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Miracolo economico? Mah...

Post n°285 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: cina, cinesi

Miracolo economico? Mah...

 

Nelle fabbriche cinesi si lavora senza nessun tipo di protezione in capannoni con turni di 12-15 ore al giorno per uno stipendio da fame. Lavoro minorile e sfruttamento sono all'ordine del giorno. Ma siamo sicuri che questo sia sviluppo? Dì la tua

 

 
di Redazione

In Germania sono su tutte le furie. Motivo: in Cina stanno producendo un'auto che assomiglia troppo alla Smart. Ma in Cina oltre ai soliti problemi di "copyright" ce ne sono altri moilti più drammatici come quello delle condizioni di lavoro nelle fabbriche. In un nuovo rapporto, Amnesty International denuncia che i milioni di lavoratori migranti che stanno alimentando la crescita economica della Cina vengono trattati come schiavi. «Il cosiddetto `miracolo` economico cinese comporta un costo umano terribile: i lavoratori che migrano dalle campagne verso le città subiscono i peggiori soprusi sul posto di lavoro», ha affermato Catherine Baber, direttrice del programma Asia e Pacifico di Amnesty International.

Sul blog Oscarmarchisio si può leggere: «Quasi il 90% delle capanne e degli addobbi natalizi del mondo occidentale viene realizzato in Cina nella fabbriche sparse fra Canton e Shenzhen, dove si presenta un natale di sfruttamento e di dolore soprattutto per le operaie che sono la stragrande maggioranza della manodopera. Donne e flessibili e cosa meglio del natale, evento stagionale per definizione, permette una gestione del mercato del lavoro di tipo quasi “schiavistico”».

Hurricane: «Sindacati denunciano che bambini di 12 anni e operai sono costretti a lavorare 15 ore al giorno, a 2 yuan l’ora, nelle fabbriche degli articoli con il marchio olimpico. Ambienti di lavoro insalubri e registri falsificati. Le ditte negano l’accusa, mentre il Cio promette accertamenti. Bambini di 12 anni che, durante le vacanze scolastiche, lavorano 15 ore al giorno per pochi yuan per fabbriche cinesi che producono indumenti e altri articoli con il marchio olimpico. Ora il Comitato Olimpico assicura controlli».

Antoniovii: «Sapete tutti che in Cina questo è stato l'inverno più rigido degli ultimi 50 anni, ma forse non sapete quali conseguenze i Cinesi abbiano pagato o stiano pagando! Come per esempio, problemi sui trasporti, sul lavoro, sul ritorno a casa durante le feste del Capodanno Cinese. Nonostante che la legge Cinese vieti categoricamente le fabbriche di assumere bambini, è prassi comune che questi bambini poverissimi lavorino in queste fabbriche per via delle dita piccole abili a chiudere i fusibili degli esplosivi». Quano si parla dei tassi di sviluppo della Cina si parla spesso di miracolo economico. E lo chiamate miracolo? Dì la tua.

 

 
 
 

Roberto Baggio: Heroes Company

Post n°284 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Roberto Baggio: Heroes Company sognando la Birmania

Mar 26 Feb, 01:48 PM


Dopo aver ritirato a Roma un premio destinato al Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, Roberto Baggio sogna di andare in Birmania per consegnare il riconoscimento all'eroina, da anni agli arresti domiciliari per via della lotta contro la dittatura nel Myanmar. Con questo scopo il Divin Codino ha fondato 'Heroes Company', un progetto per dare voce agli eroi moderni: "Speriamo possa contribuire a riattivare le coscienze, celebrando i veri eroi dei nostri tempi, persone che, come quei monaci buddisti, giornalmente ci offrono un modello che riabilita l’essenza stessa dell’essere umano, icone di un mondo che sembra scomparso, perduto nei rivoli dell’effimero, e che invece esiste e resiste, magari anche vicino alla nostra porta di casa".

 
 
 

Birmania. Tutti gli uomini del generale

Post n°283 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Birmania. Tutti gli uomini del generalePubblicato da Enzo Reale alle 20:27 in Current Affairs

Si allunga la lista nera degli amici del regime birmano sottoposti a sanzioni da parte dell'amministrazione statunitense. La coerenza di Washington è merce rara nel panorama di tentennamenti e protezioni più o meno esplicite nei confronti della giunta di Naypyidaw ma rischia anche di essere sterile visto l'ampio spettro di connivenze su cui possono contare i generali. Oggi il ministro degli esteri del nuovo governo thailandese (formalmente democratico) ha lasciato pochi dubbi sulle intenzioni del suo paese:

Thailand has no choice but to put national economic interests before human rights concerns in dealing with Burma, Foreign Minister Noppadon Pattama said yesterday.

''We will talk to them in a friendly manner on subjects that they are comfortable with,'' said Mr Noppadon.

''The policy of non-interference remains a sacrosanct principle, not only for Asean but also the international community,'' he said.


Più chiaro impossibile.
Sul fronte cinese si moltiplicano gli appelli al boicottaggio dei Giochi Olimpici, comprensibili ma anche difficilmente realizzabili, almeno in misura significativa. Nessuno si perderà l'evento del decennio per difendere la dignità di cinquanta milioni di anime e difficilmente si assisterà ad un altro agosto caldo a Yangon e dintorni come quello di vent'anni fa. Than Shwe, dopo il fumo negli occhi della farsa elettorale, può pensare alla sua salute, unica vera alleata della causa birmana.
Chi vive e chi muore in Birmania.



Than Shwe passa in rassegna le truppe, cioè i bambini schierati in reggimento in occasione dello Union Day, due giorni fa. La foto dimostra che il generalissimo è in discreta forma e che può continuare la sua benefica opera per il paese. Chi invece non ha avuto una buona giornata è il leader della Karen National Union che oggi è stato ucciso sulla porta di casa sua da due sconosciuti. L'assassinio è avvenuto in territorio thailandese, il che pone qualche interrogativo sulla sicurezza dei leader politici in esilio a Mae Sot e dintorni:

Stunned Karen officials blamed undercover Burmese govermment agents for the attack, but it is unclear how they could have penetrated the closely guarded border, marked by a river flowing west of the town.
Thai observers pointed out that Mahn Sha had made enemies within the KNU since taking over as KNU General Secretary following the death of the movement's previous leader, the charismatic General Saw Bo Mya in December 2006.


Mahn Shar, così come alcuni esponenti della Generazione dell'88, aveva previsto un aumento della violenza dopo l'annuncio del referendum-farsa da parte della giunta:

"Everybody is terrified that there could be a hit list from the Burmese military circulating around Thailand of people to be killed," he said.

In realtà sui mandanti ci sono diverse ipotesi, anche in considerazione della travagliata storia del movimento di liberazione Karen. Altri racconti dell'orrore.
Ne parlavo anche qui.

