Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

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LA MEMORIA NON DIMENTICA

Post n°577 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

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Visita ai Lager Nazisti
Auschwitz Birkenau -
Dachau

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Con il termine lager si indicano i campi di concentramento e sterminio (in tedesco: Konzentrationslager) utilizzati dal regime nazista. Durante la seconda guerra mondiale, fra il 1940 ed il 1948, la Germania nazista fece uso su vasta scala dei campi di concentramento (i Konzentrationslager, o KZ, i primi istituiti già nel 1933 al posto delle Case di lavoro previste dalla Costituzione di Weimar come strumento di aiuto ai più bisognosi) e dei campi di sterminio, per detenere ebrei, zingari, omosessuali e dissidenti politici e sterminarli sistematicamente. (it.wikipedia.org)

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Con il termine campo di concentramento di Auschwitz Birkenau si identifica genericamente l'insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio costruiti durante l'occupazione tedesco nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia. Il complesso concentrazionario di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale della questione ebraica" - eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio del popolo ebraico (anche se nel campo trovarono la morte anche molte altre categorie di internati) - divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio. Oggi quel che resta di quel luogo è patrimonio dell'umanità.

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Dachau è una città tedesca situata nel Land della Baviera. È capoluogo dell'omonimo circondario rurale. È conosciuta per essere stata sede di un campo di concentramento nazista attivo sino dal periodo degli anni '30 e in cui Hitler fece rinchiudere inizialmente gli avversari politici. Durante la Seconda Guerra Mondiale il campo fu ingrandito e vi furono internati anche prigionieri di guerra e tra essi molti russi. Distante appena 20 km da Monaco di Baviera, il campo di Dachau era dotato di camere a gas, tristemente note come "docce", e di un forno crematorio (il tutto è visibile a chi si reca in visita nel campo).

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SE QUESTO E' UN UOMO

"Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no

Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi."


Primo Levi

 
 
 

LA MEMORIA E' PIU' FORTE

Post n°576 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Con la Legge n. 211 del 20 luglio 2000 è stato istituito il “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.


La Legge riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi si sono opposti al progetto di sterminio, ed al rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.


Sia il popolo ebreo che le popolazioni Rom e Sinti erano considerati rappresentanti di razze geneticamente inferiori tanto da esservi per i nazisti anche una Zigeunerfrage (questione zingari) da risolvere con un’apposita legislazione discriminatoria che venne emanata nei confronti di quelle popolazioni e che alcune norme della stessa permasero in vigore in Germania fino alla fine degli anni settanta.




Nei campi di sterminio furono uccisi tra 5,6 e 6,1 milioni di ebrei e tra 200.000 e 800.000 Rom e Sinti, corrispondenti all’80% di quelle popolazioni presenti nei territori occupati dai nazisti. La vicenda del Porrajmos (sterminio del popolo dei Rom/Sinti) non ha avuto un riconoscimento fino al 1994.




Dal 1934 fu avviato il programma T4 con il quale fu sterilizzato il 5% della popolazione tedesca, un progetto avente come fine ultimo una selezione razziale tale da pervenire alla procreazione di soli individui “perfetti” esempi di una “razza superiore”, successivamente si praticò l’eutanasia di persone con disabilità fisiche o mentali.




Il programma ufficialmente ebbe termine il 24 agosto 1941, dopo aver visto coinvolte almeno 150.000 persone, in realtà esso continuo con la sigla 14f13 con il quale si indicava l’eutanasia di persone inabili al lavoro nei campi di concentramento.




Si calcola che siano morti tra i 200.000 ed i 300.000 disabili a causa delle persecuzioni naziste. Il paragraph 175 del codice penale tedesco puniva l’omosessualità (fu abrogato solo nel 1968 ad est e nel 1969 ad ovest).



I nazisti vararono lo sterminio degli omosessuali con il programma Wikipedia che riguardò tra i 100.000 ed i 250.000 omosessuali colpevoli di “intralciare la crescita della razza ariana”, essi morirono vittime delle più crudeli sperimentazioni. La comunità dei Testimoni di Geova fu messa al bando fin dal 1933 colpevole di rifiutare ogni coinvolgimento nella vita politica e nel nazifascismo, in particolare, ma anche di rifiutarsi di prestare il servizio militare.




Dal 1942 furono internati nei campi almeno 18.000 Testimoni di Geova, la gran parte di essi, nonostante bastasse abiurare la propria fede per uscire preferì non tradirla. Almeno 2000 morirono nelle camere a gas. Nei campi di sterminio trovarono altresì la morte tra i 3,5 ed i 6 milioni di slavi, tra i 2,5 ed i 4 milioni di prigionieri di guerra, tra 1 e 1,5 milioni di prigionieri politici.


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LA MEMORIA

Post n°575 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Primo Levi - Se questo è un uomo

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«Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.»



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Se questo è un uomo è un romanzo autobiografico di Primo Levi scritto tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947. Rappresenta la coinvolgente ma riflettuta testimonianza di quanto fu vissuto in prima persona dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz. Levi ebbe infatti la fortuna di sopravvivere alla deportazione nel campo di Monowitz - lager satellite del complesso di Auschwitz e sede dell'impianto Buna-Werke proprietà della I.G. Farben. (it.wikipedia.org)


 



 
 
 

CHE VERGOGNA UN VESCOVO NEGA L'OLOCAUSTO E ALZA L'OSTIA DI CRISTO !!!!

Post n°574 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 




Nonostante le recenti dichiarazioni revisioniste e negazioniste sull’Olocausto fatte dal britannico Richard Williamson, un vescovo lefebvriano, Benedetto XVI ha ufficializzato la revoca della scomunica ai quattro vescovi ultratradizionalisti ordinati illegittimamente da Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988. Il decreto di revoca di scomunica è stato firmato il 21 gennaio 2009 e secondo padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, è un «passo importante sulla via della piena comunione» tra Chiesa cattolica e ultratradizionalisti lefebvriani anche se c’è «una situazione da definire per quanto riguarda l’esercizio del ministero da parte dei lefebvriani».


la decisione del papa è abbastanza grave. I lefebvriani contestano la validità del concilio vaticano II a causa della sua natura ecumenica in particolare per quanto riguarda l’apertura all’ebraismo. Non sorprende dunque che le contestazioni della comunità ebraica alla decisione di benedetto XVI siano state particolarmente forti nelle parole e nei toni. Infatti uno dei quattro riabilitati il britannico Richard Williamson ha negato l’esistenza delle camere a gas naziste.


di Fausto Gasparroni


CITTA’ DEL VATICANO - La decisione di Benedetto XVI di ritirare la scomunica ai quattro vescovi ultra-tradizionalisti ordinati nel 1988 da monsignor Marcel Lefebvre, tra i quali il ”negazionista” Richard Williamson, getta nuova benzina sul fuoco della scontro fra Santa Sede e mondo ebraico e allarga ulteriormente il fossato tra due fronti che da decenni non si trovavano su posizioni cosi’ distanti. Alti esponenti della religione ebraica hanno immediatamente contestato - e con toni di inedita durezza - il fatto che il ‘perdono’ pontificio non abbia tenuto conto delle dichiarazioni revisioniste e negazioniste sull’Olocausto fatte dal britannico Williamson.


