Le truppe antisommossa hanno preso a manganellate un gruppo di militanti dell'estrema sinistra, i nazional-bolscevici del movimento dello scrittore Eduard Limonov, che poi sono stati caricati su un furgone e portati via.
Kasparov è finito in manette perchè anche la 'marcia del dissenso' organizzata a Mosca non aveva ottenuto il permesso della autorità. Le nuove iniziative dell'opposizione russa arrivano a unasettimana dalla legislative, a esito praticamente scontato: vincerà Russia Unita, il partito di maggioranza, che presenta come capolista lo stesso Putin.
SAN PIETROBURGO (Russia) - Circa duecento persone che manifestavano contro il presidente russo Vladimir Putin arrestate a San Pietroburgo. Gli oppositori sono stati picchiati con i manganelli prima di venire caricati sui cellulari. Tra i fermati ci sono Nikita Belykh, leader dell'Unione delle forze di destra, e Boris Nemtsov, ex vice premier, entrambi candidati alle elezioni parlamentari di domenica 2 dicembre. Alla marcia hanno aderito varie organizzazioni politiche, anche di orientamento assai diverso, ovvero partiti favorevoli a una totale liberalizzazione come Yabloko e l'Unione delle forze di destra, e movimenti di sinistra come anarchici e socialisti radicali. Il corteo era stato proibito dalle autorità e le strade del centro erano state bloccate.
IL PROGETTO DI PUTIN - Putin, indicato nei sondaggi come il politico più popolare in Russia, è ritenuto dai suoi sostenitori l'artefice di una fase di stabilità politica e del più duraturo boom economico nel Paese da una generazione. L'ex spia del Kgb ha promesso di lasciare la poltrona di presidente il prossimo anno al termine del suo secondo mandato consecutivo. Putin ha però detto che userà il partito Russia Unita per dare continuità al suo lavoro e si è candidato con il partito alle elezioni di dicembre
Mosca, arrestato il candidato anti Putin
Cinque giorni di carcere per Kasparov
MOSCA - Cinque giorni di prigione. In tempo per uscire ed ascoltare in tv il messaggio alla Russia di Vladimir Putin, capolista di Russia Unita, il partito dello strapotere, alla vigilia delle elezioni legislative del 2 dicembre. L'ultima beffa. Paga caro, Garry Kasparov, la sfida al Cremlino.
Ieri aveva animato il comizio di Altra Russia, il movimento anti-Putin. Poi aveva cercato di sfondare i cordoni della polizia per consegnare una lettera alla Commissione elettorale. Il comizio era stato autorizzato, la marcia no. Kasparov ha cercato la provocazione. Il regime putiniano l'ha punito. Il Cremlino dirà che è stato fatto tutto secondo la legge. Kasparov potrà ribadire quel che ha detto ieri: "Per Putin la Russia è una fonte d'arricchimento personale, questo regime vuole conservare il suo potere per cui fa leva sulla paura. Mostreremo di non averne".
Quando Kasparov pronuncia queste frasi, sono le due di pomeriggio. La Prospettiva Sacharov di Mosca è gremita più di poliziotti che di manifestanti, che sono circa tremila. Per accedere al comizio di Altra Russia - l'associazione che raggruppa una serie di movimenti anti-Putin - bisogna sfilare attraverso i metal detector. Tutto attorno, transenne, cordoni.
Gli Omon, le squadre antisommossa, presidiano la zona. Sanno che dovranno intervenire, Kasparov ha annunciato che intende marciare sino a Bolshoi Cercasskij pereulok, l'indirizzo della Commissione Centrale elettorale. Quella che ha negato a Altra Russia la registrazione elettorale per le consultazioni legislative del 2 dicembre. Altra Russia intende consegnare ai responsabili della commissione un documento in cui si denuncia che queste elezioni sono una farsa, "ingiuste", manipolate e illiberali.
Solo che le autorità hanno concesso il permesso di svolgere il comizio ma hanno detto no alla marcia. Mentre la polizia aveva messo in guardia Kasparov e i suoi. Proprio ciò che voleva l'ex campione del mondo di scacchi. Il comizio si conclude, viene letto il documento: "Siete tutti d'accordo?". Ovazione. "Allora", incalza l'oratore, "i leader porteranno la lettera alla Commissione". La folla scandisce lo slogan "Russia senza Putin", "i leader vanno", continua lo speaker.
Kasparov, accompagnato da Lev Ponomarev (capo del movimento per i diritti umani), da Eduard Limonov (capo dei natsbol, i nazionalisti-bolscevichi) e da altri si avvia verso la Lubianka, luogo nefasto che racchiude la memoria degli orrori sovietici. Kasparov avanza attorniato dalle guardie del corpo. La polizia lo circonda, cerca di strattonarlo. Le guardie del corpo di Kasparov respingono l'assalto degli agenti. Ma arrivano di corsa gli Omon, venti, trenta. Spingono Kasparov e i suoi contro un muro, lo bloccano e lo portano via sino ad un cellulare bianco con i vetri coperti. Due colpetti sulla fiancata, il segnale convenuto, lo sportello laterale si apre e Kasparov sparisce lì dentro. Un minuto dopo, una tendina si solleva. Garry fa segno di vittoria con la mano.
Vittoria perché la notizia del suo arresto fa il giro del mondo. Il leader di Altra Russia finisce prima al commissariato Basmannoie. Ma i portavoce non si sono fatti arrestare e raccontano quel che sta succedendo. Verso le cinque del pomeriggio è trasferito, con gli altri fermati - una ventina - al tribunale Mescianskij, lo stesso dove è stato processato Mikhail Khodorkovskij, l'oligarca finito in una prigione siberiana nel 2004 per evasione fiscale (in realtà, per aver foraggiato i partiti ostili a Putin). Il giudice gli contesta i reati di organizzazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale.
Kasparov si è difeso dicendo che lui non ha reagito. Ad aprile, quando gli Omon avevano caricato gli oppositori, Kasparov era stato arrestato, processato e condannato a mille rubli di ammenda. Ieri, invece, rischiava quindici giorni.
Il giudice è stato generoso. Dal punto di vista putiniano.
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25 novembre 2007)