 
 
 

DALLA  CINA  ALLA BIRMANIA

Post n°282 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

 
 
 

Gli schiavi delle 'Smart' cinesi

Post n°281 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Si lavora senza nessun tipo di protezione in capannoni senza riscaldamento
a contatto diretto con veleni di ogni tipo per turni di 12-15 ore al giornoGli schiavi delle 'Smart' cinesi
Viaggio nelle fabbriche lager
di VINCENZO BORGOMEO


GALLERIA FOTOGRAFICA

Il viaggio fra gli schiavi cinesi che costruiscono le copie della Smart supera l'immaginazione: si lavora a temperature vicino agli zero gradi, in capannoni senza riscaldamento, senza guanti, senza mascherina, senza nessun tipo di protezione a contatto diretto con veleni di ogni tipo. I turni sono di 12-15 ore al giorno e non si fanno distinzioni fra giovani, vecchi o donne. Tutti, in ogni caso, dormono ammassati su letti a castello in fabbrica. Le foto che siamo in grado di anticipare parlano da sole. E fanno parte di un lungo reportage che il collega di AutoBild, Claudius Maintz, ha appena compiuto e che mercoledì sarà in edicola anche in Italia su AutoOggi.

Di fabbriche clandestine che copiano senza pudore la Smart in Cina ce ne sono una ventina. Tutte piccole e tutte piene di schiavi-operai che senza nessuna preparazione (il mestiere lo hanno imparato sul campo) lavorano per un pugno di monete con rischi di ogni genere. La paga? Secondo Zhang Yinshun, direttore vendite della "Shandong Xin Ming Glass Fibre Manufacture Co. Ltd" l'equivalente di 180 euro al mese.


Ma si tratta, evidentemente, di una balla: in Cina chi monta un iPod riceve uno stipendio di 40 euro e anche se il "manager" si appresta a dire che "la paga è molto alta perché questo è un lavoro pericoloso che altrimenti non farebbe nessuno", è impossibile credergli, anche perché lui stesso ha poi dichiarato che la "I tedeschi della Mercedes sono stati qui: vogliono collaborare affinché produciamo vetture per loro". Qui in Cina si mente su tutto: sulle prestazioni delle auto, sulla durata della carica delle batterie, sul prezzo finale, dichiarato in 3700 euro... Impossibile conoscere la verità.

In fatto di stipendi il discorso è relativo: noi europei non siamo da meno visto che anche nell'Europa dell'Est i "nostri" operai ricevono stipendi da fame. Ossia 380 euro al mese per i polacchi che costruiscono una Fiat 500, 270 per gli slovacchi che assembrano Toyota Aygò, Peugeot 107, Citroen C1 o la nuova Renault Twingo e appena 166 euro per gli ungheresi che fanno nascere la Opel Agila e la Suzuki Splash. Ma questo è un altro discorso: qui ci sono controlli di sicurezza, straordinari e condizioni di lavoro moderne. In Cina no.

E il discorso va oltre: al comparire delle prime auto cinesi ci siamo subito preoccupati delle prove di crash (che i costruttori hanno aggirato immatricolando i propri Suv come veicoli commerciali) ma a giudicare da queste foto ci sono evidenti problemi di affidabilità: nelle immagini si vedono impianti elettrici avvitati sulla carrozzerie di vetroresina con lo stesso criterio con cui si mettono i fili di luci sugli alberi di Natale, connessioni fatte con nastro adesivo e saldature approssimative: una macchina del genere probabilmente è sicurissima: fra guasti e noie tecniche è condannata a rimanere quasi sempre ferma...

Certo, è bene non generalizzare: una cosa sono i piccoli costruttori che copiano le Smart, altra la China Brilliance, la Great Wall e altri "big" dell'auto cinese. Ma a questo punto vorremmo vedere le foto dei loro stabilimenti visto che fino a oggi nessun giornalista è mai stato ammesso ai reparti produzione...

Torniamo però alle fabbriche della vergogna che copiano le Smart? Alcune in luoghi sconosciuti, altre invece hanno almeno un luogo preciso: quella di cui parlavamo, la "Shandong Xin Ming Glass Fibre Manufacture Co. Ltd" è a Dezhou (città della regione di Shandong a circa 600 km da Pechino). Poi c'è la "Flybo" che opera a Jinan, il capoluogo della provincia, città da 6 milioni di abitanti, la "Shandong Huoyun Electric Cars" di Linzi, a circa quattro ore di automobile da Dezhou e la "Zibo Future Electric Vehicle Co." Di Zibo, una città con 4,1 milioni di abitanti. La maggior parte dei laboratori che fabbricano falsi in tutti i casi sono concentrati nella provincia di Shandong e la cosa più incredibile è che il gruppo Mercedes non sia ancora riuscito a bloccare questi falsi. Che, ironia della sorte, finiscono tutti negli Usa, i Canada e in Europa, si stima al ritmo di 100 esemplari al giorno. Motivo? In Cina, per legge, le auto elettriche possono avere solo tre ruote: queste ne hanno quattro, quindi...
(26 febbraio 2008)

 
 
 

QUANDO  LA POLIZIA MENA

Post n°280 pubblicato il 23 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Il Cile è vicino

ZORRO  E' CON LORO

La Campania è l'Italia di domani. Un incubatore di politica corrotta, criminalità organizzata, distruzione del territorio.
Il Cile è vicino. I campani sono prima criminalizzati dai media, poi abbandonati dai politici e infine picchiati come delinquenti. Dei vecchi che alzano le braccia in segno di protesta vengono manganellati senza pietà. La distanza tra i cittadini e le istituzioni viene colmata con i pestaggi. E' un metodo discutibile, forse un po' fascista, ma che ha funzionato in altri Paesi come il Cile e la Birmania. Vedrete che ci faremo l'abitudine.

