STRISCE BIANCONERE
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La Juventus sa anche vincere e Zaccheroni si gusta il primo successo (3-2 contro un volitivo Genoa) che ha soprattutto il significato di fare uscire la squadra da un incubo. E ci riesce, in mezzo ai soliti errori, grazie al cuore collettivo e alla grinta del capitano Alex Del Piero che, pur giocando a sprazzi, confeziona prima il 2-1 e poi trasforma il rigore decisivo del 3-2 (concesso un pò generosamente da Mazzoleni) nel giorno in cui sorpassa con 445 presenze il monumento Giampiero Boniperti.
Dal successo di Parma (assolutamente fortuito) del 6 gennaio scorso, si erano accumulate solo delusioni (sconfitta con Milan, Chievo, Roma e pareggi con Lazio e Livorno) e i bianconeri, oltrechè in caduta verticale, sembravano ormai bloccati anche psicologicamente e quello di oggi con il Genoa era diventato un autentico spareggio. Oggi, nonostante il doppio harakiri che la squadra si è di nuovo fatta, alla fine Del Piero e compagni ce l’hanno fatta e i tre punti con i rossoblù sono davvero preziosissimi perchè consentono di portarsi (in attesa del Napoli) a un punto dal quarto posto, anche se non autorizzano per il momento all’ottimismo. Era cominciata come al solito: primo affondo dell’avversario e gol. Ma poco prima c’era stato anche un palo rossoblù a far tremare Buffon.
La Juve ha reagito ed è riuscita a pareggiare con il redivivo Amauri: una rimonta fatta di generosità, ardore e muscoli, non certo di lucidità. È arrivato anche il raddoppio nella ripresa con una azione da cineteca, ma nemmeno sessanta secondi dopo la Signora di quest’anno si confermava: primo crosso avversario e questa volta è Buffon a fare la parte della saponetta. Il secondo pari avrebbe steso anche un toro, ma la Juve di oggi, cui Zaccheroni ha restituito, per ora, autostima e un briciolo di organizzazione di gioco, non si è arresa ed è arrivato il premio, giusto anche se non proprio irresistibile nella fattura, del terzo gol. Papastathopulos lascia un pò troppo il piede su Del Piero in area e Mazzoleni, a due passi, non se la sente di negare un rigore per danno procurato ma rimane il dubbio che l’intervento possa essere cominciato fuori area.
Tra le note positive bianconera, un Caceres formato gigante, un Amauri tornato a tratti pericoloso come ai bei tempi, Marchisio e Candreva in gran spolvero e un Del Piero sotto tono atleticamente ma sempre decisivo. Ma soprattutto la squadra ha dato l’impressione di voler seguire Zaccheroni, perchè si è visto un pressing organizzato, giocate più rapide e brevi, qualche smarcamento in più rispetto al solito, spiccioli di organizzazione più accentuata, con la difesa a tre e Caceres che dinamicamente faceva da pendolo tra un settore e l’altro. Manca ancora Diego, assolutamente evanescente fino al colpo di tacco da campione per il gol di Del Piero. Ma la squadra è ancora troppo vulnerabile dietro: Rossi ha fatto quello che voleva in un fazzoletto per il primo gol e il pari genoano è ancora frutto di una dormita collettiva, anche se Buffon si è distinto per una volta in negativo.
Il Genoa privo di numerosi titolari è sceso in campo per controllare la partita, ma poi, vista la facilità con cui è arrivato al gol, è sembrato crederci. Ha però cominciato male la ripresa, concedendo all’avversario e il secondo pari avrebbe dovuto avvertire la squadra di stare più attenta. Invece si è fatta trovare scoperta sull’affondo di Marchisio e Papastathopulos ha commesso il fallo ingenuo che ha indotto Mazzoleni a fischiare il rigore decisivo.
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PRIMO GOAL
Eri poco più di un ragazzo quando ti buttarono dentro al tuo primo campo di calcio di serie A.
In quel momento, quando il Trap ti disse:"Dai, scaldati che tocca a te", tu non sapevi che pensare, un groppo in gola, le gambe che tremavano, ma ti facesti coraggio.
Alzarsi dalla panchina e iniziare il riscaldamento, una corsa verso l'ignoto.
Pensasti a tuo padre, a tua madre, al fratello che ti aveva sempre sostenuto, ai tuoi amici più cari ai quali sarebbe venuto un'infarto nel vederti entrare in campo, ma dopo c'era solo l'ignoto.
Non sapevi a cosa seresti andato in contro dentro quel campo da calcio, eppure il terreno di gioco l'avevi calpestato migliaia di volte, in quel momento ti sembrava fosse la prima volta che ti capitava di giocare...
Pensare a cosa fare, a come doverlo fare, pianificando tutto nei minimi dettagli, e poi l'arbitro fischiò…toccava a te.
Baggio ti sorrise e strizzò l'occhio, Moeller ti guardò impassibile, Ravanelli ti battè il 5..:"e adesso?.....cosa ne sarà di me", ti chiedesti?...Dribbling di Julio Cesar, palla a Marocchi che dà subito a Baggio,il quale lancia la palla in profondità, sui tuoi piedi..Goal..si Goal...non sapevi cosa fosse...gioia, emozione...cuore gonfio di sentimenti che passano veloci confusi nella mente e nell'animo che sembra poter volare
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