Cureprimarie

Lo strano caso dell'AFT del distretto partenopeo N.33...


Non vado con il primo che capita: il mio medico di famiglia lo scelgo io! Con questo slogan si è sviluppata nel mese di maggio la campagna promozionale della FIMMG, a base di cartelloni pubblicitari e di una petizione pubblica sul sito www.change.org,  a sostegno della vertenza sindacale culminata con lo sciopero del 19 maggio per difendere la libertà di scelta dei cittadini e il ruolo libero-professionale del MMG.Contestualmente nell’ASL di Napoli, distretto 33, è stata approntata e inaugurata a fine maggio la locale AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale) con la tradizionale parata di autorità locali. Vi faranno parte alcuni MMG volontari che senza alcun compenso e su turni di 3 ore al di, in una fascia oraria ritenuta critica e strategica, si proporranno come alternativa al PS per contenere il fenomeno dei cosiddetti “codici bianchi”. Si stratta di un modello organizzativo inedito ed improprio di AFT, senza alcuna corrispondenza con quanto detta l’articolo 1 legge Balduzzi a proposito dei compiti delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (http://blog.libero.it/cureprimarie/13210142.html); inoltre per funzionare prescinde dal tradizionale rapporto di fiducia basato sulla scelta-revoca del medico di fiducia, in quanto presuppone la turnazione oraria dei medici nella sede dell’AFT stessa, a cui afferisce un bacino di potenziali utenti notevolmente superiore a quello del singolo MMG.Ecco ciò che accade in periferia, nel mentre a livello nazionale  il sindacato più rappresentativo esalta pubblicamente il ruolo di libero professionista e, in particolare, la relazione personale e stabile tra MMG e assistito, che la controparte vorrebbe invece edulcorare o addirittura superare per superiori esigenze organizzative, come quelle che hanno ispirato l’inedita formula di AFT napoletana, con buona pace delle rivendicazioni libero-professionali e di libertà di scelta del sindacato nazionale. Ma sarà effettivamente in grado l’AFT del distretto 33 di intercettare una fetta consistente di codici bianchi, prima che si rivolgano ai PS della zona?Quella di ridurre gli accessi al PS facendo turnare per 3 ore al giorno in un'unica sede da parte MMG volontari, che nelle intenzioni dovrebbero pure svolgere compiti di medicina di iniziativa, appare un obiettivo piuttosto ambizioso, che denota anche un’interpretazione distorta dei compiti attribuiti alle AFT dalla legge “Balduzzi”. Da almeno un decennio le associazioni professionali e scientifiche della MG ribadiscono che la mission e la vocazione della MG non è di vicariare in modo ancillare il PS, ma di gestire la cronicità con strumenti adeguati, che hanno ben poco a che fare con modelli organizzativi improvvisati dagli obiettivi velleitari.Solo in Unità Complesse/case della salute di grandi dimensioni, con copertura H24, ben organizzate e dotate di strumentazioni e personale adeguati, con buona immagine e visibilità pubblica, radicate storicamente e socialmente nel territorio (ex presidi ospedalieri dismessi e ristrutturati) è possibile intercettare un modesta quota di codici bianchi. Sara quindi abbastanza improbabile che con sole 3 ore di ambulatorio al di, gestito da medici volontari, non retribuiti, a rotazione continua e senza adeguati investimenti si possa ridurre in modo significativo gli accessi impropri al PS.  Infine se lo sciopero nazionale del 19 maggio si proponeva di bloccare le fughe in avanti di alcune regioni in fatto di nuove forme organizzative, di superamento della libera scelta (degli assisti) e della libera professione (del medico), sembra proprio che i buoi siano fuggiti dalla stalla prima della chiusura delle porte e in modo selvaggio!