"Ciao Beppe,
sono un giovane di Ariano Irpino, ma in questi giorni mi sembra di vivere nel Cile di Pinochet. Nella mia terra si è instaurato un regime di polizia che non avrei creduto possibile dopo Genova 2001: botte a manifestanti inermi e pacifici, aggressioni squadriste per strada e fermi di polizia assolutamente ingiustificati. Il motivo di tutto ciò è la nostra opposizione all'ennesimo disegno del commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania di umiliare la nostra terra.Ti faccio un pò di storia per farti capire:
nel 1996 ad Ariano Irpino entra in funzione la discarica di Difesa Grande, che oggi contiene oltre 1.500.000 mc di rifiuti ed è la discarica più grande d'Europa. Puoi immaginare le ripercussioni economiche che ha avuto questo mostro su una terra che si sostiene sull'agricoltura e in termini di salute pubblica (aumento esponenziale del numero di malati di tumore, malformazioni).
Nel 2004 una grande protesta popolare di due mesi e mezzo fece retrocedere il commissario Catenacci dal riaprire la discarica.Nuovi tentativi di riaprirla ci sono stati nel 2006, quando l'operazione fu sventata dalla magistratura che ne dispose il sequestro probatorio, e nel luglio 2007 quando le forza politiche locali (eccetto lo SDI) accettarono di ricevere altre 80.000 tonnellate di rifiuti in cambio di una legge, la n. 87/2007, che sanciva la definitiva esclusione del territorio di Ariano Irpino dall'individuazione di nuove discariche.
Il mese scorso De Gennaro disponeva la riapertura di Difesa grande, il progetto è stato abbandonato perchè le indagini fatte dal Genio militare hanno rilevato che la discarica è inquinata. La decisione fu spostata su Pustarza di Savignano Irpino. Sembra tutto normale, ma non è così: Pustarza si trova a soli 2 km in linea d'aria da Difesa grande, a 5 km di strada dalla discarica più grande d'Europa. E' in corso in poche parole il tentativo di adibire un territorio della regione Campania alla localizzazzione di discariche, peccato che questo territorio sia abitato da persone che vogliono vivere, lavorare, morire serenamente e per cause naturali, non ammazzate da tonnellate di rifiuti. Ci vogliono letteralmente sommergere!!Per questo motivo la popolazione è scesa in strada ancora una volta per dire NO all'ennesimo scempio di un territorio. Lunedì mattina i manifestanti pacifici, pochi per la verità, venivano caricati dalla Polizia.
...
Un gruppo di manifestanti stava aspettando altri gruppi nei pressi del casello autostradale di Grottaminarda. Al passaggio di alcune camionette delle forze dell'ordine qualcuno applaudiva ironicamente. I carabinieri sono passati e anche i poliziotti tranne un paio di furgoni che si sono fermati. Da questi sono scesi alcuni poliziotti che hanno cominciato a malmenare la gente a volto scoperto con pugni e calci e anche con i manganelli. Una scena allucinante ripresa da un coraggioso operatore di Canale 58 che poi è stato costretto a nascondersi in un negozio e a nascondere la cassetta che i poliziotti volevano." Marco

GUARDA IL FILMATO

 
 
 

IRAN  NO   GAY

Post n°278 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: iran



Iran: gay? No. Sodomita e condannato a morte
pubblicato da nalk in:

Mondo





IranAlle
volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati. Pensate di
essere due giovani omosessuali iraniani. Se vi sorprendessero in
flagranza di un atto sessuale con il vostro giovane partner verreste
nella peggiore delle ipotesi condannati a morte.


Questo sforzo molto triste di immaginazione ha consistenza reale per
i due ragazzi di 18 e 19 anni Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour.
L’accusa, dopo una confessione sommaria fondata su tortura psicologica
e fisica, è di essere nemici di Allah e sodomiti. Pensare che oggi
qualcuno possa morire per la propria sessualità fa venire i brividi.




E stata lanciata un petizione
con raccolta di firme per fare in modo che questo scempio non abbia luogo.


Iniziativa onorevole, ma c’è qualcosa di matrice culturale e
politica alla base che andrebbe modificato. Prima che altri ragazzi
omosessuali come noi possano morire per quella che forse per qualcuno
di noi italiani è ancora è una colpa, per loro è persino un reato.


Via | L’Occidentale



Continua a leggere: Iran: gay? No. Sodomita e condannato a morte







....

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6 Commenti









Iran: condannate sei persone per omosessualità
pubblicato da Martin Millar in:

#%§

Omofobia








Vengono pensate, lanciate e strumentalizzate centinaia di petizioni
ogni giorno. L’ultima sentita alla radio, ieri, prevedeva una raccolta
firma per salvare Harry Potter. Proviamo, per una volta, a spostare
l’attenzione su questioni più importanti?!

Il portavoce iraniano dell’Autorità Giudiziaria ha annunciato
l’imminente esecuzione di venti criminali a Teheran. Secondo quanto
dichiarato da Ali Reza Jamshidi queste persone sono accusati di
molestie sessuali, rapporti illeciti e atti contrari alla fede; sei di
loro sono stati arrestati con l’accusa di omosessualità.


Continua a leggere: Iran: condannate sei persone per omosessualità




 
 
 

IRAN   UCCIDE LA VITA

Post n°277 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: iran

IRAN. RADICALI MOBILITATI PER SALVARE DUE RAGAZZI GAY

> 12
febbraio 2008: Continua la mobilitazione internazionale per salvare i
due ragazzi condannati a morte in Iran perché omosessuali.

>

>
In pochi giorni oltre 12.500 persone hanno sottoscritto la petizione
(www.petitiononline.com/irangay) rivolta alle autorità iraniane per
salvare la vita di Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour.

> I due
ragazzi, di 18 e 19 anni sono stati arrestati a Sardasht,
nell'Azerbaijan Iraniano, lo scorso 23 gennaio, con le accuse di
"mohareb" e "lavat" (essere nemici di Allah e sodomia); hanno
confessato, sotto tortura, di amarsi e rischiano ora la pena di morte.

>
Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito con
Nessuno tocchi Caino aderisce all'iniziativa del Gruppo EveryOne che ha
indirizzato una lettera ad Abolfazl Zohrevand, Ambasciatore in Italia
della Repubblica Islamica dell'Iran, in cui si chiede un incontro
urgente per discutere del caso dei due giovani, che sta suscitando
clamore in tutto il mondo, e della preoccupante situazione sulla
violazione dei diritti umani in corso nel Paese.

FIRMA QUI

http://www.petitiononline.com/irangay/petition.html


IRAN: nove donne e due uomini attendono di essere uccisi a colpi di pietra


Data di pubblicazione dell'appello: 24.01.2008
Status dell'appello: attivo




Secondo
informazioni in possesso di Amnesty International, almeno nove donne
(Iran E., Khayrieh, Kobra N., Fatemeh, Ashraf Kalhori, Shamameh
Ghorbani, Mokarrameh Ebrahimi, Leyla Ghomi e Hajar) e due uomini
(Abdollah Farivar e un cittadino afgano di cui non si conosce il nome)
rischiano la lapidazione.



IRAN E. una donna di etnia araba del
clan Bakhtiari, stava parlando con un ragazzo, figlio di un vicino di
casa, quando è stata aggredita e ferita a coltellate dal marito. Il
ragazzo avrebbe successivamente ucciso il marito con lo stesso
coltello. Quando la polizia ha interrogato la donna, lei avrebbe
ammesso l’adulterio con il figlio del vicino per poi ritrattare la
confessione. Un tribunale della città di Khuzestan l’ha condannata a
cinque anni di prigione per complicità nell’omicidio del marito e alla
lapidazione per adulterio. Il verdetto è stato confermato dalla Corte
suprema nel 2006. Il suo avvocato ha presentato appello e la stessa
Corte suprema, nel giugno 2007, ha annullato il verdetto ordinando al
tribunale di Khuzestan di svolgere un nuovo processo, di cui non si
hanno dettagli. La donna è attualmente detenuta nella prigione di
Sepidar, nella città di Ahvaz.



