnarsi completamente. E, in uno stesso impulso, univa il discorso della montagna con la giustizia sociale.

Non si può ignorare che Marx, come Gesù, proveniva dai profeti della tradizione giudaica. Con i quali Dio apostrofava re e ricchi dicendo “voi, che vendete il povero per un paio di sandali”, mentre chiamava “mio popolo” i deboli, i poveri e i forestieri. La parabola di Epulone e Lazzaro e la frase “non si può servire Dio e il denaro” possono passare inavvertite - e di fatto sono tranquillamente disprezzate - più nel capitalismo che nel socialismo. Le beatitudini, la condivisione solidale, la compassione, l'impegno per la giustizia fino a dare la vita possono trovare maggiori parentele con il socialismo, mentre raramente si verificano in nome del capitalismo.

Qui in El Salvador, 30 anni fa, molti fecero l'opzione preferenziale per gli oppressi, anche gente di sinistra di diverso tipo, con grande generosità. Nel 1995 Padre Ellacuria, parlando dei marxisti, disse, provocatoriamente, con chiarezza: “Questa fondamentale eticità [del marxismo]... ha fatto arrossire i cristiani per il fatto che presupponeva la dimenticanza di qualcosa di essenziale per la fede, e ha suscitato un certo complesso di inferiorità nel paragonare l'impegno etico dei marxisti rivoluzionari nei confronti dei più poveri con l'impegno, nel migliore dei casi puramente verbale e cauto - non certo arrischiato -, degli uomini di Chiesa”.

2. Il socialismo non ha motivo di stridere, se lo si paragona a Gesù. Per lo meno non in modo così evidente come il capitalismo. Però, nel fare una comparazione con Gesù, emergono differenze e, a volte, contraddizioni. Cercheremo di sintetizzare.

In primo luogo è evidente la contraddizione con Gesù quando il socialismo giunge a forme politiche d'impero dittatoriali e crudeli. Ovviamente. Ma anche quando, al di là delle parole, si configura come una forza politica fondamentalmente connivente con il capitalismo, benché vi sia presente una certa percentuale di democrazia convenzionale. Socialmente ciò significa incentivare attivamente l'indi-vidualismo personale e l'egoismo antisolidale. Ciò che cerca e offre - durante le elezioni, per esempio - è “il vivere bene” e il “successo”. Ma, da una prospettiva gesuanica, qui c'è disumanizzazione.

In secondo luogo, a questo, che è evidente, bisogna aggiungere la ricerca del potere. È inevitabile, e può essere qualcosa di buono per i frutti che porta, però è sempre una cosa delicata: infatti non perché è politico cessa di essere potere - riflessione che si estende a ogni potere e, ricordiamo, già che parliamo di Gesù, anche al potere sacro, religioso, ecclesiale.

Gesù non fu inattivo, né meramente contemplativo. Par-lò con autorità, agì con energia e affrontò poteri reali. Si giunse a dire che emanava “forza”, ma non si è mai detto che esercitava “potere”. Non fu questo il suo obiettivo. Non lo cercò né lo incoraggiò. Lo inorridiva la tendenza del potere alla dominazione e all’assoggettamento. Rifiutò di essere incoronato re e che Pilato lo considerasse tale. La fi-gura di Gesù può rimandare alla “forza” di un profeta o alla “scossa” prodotta dal servo sofferente di Jahvé, ma non al potere di un Mosè caudillo.

E questo è profondamente centrale nella sua visione del mondo e nel suo agire personale. Il suo giudizio riguardo al potere è lapidario e senza scappatoie: “I principi delle nazioni vi dominano e i grandi vi opprimono con il loro potere. Non sia così tra di voi”. Questo si applica a ogni potere: capitalista e socialista, economico e militare, religioso ed ec-clesiastico. La tentazione di cadervi - a cui Gesù aggiungerà la seduzione delle ricchezze e degli onori e l'insensibilità di fronte alle vittime - minaccia ogni uomo. Vizia le relazioni degli esseri umani tra loro.

