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Eni: «Impatto trascurabile per in Centro oli»

NO   AL CENTRO   OLI

Post n°357 pubblicato il 17 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 

 

ECCO   COME  L'ENI   VUOLE RIDURRE  IL   NOSTRO ABRUZZO


   http://www.youtube.com/watch?v=lyjcOWM8-M0&feature=related

 

http://www.youtube.com/watch?v=XWKgm3dmXLM&feature=related

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=pHVAlN-s3X0&feature=related


LA   LOTTA  

http://www.youtube.com/watch?v=3nppGVoW7sg&feature=related

 

The petition
Gentile Giunta Comunale di Ortona,

i cittadini qui elencati chiedono a voce alta e ferma che la proposta raffineria di Ortona non venga realizzata.

Noi amiamo la nostra terra. Non esiste nessuna tecnologia moderna per creare raffiniere ad impatto ambientale zero e lo zolfo che dovra' essere separato dal poco petrolio che c'e' e' la sostanza piu' inquinante in assoluto che esista. Lo zolfo forma particelle fini che inevitabilmente respireremo, mangeremo e lasceremo ai nostri figli per gli anni a venire, anche dopo la fine del petrolio.

Qui ci sono di mezzo i nostri campi, l'acqua che beviamo, i nostri vini, il nostro turismo, la nostra pesca, i nostri mari e la vita di tutte le persone impiegate in questi settori. Non vogliamo diventare un'altra Gela, un'altra Falconara, un'altra Manfredonia, un'altra Viggiano.

Vi preghiamo di amare anche voi questo nostro Abruzzo e di pensare non con il portafoglio ma con la voce della coscienza, della mente e del cuore.

No alla raffineria!

PS: Per favore firmate con nome e cognome. Se non volete essere visibili, basta solo che clicchiate la voce "Display my name as anonymous". Le firme con il solo nome non sono valide. Alla fine se emerge una voce riguardante la donazione di denaro, ignoratela. Non bisogna pagare nulla.
Grazie di cuore per il vostro tempo!

Fermare la raffinieria di Ortona vuol dire anche porre seri limiti alle capacita' estrattive delle piattaforme marine abruzzesi che contano di usare il centro di Ortona per raffinare il petrolio del nostro mare sulla nostra terraferma. Maggiori informazioni sul blog www.dorsogna.blogspot.com

FIRMA   QUI
http://www.ipetitions.com/petition/noraffineria/


NO   AL CENTRO  OLI  DEI VELENI IN ABRUZZO 

Nel  nostro  Abruzzo dove sono stati scoperti dei pozzi petroliferi di proprietà dell' ENI s.p.a.
L'ENI ha iniziato lo sviluppo del giacimento petrolifero.
Entro il 2010 andrà in produzione con un pozzo che darà 8.000 b/g di olio e 190.000 metri cubi al giorno di gas.
Il progetto prevede un investimento di 100 milioni di euro.
Nel cittadina di Ortona è in progetto la realizzazione di un centro OLi, cioè uno stabilimento di desolforazione del petrolio.
Il contratto per la realizzazione del Centro Olio è stato affidato alla Asean Brown Boveri (ABB). (da Assomin Notizie)
I pozzi ed il centro Oli inquinerebbero in modo irreparabile tutta la zona in cui vivo, distruggendo coltivazioni per un raggio di 40km...in una zona dove i prodotti vinicoli e dell'agricoltura in genere sono la forza dell'economia locale.
I danni economici sarebbero di gran lunga superiori al guadagno che si potrebbe avere costruendo una piccola raffineria, per non parlare dei danni alla nostra salute,...Tumori, leucemie ecc...e della desertificazione che avrebbe la zona, infatti molti sarebbero costretti a lasciare le proprie case.
Lo studio completo redatto dal Mario Negri, conferma quanto evidenziato nella prima sintesi, ovvero che le ricadute di anidride solforosa, di monossido di carbonio e di ossidi di azoto sono superiori rispettivamente fino a 5, 15 e 20 volte ai valori stimati nello studio d’impatto ambientale, ma che comunque rientrano nei limiti imposti dalle leggi relative alla protezione della salute. Tali valori però possono subire ulteriori aumenti, con ripercussioni negative sull’ecosistema e sull’agricoltura.
Scrivo per protestare contro una deturpazione ingiustificata e "stupida" incoerente con tutto ciò che è stato costruito, con molti anni di sacrifici, per la valorizzazione del territorio.
Non permettiamo che all'abruzzo, quindi all' Italia, venga dato l'ennesimo colpo di grazia con un progetto inefficente dal punto di vista economico e catastofico dal punto di vista della salute.
Per una volta cerchiamo di non apparire, noi Italiani, agli occhi delle altre nazioni come i soliti "stupidi" in balia di amministrazioni corrotte e interessi dei potenti di turno.
Difendiamo la nostra terra, la nostra aria, il nostro mare, la nostra salute, il principale inquinante dell'abruzzo è la politica. Ma che può fare un abruzzese
Strano, inoltre, che la popolazione di Ortona si sia mobilitata: un po' in tutta la regione un diffuso fatalismo, unito ad un generale senso di impotenza, demoralizza, spinge all'inazione e al contempo lava le coscienze: è sempre colpa dei poteri forti, mai di chi li elegge e poi li lascia fare  E QUESTO NON DEVE   ACCADERE
 