Quest’ ultimo, in un’intervista alla tv svedese, rilasciata nello scorso novembre ma mandata in onda tre giorni fa, ha affermato di non credere all’esistenza delle camere a gas naziste. Il superiore lefebvriano Fellay ha subito commentato che si tratta di affermazioni personali, usate strumentalmente per screditare la ”Fraternita’ di San Pio X”.


E anche oggi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha avuto un bel dire nell’affermare che la Santa Sede non condivide in nessun modo le dichiarazioni revisioniste di Williamson sulla Shoah: secondo Lombardi, la ”revoca della scomunica non c’entra assolutamente nulla” e non significa ‘’sposare le sue idee e le sue dichiarazioni, che vanno giudicate in se”’.


Cio’ non e’ bastato. Se dapprima, infatti, il portavoce del ministero degli esteri israeliano Yigal Palmor, si e’ trincerato dietro un ‘no comment’, affermando che la riammissione dei lefebvriani in seno alla Chiesa ”non e’ una questione che riguarda i rapporti tra i due Stati”, il rabbino David Rosen, personalita’ attivamente coinvolta nel dialogo tra ebrei e cattolici, ha voluto definire la revoca della scomunica a Williamson come ”un passo che contamina l’intera Chiesa”, se quest’ultima non esige dal vescovo la ritrattazione di cio’ che ha detto sulla Shoah. Secondo Rosen, nella decisione pontificia ”c’e’ stata una superficialita”’ che mostra ”gravi lacune nel funzionamento interno del Vaticano”. E ”accettare una persona chiaramente antisemita”, ha aggiunto, ”e’ farsi gioco di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II e di tutti i Papi” che hanno operato per il dialogo tra le religioni.


Per il rabbino, inoltre, non basta che il Vaticano si proclami fedele alla dichiarazione conciliare Nostra Aetate (che 40 anni fa segno’ una svolta decisiva nei rapporti col mondo ebraico): ”non conta cio’ che il Vaticano dice, conta cio’ che fa”, ha ammonito. E fino a quando non esige ”una ritrattazione” delle dichiarazioni revisioniste di Williamson ”e’ l’intera Chiesa che resta contaminata”.


Parole dure come macigni, anche rispetto alle possibilita’ di riallacciare il dialogo, specialmente dopo le precedenti tappe di un allontanamento segnato dalle polemiche sulla ”preghiera per gli Ebrei” del Venerdi’ Santo e sulla causa di beatificazione di Pio XII, fino alla decisione dei rappresentanti ebraici italiani di non partecipare all’annuale Giornata del Dialogo promossa dalla Cei.


Che ci sia imbarazzo nelle stanze vaticane traspare anche dalla scelta odierna della Radio Vaticana di diffondere un ampio servizio sulla ”forte attenzione” sempre riservata da Benedetto XVI all’ebraismo e alla memoria della Shoah. Anche qui viene ripetuto che le dichiarazioni negazioniste di Williamson rappresentano solo ”posizioni personali, totalmente non condivisibili, e che tanto meno riguardano il magistero pontificio e le posizioni della Chiesa cattolica”. (fonte: ansa)


 
 
 

Post N° 573

Post n°573 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 
Foto di dammiltuoaiuto

 







CHE VERGOGNA !!! CARO PAPA SI RIAMMETTE UN NEGAZIONISTA DELL' OLOCAUSTO
TRA I VESCOVI PENSO A MASSIMILINO KOLBE E ANNA FRANK  QUESTO  E' UN  COMPORTAMENTO CHE FERISCE   LA  MEMORIA  DI MASSIMILIANO KOLBE

Israele: scandaloso che Ratzinger levi la scomunica al vescovo che nega l'Olocausto
Josef RatzingerVedi anche ~ Il Papa: non ancora raggiunta l’unità tra i cristiani, ma ci arriveremoLa decisione del Vaticano di riammettere nel suo seno il vescovo lefebvriano Richard Williamson "e' una questione interna" della Chiesa, afferma oggi in un comunicato stampa il Museo dell'Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme, aggiungendo, tuttavia di ritenere "scandaloso che qualcuno di tale statura nella Chiesa neghi l'Olocausto".

Il vescovo della discordia è uno dei lefebvriani a cui Josef Ratzinger di revocare la scomunica a Richard Williamson, il vescovo ha infatti negato l'Olocausto in un'intervista televisiva.

''Credo che le prove storiche, in misura preponderante, vadano contro il fatto che sei milioni di ebrei siano stati uccisi nelle camere gas come effetto di un ordine deliberato di Adolf Hitler'', ha detto mons. Williamson in un'intervista al canale televisivo svedese Svt andata in onda ieri sera.

E ha aggiunto ''Credo che le camere a gas non siano mai esistite'', ha detto il vescovo in risposta ad una esplicita domanda dell'intervistatore. A morire nei campi di concentramento nazisti, per il vescovo tradizionalista sarebbero stati solo ''due o trecentomila ebrei. Ma nessuno di loro mori' per il gas in una camera a gas''. ''Se l'antisemitismo e' cattivo - afferma ancora Williamson nell'intervista - e' contro la verita'. Se qualcosa e' vero, non e' cattivo. Non mi interessa la parola anti-semitismo''.

Williamson, un ex-anglicano convertito al cattolicesimo, e uno dei quattro vescovi ordinati scismaticamente da mons. Lefebvre in persona nel 1988, era gia' stato al centro di polemiche nello scorso marzo, quando in un'intervista al settimanale cattolico britannico Catholic Herald aveva difeso l'esistenza dei cosiddetti ''Protocolli dei Savi di Sion'', un falso storico antisemita. In quell'occasione, la Fraternita' Sacerdotale San Pio X, il gruppo fondato da mons.

Williamson alla polizia. Secondo le leggi in vigore in Germania, e' illegale negare l'Olocausto e il vescovo rischia il carcere.

