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L’ipocrisia nč saggia nč equilibrata

Post n°18 pubblicato il 19 Agosto 2010 da rtsindacato

Fonte: Quotidiano di Sicilia

L’ipocrisia è la simulazione di virtù e di buoni sentimenti, per guadagnarsi la simpatia di una persona, ingannandola. Secondo François de La Rochefoucauld (1613-1680), l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù. Si tratta di un paravento al proprio modo di pensare ed alle proprie convinzioni che l’ipocrita ha paura di manifestare, per non incappare nell’ira o nell’antipatia altrui. L’ipocrita è un pò vigliacco e partecipa al  concorso del lecchino d’oro. Un concorso riservato a tanti, che hanno l’abitudine di incensare il potente o il potentino, nella speranza di ricevere un tornaconto personale.
L’ipocrita in fondo mente, ma le  bugie hanno le gambe corte, prima o dopo, vengono smentite perchè due più due, magari tardi, fa sempre quattro. L’ipocrita è pericoloso perchè nasconde dietro un sorriso falso quello che pensa. è difficile capire cosa pensi veramente. Spesso il suo pensiero è loffio, cioè insulso, scadente, stupido o balordo. Però espresso in modo che sembri buono o intelligente.

Proprio perchè la comunicazione è falsa, non è saggia nè equilibrata. Non è saggia perchè esprime il rovescio dei pensieri dell’autore, il che rappresenta una forte carenza. Non è equilibrata perchè non tiene conto della verità. Ciò non significa che la verità sia sempre equilibrata, bensì che solo la verità può cercare il giusto equilibrio nelle vicende e nelle circostanze. In ogni caso, è impensabile che l’ipocrita sia saggio o veritiero, perchè non è nella sua natura, nè nella sua abitudine esprimere le cose che pensa.
Un vecchia massima sostiene che non è tanto importante pensare quello che si dice quanto dire quello che si pensa. L’ipocrita non dice quello che  pensa, ma sta attento alle parole per evitare di inimicarsi il proprio interlocutore, dal quale cerca di captare benevolenza.
È il vecchio rapporto fra il suddito e il sovrano. Ricordiamo tutti la bella favola di Hans Christian Andersen (1805-1875), il quale narra che il re, passeggiando fra i cortigiani, ricevesse lodi per il suo vestiario. Ma un bambino presente vide la realtà ed esclamò: “Il re è nudo”.
Ecco, gli ipocriti sono paragonabili a cortigiani ed i cortigiani sono ipocriti.
 
Esistendo, ormai, poche famiglie reali, che sul piano istituzionale hanno una funzione meramente rappresentativa, il potere si è trasferito negli ambiti di coloro che lo coltivano e lo moltiplicano. Il più alto livello del potere in una Comunità è quello politico. Ed ecco che le stanze dei rappresentanti del popolo sono piene di questuanti ipocriti che chiedono e chiedono. Magari poi, vengono utilizzati. È noto l’episodio narrato da Nikolaj Lenin (1870-1924) nel quale l’utile idiota è un personaggio strumentalizzato dagli occasionali alleati che potevano usarlo per appoggiare la propria causa.
Non capiscono, questi servitorelli, che con le loro blandizie fanno sorridere chi detiene il potere, ma restano dei cagnolini legati al guinzaglio. D’altra parte, chi detiene il potere, ascoltando i propri sodali, che gli dicono tutto tranne la verità, non percepisce la realtà come essa è, ma deformata dall’ipocrisia, quindi non vera. Essi stessi, quindi, non hanno contezza di ciò che accade.

I potenti circondati da ipocriti costituiscono una miscela negativa che incide nella società in quanto non rispetta i valori che necessariamente vi devono essere, senza dei quali essa non funziona per la presenza di squilibri e di iniquità.
Sul potere sono stati scritti migliaia di libri, da quando la conoscenza umana ha avuto la possibilità di sapere. Perciò non aggiungiamo niente. Però, dobbiamo osservare che se il potere fosse esercitato da persone colte e sagge, avrebbe benefici effetti. In questo caso, il potere si dovrebbe intendere come dovere e non come diritto di decidere a prescindere dall’equità.
Sembra che il nostro ragionamento sull’ipocrisia sia scivolato. Tutt’altro. Infatti, se ci pensate bene, l’equilibrio che si forma in una società è basato su fatti e circostanze sicure, che gli ipocriti falsano, non consentendo a chi ascolta di capire il vero. Non c’è peggiore decisione che quella basata su dati falsi. Dati falsi che nell’informazione si chiamano dati tossici, perchè chi li utilizza, prima o dopo, va fuori strada. è, invece, ci vuole chiarezza, lealtà e trasparenza per restare sui binari dell’equità.

 
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