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CLEAN moleskine

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nello stomaco, stralci di discorsi

Post n°72 pubblicato il 27 Gennaio 2007 da Uto88

immagineocchei, occhei, sono io, faccio outing, mi avete scoperto.

Ho risolto con le scarpe, ma per evitare di camminare troppo sto prendendo l'abitudine di farmi scarrozzare dagli autobus.

Ho deciso, da grande farò l'autista per poter parlare tutto il giorno al telefonino mentre guido, per passare col rosso, per ascoltare la musica con l'mp3 e per poter parlare di quello che mangio, come ha fatto l'autista di ieri che ha voluto rendermi partecipe di quello che succedeva nel suo stomaco:

"Teng ancora na scarcioffol che fec sott e sop com e n'ascensore"

Nel caso non dovessi trovarmi bene ho già trovato l'alternativa, farò il bibliotecario.

Fino a qualche anno fa se in biblioteca spostavi una sedia facendo rumore il bibliotecario si avventava su di te come un avvoltoio minacciandoti di fare attenzione, se starnutivi chiedeva di tapparti il naso perchè la gente studiava. Da piccolo mi minacciavano "se non ti staio zitto di porto dal dirottoro" e io mi immaginavo un dirottatore afghano, salvo poi scoprire che il dirottoro era semplicemnte il direttore, solo che la pronuncia della vecchia bibliotecaria non era perfetta.

Oggi, forse a causa della modernità, tutto è cambiato.

La mia bibliotecaria preferita parla continuamente con i suoi colleghi della sua dieta che dura da svariati mesi senza fornire nessun effetto reale.  Fa una sorta di comizio parlando del suo stomaco e noi lì, uditori involontari.

"oggi mi sono mangiata una fettina di pollo senza grasso [da quanto tempo il pollo ha il grasso?] ai ferri, tutto scondito, io devo arrivare a ottanta chili come quanto che stavo incinta, ah, ma te le ho fatte vedere le foto di quando mi sono sposata che pesavo settanta chili? io ti dico la verità peso centosessantacinque chili, devo scimare"

"la cosa brutta che io sono piena di aria che soffro di colon"

ma sono cose da dire in uno spazio chiuso? che lo stomaco si chiude a te che ascolti. Poi si lamentano per il disamore dei ragazzi per i libri, se una bibliotecaria parla del suo colon sai a me quanto me ne importa? E se si bucasse la bibliotecaria?

 
 
 
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UTOTTOTTO STORIA SEMISERIE IN QUARANTATRE RIGHE

Utottotto è nato 19 anni fa nell'ospedale di Padre Pio e si è diplomato nella scuola in cui ha studiato Wladimir Luxuria. Come qualcuno può dedurre abita nella città natale  di  Pulsatilla e Renzo Arbore.

Porta il cognome di un noto cantante napoletano, sua madre quello di un poeta recanatese che ha passato tutta la sua vita prendendo freddo ad una finestra guardando una certa Silvia che non se l'è mai filato. Il poeta in questione dopo essere andato in bianco ha scritto "il passero solitario".

Il nome di Utottotto ricorda vagamente quello di un pittore che disegnava orologi fusi e giraffe in fiamme, convinto di essere portato per la pittura a 15 anni ha partecipato ad un paio di mostre collettive, suscitando solo l'interesse di un paio di avanguardisti (evidentemente miopi) e una ciurma di bambini che tuttavia non hanno comprato manco un quadro... (sottigliezze)

appesi i pennelli al chiodo e i quadri alla gola è finita la parentesi dandy.

Dopo aver scoperto che il suo avo recanatese è stato uno dei primi giornalisti italiani è entrato nella redazione di un giornale culturale

Ora spera solo di non fallire nel campo "letterario" altrimenti gli resta solo da cantare la neomelodica napoletana come il cantante con cui condivide il cognome.

 

se vuoi insultarmi, conoscermi, chiedermi qualcosa la mia mail è whoisuto88[chiocciola]libero[punto]it
 
 

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