KHAYRIEH è stata condannata a
morte da un tribunale di Khuzestan per complicità nell’omicidio del
marito e adulterio, reato per il quale è stato imposto il metodo di
esecuzione della lapidazione. Sembra che la donna avesse subito
violenza da parte del marito e avesse iniziato una relazione con un
parente di quest’ultimo, che poi avrebbe commesso l’omicidio. Il caso è
stato trasmesso al Capo dell’autorità giudiziaria, per ottenere
l’autorizzazione a eseguire la condanna.



KOBRA N. è stata
condannata a otto anni di prigione per complicità nell’omicidio del
marito e alla lapidazione per adulterio. Prima di essere ucciso, il
marito tossicodipendente l’aveva costretta per due anni a prostituirsi.
Nel 1995, dopo essere stata duramente picchiata dal marito, si era
confidata con un suo cliente, il quale aveva poi compiuto l’omicidio.
Dopo essere stato condannato a morte, l’assassino è stato perdonato
dalla famiglia della vittima dietro il pagamento di un risarcimento in
denaro (diyeh). Kobra N. si è rivolta alla Commissione per l’amnistia e
la clemenza chiedendo la commutazione della condanna a morte. È ancora
in attesa di una risposta, detenuta nella prigione di Tabriz.



FATEMEH
ha ricevuto due condanne a morte, nel maggio 2005, da parte di un
tribunale della provincia di Tehran: la prima sentenza è stata emessa
per complicità nell’omicidio di un uomo conosciuto come Mahmoud; la
seconda, alla lapidazione, per aver avuto una “relazione illecita” con
la vittima. A uccidere Mahmoud era stato il marito di Fatemeh,
condannato per questo a 16 anni di prigione. Il caso è in esame presso
la Corte suprema.



ASHRAF KALHORI madre di quattro bambini, è
stata condannata alla lapidazione per adulterio e a 15 anni di prigione
per aver preso parte all’omicidio di suo marito. Nonostante abbia
dichiarato che la morte del coniuge era stata accidentale, la polizia
l’ha accusata di aver avuto una relazione con un uomo e di aver
incoraggiato quest’ultimo a compiere l’omicidio. Durante un primo
interrogatorio, la donna avrebbe ammesso l’adulterio, ritrattando la
confessione in un secondo momento. L’esecuzione, inizialmente fissata
alla fine di luglio del 2006, è stata temporaneamente sospesa dal Capo
dell’autorità giudiziaria.



SHAMAMEH GHORBANI (conosciuta come
Malek) è stata condannata alla lapidazione per adulterio nel giugno
2006, dopo che i familiari avevano ucciso un uomo trovato nella sua
abitazione. Il suo caso è ora in riesame presso la Corte suprema.



MOKARRAMEH
EBRAHIMI è stata condannata alla lapidazione per aver avuto una
relazione extraconiugale con Ja’far Kiani, che è stato già lapidato.
Nell’ottobre 2007 l’avvocato della donna ha fatto sapere che il Capo
dell’autorità giudiziaria aveva rinviato il caso alla Commissione per
l’amnistia e la clemenza.



LEYLA GHOMI condannata alla
lapidazione, pare sia detenuta nella prigione di Evin a Tehran. Non si
conoscono altri dettagli sul suo caso.



HAJAR è stata condannata
alla lapidazione da un tribunale di Mashhad nel settembre 2007. L’uomo
accusato di aver avuto rapporti sessuali illeciti con lei sarebbe stato
condannato a 100 frustate.



ABDOLLAH FARIVAR è stato arrestato
nel novembre 2004 e condannato alla lapidazione per aver avuto un
rapporto sessuale illecito con una ragazza di 16 anni, cui stava
impartendo lezioni di musica. Ha dichiarato di aver ammesso la propria
colpa in tre distinti interrogatori ma di non averlo fatto una quarta
volta (secondo il codice penale, quattro confessioni costituiscono
prova di colpevolezza). In seguito ha sostenuto che, siccome sua moglie
aveva problemi di salute che le impedivano di avere rapporti sessuali,
aveva contratto un “matrimonio temporaneo” (sigheh) con la ragazza di
16 anni, rendendo in questo modo “legale” e non adulterino il rapporto
sessuale.



UN UOMO AFGANO DI CUI NON SI CONOSCE IL NOME è a
rischio di lapidazione per aver stuprato la cognata sedicenne, nel
2003. Per due volte la condanna è stata annullata perché l’imputato
aveva confessato la propria colpa solo tre volte, e non quattro, come
prevede il codice penale. Il terzo processo si è svolto nel 2007 e il
verdetto alla lapidazione è stato confermato dalla Corte suprema. Il
giudice del processo ha usato la discrezionalità che gli è concessa
dalla procedura penale iraniana e, in assenza della quarta confessione,
si è detto convinto della colpevolezza dell’imputato.



Il 15
gennaio 2008, in occasione del lancio del rapporto “Iran. Porre fine
alle esecuzioni mediante lapidazione” (MDE 13/001/2008), Amnesty
International ha rivolto un appello urgente al governo iraniano,
chiedendo di modificare il codice penale del paese abolendo la
terribile pratica della lapidazione e, nel frattempo, assicurare il
rispetto della moratoria sulla lapidazione imposta dal Capo
dell’autorità giudiziaria nel 2002.



Per approfondimenti consulta il rapporto di AI "Iran. Porre fine alle esecuzioni mediante lapidazione" alla pagina: http://www.amnesty.org/en/news-and-updates/report/campaigning-end-stoning-iran-20080115 



http://www.amnesty.it/appelli/appelli/Iran_Lapidazione?page=appelli

 
 
 

iran firma la petizione

Post n°276 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: iran

Iran: minorenne al momento del reato rischia l’esecuzione


Data di pubblicazione dell'appello: 14.01.2008
Status dell'appello: attivo




Saeed
Jazee, scultore di 21 anni, è stato condannato a morte per l’uccisione
di un ragazzo 22enne, avvenuto nel 2003. All’epoca, l’omicida era
probabilmente minorenne. La Corte suprema ha confermato la condanna e
il caso è stato inviato al capo della Giustizia, l’Ayatollah Mahmoud
Hashemi Shahroudi per l’approvazione finale.