Il petrolio e' gia' sule nostre spiagge?




Sugli scogli di San Vito ci sono macchie oleose nere, se e' petrolio o no non lo so ma non assomiglia molto?

Giudicate voi:

blog: http://www.gliocchidelpopolo.splinder.com/
foto: http://picasaweb.google.it/occhidelpopolo/Petroli


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Un sito di esplorazione Eni a Ortona
L'azienda fa sapere che è «consapevole delle preoccupazioni delle comunità locali» e le rassicura. E incassa l'apertura del governatore Del Turco
di MAURITA CARDONE

L'Eni è scesa in campo. Ripetute pressioni hanno costretto la multinazionale a esporsi e dire la sua sulla vicenda del centro petrolchimico sulla costa abruzzese. Il progetto era stato finora al centro di un acceso dibattito con posizioni trasversali e amministrazioni locali schierate su diversi fronti. Ma il cane a sei zampe era rimasto protagonista silenzioso. Presentato il progetto e la valutazione di impatto ambientale, aveva lasciato che fosse la politica, o almeno una parte di essa, a difendere le sue posizioni e i suoi interessi. Ora però si affaccia nel dibattito con l'intento di rassicurare la popolazione locale.

Nei giorni scorsi è stato reso pubblico lo studio che nel 2006 Eni aveva commissionato all'Università di Pisa, in collaborazione con il consorzio Pisa Ricerche di cui l'azienda petrolifera è da tempo partner. Dallo studio l'impatto ambientale del nuovo impianto risulterebbe «trascurabile». Tramite il suo rappresentante Walter Rizzi, la multinazionale ha fatto sapere che «l'azienda è del tutto consapevole delle preoccupazioni delle comunità locali. Vogliamo realizzare una struttura nel rispetto delle leggi, della salvaguardia dell'ambiente, del territorio e della salute come è proprio delle politiche dell'Eni».

L'azienda ha poi voluto marcare le distanze dal caso della Val d'Agri che costantemente viene portata a esempio dei possibili scempio su ambiente ed economia causati da impianti petrolchimici di quel genere. «Il Centro Oli che si intende realizzare a Ortona è ben lontano per dimensioni e tipologia d'impianto e di processo da quelli della mini raffineria di Viggiano». In ogni caso la questione Val d'Agri non sembra preoccupare tutti allo stesso modo. Il presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco ha infatti liquidato i timori degli agricoltori della costa teatina sostenendo che «in Val d'Agri c'è un'agricoltura fiorente, la più sviluppata della Basilicata».