La polemica su Williamson si viene ad aggiungere ad un clima di tensione gia' alto, in Germania, tra ebrei e lefebvriani. In una lettera circolare inviata a Natale, il superiore della Fraternita' per la Germania, p. Franz Schmidberger (che non e' scomunicato dalla Chiesa cattolica, in quanto il provvedimento si applica solo ai vescovi), ha scritto che ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinita' di Gesu' Cristo''.


 
 
 

NO ALLO SCUDO STELLARE 

Post n°572 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Non sono d’accordo con l’installazione di una base militare americana sul territorio della Repubblica Ceca, all’interno del progetto statunitense NMD – sistema missilistico nazionale. La realizzazione di questo progetto aumenta le tensioni internazionali, sta generando una nuova corsa agli armamenti ed è il primo passo verso la militarizzazione ed il controllo dello spazio. Poiché il 70% della popolazione ceca è contro questo progetto credo sia giusto che i cechi abbiano il diritto di decidere su una questione cosi importante tramite un referendum nazionale.”

Dichiarazione
Il progetto degli Stati Uniti NMD – sistema missilistico nazionale, è un progetto molto complesso che prevede la produzione di nuove armi e l’installazione di basi militari americane in diversi punti del pianeta. In particolare in Europa il primo passo è l’installazione di un radar in Repubblica Ceca e di una base con missili intercettori in Polonia.
Questo piano ha diviso l’Europa, che al momento attuale non è in grado di dare una risposta unita, coerente e nonviolenta alla politica aggressiva degli Stati Uniti. Le reazioni della Russia e della Cina hanno creato un’atmosfera da “guerra fredda”. Aumentano le tensioni internazionali, è ripresa una folle corsa agli armamenti (convenzionali e nucleari) e soprattutto si pongono le basi per la militarizzazione ed il controllo dello spazio.

Il 70% della popolazione ceca è contraria all’installazione di una base militare degli Stati Uniti sul proprio territorio. Nonostante questo il governo ceco e quello americano continuano le trattative che ormai stanno volgendo al termine.

Il popolo ceco dichiara che qualsiasi contratto il governo ceco stipulerà con quello americano sul progetto dell'installazione di basi militari USA sul territorio della Repubblica Ceca, non avrà nessun valore legale, per cui il popolo ceco non si sentirà in alcun modo vincolato a nessun tipo di impegno. Non basta un rispetto formale della legge raggiungendo in Parlamento una maggioranza relativa per parlare di vera democrazia. Quando un Governo prende una decisione che va chiaramente contro la volontà della maggioranza dei cittadini non rispetta la democrazia nel suo spirito e nella sua essenza più profonda.

Il governo USA deve comprendere chiaramente che sta dialogando non con il popolo ceco ma con una minoranza che non rappresenta la volontà della maggioranza dei cittadini, per cui qualsiasi accordo non avrà nessun valore legale. Gli amici americani devono anche comprendere chiaramente che la loro politica sta generando un sentimento diffuso di “antiamericanismo” che prima non era presente nella cultura ceca. La loro politica aggressiva si rivolgerà contro loro stessi. Sappiamo che è già cominciata una azione nonviolenta di boicottaggio dei prodotti americani e questo fenomeno potrà diffondersi enormemente anche oltre i confini del territorio ceco.

La maggioranza dei cechi non vuole basi militari straniere sul proprio territorio. La maggioranza dei cechi vuole decidere su questi problemi tramite un referendum, strumento fondamentale di qualsiasi democrazia.

Jan Tamáš
Movimento nonviolento contro le basi in repubblica ceca

Dana Feminová
Europa per la pace

www.nonviolence.cz

FIRMA   QUI

http://petice.nenasili.cz/?lang=it

 
 
 

mo alla guerra   a  gaza

Post n°571 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 
Tag: gaza, GUERRA

CGIL CISL UIL
Bologna


FERMIAMO IL MASSACRO A GAZA, FERMIAMO LA GUERRA!

La gravissima situazione a Gaza, la decisione del Governo israeliano di attuare l’attacco di terra, dopo oltre una settimana di bombardamenti, quale rappresaglia contro l’irresponsabile lancio di razzi kassam da parte di Hamas, sta determinando una vera e propria catastrofe umanitaria.
La comunità internazionale deve intervenire con ogni mezzo per ottenere il cessate il fuoco, interrompere l’ennesimo scenario di guerra, consentire gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
La Striscia di Gaza si configura ormai da tempo come una sorta di prigione a cielo aperto, segnata da ogni tipo di privazione, a partire dalle gravissime carenze di cibo, luce, acqua e medicinali.
Non è in discussione il diritto di ogni popolo a difendere il proprio territorio, ed è evidente che vi sono pesanti responsabilità di Hamas nella scelta di colpire con il lancio di razzi le popolazioni civili delle vicine località di frontiera israeliane. Ma è altrettanto evidente che Gaza e la sua popolazione stanno ora subendo una rappresaglia di violenza inaudita e assolutamente sproporzionata, in una terra in cui il diritto internazionale e il diritto umanitario sono stati permanentemente violati, in cui la popolazione è stata sottoposta ad una brutale punizione collettiva, e dove bombardamenti ed azioni militari stanno causando un numero altissimo di vittime tra i civili, tantissimi bambini.
La comunità internazionale non può assistere impotente ad una sorta di soluzione finale della questione palestinese. L’ONU deve intervenire, anche attraverso una forza di interposizione per ottenere il cessate il fuoco, presupposto essenziale per riprendere la strada del dialogo, per il ripristino delle condizioni di pace, dopo decenni di conflitto, di violenza, di stragi e di terrorismo e, per sancire definitivamente il dritto di entrambi i popoli a vivere all’interno di due Stati, riconoscendosi reciprocamente.
Per questo è necessario fermare innanzitutto le armi. Questa è la priorità che deve muovere il movimento e le forze pacifiste del nostro Paese, raccogliendo le tante voci e le istanze che in tal senso si esprimono anche in queste ore in Israele e Palestina.
Per questo chiediamo a tutti coloro che condividono questo obiettivo e la grave preoccupazione per quanto sta avvenendo, di mobilitarsi partecipando al