Secondo
informazioni ricevute da Amnesty International, l’uccisione ha avuto
luogo all’interno di un negozio di alimentari di un amico di Jazee. La
vittima aveva appena iniziato a lavorare nel locale e non conosceva
Jazee, che era entrato per mangiare un panino. I due hanno iniziato a
discutere sul panino che Jazee stava mangiando e il ragazzo lo ha
aggredito con un coltello. Durante lo scontro, il coltello è caduto sul
pavimento. Jazee è riuscito a prenderlo per primo e ha ferito il
ragazzo. Jazee e altri commessi del locale hanno tentato invano di
soccorrerlo.



Durante il processo, il personale del negozio ha
dichiarato che la morte del giovane era stata accidentale. Lo stesso
Jazee ha più volte sostenuto che l’uccisione non era stata
intenzionale. Per questo motivo il suo avvocato, Mohammad Mostafaei,
sta chiedendo un nuovo processo.



Secondo l’articolo 206 (b) del
codice penale iraniano, l’omicidio è classificato come premeditato “nei
casi in cui l’omicida compia intenzionalmente un’azione che, per la sua
natura, può avere un esito mortale, anche se non intendeva uccidere la
persona”.



Amnesty International chiede all’Ayatollah Mahmoud
Hashemi Shahroudi di commutare la condanna a morte, anche in
considerazione del fatto che, in quanto Stato parte del Patto
internazionale sui diritti civili e politici e della Convenzione sui
diritti dell’infanzia, l’Iran si è impegnato a non eseguire condanne a
morte di imputati minorenni al momento del reato.








Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:



- Firma on line questo appello

- Stampa e spedisci l'appello qui sotto gli indirizzi:
Head of the Judiciary
Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi
Howzeh Riyasat-e Qoveh Qazaiyeh / Office of the Head of the Judiciary
Pasteur St., Vali Asr Ave.,
south of Serah-e Jomhouri,
Tehran 1316814737,


dr-ahmadinejad@president.ir



info@dadgostary-tehran.ir



infoDesk@ohchr.org



iranembassy@hotmail.com



info@iran-embassy.org.uk






Iranian Embassy in Italy



00162 Roma (RM)



Via Nomentana, 361



06 86328493



06 86391029






Iranian Ambassador



Embassy of Iran



16 Prince's Gate



London SW7 1PT



info@iran-embassy.org.uk



Tel: 020 7225 3000



Fax: 020 7589 4440









To support Pegah Emambakshs' asylum claim's campaign, please send also an e-mail of complaint to:






smithjj@parliament.uk



public.enquiries@homeoffice.gsi.gov.uk



asylum@iglhrc.or

 
 
 

il  boia iraniano e' a lavoro!!!!

Post n°275 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: iran.

Almeno 48 le esecuzioni dall'inizio dell'anno nella repubblica islamica
Iran, dieci impiccati in un solo giorno
Sei esecuzioni nel carcere di Zanjan per rapina a mano armata. Quattro a Evin per omicidio

 










Una foto scattata il 5 settembre del 2007: quel giorno in Iran furono impiccate pubblicamente 21 persone (Afp)
TEHERAN - Dieci impiccati in un solo giorno. Il
drammatico bilancio delle esecuzioni capitali in Iran viene riferito
dall'agenzia Fars. Sei uomini sono stati giustiziati nel carcere di
Zanjan, nel nord-ovest del Paese, dopo essere stati condannati per una
serie di rapine a gioiellerie nel bazar della città. Altri quattro,
riconosciuti colpevoli di omicidio, sono saliti sul patibolo nel
carcere di Evin a Teheran.




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48 ESECUZIONI DALL'INIZIO DEL 2008 - Le impiccagioni odierne
portano ad almeno 48 il numero delle esecuzioni capitali dall'inizio
dell'anno nella Repubblica islamica, dove la pena di morte è prevista
per diversi reati, tra i quali l'omicidio, la rapina a mano armata, il
traffico di droga, la violenza carnale, l'apostasia, l'adulterio e la
"sodomia". Nel 2007, secondo fonti di stampa, sono state 298 le
esecuzioni capitali, un dato già in forte aumento rispetto alle 177
registrate da Amnesty International l'anno precedente. Molte sono state
lo scorso anno le impiccagioni sulla pubblica piazza, ma con una
decisione del 30 gennaio scorso il capo dell'apparato giudiziario,
l'ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, ha ordinato di procedere di regola
con le esecuzioni in carcere, salvo casi espressamente autorizzati da
lui stesso.

 
 
 

rilanciamo il turismo  

Post n°274 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

A Napoli il quartiere a luci rosse di Amsterdam

by Minollo and Gigino è semp' 'n amico

Quartiere RossoPer
rilanciare il turismo a Napoli portiamo qui le lucciole in sfratto da
Amsterdam. È da tempo che il sindaco Job Coehn e il suo scagnozzo,
Loodewijck Asscher, hanno annunciato di voler riconvertire il Red Light District che continua a stuzzicare la fantasia e allietare giovani da tutto il mondo (e che ha ispirato capolavori come Pulp fiction). Obiettivo: farne un centro commerciale all'aperto, il quartiere della moda della capitale olandese.



Coffe ShopE
allora, cosa aspettiamo? Qualcosa bisognerà pur fare per risollevarci
dallo stallo che in questi giorni sta vivendo la nostra città. Di
turisti a Napoli non se ne vedono più e un colpaccio come questo ci
permetterebbe di recuperare i soldi andati in fumo coi sacchetti.

Insomma, Napoli è o
non è la città campana a minor indice di sviluppo e con uno dei più
alti tassi di criminalità organizzata e non? Legalizzare prostituzione
e droghe leggere non sarebbe il modo migliore per abbattere in un colpo
solo le principali fonti di guadagno dei grandi gruppi malavitosi e
rimettere di nuovo in moto l'economia? Vincenzo De LucaPensate:
potremmo bloccare finalmente la fuga di cervelli di tutti quei giovani
napoletani che ogni anno lasciano il cervello ad Amsterdam.

Abbiamo pure la possibilità di sfruttare l'occasione delle Zone Franche Urbane: chi vuole investire in lucciole e canne potrà usufruire di considerevoli sgravi fiscali. Immaginate cosa sarebbero i Quartieri Spagnoli coi bassi trasformati in vetrine? Altro che Ramblas. E dopo la fuitina,
ci si fuma pure nà bella canna nel coffee shop accanto: erba buona,
finalmente, dopo anni che qui arriva solo puzzone. E senza neppure
l'ansia di essere beccati dai falchi.

La Valente e Di Lello ci pensino e lo facciano in fretta, prima che il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca
giochi d’anticipo e rubi l’idea inaugurando in città l’ennesima
fontana, magari come quella in foto (che è vera e sta appunto ad
Amsterdam).

L’Arca è pronta a
sostenere questa battaglia di civiltà. Il claim, del resto, già ce
l'abbiamo: "Naples: the city where you can come…IN!".

