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La visione contrarian (e indovinata) di Cramer
L’anno scorso, di questi tempi, il solo pensiero di investire nei cosiddetti PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) avrebbe fatto paura agli investitori e ridere gli operatori. La cosiddetta saggezza convenzionale, vietava ampiamente anche solo sospettare di fare una mossa contrarian e cavarsela.
Ma le cose sono cambiate. Certo a caro prezzo. Prima di tutto per la popolazione, che si è vista piombare in casa, anzi nelle tasche, tasse impreviste e spesso salatissime messe insieme in fretta e furia per la sola disperata ragione di dover fare cassa ad ogni costo (da noi l’Imu è ancora un mistero irrisolto).
Quindi per i politici stessi, infatti molti hanno dovuto abbandonare le proprie amate poltrone perchè non riconfermati. Quindi per l’affidabilit della moneta unica, messa a dura prova dall’inerzia di un sistema politico che ha costretto la Bce a intervenire, ponendo gravi questioni di natura etica sulla perdita di sovranit monetaria (gi concessa) e ora anche di quella bancaria (in arrivo, sempre che a Cipro si mettano d’accordo i ministri delle finanze europee). Una continua forzatura per far coesistere nature troppo diverse. Ma ala fine, visto che anche la goccia scava la pietra, le cose sono cambiate. E visto che tutto ciò che è stato fatto lo si è fatto per il bene dei mercati, quegli stessi, oggi, ringraziano. Come? Gli economisti concordano sul fatto che, complice il Fiscal Cliff, i mercati europei, nonostante tutto il disaccordo che li contraddistingue e le incertezze che li accompagnano, saranno soluzioni migliori rispetto a quelo americano americano. E tra i contrarian di allora, Cramer in prima fila, continuano i giudizi a favore del Vecchio Continente.
, "L'anno scorso" ha dichiarato alla CNBC "quando si diceva che l’Europa era alla fine, noi eravamo lì a comprare. Anche se i rischi erano immensi rispetto ai benefici", ha detto Cramer.
E non era solo il caso di bond (oggi persino gli interessi di quelli della Grecia sono in ribasso) ma anche di stock selezionati, come Santander (Madrid: - ) , il principale indiziato, allora, della crisi spagnola e della bolla immobiliare annessa. "A fine estate Banco Santander (Amsterdam: - ) era scambiato a 4,80 dollari. Tuttavia, chi ha osato e ha acquistato il titolo al culmine della crisi, ora lo vede a 7,70 dollari". E adesso? Un parallelo fin troppo semplice: ora che tutti fuggono dal mercato Usa è il caso di rovistare tra le rovine di quello che molti credono un collasso prossimo e che invece potrebbe rivelarsi l’investimento da sogno di domani: il Fiscal Cliff.
Ma quale sarebbe il titolo corrispondente a un Santander spagnolo, a Wall Street? Keybanc. “Solo pochi mesi fa era a $ 9 grazie a utii che superavano le attese. Oggi, in seguito al problema Fiscal Cliff è a meno di $ 8. Il problema è evidente: non si tratta di fondamentali ma, proprio come per Santander, di isteria data dagli eventi".
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Inviato da: Dolce.pa44
il 26/07/2014 alle 18:23
Inviato da: alexpix1975
il 26/07/2014 alle 17:04