STRISCE BIANCONERE
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Meno male che doveva togliere il disturbo dalle aree italiane e dalla Juve, David Trezeguet, e forse lo farà davvero a fine stagione, come annunciato e poi mezzo ritrattato. Nell’attesa, fa il mestiere di sempre, nonostante gli infortuni, gli anni che passano e la concorrenza che s’infittisce: morale, il francese ha già buttato dentro sei gol, masticando pure briciole di partite, arrampicandosi, ieri sera, a 167 gol. Come Omar Sivori. Storia, mica cronaca, ormai. Si può quasi proiettare questo film di pedate vincenti, dal primo centro bianconero al Panathinaikos, annus domini 2000, suo avvento alla Juve, al battesimo in campionato, 2-2 contro il Milan, segnando insieme ad Antonio Conte, il nemico di ieri sera. Il numero 167, per questo ha esultato come un folle, accennando lo spogliarello e beccandosi l’ammonizione da Morganti. «Io parlo sempre con le cifre», ha sempre ripetuto David.
E si leva qualche sassolino. «Questo è l’anno delle rivincite», attacca appena uscito dal prato il bomber. Punta subito a Sivori: «È un traguardo personale importantissimo, ne sono orgoglioso. In estate mi ero preparato al meglio, ho lavorato tantissimo. Purtroppo ci sono stati gli infortuni di alcuni miei compagni, ma intanto io ho guadagnato la fiducia del tecnico». Ritrovato se stesso, e la Juve, vuol dare la caccia all’Inter: «Noi ci crediamo. Dobbiamo soltanto trovare continuità e approfittare di questi quindici giorni di sosta per cominciare una fase importante». Anche Ciro Ferrara si presenta con il sorrisone: «Sono soddisfatto, non si vede? Oltre ai gol ho visto il gioco, la mentalità propositiva, la personalità da grande squadra anche nei momenti difficili». Il bessaglio sarebbe sempre l’Inter: «Calma, è presto per parlarne. Siamo in novembre, di sicuro non ci arrendiamo ora».
Un complimento particolare va a Felipe Melo: «Che ha avuto la possibilità di esprimersi al meglio perché aveva davanti Camoranesi, Diego e Giovinco». Merito pure di Ciro, però: «Diciamo che ci siamo detti qualche parolina», sorride il tecnico. Il mediano ha ringraziato, a suo modo, andandolo a stritolare nell’abbraccio dopo il suo gol, quello che ha dato una bella botta alla partita. Dev’essere stata quella solidarietà tra naufraghi che sa cementare ancor più rapporti e amicizie nella tempesta, a pilotarlo in quell’abbraccio all’allenatore. Il brasiliano s’è ritrovato la palla tra i piedi qualche metro fuori dall’area, ha controllato, preso la mira e freddato Consigli con un tiro forte e preciso.
Primi passi di corsa verso lo spicchio dei tifosi bianconeri, poi decisa virata in direzione panchina. L’hanno stretto tutti i compagni, come già era successo per i due gol di Camoranesi, e come accade sepre, ma stavolta c’era qualcosa di particolare: gli occhi e le braccia di Felipe cercavano Ferrara. Trovatolo, l’hanno squassato con un’esultanza subito diventata reciproca. Mister 25 milioni di euro, non sempre dimostrati sul prato, insieme a quello che l’ha sempre difeso: «Melo è un grande acquisto e lo farà vedere, ne sono convinto», ha sempre ripetuto Ciro. Dietro alla rivincita di Melo, c’è la conferma di Camoranesi, che è stato di parola: «Più che i moduli, conta la qualità dei giocatori che puoi mettere in campo». Come dargli torto.
(La Stampa)
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PRIMO GOAL
Eri poco più di un ragazzo quando ti buttarono dentro al tuo primo campo di calcio di serie A.
In quel momento, quando il Trap ti disse:"Dai, scaldati che tocca a te", tu non sapevi che pensare, un groppo in gola, le gambe che tremavano, ma ti facesti coraggio.
Alzarsi dalla panchina e iniziare il riscaldamento, una corsa verso l'ignoto.
Pensasti a tuo padre, a tua madre, al fratello che ti aveva sempre sostenuto, ai tuoi amici più cari ai quali sarebbe venuto un'infarto nel vederti entrare in campo, ma dopo c'era solo l'ignoto.
Non sapevi a cosa seresti andato in contro dentro quel campo da calcio, eppure il terreno di gioco l'avevi calpestato migliaia di volte, in quel momento ti sembrava fosse la prima volta che ti capitava di giocare...
Pensare a cosa fare, a come doverlo fare, pianificando tutto nei minimi dettagli, e poi l'arbitro fischiò…toccava a te.
Baggio ti sorrise e strizzò l'occhio, Moeller ti guardò impassibile, Ravanelli ti battè il 5..:"e adesso?.....cosa ne sarà di me", ti chiedesti?...Dribbling di Julio Cesar, palla a Marocchi che dà subito a Baggio,il quale lancia la palla in profondità, sui tuoi piedi..Goal..si Goal...non sapevi cosa fosse...gioia, emozione...cuore gonfio di sentimenti che passano veloci confusi nella mente e nell'animo che sembra poter volare
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