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caos calmo nella scatola di latta

Post n°67 pubblicato il 13 Gennaio 2007 da Uto88

immagineDopo aver finito "Il Pendolo di Focault" di Umberto Eco, oggi, in autobus, avevo voglia di continuare "Caos Calmo" di Sandro Veronesi, ero riuscito a trovare persino un posto a sedere, poi il bus rallenta, si ferma, le porte automatiche sbuffano, si spalancano di botto e salgono una ciurma di ragazzotte col frangettone york shire e un linguaggio che neanche l'antropologo più esperto avrebbe saputo identificare con certezza, due minuti e partono a bofonchiare canticchiando le ultime novità della neo melodica napoletana. addio caos calmo. buona la prima, solo caos.

oggi è stata la volta della ragazzotte ma ci potrei scrivere un libro sulle persone strane che incontro in autobus.

quello più esilerante è "Snoopy" non so neanche come si chiami però è un vecchietto pallido e cicciotto che di qualsiasi stagione indossa una giacca di snoopy e un paio di scarpe da tennis bucate. Lui è l'unico contadino al mondo che porta la lattuga dalla città al suo orticello in periferia. Tutti i giorni sale sul mio autobus col carrellino di tela che semina foglie di ogni foggia e colore. Ci ho parlato poche volte e quelle volte mi sono bastate, m'ha detto che probabilmente diventerò un fallito perchè in italia ci sono "milioni" di ragazzi col diploma in tasca e non hanno lavoro(sembrava li avesse contati lui al posto delle pecorelle la notte prima) gli ho detto che se avessi problemi chiederò di lavorare nel suo orticello, che poi esiste? che se le porta a fare le lattughe dalla città alla campagna?

poi c'è la signora che "il biglietto ce l'ha ma perchè glielo deve far vedere al controllore?" e se il controllore insiste è capace di mettersi a urlare fino alla sua fermata aggiustandosi nervosamente il filo di perle che tiene legato al collo. tutto è il contrario di tutto.

secondo me una città la capisci solo se la vedi dietro al vetro di un finestrino, solo se l'ascolti nella scatola di latta che ti porta in giro e ti scarrozza, fermata dopo fermata, fino a quando le tue orecchie non ce la fanno più a immagazzinare i rumori e le stronzate che senti. Ed io forse sto imparando a capirla.

 
Rispondi al commento:
io86dark
io86dark il 15/01/07 alle 17:42 via WEB
Osservare ed ascoltare le persone è la cosa che adoro di più..che si tratti di autobus,treno o semplicemente la solita panchina..Scoprire orari,abitudini,tic,voci,amicizie,amori..mi rallegra a volte..mi piace vedere gli altri felici..con un pò di invidia da parte mia..
 
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UTOTTOTTO STORIA SEMISERIE IN QUARANTATRE RIGHE

Utottotto è nato 19 anni fa nell'ospedale di Padre Pio e si è diplomato nella scuola in cui ha studiato Wladimir Luxuria. Come qualcuno può dedurre abita nella città natale  di  Pulsatilla e Renzo Arbore.

Porta il cognome di un noto cantante napoletano, sua madre quello di un poeta recanatese che ha passato tutta la sua vita prendendo freddo ad una finestra guardando una certa Silvia che non se l'è mai filato. Il poeta in questione dopo essere andato in bianco ha scritto "il passero solitario".

Il nome di Utottotto ricorda vagamente quello di un pittore che disegnava orologi fusi e giraffe in fiamme, convinto di essere portato per la pittura a 15 anni ha partecipato ad un paio di mostre collettive, suscitando solo l'interesse di un paio di avanguardisti (evidentemente miopi) e una ciurma di bambini che tuttavia non hanno comprato manco un quadro... (sottigliezze)

appesi i pennelli al chiodo e i quadri alla gola è finita la parentesi dandy.

Dopo aver scoperto che il suo avo recanatese è stato uno dei primi giornalisti italiani è entrato nella redazione di un giornale culturale

Ora spera solo di non fallire nel campo "letterario" altrimenti gli resta solo da cantare la neomelodica napoletana come il cantante con cui condivide il cognome.

 

se vuoi insultarmi, conoscermi, chiedermi qualcosa la mia mail è whoisuto88[chiocciola]libero[punto]it
 
 

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