La giunta regionale potrebbe essere l'ago della bilancia, ma il governatore ha scelto la linea della disponibilità nei confronti dell'Eni. Ben lontano dalle scelte radicali della Toscana, Del Turco vuole dialogare con la multinazionale del petrolio e per questo attende la conferenza dei servizi già convocata dalla regione e poi per ben due volte rimandata. La data di questo incontro, che potrebbe risultare decisivo, è ancora da definirsi. Quel che è certo è che nelle intenzioni dell'amministrazione regionale quella conferenza dovrebbe servire a scogliere i nodi più ostici della questione.

In particolare in quell'occasione, di fronte a dati e studi scientifici, verrà valutata la pericolosità dell'impianto per la salute umana. Infatti, come affermato in sede di Consiglio regionale, nel caso in cui venisse rilevato un reale rischio per i cittadini la Regione sarebbe pronta a porre il proprio veto. Insomma l'ente si dichiara competente solo in materia di emissioni, di qualità dell'aria e conseguentemente di ciò che attiene alla salute del cittadino. «Nessun consigliere regionale eletto da abruzzesi potrebbe mai votare a favore di un progetto che si rivelasse dannoso per la salute» ha proseguito Del Turco nel tentativo di rassicurare l'auditorio.

Nel corso di un precedente incontro tecnico rappresentanti della multinazionale hanno insisto sull'eccesso di preoccupazione intorno al progetto ortonese. «Le nostre scelte progettuali sono state modificate in base alle Via e i risultati dei nostri studi sono rasserenanti. Il nostro centro non è una bomba, non è una raffineria». Ma la popolazione della zona non è serena e secondo il fronte del no il rischio di incidenti è alto. Maria Rita D'Orsogna, fisico di origini abruzzesi, docente alla California University, che ha sposato la battaglia contro il centro oli si è documentata: «A Trecate, dove sorge un impianto del genere, si sono verificati 4 incidenti in 5 anni - racconta - mentre a Viggiano nel 2002 ci sono state fuoriuscite di idrogeno solforato e l'Eni non aveva pronti dei piani di evacuazione».

In molti sono poi preoccupati per le ripercussioni sull'economia agricola e turistica della zona. Le associazioni di categoria, le cantine, le aziende agricole, gli operatori turistici e le amministrazioni locali che da anni puntano su un'economia in simbiosi con il territorio non hanno intenzione cedere i frutti del proprio lavoro all'Eni. «La costa teatina da San Salvo a Francavilla al Mare costituisce un vero e proprio distretto vitivinicolo per creare il quale nel passato sono state investite grosse risorse – spiega carmine Rabbottini, presidente della Cantina di Tollo, una delle più rinomate della zona - Spero che la Regione non voglia trasformare un'economia diffusa che interessa molte aziende nell'economia di pochi». Anche l'assessore regionale all'Agricoltura ritiene un errore sottostimare il potenziale economico di quelle zone: «aspettiamo la conferenza dei servizi – ha detto – ma quel territorio ha il diritto di sviluppare forme di investimento che puntano sulla qualità».

19 febbraio 2008
 
 
 
 
Ortona, il Centro oli Eni è «pericoloso» I medici in municipio
ORTONA. «Ho ribadito il nostro fermo no, senza se e senza ma, a questo insediamento in un'area abitata». Parole di Fabio Di Stefano, portavoce di 88 dirigenti della Asl Chieti-Ortona, nel corso di un incontro avuto in municipio con il sindaco Nicola Fratino.
23 febbraio 2008
Fonte: Il Centro

- I medici hanno sottoscritto un documento in cui si esprime viva preoccupazione per l'impatto ambientale dell'insediamento Eni su un comprensorio di notevole pregio paesaggistico e vitivinicolo, a 800 metri in linea d'aria dal mare. Nel corso dell'incontro, Fratino ha ribadito che la salute pubblica resta al primo posto in ogni discorso e considerazione. Posizione condivisa da Di Stefano, il quale auspica un confronto con i tecnici che hanno dato parere favorevole al progetto.