PRESIDIO A BOLOGNA

in Piazza Nettuno

GIOVEDI’ 8 GENNAIO 2009 alle ore 18.00

Hanno sinora aderito: ARCI , ACLI, ANPI ,GVC, Emergency Bologna,


CGIL CISL UIL
Bologna

La gravissima situazione a Gaza, la decisione del Governo israeliano di attuare l’attacco di terra, dopo oltre una settimana di bombardamenti, quale rappresaglia contro l’irresponsabile lancio di razzi kassam da parte di Hamas, sta determinando una vera e propria catastrofe umanitaria.
La comunità internazionale deve intervenire con ogni mezzo per ottenere il cessate il fuoco, interrompere l’ennesimo scenario di guerra, consentire gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
La Striscia di Gaza si configura ormai da tempo come una sorta di prigione a cielo aperto, segnata da ogni tipo di privazione, a partire dalle gravissime carenze di cibo, luce, acqua e medicinali.
Non è in discussione il diritto di ogni popolo a difendere il proprio territorio, ed è evidente che vi sono pesanti responsabilità di Hamas nella scelta di colpire con il lancio di razzi le popolazioni civili delle vicine località di frontiera israeliane. Ma è altrettanto evidente che Gaza e la sua popolazione stanno ora subendo una rappresaglia di violenza inaudita e assolutamente sproporzionata, in una terra in cui il diritto internazionale e il diritto umanitario sono stati permanentemente violati, in cui la popolazione è stata sottoposta ad una brutale punizione collettiva, e dove bombardamenti ed azioni militari stanno causando un numero altissimo di vittime tra i civili, tantissimi bambini.
La comunità internazionale non può assistere impotente ad una sorta di soluzione finale della questione palestinese. L’ONU deve intervenire, anche attraverso una forza di interposizione per ottenere il cessate il fuoco, presupposto essenziale per riprendere la strada del dialogo, per il ripristino delle condizioni di pace, dopo decenni di conflitto, di violenza, di stragi e di terrorismo e, per sancire definitivamente il dritto di entrambi i popoli a vivere all’interno di due Stati, riconoscendosi reciprocamente.
Per questo è necessario fermare innanzitutto le armi. Questa è la priorità che deve muovere il movimento e le forze pacifiste del nostro Paese, raccogliendo le tante voci e le istanze che in tal senso si esprimono anche in queste ore in Israele e Palestina.
Per questo chiediamo a tutti coloro che condividono questo obiettivo e la grave preoccupazione per quanto sta avvenendo, di mobilitarsi partecipando al

PRESIDIO A BOLOGNA

in Piazza Nettuno

GIOVEDI’ 8 GENNAIO 2009 alle ore 18.00

Hanno aderito: ARCI , ACLI, ANPI ,GVC, Emergency Bologna, AUSER BOLOGNA,RETE LILLIPUT, NEXUS E.R.
ISCOS E.R. ARCIMONDO,SPAZIOSTUDENTESCO,
DONNE IN NERO,SINISTRA RADICALE,ILCANTIERE
GRUPPO VERDI,PARTITO DEMOCRATICO,
PARTITO SOCIALISTA,PARTITO COMUNISTI ITALIANI,
GIOVANI DEMOCRATICO PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA,AMNESTYINTERNATIONAL
 


 
 
 

ZORRO   E' STATO CENSURATO

Post n°570 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Cari Amici questa e' la seconda che mi cancellano da fb perche' ho pubblicato dei link contro il movivento neocatecumenale oggi accendo e mi vedo questa notizia"Facebook, la mafia può restare online
Raffaele Cutolo, boss della camorra in carcere duro dal 1982, forse non lo sa, ma su uno dei più moderni sistemi di comunicazione, il social network Facebook, c’è chi ha creato un suo fanclub. Una “location” virtuale con un dibattito reale. E lo stesso è accaduto per Riina e Provenzano. Gruppi creati per dibattere ma che hanno fatto scoppiare la polemica. Tanto che ieri è stata la polizia postale a “dare un’occhiata” a Facebook non rilevando però reati.

Molti politici minacciano di cancellarsi da Facebook, tanti altri chiedono la rimozione dei gruppi contestati. La risposta ufficiale è arrivata ieri pomeriggio: «Facebook è una piattaforma per le discussioni on line - si spiega in un comunicato - che rispecchia quelle off line: di persona, via email e al telefono. Qualche volta vediamo gli utenti scrivere commenti, dibattere e discutere problemi controversi. Tuttavia la sola controversia non è una ragione per rendere inutilizzabile un gruppo o rimuovere una pagina». Il gruppo rimane ma la battaglia continua, in puro stile Facebook: i detrattori hanno creato un altro gruppo, decisamente più numeroso, che propone un dibattito per “cancellare la mafia da Facebook”. (Stefania Divertito)" Allora si cancella una persona per un link
mentre si fa restare i compagni coppola sulla rete
CHE VERGOGNA!!!! Allora se esiste la libera discussione per provenzano deve esistere anche per me!!!!! PROTESTAIMO AIUTATEMI Io voglio una libera discussione a patto che questa non sconfini come supporto di gruppi gruppi criminali o di materiale porno Aiutatemi in questa lotta

http://www.facebook.com/home.php?ref=home#/group.php?gid=68079095336

 
 
 

FUORI LA   MAFIA   DA   FACE  BOOK

Post n°569 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

FUORI LA   MAFIA   DA   FACE  BOOK    ISCRIVETEVI

http://www.facebook.com/topic.php?topic=6488&uid=47298096891#/group.php?gid=47298096891

STA PER PARTIRE L'OPERAZIONE "SPEGNI FACEBOOK, ACCENDI LA MEMORIA"
Presto i dettagli (8 gennaio 2008)


8 GENNAIO 2009 - NOI NON CI FERMIAMO
Ragazzi, la situazione ad oggi è questa. Abbiamo raccolto 200.000 adesioni tra gruppo ed evento collegato: una metropoli. Nessuna risposta da parte del nostro interlocutore, Beppe Pisanu. Cosa vorrà dire? Che non siamo degni di una risposta, di un segnale? O che l'interlocutore ritiene che il problema non sussista. 200.000 persone aspettano una risposta da Pisanu che già sarebbe dovuta arrivare. Certo, di buono c'è che in questo Paese si torna a parlare di mafia non solo in occasione di un omicidio o di un arresto eccellente e che a farlo sono i cittadini, le persone che vivono e lavorano onestamente in questo Paese. Per quanto mi riguarda credo che, se la risposta non arriva entro stasera, da domani deve avere inizio una nuova fase di protesta con nuove iniziative. Una cosa è certa: nulla può rimanere come prima. Lo dobbiamo a noi stessi ma lo dobbiamo soprattutto alle persone cui abbiamo dedicato questo gruppo.

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MISTERO BORSELLINO/ LE ANTICIPAZIONI DE "L'ESPRESSO"
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Mistero-Borsellino/2056007&ref=hpsp
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BENVENUTI NELL'ASSEMBLEA CONTRO LA MAFIA PIU' PARTECIPATA DELLA STORIA...