 
 
 

GIRO DEL MONDO

Post n°273 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

GIRO DEL MONDO IN BICI, NUOVO RECORD: 30.000 KM IN 195 GIORNILo scozzese Beaumont conclude il periplo: "Domani vado a piedi"
 

Beaumont è sceso di sella dopo aver passato il traguardo dell'Arco di Trionfo. Era partito da lì lo scorso 5 agosto, da allora ha pedalato per 29.611 chilometri. Attraverso 20 Paesi, inclusi i turbolenti Pakistan e Malesia. Ma i problemi maggiori li ha avuti in Louisiana: un anziano motociclista è passato col rosso e l'ha scaraventato per terra.

Ad accoglierlo c'era la famiglia al completo, a partire dalla madre Una che ha curato tutta l'organizzazione del viaggio e spinto Mark a "esaudire la sua passione, essere il primo e il più veloce". Tra i primi messaggi di congratulazione, riferisce la Bbc, quello del Principe William. "Non vedo l'ora di non prendere la bici, domani", sono state le prime parole del nuovo recordman.

Rat

 
 
 

VIETATO CANTARE 

Post n°272 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 






















 
12 febbraio 2008 - 09:00
Non cantare o morirai

 



La
popstar siriana Assala Nasry minacciata da Al Qaeda per un concerto
nello Yemen: «Prostituzione e depravazione non fanno parte dei valori
puri della nostra fede». Non erano solo canzonette?

 


 


di Redazione

I concerti di canto? Servono solo a «diffondere corruzione e decadenza»,
quindi meglio evitarli - soprattutto se tra gli artisti è prevista una
donna - o potrebbero essere guai seri. È quanto succede in Yemen, dove un folto gruppo di Ulema tre mesi fa ha lanciato una fatwa contro il canto in pubblico, ma soprattutto dove Al Qaeda minaccia di morte un'artista siriana se si azzarderà a esibirsi per un concerto di San Valentino nella città di Aden.

L'organizzazione
yemenita del gruppo terroristico di Bin Laden ha infatti diramato un
comunicato nel quale si avverte l'artista siariana «Assala Nasry di non azzardarsi a venire nell'islamico e saggio Yemen e se, Iddio non voglia, ella si presenterà lo stesso, le promettiamo di farle la stessa fine della sua maestra Benazir Bhutto» (la politica pakistana uccisa in un attentato lo scorso 27 dicembre).

Mentre le autorità locali minimizzano la minaccia e vanno avanti con l'organizzazione dell'evento, sebbene solo con gli artisti maschi e
non toccati dalla condanna (come ad ammettere che non è il canto il
problema), e alcuni rappresentanti politici cercano di correggere il
tiro («È una vergogna, fare feste sotto il naso di cittadini affamati dalla
miseria e dalla corruzione del governo», ha detto un giovane deputato),
le polemiche non mancano. Anche perché la motivazione della "condanna"
della cantante, "colpevole" di usare ritmi e strumenti occidentali nella sua musica e di essere divorziata e risposata,
è tanto forte quanto eccessiva: «Qualunque sia il prezzo da pagare, non
permetteremo che la nostra società ed i nostri giovani vengano corrotti, proprio perché prostituzione e depravazione non fanno parte dei valori puri della nostra fede». Che ne pensi?

 
 
 

GUANTANAMO IL   FILM 

Post n°271 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 


The Road to Guantanamo









Quattro amici di età che va dai 19 ai 23 anni (Ruhel, Asif, Shafiq e Monir) partono dall’Inghilterra per il matrimonio di uno di loro in Pakistan. Siamo nell’autunno del 2001. Dopo una serie di vicissitudini tre di loro vengono arrestati dalle truppe americane e portati nella base di Guantanamo. Ne usciranno due anni dopo totalmente scagionati dall’accusa di terrorismo dopo aver subito torture psicologiche e fisiche brutali.



Michael Winterbottom non è nuovo a imprese di questo genere. Molti ricorderanno Welcome to Sarajevo così come Cose di questo mondo (sui profughi dall’Afghanistan e vincitore dell’Orso d´Oro).

Questa volta l´accusa non potrebbe essere più diretta e lo stile più convincente. Il regista inglese decide infatti di intervistare i tre protagonisti
e di ricostruire con non attori quanto da loro narrato. L’obiezione che
può subito emergere è ovvia: Winterbottom ha fatto le verifiche
necessarie? È sicuro che quanto raccontato dai tre corrisponda a
verità? La risposta è sin troppo facile: per certo i giovani avevano un alibi di ferro e nonostante questo si sono fatti due anni di Guantanamo come terroristi pericolosissimi.



Winterbottom mette poi a segno un colpo di genialità da ricercatore quando mostra una dichiarazione di Donald Rumsfeld
che afferma testualmente "Stiamo rispettando in massima parte la
Convenzione di Ginevra sui Diritti Umani". L´uomo di punta
dell’Amministrazione Bush dice la verità: quello che sta oltre alla
massima parte precipita nel buio o nel sole a picco su celle di metallo in mezzo a un cortile della base di Guantanamo al cui ingresso (Camp Delta) si legge: "Honour Bound to Defend Freedom".













V.M. 12








Uscita: 15 settembre 2006


Nazionalità: Gran Bretagna


Durata: 105'


Genere: Film,





Regia: 

Michael Winterbottom,

Mat Whitecross






Cast: 

Arfan Usman,

Waqar Siddiqui,

Farhad Harun,

Riz Ahmed

 
 
 

    lettera   a  prodi 

Post n°270 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

8 febbraio 2008, Roma

Gentile presidente Prodi,
mi scusi se la disturbo, ma non posso farne a meno: ho una domanda da porLe che riguarda un grosso problema morale a cui La prego cortesemente di rispondere. Sono giorni che con grande malessere e malinconia, mi ritrovo a ragionare da sola sul susseguirsi degli avvenimenti, cercando di ricostruire come si sia arrivati a questa catastrofica situazione. Per capirci qualcosa dobbiamo partire dall'inizio della storia, rivederci i passi salienti della XV legislatura.

Ricordo in quanti siamo andati alle urne sentendo il dovere di allontanare il rischio di un nuovo governo Berlusconi, e con lui tutte le sue leggi vergogna e il rosario di sciagure che ci ha imposto a proprio vantaggio. RitenendoLa persona onesta leale e capace, gli elettori confidavano nella realizzazione di almeno una buona parte delle 280 pagine del programma dell'Unione, dove già a pagina 18 si parla di conflitto d¹interessi.

