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« La sconfitta da un amore latenteMessaggio #285 »

La speranza di essere amato

Post n°284 pubblicato il 23 Giugno 2008 da custode83
 

Mi arriva una mail da una ragazza calabrese di 27 anni. Ci mandiamo mail, poi chattiamo. Dormo stanchissimo alle 22:10 persvegliarmi alle 2:10. Volevo andare a vedere i soliti amici che facevano ma ormai è troppo tardi. Leggo il suo blog e il cuore mi sobbalza: ha esattamente le caratteristiche della donna che ho sempre desiderato, in ogni suo minimo dettaglio.
"Non può esistere", mi ripeto. Dalle nostre conversazioni si era intravista la sua capacità di amare, null'altro, anche se già abbastanza. Ma non così...perfetta. Inizia ad accelerarmi il cuore, non ho sonno e decido di fare una passeggiata al mare.
Viaggio tra i vicoli, la notte è solitaria fino in spiaggia, dove i soliti individui hanno vita notturna, chiasso dovunque, molti mi osservano nella mia stranezza, ma ormai abituato non faccio più caso.
Rimango nei miei pensieri, una parte di me sta accettando che la donna della mia vita possa esistere, dopo anni di ricerche. E così in silenzio e sguardo perso nel vuoto dei miei pensieri arrivo al ponte. Il mare è calmo come la mia anima, mi appoggio alla pietra con speranza: "se esistesse davvero la donna che cerco?". La mia pelle è stranamente calda. Il mare, con le proprie onde, mi rilassa, cado in stato di quiete, i pensieri si assopiscono. La pelle ha una vampata, dentro di me spinge la voglia di sapere...sapere cosa si prova ad essere amato, almeno una volta prima di morire. Ed ora la consapevolezza di una donna da me desiderabile simula il processo di amore in me, il petto si apre ed escono le mie emozioni.
Sono al culmine, come sempre, la trance gioca a mio favore, ricorro alla meditazione per annullare i sensi che potrebbero causare disturbo. Ce la faccio, ci sono solo io, niente attorno a me conta quanto il mio interiore. Posso far funzionare la parte di me che non ha mai funzionato, sentirmi amato azionando un'illusione grazie alla ricerca compiuta con successo. Stavolta voglio illudermi, desidero averla.
Chiudo gli occhi, l'orecchio concentrato sulle onde a darmi il ritmo e come da copione sfondo dalla porta principale: tremo e mi tiro indietro, le unghie sulla pietra, le mie convinzioni si stanno ribellando come al solito. La solita routine. Le prendo e le scanso, non mi servono ora, mi serve invece il pensiero di lei a mio fianco. Lo prendo e lo porto con me, davanti al mio cuore, freddo come è sempre stato per quell'amore mai ricevuto. Ho la prova in mano, posso essere amato, provo a sfondare ancora ma stavolta niente. "Dov'è l'interruttore?", cerco nei miei ricordi d'infanzia, mi serve una sola occasione in cui io sia stato amato e tutto crollerà, le mie certezze sono forti e il momento propizio. Lascio il pensiero di lei appoggiato al cuore e vado a prendermi il ricordo. Cerco appena nato, poi i primi anni, l'infanzia. Nulla, non è possibile, ci deve essere. Controllo negli angoli di memoria ritenuti da sempre insignificanti, ma niente.. Non ho la chiave, mi serviva solo...alzo la testa al cielo con una smorfia di dolore e gli occhi inondati, un gemito li accompagna, mi rannicchio sulla pietra sbattendo i pugni e le braccia: "Perché! Perché!". Raschio ancora le unghie piegandomi quasi con la testa sulla pietra: "non funziona, continua a non funzionare".
Allora capisco: senza amore non ho speranze, sono destinato a morire vuoto, come sono nato. Oppure andrò a cercarlo in capo al mondo rischiando tutto.
Torno a casa, è quasi l'alba e la città sembra riprendere la sua frenesia. Oggi è domenica e dormirò fino a tardi. Mi do una lavata, le energie spese sono state molte e sono sudatissimo, la pelle si scalda ancora a tratti. Metto come al solito il piumone sopra il mio corpo, ma stanotte sembra tutto bollire. Tolgo perfino il pigiama invernale, è caldo, troppo caldo, strano ma vero. Mi metto la mano sul petto, stanotte sarà mio amico. Dormo nudo con solo un lenzuolo a coprirmi.
Forse la donna della mia vita esiste e l'andrò a prendere ovunque si troverà.

 
 
 
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