ECCO I NUMERI:

7 GENNAIO 2009---------211.000 ADESIONI TRA GRUPPO ED EVENTO
OLTRE 2900 INTERVENTI TRA GRUPPO ED EVENTO

QUESTO GRUPPO E' NATO IL 30 DICEMBRE 2008

2 GENNAIO 2009-----------------17.000 ISCRITTI

4 GENNAIO 2009-----------------24.000 ISCRITTI

5 GENNAIO 2009-----------------36.000 ISCRITTI

6 GENNAIO 2009-----------------64.000 ISCRITTI

7 GENNAIO 2009----------------103.000 ISCRITTI

ecco alcuni esempi di GRUPPI DEDICATI AI MAFIOSI:

http://www.facebook.com/group.php?gid=38328116025

http://www.facebook.com/home.php?#/group.php?gid=37645714226

http://www.facebook.com/group.php?gid=51081272541

http://www.facebook.com/group.php?gid=37645714226#/group.php?gid=53815080232

http://www.facebook.com/group.php?gid=53815080232#/group.php?gid=36540269366

si ringrazia Giuseppe Grasso per avere raccolto tutti i link
Andate nelle pagine sopraelencate e alla fine di queste in basso premete su Segnala Gruppo e facciamo in modo che queste oscenità vengano chiuse.

QUESTO INVECE E' IL CLASSICO GRUPPO "PRIVATO"
http://www.facebook.com/group.php?gid=34024783183

"CON LE PERSONE CHE HO AMMAZZATO POTREI FARE UN CIMITERO"
http://www.facebook.com/group.php?sid=684221ec0127ccde90ec9425679ca166&gid=42894047170#/topic.php?uid=42894047170&topic=6521

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UN TRIBUTO A PEPPINO IMPASTATO. E A SUA MADRE, FELICIA, PER NON DIMENTICARE...
http://www.youtube.com/watch?v=KUpcxdg2Iqs

UN RICORDO DEL COMMISSARIO GIUSEPPE MONTANA
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Montana

UN RICORDO DEL GIUDICE GAETANO COSTA
http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Costa

vi invitiamo ad iscrivervi a questo gruppo in memoria di un ragazzo, Gianluca Congiusta, ucciso dalla mafia per non essersi piegato alla richiesta di pizzo..leggete qui e ne saprete di più
http://www.facebook.com/group.php?gid=47298096891#/group.php?gid=42157846191

CONTRO LA BORGHESIA MAFIOSA
http://www.facebook.com/event.php?eid=52151522921#/group.php?gid=36916424286

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PETIZIONE

LA LORO MEMORIA CAMMINA ANCHE SULLE NOSTRE E-MAIL ------------ SCRIVIAMO TUTTI A PISANU

Scriviamo tutti al presidente della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu

Gent.le Presidente,
Per decenni il nostro Paese è stato colpito nei suoi uomini migliori dalla ferocia delle mafie. Uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato e centinaia di altri, hanno pagato con la vita il loro impegno contro la mafia, nelle istituzioni e nella società. Il nostro Paese è in debito nei confronti di questi uomini e la loro memoria deve continuare ad orientare il nostro lavoro di contrasto a questo fenomeno devastante. Non possiamo accettare che vi sia chi lo alimenti, chi inneggi alle gesta dei loro carnefici. Sul social network Facebook, decine di pagine sono dedicate a Bernardo Provenzano e Toto Riina. A fronte di ciò, in migliaia hanno aderito ad un appello per rimuovere quelle pagine. Le chiediamo di intervenire risolutamente per cancellare queste oscenità e per fare in modo che non possano ripetersi. Distinti saluti

inviare a: pisanu_g@posta.senato.it


DOPO LE NOSTRE SEGNALAZIONI HANNO CHIUSO I GRUPPI DI MATTEO MESSINA DENARO E DEL CAMORRISTA CUTOLO E DI TOTO' RIINA IL CAPO DEI CAPI!!!

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DICONO DI NOI...

4 GENNAIO 2009-----L'AGENZIA DI STAMPA AGI PARLA DI NOI http://www.agi.it/palermo/notizie/200901051042-cro-rt11032-art.html

4 GENNAIO 2009----IL QUOTIDIANO SPAGNOLO LAVANGUARDIA PARLA DI NOI: http://www.lavanguardia.es/internet-y-tecnologia/noticias/20090105/53611050160/los-italianos-piden-que-facebook-censure-los-grupos-de-culto-a-la-mafia.html

5 GENNAIO 2009 - IL QUOTIDIANO "LA REPUBBLICA"PARLA DI NOI: http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/tecnologia/facebook-capodanno/mafia-2/mafia-2.html

6 GENNAIO 2009 - IL PIU' IMPORTANTE QUOTIDIANO MESSICANO, "LA JORNADA", PARLA DI NOI: http://www.jornada.unam.mx/2009/01/06/index.php?section=sociedad&article=034n3soc

7 GENNAIO 2009 - ILQUOTIDIANO BRASILIANO "O GLOBO" PARLA DI NOI: http://oglobo.globo.com/tecnologia/mat/2009/01/05/usuarios-italianos-pedem-que-facebook-censure-grupos-de-culto-mafiosos-587885855.asp

7 GENNAIO 2009 - IL WALL STREET JOURNAL PARLA DI NOI: http://www.wallstreetitalia.com/articolo.aspx?art_id=655793

7 GENNAIO 2009 - TGCOM PARLA DI NOI:
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo437938.shtml

7 GENNAIO 2009 - IL QUOTIDIANO IL TEMPO PARLA DI NOI: http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/01/07/973146-mafiosi_facebook_esplode_polemica.shtml

7 GENNAIO 2009 - MARCO LAUDONIO (MAGAZINE PD) HA PARLATO DI NOI: http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/68227/Per_cacciare_la_mafia_da_Facebook

7 GENNAIO 2009 - PUBBLICAAMMINISTRAZIONE.NET HA PARLATO DI NOI: http://www.pubblicaamministrazione.net/governance/news/1527/facebook-tra-censure-e-mancate-regolamentazioni.html

7 GENNAIO 2009 - IL SITO DI "FONDAZIONE ITALIANI" PARLA DI NOI: http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Mafia-su-Facebook.-In-100mila-per-dire-no.html

7 GENNAIO 2009 - IL QUOTIDIANO COLOMBIANO "EL ESPECTADOR" PARLA DI NOI: http://www.elespectador.com/italia/articulo104291-italianos-piden-facebook-censure-los-grupos-de-culto-mafiosos