ORTONA. Si è tenuto in municipio un incontro tra il sindaco Nicola Fratino e Fabio Di Stefano, portavoce degli 88 dirigenti medici della Asl Chieti-Ortona che hanno sottoscritto il documento in cui si esprime grande preoccupazione sull'impatto ambientale del Centro oli dell'Eni. «Ho ribadito il nostro fermo no, senza se e senza ma, a questo insediamento in un'area abitata, oltre che di notevole valore paesaggistico e vitivinicolo, a 800 metri in linea d'aria dal mare», dichiara Di Stefano, «tale insediamento pone, secondo noi, delle problematiche in termini di ricadute sulla salute, oltre che di impatto ambientale, sulla produzione agricola specializzata e sul turismo. Da medici, vogliamo soltanto considerare le ricadute sulla salute pubblica».

Durante l'incontro, Fratino ha ribadito che la salute pubblica resta al primo posto in ogni discorso e considerazione. «E' stato un incontro preliminare», dice il sindaco, «ma sui dubbi di natura ambientale e di salute il Comune può fare ben poco, nel senso che le autorizzazioni su questi aspetti sono state rilasciate da altri enti. Ho sottolineato che, in questo caso, il Comune non può essere l'interlocutore diretto, fermo restando che la salute dei cittadini resta al primo posto».

Secondo Di Stefano, questa visione della questione è condivisibile. «Un confronto deve essere aperto al più presto con i tecnici che hanno dato parere favorevole dal punto di vista sanitario in modo, a mio giudizio, generale e aspecifico, fissando una serie di condizioni e prescrizioni basandosi più su norme e regolamenti che su un approccio scientifico di un problema molto complesso», sottolinea, «per questo mi farò promotore di una serie di iniziative congressuali patrocinate dall'associazione medici per l'ambiente-Isde Italia, di cui faccio parte, a livello locale, regionale e nazionale circa la tutela dell'ambiente per il diritto alla salute».

Sul fronte politico, per Fratino l'unico modo per dare una risposta a chi protesta per il sì o per il no è quello di riportare il Centro oli in consiglio comunale, unica sede deputata a prendere decisioni per la città. «Qualora i consiglieri non se la sentissero, si ricorra al referendum», dice Fratino, «tornare in consiglio è comunque l'unico modo per rispondere a chi è contro il Centro oli senza se e senza ma». (s.f.)

Centro oli: opportuna la denuncia dei medici Asl

"Comprendo e condivido le motivazioni e i timori che hanno spinto tanti colleghi medici a pronunciarsi per chiedere rispetto per problematiche legate alla salute pubblica, prioritarie nei confronti di aspetti economici che a consuntivo non sarebbero affatto vantaggiosi per un territorio che ha saputo creare una vitivinicoltura di avanguardia in Italia e un turismo di eccellenza".

È quanto afferma il capogruppo IdV al Consiglio regionale, Bruno Evangelista, in merito alla denuncia dei medici della Asl Chieti-Ortona che si oppongono alla realizzazione del Centro Oli, unendosi alle altre categorie di agricoltori, ambientalisti e cittadini del territorio. "Il documento prodotto -spiega il capogruppo IdV - , corredato da una abbondante bibliografia puntuale ed aggiornata, può essere uno strumento di utile riflessione per tutti coloro che fino ad oggi tendono a minimizzare l'impatto di questo impianto per l'ambiente e la popolazione consequenziale alla emissione in atmosfera di agenti inquinanti.

"Se c'è convincimento politico - aggiunge Evangelista - per addivenire ad una soluzione concreta uno degli strumenti efficaci, torno a ribadire, è quello della istituzione in tempi rapidi della Riserva naturale; per la quale è già pronto un apposito progetto di legge. Ciò non esclude di adire tutte le opportunità utili a centrare l'obiettivo per scartare l'ipotesi della realizzazione di un impianto che andrebbe ad insediarsi in un'area, di fatto metropolitana, e di cui gli amministratori del territorio, con l'esclusione del sindaco Fratino, avvertono la piena drammaticità

 

 

".

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