CLEAN moleskine
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mentre mi lavo i denti, pensieri sul "white system"
Post n°92 pubblicato il 10 Aprile 2007 da Uto88
Ci sono feste più sottotono dei giorni normali, così basse che quasi aspetti che finiscano, specialmente poi se il tuo naso allergico ti manda delle stalattiti (o stalagmiti?) comunque quelle dall'alto verso il basso, e l'unica cosa per sedare è una pillolina di antistaminico che ha lo stesso colore di una pillolina più famosa. è stata più o meno questa la mia pasquetta, io, la tastiera, l'antistaminico e un carriola di fazzolettini. In tre quarti di giornata ho scritto e corretto ventuno pezzi per il giornale. Si vede che mi piace quello che faccio? Disumano a pensarci ma non me ne sono neanche accorto a dire la verità, sarà stato merito dell'anitstaminico? che ci mettono dentro? Quando l'effetto della pillolina è svanito sono andato a lavarmi i denti, prendo il tubetto semivuoto di mentadent white system, quello con la scaletta che dal marroncino color cacca di cane arriva a bianco brillante diamante e ti promettono che bastano tre settimane, e tu allocco lo compri. E se ci pensi bene anche l'acido muriatico potrebbe fare lo stesso effetto, il dentifricio inizia a farti paura solo quando senti che i trentadue denti diventano uno più sensible di quello affianco. Alla fine ti convinci, arrivi ad un compromesso, meglio un po' di acido muriatico per stasera piuttosto che rimanere con l'odore di crisantemo in bocca per tutta la notte. Prima di risciacquare, quando sto là là per fare la centrifuga con lo spazzolino (anche lui del sistema bianco della stessa marca del dentrificio) storco gli occhi per non guardare la scaletta del dentifricio, sono quasi in cima alla scala del colore, strorco ancora di più per non pensarci, intravedo sulla lavatrice un po' di libri e giornali, un casino che neanche quando vado in biblioteca. In mezzo ai miei giornali uno che forse sta in bagno non a caso, è la copertina di un giornale col nome che finice in "più" . Un messaggio subliminale poco educativo, sembra quasi un esortazione sadomasochista. Sulla copertina c'è il nuovo Di Pietro, quel magistrato col nome inglese non molto fine, Woodcock e non so se avete mai provato a tradurre il suo nome in italiano, io l'ho fatto ed ho capito che non poteva avere nome più adeguato a quello che sta facendo. Wood significa legno, Cock ve lo lascio immaginare da soli. Basta davvero poca fantasia. Il nervoso per il dentifricio corrosivo mi passa anzi mi sento quasi contento che sia arrivato il giustiziere del gossip. Spero possa avere vita lunga e una carriera promettente, magari un po' meglio di quella di Di Pietro che ora si ritrova ad aggiustare le strade dallo scranno di Roma. Quando si dice la carriera. Per sfizio lo sfoglio questo giornale che ti esorta a fare "di più" c'è una paginetta blu, un'intervista ad un paleologo che ha scoperto che il primo europeo della storia ha abitato molti millenni fa a pochi chilometri da casa mia. Il giornalista (che anche lui potrebbe fare molto "di più") scrive, "Apricena, provincia di Foggia, in Puglia" davvero c'è bisogno di specificare? Io avrei continuato "...Italia, Europa, Mondo" che sembra il titolo di un libro di geografia. Scrive che insieme a quest'uomo c'erano animali estinti come la tigre coi denti a sciabola e il mammut che altro non è che "un elefante peloso" DAVVERO? e io che credevo che fossero criceti all'ingrasso! Per fortuna c'è Woodcock, il giustiziere dei giornali, che con il suo affare di legno sta facendo molto "di più" di qualunque altro magistrato. E così quelli che fanno i giornalisti scrivendo i "cock" (cacchi) degli altri si trovano a dover parlare di uomini primitivi e elefanti pelosi. Per la gioia quasi m'è passato il raffreddore. |
UTOTTOTTO STORIA SEMISERIE IN QUARANTATRE RIGHE
Utottotto è nato 19 anni fa nell'ospedale di Padre Pio e si è diplomato nella scuola in cui ha studiato Wladimir Luxuria. Come qualcuno può dedurre abita nella città natale di Pulsatilla e Renzo Arbore.
Porta il cognome di un noto cantante napoletano, sua madre quello di un poeta recanatese che ha passato tutta la sua vita prendendo freddo ad una finestra guardando una certa Silvia che non se l'è mai filato. Il poeta in questione dopo essere andato in bianco ha scritto "il passero solitario".
Il nome di Utottotto ricorda vagamente quello di un pittore che disegnava orologi fusi e giraffe in fiamme, convinto di essere portato per la pittura a 15 anni ha partecipato ad un paio di mostre collettive, suscitando solo l'interesse di un paio di avanguardisti (evidentemente miopi) e una ciurma di bambini che tuttavia non hanno comprato manco un quadro... (sottigliezze)
appesi i pennelli al chiodo e i quadri alla gola è finita la parentesi dandy.
Dopo aver scoperto che il suo avo recanatese è stato uno dei primi giornalisti italiani è entrato nella redazione di un giornale culturale
Ora spera solo di non fallire nel campo "letterario" altrimenti gli resta solo da cantare la neomelodica napoletana come il cantante con cui condivide il cognome.