8 GENNAIO 2009 - AFFARI ITALIANI PARLA DI NOI: http://www.affaritaliani.it/cronache/facebook-sul-social-network-tutti-contro-mafia080109.html
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VI SEGNALIAMO

Class action contro le mafie su Facebook
http://www.facebook.com/s.php?ref=search&init=q&q=mafia&sid=b51f9161924c06542c1eb586dba1a5be#/group.php?gid=54188472305&ref=ts

Eroi contro la mafia
http://www.facebook.com/s.php?q=eroi+contro+la+mafia+e+non&init=s%3Agroup&k=200000010&n=-1&sid=369a3d69194d24cfba85624e8be129f4#/group.php?gid=47909262620

UN GRUPPO DEDICATO AL RICORDO DEGLI AGENTI DELLE SCORTE UCCISI DALLE MAFIE
http://www.facebook.com/group.php?gid=36215638853

UN'OCCHIATA ANCHE A QUESTO GRUPPO DEDICATO AL PROFESSOR ADOLFO PARMALIANA: http://www.facebook.com/group.php?gid=44573530165#/group.php?gid=44573530165

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LE PRIME RISPOSTE

Stanno arrivando direttamente al nostro gruppo le prime prese di posizione degli esponenti politici contro i gruppi che sostengono i mafiosi. Tutti coloro che, al di là del raggruppamento politico di appartenza, vogliano pubblicare su questa bacheca le loro posizioni ce le facciano avere. QUESTO SPAZIO E' APERTO A TUTTI.

Ci scrive Walter Veltroni (Segretario nazionale PD): Apprezzo molto l'iniziativa, dobbiamo impedire che organizzazioni criminali possano trovare spazio su facebook come nel resto della rete. La libertà d'espressione non c'entra nulla, la mafia va distrutta e dobbiamo farlo tutti assieme. Grazie ragazzi.

 
 
 

SALVIAMO  Nilar Thein  IN PRIGIONE  IN BIRMANIA

Post n°568 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

BIRMANIA  LA TRAGEDIA SENZA VOCE

Nilar Thein
Nilar Thein

La leader dell'opposizione democratica Nilar Thein è stata arrestata il 10 settembre 2008. Attualmente si trova nel centro di detenzione di Aung Tha Pyay a Yangon, è a rischio di tortura e maltrattamenti.
Nilar Thein era latitante dall'agosto 2007, ricercata per essere stata fra gli organizzatori delle proteste antigovernative dello scorso anno.

Nilar Thein è stata arrestata mentre stava andando a trovare la madre di Ant Bwe Kyaw, un'altra attivista detenuta, in un sobborgo a nord est di Yangon.  Ant Bwe Kyaw e suo marito, Kyaw Min Yu, noto anche come Ko Jimmy, furono tra i 13 leader antigovernativi del gruppo degli "Studenti della Generazione 88" arrestati il 22 agosto 2007. Del gruppo fanno parte attivisti antigovernativi che nel 1988 presero parte alle manifestazioni contro i 25 anni di dittatura nel paese.

 

Il giorno dopo l'arresto dei 13 attivisti della "Generazione 88", Nilar Thein organizzò una manifestazione di 500 persone a Yangon per chiederne il rilascio e per protestare contro l'aumento del costo del carburante stabilito dalle autorità il 15 agosto 2007. Nilar Thein fuggì appena ebbe inizio la caccia ai leader delle proteste da parte della giunta. Consapevole dei rischi cui andava incontro in clandestinità, lasciò la figlia appena nata alle cure della famiglia.

A tre settimane dall'arresto del marito cominciarono a circolare voci su una sua presunta morte durante la custodia cautelare. Le voci risultarono in seguito false e si pensa che siano state diffuse appositamente dalla giunta per spingere Nilar Thein a uscire allo scoperto.

 

Durante la latitanza, Nilar Thein ha continuato ad appellarsi alla comunità internazionale per migliorare la situazione dei diritti umani e per porre fine agli abusi che il regime militare di Myanmar infligge quotidianamente alle donne.

Senior General Than Shwe
Chairman
State Peace and Development Council
c/o Ministry of Defence, Naypyitaw, Union of Myanmar

Nyan Win
Minister of Foreign Affairs
Ministry of Foreign Affairs
Bldg. (19), Naypyitaw, Union of Myanmar
Phone: +95 67 412 335
Fax: +95 67 412 336/ +95 97 412 395
Email: mofa.aung@mptmail.net.mm

Egregio Generale,
Egregio Ministro,

Siamo sostenitori di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora per difendere i diritti umani ovunque essi siano violati.

Siamo fortemente preoccupati per l'arresto di Nilar Thein e ci rivolgiamo a Voi affinché garantiate che la detenuta non sia sottoposta a tortura né a maltrattamenti.

Vi chiediamo che Nilar Thein, e con lei gli altri attivisti arrestati durante le proteste pacifiche dell'autunno 2007, siano rilasciati immediatamente e senza condizioni e, nell'attesa che ciò avvenga, Vi esortiamo a garantire ai detenuti il diritto di incontrare i propri avvocati e le famiglie oltre che di accedere alle cure mediche ove si rivelassero necessarie.

Infine Vi invitiamo a porre fine alla persecuzione di coloro che hanno pacificamente esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione e di associazione durante le proteste dello scorso anno.

Vi ringraziamo per l'attenzione.

 
 
 

LETTERA   SU GAZA

Post n°567 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 
Tag: gaza

LETTERA  AI POLITICI  ITALIANI SU  GAZA  LA GUERRA DI NATALE

FIRMA  LA PETIZIONE

http://www.avaaz.org/en/gaza_time_for_peace/

Luisa Morgantini
(Vice Presidente del Parlamento Europeo)

Ricevo e volentieri pubblico
Roma, 4 Gennaio 2009 - Non una parola, non un pensiero, non un segno di dolore per le centinaia di persone uccise, donne, bambini, anziani e militanti di Hamas, anche loro persone. Case sventrate, palazzi interi, ministeri, scuole, farmacie, posti di polizia. Ma dove è finita la nostra umanità. Dove sono i Veltroni, con i loro “I care”, come si può tacere o difendere la politica di aggressione israeliana. La popolazione di Gaza e della Cisgiordania, i palestinesi tutti, pagano il prezzo dell’incapacità della Comunità Internazionale di far rispettare ad Israele la legalità internazionale e di cessare la sua politicale coloniale.