Questa non era una vaga promessa ma un impegno sacrosanto che si assumeva coi Suoi elettori. Un impegno ribadito con forza subito dopo la vittoria elettorale, e prima di vestire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri. Ne è passato del tempo, quasi due anni, ma di questo programma solo una parte ha visto la luce. Oltretutto, sui problemi più scottanti non si è neppure iniziato un dibattito, anzi si sono accantonati come si fa con i quesiti fastidiosi. Come mai? Da cosa è stato causato questo 'accantonamento' dei molti problemi? Io mi rifiuto assolutamente di ritenerLa un giocoliere da Porta a Porta, che fa contratti con gli italiani e poi se la ride alle loro spalle. Temo piuttosto che Lei non abbia potuto tener fede al Suo programma perché a qualcuno della coalizione di sinistra o, meglio, sinistra-centrodestra non andava bene.

Il Suo torto Presidente, mi permetta l'ardire e mi scusi, è stato quello di non denunciare subito, pubblicamente, le difficoltà in cui si veniva a trovare, a costo di recarsi in televisione e, a reti unificate, svelare la situazione, con un discorso tipo questo: "Mi rivolgo a voi, cittadini democratici che mi avete eletto vostro Presidente certi che avrei mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale. Promesse che era mia profonda intenzione attuare, ma purtroppo mi è stato impedito. Sto a Palazzo Chigi, sì, ma in una condizione che ben si potrebbe definire di 'libertà limitata'. I miei custodi sono coloro che non gradiscono cambiamenti sostanziali. Essi anelano piuttosto a poltrone, privilegi e affari. Ecco i nomi: ..." e doveva fare veramente i nomi, caro Presidente! Credo che Lei, Presidente, più di una volta abbia pensato veramente di dar fiato a questa denuncia, ma il senso di responsabilità e il timore per un futuro negativo per il Paese glieLo hanno impedito.

Però a questo punto, Lei non se ne può andare con un indice di gradimento che non si merita, come non merita che si provino sfiducia e senso d'ironia verso la Sua persona. Quante volte è stato insultato, disprezzato e profondamente offeso?

No, non può andarsene così, tra i lazzi di tanti rozzi-cafoni che ahimè ci accompagneranno negli anni futuri. La rispetto troppo per accettarlo.

Caro Presidente, lei ha il dovere, l'obbligo di riacquistare la credibilità e la considerazione che si merita. C'è una sola strada da percorrere, anche se faticosa. Ma lo deve al Paese: fuori i nomi di chi Le ha impedito di portare a termine gli obiettivi prefissati e soprattutto le subdole scantonate ricattatorie con le quali è stato indotto ad affossare le parti essenziali del programma. E' indispensabile che i Suoi elettori siano consci d'ogni pressione alla quale ha dovuto adattarsi e cedere. Dobbiamo sapere quali sono gli onorevoli che, sia in Parlamento che al Governo hanno materialmente fatto opposizione alla realizzazione di misure fondamentali per il cambiamento del nostro Paese.

È un diritto che ci spetta. E Lei, professor Prodi, questo atto ce lo deve. Non solo per onorare la nostra lealtà ma anche la Sua. Il suo silenzio è sicuramente un gesto di fair play nei confronti dei suoi avversari, ma in questo modo ci lascia nelle loro mani!

Chi Le ha imposto quel numero spropositato di sottosegretari, ministri con portafoglio e senza portafoglio?
Chi si è opposto all'abbattimento dei costi della politica?
Chi ha bloccato, nei fatti, la più severa applicazione della riforma in materia di sicurezza sul lavoro?
Chi sono le persone che hanno vanificato la realizzazione dei Dico?
Chi ha voluto la vergogna dell'indulto di tre anni?
Chi le ha tirato la giacchetta per tentare di portare a termine una legge-bavaglio sulle intercettazioni?
Chi ha voluto il commissario De Gennaro a Napoli, il super-poliziotto di buona memoria alcuna in materia di gestione dei rifiuti?
Chi si è messo di traverso per bloccare la tassazione delle rendite finanziarie?
Chi ha impedito un serio confronto sulle missioni all'estero? E sulla base di Vicenza?
Chi Le ha fatto ingoiare l'accettazione di quel impegno capestro?
Tutte scelte soltanto Sue?
Ma chi ci può credere?!
Come diceva Socrate: "Solo rovesciando la tunica lisa si può leggere con chiarezza la storia di chi l'indossava".

Quindi sarebbe davvero utile che Lei spiegasse pubblicamente a tutti i cittadini italiani le vere ragioni che hanno portato prima al giornaliero logoramento e poi alla caduta del Governo da Lei presieduto. Non può tacere i motivi veri della crisi, altrimenti permetterebbe che coloro che hanno deliberatamente affossato il Suo Esecutivo, possano tranquillamente continuare ad abbattere qualsiasi tentativo serio di modificare la situazione di grave deterioramento, politico, economico e sociale, del nostro Paese.

E non mi riferisco soltanto a responsabilità dell'opposizione ben organizzata (questo è il mestiere del polo conservatore!) ma piuttosto al tradimento messo in atto da elementi di governo in combutta con ambigui faccendieri. Se non si assume, una volta per tutte, il coraggio politico di fare chiarezza, ci troveremo come sempre a roteare nel cerchio dell'ignavia, dal quale non si uscirà mai. Le avvisaglie di questo torbido clima, che alla fine ci ha portato alla débâcle, ci erano apparse palesi fin dall'inizio di questa Legislatura: dal primo giorno in Senato, quando dovevamo eleggerne il Presidente.

Si ricorda le tre votazioni andate a vuoto? Tre votazioni! Per tre volte i Suoi senatori, sbagliavano il nome o il cognome: Franco Marini (il prescelto) con Ignazio Marino con l'aggiunta di schede bianche. Insomma, i numeri non c'erano. La seduta è finita a tarda notte senza nulla di fatto. Quando, novella senatrice, chiedevo: "Ma che sta succedendo? Come può accadere che sbaglino? Non è difficile!", mi si rispondeva: "Qualcuno della nostra coalizione manda messaggi: richieste rivolte al Presidente del Consiglio. Vogliono qualcosa, stanno bussando e attendono risposta come a tre sette! Finché non l'avranno ottenuta, niente Presidente!". "Ho capito!" ­ho esclamato.­ E' un gioco al ricatto! Mio Dio, ma dove sono capitata?! E' questa la politica?"

