La Spezia scrive....

Magari ne prendo un pezzo e mi siedo fuori. ordino anche un cappuccino. La classica colazione spezzina.“Richi, cosa ci fai qui a quest’ora?” È Meri, la proprietaria della Boutique, la conosco da anni, amica di mia madre. È una donna di circa cinquantacinque anni, ancora piacente. Si siede al mio tavolo. “Faccio colazione. Sono venuto a comprare le paste per i ragazzi. Siamo in rada sul Guincio.” “Lo so. Come stai? Deve essere stato tremendo.” “Come fai a saperlo? È successo stanotte…” “Richi, siamo a Portovenere, mica a New York. Qui le cose si sanno subito. un fatto così… povera ragazza.” “Ora sto meglio. Non ho dormito, ma verso le sette ho fatto un bagno. L’acqua era bellissima.” “E oggi partite?” “Io non vorrei, ma gli altri…” “E perché? Purtroppo è successo, non puoi farci niente. Che senso avrebbe rinunciare alla vacanza?” “Vedo che anche tu sei allineata. Forse sono io lo stupido…” “Non solo stupido, ma anche ipocrita… Ciao, divertitevi!” Mi sfiora la guancia con un bacio, si alza e si avvia verso il negozio. È vestita con una tunica bianca, attillata e quasi trasparente. Prima non l'avevo notato.