Certo Hamas con il lancio dei razzi impaurisce ed è una minaccia contro la popolazione civile israeliana, azioni illegali, da condannare. Bisogna fermarli. Ma basta con l’ impunità di Israele e dei ricatti dei loro gruppi dirigenti.

Dal 1967 Israele occupa militarmente i territori palestinesi, una occupazione brutale e coloniale. Furto di terra, demolizione di case, check point dove i palestinesi vengono trattati con disprezzo, picchiati, umiliati, colonie che crescono a dismisura portando via terra, acqua, distruggendo coltivazioni. Migliaia di prigionieri politici, ai quali sono impedite anche le visite dei familiari.

Ma voi dirigenti politici, avete mai visto la disperazione di un contadino palestinese che si abbraccia al suo albero di olivo mentre un buldozzer glielo porta via e dei soldati che lo pestano con il fucile per farglielo lasciare, o una donna che partorisce dietro un masso e il marito taglia il cordone ombelicale con un sasso perché soldati israeliani al check point non gli permettono di passare per andare all’ ospedale, o Um Kamel, cacciata dalla sua casa, acquistata con sacrifici perché fanatici ebrei non sopravissuti all’olocausto ma arrivati da Brooklin, pensando che quella terra e quindi quella casa sia loro per diritto divino, sono entrati di forza e l’hanno occupata perché vogliono costruire in quel quartiere arabo di Gerusalemme un'altra colonia ebraica. Avete mai visto i bambini dei villaggi circostanti Tuwani a sud di Hebron che per andare a scuola devono camminare più di un ora e mezza perché nella strada diretta dal loro villaggio alla scuola si trova un insediamento e i coloni picchiano ed aggrediscono i bambini, oppure i pastori di Tuwani che trovano le loro tanche d’acqua o le loro pecore avvelenate da fanatici coloni, o la città di Hebron ridotta a fantasma perché nel centro storico difesi da più di mille soldati 400 coloni hanno cacciato migliaia di palestinesi, costringendo a chiudere più di 870 negozi.

Avete visto il muro che taglia strade e quartieri che toglie terre ai villaggi che divide palestinesi da
Palestinesi, che annette territorio fertile e acqua ad Israele, un muro considerato illegale dalla Corte Internazionale di giustizia. Avete visto al valico di Eretz i malati di cancro rimandati indietro per questioni di sicureza, negli ultimi 19 mesi sono 283 le persone morte per mancanze di cure, avrebbero dovuto essere ricoverate negli ospedali all’estero, ma non sono stati fatti passare malgrado medici israeliani del gruppo Phisician for Human rights garantissero per loro. Avete sentito il freddo che penetra nelle ossa nelle notte gelide di Gaza perché non c’è riscaldamento, non c’è luce, o i bambini nati prematuri nell’ospedale di Shifa con i loro corpicini che vogliono vivere e bastano trenta minuti senza elettricità perché muoiano.

Avete visto la paura e il terrore negli occhi dei bambini, i loro corpi spezzati. Certo anche quelli dei bambini di Sderot, la loro paura non è diversa, e anche i razzi uccidono ma almeno loro hanno dei rifugi dove andare e per fortuna non hanno mai visto palazzi sventrati o decine di cadaveri intorno a loro o aerei che li bombardano a tappeto. Basta un morto per dire no, ma anche le proporzioni contano dal 2002 ad oggi per lanci di razzi di estremisti palestinesi sono state uccise 20 persone. Troppe, ma a Gaza nello stesso tempo sono stati distrutte migliaia e migliaia di case ed uccise più di tre mila persone tra loro centinaia di bambini che non tiravano razzi.

Dopo le manifestazioni di Milano dove sono state bruciate bandiere israeliane, voi dirigenti politici avete tutti manifestato indignazione, avete urlato la vostra condanna. Ne avete tutto il diritto. Io non brucio bandiere né israeliane né di altri paesi e penso che Israele abbia il diritto di esistere come uno Stato normale, uno stato per i suoi cittadini, con le frontiere del 1967, molto più ampie di quelle della partizione della Palestina decisa dalla Nazioni Unite del 1947.

Avrei però voluto sentire la vostra indignazione e la vostra umanità e sentirvi urlare il dolore per tante morti e tanta distruzione, per tanta arroganza, per tanta disumanità, per tanta violazione del diritto internazionale e umanitario. Avrei voluto sentirvi dire ai governanti israeliani: Cessate il fuoco, cessate l’assedio a Gaza, fermate la costruzione delle colonie in Cisgiordania, finitela con l’ occupazione militare, rispettate e applicate le risoluzioni delle Nazioni Unite, questo è il modo per togliere ogni spazio ai fondamentalismi e alle minaccie contro Israele.

Ieri lo dicevano migliaia di israeliani a Tel Aviv, ci rifiutamo di essere nemici, basta con l’occupazione.
Dio mio in che mondo terribile viviamo.

 
 
 

MALATA CHIEDE DI MORIRE   AIUTIAMOLA

Post n°566 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Malata e indigente chiede l'eutanasia
Il vescovo: "Un grido di dolore"

di GIUSEPPE CAPORALE



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Malata e indigente chiede l'eutanasia Il vescovo:

Un malato in rianimazione












CASTEL DI SANGRO (L'AQUILA)
- Indigente e malata di cancro. Per questo Angela S., 58 anni,
pensionata, vuole morire e chiede l'eutanasia. "Non auguro a nessuno di
vivere in queste condizioni", ripete dal giorno di Natale, quando per
mettere assieme il pasto ha dovuto chiedere aiuto ai vicini. Ora il
disperato appello è diventato un caso. La sua vita, già piena di
difficoltà, da quando ha scoperto di essere gravemente malata è
scivolata in un baratro. Ma il tumore ai polmoni e l'indigenza non sono
i suoi unici nemici: c'è anche la burocrazia che acuisce il dolore.





Già, perché Angela vive con 250 euro al mese di pensione (ottenute per
una invalidità) in un paese arroccato sulle montagne abruzzesi. Appena
scoperta la malattia, ha chiesto alla Asl una semplice indennità di
accompagnamento. Un modo per ottenere un aiuto nei lunghi viaggi (250
chilometri circa tra andata e ritorno) per sottoporsi alla
chemioterapia che deve necessariamente svolgere a Pescara. Ma la sanità
abruzzese - già sconquassata e priva di fondi, anche a causa degli
scandali legati alle tangenti nella pubblica amministrazione - è stata
irremovibile. La donna non può avere l'indennità. Al massimo può
percepire un rimborso spese per i viaggi dovuti alle cure.