Se tanto mi dà tanto mi domandavo: quante telefonate in codice avrà ricevuto, Presidente, e pressioni, e messaggi: "Io do, tu mi dai; noi ti appoggiamo, tu ci favorisci. Quanti sottosegretari sei disposto a sistemarci? Quanti ministeri? Quali favori?". Insomma, la solita danza da pochade con porte, portoni e portali che si aprono e chiudono in tempo e contrattempo. Temo che tutto quanto è successo sotto i miei occhi da neofita stupita, in questi 23 mesi si sia ripetuto a tormentone: "O mi favorisci o mi astengo e tu inciampi e vai giù piatto a terra".
La partita è chiusa, d'accordo.
E che facciamo? Ce ne andiamo mesti per non aver reagito con solerzia all'andazzo del prender tempo nella speranza d'arrangiare ogni situazione? Io non credo si possa rimontare da sotterrati. So che è duro, ma questo è il tempo di non accettare supinamente, senza un moto di orgoglio, d'esser gettati nella discarica dei refuses politici e soprattutto è ora di denunciare le responsabilità di chi all'interno della coalizione ha remato contro, trascinando il Paese a questa rovina, evitando di incolpare la malasorte che sghignazza sempre nell'angolo basso della storia.

Ora è "solo" Presidente. E' il Suo momento. Lei deve finalmente parlare. Deve dare una risposta decisa alla domanda che in tanti Le poniamo: "Perché non ha reagito alle imposizioni ricattatorie da subito? Perché non si è impegnato con tutte le sue forze e sul conflitto d'interessi e sulle leggi vergogna?".

Attendiamo in TANTI una risposta.
Con stima,
Franca Rame

 
 
 

ELETTORE DELUSO 2 

Post n°269 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

egnalo ancora per chi non avesse letto :

Dobbiamo sapere quali sono gli onorevoli che, sia in Parlamento che
al Governo hanno materialmente fatto opposizione alla realizzazione di
misure fondamentali per il cambiamento del nostro Paese.



È un diritto che ci spetta. E Lei, professor Prodi, questo atto ce
lo deve. Non solo per onorare la nostra lealtà ma anche la Sua. Il suo
silenzio è sicuramente un gesto di fair play nei confronti dei suoi
avversari, ma in questo modo ci lascia nelle loro mani!



Chi Le ha imposto quel numero spropositato di sottosegretari, ministri con portafoglio e senza portafoglio?

Chi si è opposto all'abbattimento dei costi della politica?

Chi ha bloccato, nei fatti, la più severa applicazione della riforma in materia di sicurezza sul lavoro?

Chi sono le persone che hanno vanificato la realizzazione dei Dico?

Chi ha voluto la vergogna dell'indulto di tre anni?

Chi le ha tirato la giacchetta per tentare di portare a termine una legge-bavaglio sulle intercettazioni?

Chi ha voluto il commissario De Gennaro a Napoli, il super-poliziotto
di buona memoria alcuna in materia di gestione dei rifiuti?

Chi si è messo di traverso per bloccare la tassazione delle rendite finanziarie?

Chi ha impedito un serio confronto sulle missioni all'estero? E sulla base di Vicenza?

Chi Le ha fatto ingoiare l'accettazione di quel impegno capestro?

Tutte scelte soltanto Sue?

Ma chi ci può credere?!

Come diceva Socrate: "Solo rovesciando la tunica lisa si può leggere con chiarezza la storia di chi l'indossava".



Attendiamo in TANTI una risposta.

Con stima,

Franca Rame

 
 
 

ELETTORE DELUSO 

Post n°268 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Sono un ex elettore dell'Unione, anzi un ex elettore e basta.



Gradirei che i futuri elettori del Partito (anti)democratico mi
spiegassero con parole loro che cosa vi è di democratico nel votare
senza poter esprimere la preferenza.



Perché il governo Prodi non ha reintrodotto le preferenze?

Non si dica che non avrebbe potuto farlo da solo, perché per siffatta
questione non era per nulla necessario accordarsi con l'opposizione.



O forse sì?

E, se sì, non vi accorgete che vi rifilano il Partito
(anti)"democratico" proprio quando restringono la democrazia,
impedendovi di scegliere i vostri rappresentanti?



Non mi è chiaro che cosa riservi il futuro, ma di certo so che
l'inno del Partito (anti)democratico è "Mi fido di te": cantano
Weltroni e Berlusconi.



http://www.youtube.com/watch?v=-d4-pDw_dHw

 
 
 

2011  fuori dall'euro!!!!!

Post n°267 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: euro

Nel 2011, o poco più tardi, se non cambia nulla, usciremo dall’euro o
consolideremo il debito pubblico? Com'è che i giornali non pubblicano
la notizia? Questo è gravissimo! E i telegiornali? Chiedo ai Generali
dei Carabinieri e dell'Esercito di mandare AFFANCULO questi vecchi, e
chiedo al Generale della Finanza di controllare i 98 milioni di euro
che fine hanno fatto. Da cittadino pretendo che indagate altrimenti noi
italiani non pagheremo più gli stipendi alle forze armate.

 
 
 

BERLUSCONI NO GRAZIE 

Post n°266 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
 

RAGIONI PER NON VOTARE BERLUSCONI!

Le leggi per depenalizzare i suoi loschi affari
(http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/prescrizione-sme/prescrizione-sme/prescrizione-sme.html)



Le intercettazioni con Bruno Saccá (http://www.youtube.com/watch?v=KanMKr1-BbQ)



Il conflitto di interessi (http://www.repubblica.it/2004/g/sezioni/politica/lugliocdl1/confvale/confvale.html)



Le amicizie mafiose (http://www.youtube.com/watch?v=hUYDy7SZAgI ...)



Il sostegno a personaggi quali Cuffaro e Mastella



I suoi avvocati promossi a parlamentari (Pecorella fu nominato anche presidente della commissione Giustizia)



La sua amicizia con Craxi (http://www.youtube.com/watch?v=-GZyKBIPW0k)



L’occupazione abusiva delle frequenze televisive
(http://www.corriere.it/economia/08_gennaio_31/europa7_ue_28390bd0-cfdd-11dc-894a-0003ba99c667.shtml)



L’esilio di Enzo Biagi (http://www.youtube.com/watch?v=pXKR2GadGgc)



La testimonianza di Indro Montanelli (http://www.youtube.com/watch?v=i1cRuGnP30Y)



Le terribili figure in ambito internazionale (http://www.youtube.com/watch?v=IyeUl3zEJtU)



Previti (http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Previti)



Le sue promesse di riformare la magistratura a modo suo e sulla legge contro le intercettazioni



“Elettronica Industriale” societá di Mediaset che potrebbe controllare il Wi-Max in Italia



La legge elettrorale "porcata"



Chiunque voglia aggiungere ragioni e fonti per non votare
Berlusconi, o voglia copiare e diffondere questa lista, é libero di
farlo.



Andate a votare! Non ascoltate chi vi dice che non votare cambierá
le cose o chi vi dice che chiunque votiate tutto rimarrá la stessa
merda!



Non votate Berlusconi! Se non sapete chi votare, o provate un tale
disgusto che siete tentati di non votare (comprensibilmente), resistete
e votate Di Pietro che almeno promuove l’etica nella politica

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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