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« Messaggio #285Il mondo che vorrei »

Un mondo di illusione

Post n°286 pubblicato il 25 Giugno 2008 da custode83
 

Esco dalla metro avviandomi in una chiesa per il concerto al quale Alessandra mi aveva invitato. E' caldo, si muore, osservo la maglietta su cui si stanno formando le chiazze. La tolgo ed un senso di freschezza mi avvolge. Ho caldo anche alle gambe, ma sarei arrestato! Passo la mano sul petto raccogliendo il sudore sul palmo, poi con un gesto di scuotimento lo schizzo sul muro alla sinistra. Mi sento bene nel farlo, allora lo ripeto, notando le persone per strada disgustate vivamente. Arrivo davanti alla chiesa, mi rimetto la maglietta e guardo all'interno: un centinaio di persone, Alessandra non si vede. Rimango un pò a guardarmi attorno, finché non me la ritrovo davanti. E' vestita elegante come da gran galà, le faccio un complimento e l'accarezzo la guancia. Ha paura, si toglie col sorriso tremante, rimango sorridentemente fermo e l'osservo. I posti riservati al gran galà sono tutti assegnati, quindi mi spalmo nelle ultime file ed il concerto inizia. Ottima musica, tranne per la lentezza dello spettacolo che faceva annoiare. Torno da Alessandra anche se non posso sedermi, da lì l'orchestra è vicina ed ovviamente le onde sonore riescono a trapassare il mio corpo molto più violentemente, il che mi da un senso di piacere. Alessandra è abbracciata da un ragazzo, lei gli sta prendendo la mano. La cosa non mi tocca affatto data la sua indole bugiarda e subdola, inoltre avevamo già chiarito. Sorrido: mi aveva detto che il ragazzo le era stato affiancato per lo spettacolo ma non sembrava un gigolò. Ad un certo punto si accorge che sono lì a lato, si gira preoccupata e lascia subito la sua mano, io faccio finta come sempre di non vedere, continuando ad osservare sullo schermo le immagini mentre l'orchestra sotto suona. Si gira a tratti, la sua preoccupazione cresce, sperando di non essere stata vista. Le bellissime immagini sullo schermo terminano, abbasso allora la testa e la guardo, si gira dopo pochi istanti, mi guarda, le sorrido nel comunicarle quanto mi faccia schifo, la sua espressione diventa cupa e colpevole. Distoglie lo sguardo iniziando a riflettere sulla sua condotta: avrebbe potuto dirmi del ragazzo da lei frequentato, a me tanto lei non interessava, non avrei cambiato nulla nelle mie scelte; ma forse nella sua testa io ero ancora innamorato...innamorato come se fossi un ragazzino come lei...che stupida! Per la seconda volta, dopo un anno, dopo averla perdonata, mi ha mentito ancora.
Mi siedo in terza fila dopo l'abbandono della navata di una persona. Chiedo il permesso alle persone di restare ed acconsentono. Mi guardo attorno: nelle prime file tutti sono vestiti eleganti, con vestiti abbastanza pesanti nonostante il caldo, sono l'unico con pantaloni e maglietta. Da qui l'orchestra si sente veramente bene ed inizio a godere. Alessandra si gira ancora, il mio sguardo le comunica la chiusura totale e se ne rattristisce. Mi presento al suo ragazzo, ci scambiamo un sorriso pacifico, lo sconforto totale in lei è evidentissimo.
Mi godo quindi lo spettacolo: mi metto comodo con le gambe allargate aggiustandomi il pacco mentre mi scaccolo e parlo con le persone precise sedute affianco a me. Le persone si aprono tranquille, come se volessero evadere da quella situazione e poter sorridere almeno un pò. E facendo un pò il bambino e un pò il pagliaccio l'atmosfera attorno a me si rilassa.
Arriva il momento delle premiazioni: tutti i protagonisti sono chiamati sul palco a ricevere il loro premio. Alla fine è chiamato un vescovo. Inizia in un discorso lungo e privo di senso (ma perché non è consentito l'uso del lanciarazzi quando serve?), alla fine riceve il premio. Ma il premio non era per lui, solamente dato a lui. Infatti il presentatore spiega: "una donna che per 30 anni ha vissuto la propria vita al servizio degli altri. Ha amato milioni di persone e mai ha avuto paura. E morta da un colpo di pistola alla nuca". Sullo schermo appare la foto della donna: mi prendono i brividi, ma non distolgo lo sguardo, voglio prendermi la sua forza e la sua saggezza. Dopo pochi secondi le sue esperienze mi hanno cambiato, capisco errori umani a cui prima ero abituato, ne sono sfatto. Alzo la testa ancora in elaborazione mentre è consegnato il premio.
Il vescovo era sorridente, con anelli e collana d'oro, riceveva un premio d'oro e tutti lo osservavano dal basso in alto, come se quel metallo fosse più prezioso delle esperienze trasmissibili da quella donna. Un premio dato ad una persona che aveva paura in un luogo protetto.
Saluto freddamente Alessandra andando a prendere l'ultimo treno, per strada mi fermo a fare un bisognino davanti ad una macchina con dentro due persone. Mi accorgo dopo qualche secondo della loro presenza girandomi dalla parte opposta lasciando una scia semi circorcolare.

 
 
 
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