Nuvola di passaggio

La ragazza X: sono un uomo

La ragazza X arrivò a casa con la solita aria innocente pronta a manipolarmi, ignara di tutte le mie esperienze in questi mesi. Dopo cena (ovviamente avevo cucinato io), attaccò con la solita tattica di lamentarsi per poi farsi capire da me e spillare soldi oppure essere in grado di affermare le proprie decisioni facendo la vittima.
Stavolta fu diverso: negai la disponibilità all'ascolto, facendole notare di quanto fosse stupida nel comportamento. Rimase pietrificata. Si avvicinò con la sedia, mi accarezzò con la solita finta aria materna: "dai, adesso ti faccio rilassare io, andiamo di là in camera". Andammo in camera, iniziò a baciarmi. Ero freddo. "Che ti prende?", continuò. Cercò di portarmi sul letto, rimasi piazzato, mi guardò. Le dissi: "perché lo stiamo facendo? E' solo sesso. Ti sei lamentata fino a poco tempo fa, non c'è stato niente fra noi che possa farmi pensare di desiderarti". Qualcosa dentro di lei si era rotto, forse una convinzione nei miei confronti, la osservai nell'anima: sapeva di non essere suo.
"Sei sempre stato contento, ora cosa è cambiato?". "Sono un uomo, io sono scresciuto in questo tempo, al contrario di te". Accennò un sorriso di scherno ma poi si tenne: "sappiamo che la tua crescita è più veloce della mia, ma questo non è mai stato un problema, vero?". Mi staccai dalla sua presa: "non finora, dammi un motivo per continuare a desiderarti".
Era sconvolta, non riusciva a credere che il suo bambino curato in tanto tempo le stesse dicendo quelle cose: "siamo cresciuti insieme, ne abbiamo passate tante, adesso mi vieni a dire che non mi desideri più? Tutto d'un tratto?". Abbassai lo sguardo reprimendo i ricordi dei ripetuti tradimenti con le prostitute: "ho provato nel tempo a farti capire di volere accanto una persona che mi amasse, non lo hai mai fatto". Si infastidì, alzandosi ed alzando la voce: "ancora con questa storia, pensavo fosse tutto passato, pensavo dovessimo guardare avanti, insieme, io ti amo! Lo sai!", fece per prendermi la testa fra le mani, le allontanai con le mie. "Non lo sento, per me questo è solo sesso".
Si ributtò sul letto mortificata, non disse nulla per ore, passammo la sera in silenzio, non riuscì ad avvicinarmi nel letto con le solite strategie. La guardavo con sguardo lucido, lo capiva e rimaneva terrorizzata, la mia mente non si stava più piegando alle sue arti femminili.
Dentro di lei regnava la devastazione, ormai che tutto era perduto, non sapendo però che se fosse stata una donna l'avrei scelta io in ogni momento di mia volontà, ed anche senza le sue arti femminili, io stesso avrei scelto di abbandonarmi. Ma non lo era mai stata e l'informazione sarebbe stata superflua