Questo non significa ovviamente che i socialisti non possano cercare potere politico, vincere elezioni, promulgare leggi, magari a beneficio dei poveri e dei deboli. Però Gesù insiste, con assoluta serietà, sul pericolo che il potere finisca nella prepotenza e nella corruzione, come se questo fosse il suo luogo naturale, direbbe saggiamente Aristotele.

Infine, benché possa sorprendere parlarne, bisogna analizzare l’esperienza religiosa di Gesù, o il suo equivalente, nel socialismo. Questo può stupire, perché il socialismo non ha motivo d’essere formalmente religioso o cristiano. Molte volte non lo è, e storicamente è stato anticlericale, spesso a ragione, a volte no. Però il religioso fu per Gesù una forza profonda, senza la quale non si capisce la sua visione e la sua azione positiva, non solo a livello personale ma anche sociale.

Per Gesù la nuova società da costruire non viene accompagnata da grandi segni – apocalittici, si diceva una volta -; non si identifica con la forza storica di un gruppo, né con la vittoria sui nemici e il loro annientamento. In una concezione postmachiavellica della politica, niente di ciò può essere positivo per la polis. Ma può esserlo un'esperienza religiosa, adeguatamente socializzata in una comprensione della Politica come cura della polis. Questa può crescere in umanità nell'accettare la realtà che possiamo definire mistero, superamento del mero positivismo, dell'infantilismo, della cosificazione, della volgarizzazione del reale. Quel mistero è ciò che offre respiro all'esistenza.

Il socialismo non ha motivo d’essere religioso - né di nominare il mistero della realtà Abba, come faceva Gesù - però non bisogna dare per scontato che la dimensione religiosa dell'esistenza umana non configuri la persona e la polis. È un'opinione personale, ma i socialismi democratici occidentali, con tutto ciò che hanno guadagnato per mezzo dei cittadini e degli operai, mostrano che qualcosa d'importante si è perduto. Forse lo si può ritrovare nel pathos dei socialisti e dei comunisti che furono umanisti. La mia speranza è che non escludano la possibilità di poterlo incontrare anche in tradizioni religiose, come quella di Gesù.

Non si tratta di una sottile ricaduta nel clericalismo, quanto di prendere sul serio la dimensione più profonda della realtà degli esseri umani. Si può discutere se la profondità può esserci con la religione o senza. Alcuni possono parlare, insieme a Ernst Bloch, di “ateismo nel cristianesimo” o, con Alfonso Comín, di “cristianesimo nel comunismo”. Ciò che non dovrebbe essere in discussione è prendere sul serio la profondità della dimensione umana, senza la quale si degenera anche se aumentano la qualità della vita e le libertà costituzionali. Questo è, secondo me, un problema fondamentale del socialismo di oggi nelle società occidentali dell'abbondanza e, naturalmente, del capitalismo.

E lo è anche per la chiesa. Non basta muoversi in un ambito formalmente religioso. Bisogna praticare la religione che nasce dal profondo e che porta al profondo. Uscire da se stessi per non finire incatenati in noi stessi, come ci direbbe Paolo. E visitare orfani e vedove, che Giacomo diceva essere la vera religione.

3. In diversi Paesi dell'America Latina ci sono movimenti importanti che, in un modo o nell'altro, si relazionano con il socialismo. Non è poca cosa che frenino un po' la crudeltà dell’imperialismo capitalista. Sarebbe anche un bene che facessero dei passi positivi, anche se piccoli, verso l’idea-ideale del socialismo. In ciò, come è avvenuto nei decenni passati, il socialismo potrà incontrare il cristianesimo. Nell'impegno ci saranno cristiani e socialisti.

Per noi la speranza è che Gesù li contraddistingua tutti. E l’utopia è che la civiltà della povertà, o, per dirlo con parole più accettabili, “una civiltà della sobrietà condivisa e solidale”, sia il regno di Dio.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 05/03/2008
 

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