La commissione di medicina legale - assicurano dalla direzione della
Asl - l'ha più volte visitata ed ha constatato la "mancanza dei
requisiti di legge". Il "no" da parte dell'ente ha spinto la donna a
chiedere pubblicamente una "morte dignitosa piuttosto che una vita di
stenti, dolore e umiliazione". Non sa come mantenersi, figurarsi come
potersi curare. Angela non può nemmeno sostenere le spese per
presentare ricorso contro la decisione della Asl. Ma almeno per questo
aspetto è intervenuto il Comune di Castel di Sangro, che ha annunciato
la copertura delle spese legali.





Intanto lei continua a rivendicare i suoi diritti: "Non voglio essere
di peso a nessuno, chiedo solo aiuto allo Stato. Me la sono sempre
cavata da sola, con poco. Adesso però il male mi ha attaccato i polmoni
e non mi consente di procacciarmi il necessario per vivere. Purtroppo
non rientro in nessuna forma di ammortizzatore sociale". L'unico
apporto concreto lo ha ricevuto da Comune e Comunità Montana che hanno
messo a disposizione una vettura per consentirle di recarsi a Pescara e
sottoporsi alle cure. Tutto per un importo massimo di 1800 euro frutto
di un contratto di solidarietà, ormai esaurito. "Ora non so proprio
come farò a continuare con i cicli antitumorali...".


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L'assessore comunale Andrea Liberatore, uno dei primi ad occuparsi
della vicenda, giudica la decisione della Asl "iniqua verso una persona
che non riesce a sopravvivere. È il risultato di una sanità poco
accorta. In passato sono stati concessi benefici a tutti, ora invece si
negano quelli essenziali a chi ne ha bisogno".





Per il vescovo della diocesi di Sulmona, Angelo Spina, si tratta di "un
grido di dolore, un grido di una persona sola che reclama il diritto
alla vita e non alla morte". Ma anche la chiesa non è stata d'aiuto. La
donna infatti si è rivolta anche al parroco del paese per cercare
sostegno, senza ottenere risultati. Intanto in paese è scattata una
raccolta fondi.




(3 gennaio 2009)

 
 
 

Feste di Capodanno, stupri e violenze

Post n°565 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Feste di Capodanno, stupri e violenze





ROMA - Ancora violenze sessuali nei confronti di donne in questi giorni
di festa appena trascorsi, tra domenica e Capodanno. "Spero che i miei
violentatori vengano presi". Queste le parole che la giovane violentata
nella notte di Capodanno alla festa 'Amore 2009' ha detto al
vicesindaco Mauro Cutrufo che oggi pomeriggio è andato a farle visita
all'ospedale San Camillo, dove è ricoverata. La giovane, secondo quanto
ha raccontato il vicesindaco, "spera che alla Fiera di Roma, quella
sera, fossero in azione delle telecamere".

Il
sindaco Gianni Alemanno ha detto si' alla proposta del presidente
Pomarici di convocare un consiglio comunale straordinario sulla
violenza contro le donne. Il Comune sara' vicino alla giovane stuprata
costituendosi parte civile e in altre possibili forme di assistenza.

I carabinieri di Ladispoli,
una cittadina a nord di Roma, hanno fermato questa mattina un cittadino
senegalese di 21 anni con l'accusa di violenza sessuale e lesioni ai
danni di una ragazza bulgara di 20 anni avvenuta la sera di San
Silvestro. Era stata la stessa vittima, che lavora come collaboratrice
domestica, a denunciare lo stupro. Secondo il racconto fatto ai
carabinieri, la sera del 31 dicembre la ragazza era stata avvicinata
dal cittadino africano mentre si trovava nella stazione ferroviaria di
Ladispoli. Dopo essere stata percossa la giovane era stata portata
nello spogliatoio di un campo sportivo, situato a pochi metri dalla
stazione ferroviaria, dove è stata violentata. La ragazza, dopo aver
avvertito i carabinieri, era stata medicata nella struttura di primo
soccorso di Ladispoli dove i medici le avevano riscontrato un trauma
cranico, ferite al volto e alcuni ematomi intorno alla bocca. Grazie
agli elementi forniti i carabinieri sono riusciti questa mattina ad
individuare e fermare l'autore dello stupro. Sempre nella notte tra
l'ultimo dell'anno e il 1 gennaio una giovane di 25 anni era stata
violentata a Roma nel corso di un festival musicale nella nuova fiera
di Roma.

Un romeno di 29 anni, M.D.N., è stato denunciato in stato di libertà dagli agenti del commissariato di Marino, vicino Roma,
per violenza sessuale e sequestro di persona. L'uomo, secondo la
polizia, dopo aver passato il Capodanno ad una festa, ha condotto nella
sua abitazione una connazionale, anche lei di 29 anni e qui ne ha
abusato più volte. La giovane è riuscita a divincolarsi e a scendere in
strada, chiedendo aiuto, ed è stata soccorsa dai poliziotti. Nella
serata di ieri gli agenti hanno fermato il romeno sotto la sua
abitazione e lo hanno denunciato.

Con l'accusa di aver
sequestrato e violentato una ragazza psicolabile, un cittadino romeno
di 35 anni è stato arrestato dai carabinieri di Mirano (Venezia).
Secondo la ricostruzione degli investigatori, domenica l'uomo avrebbe
avvicinato la giovane affetta da autismo con il pretesto di una
passeggiata, ma poi l'avrebbe trattenuta e violentata approfittando
dell'incapacità della donna a reagire. Interrogato, l'uomo ha ammesso
il rapporto sessuale, affermando però che la giovane sarebbe stata
consenziente e di aver agito senza incontrare resistenza.

 
 
 

quale futuro ?

Post n°564 pubblicato il 01 Gennaio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Questa volta non è colpa
dei comunisti
Natale a Mosca
La crisi economica e i conflitti in corso nel mondo chiamano gli Stati Uniti a maggiori responsabilità
MIKHAIL GORBACIOV
Il 2008 è stato segnato indelebilmente dalla crisi finanziaria globale. Nessuno ne aveva previsto l’arrivo né le proporzioni; credo che nessuno sappia come e quando possa finire. È anche chiaro che le iniziali dichiarazioni di rassicurazione erano irresponsabili. Nei prossimi mesi la politica mondiale sarà sottoposta a un test severo.

Cercare strade per uscire dalla crisi sarà un compito difficile. Non tutti gli sforzi iniziali si sono rivelati efficaci. In base a quel che leggo adesso sui resoconti del summit G-8 di luglio in Giappone, è sbalorditivo constatare che appena un paio di mesi prima che la crisi esplodesse i leader mondiali apparivano inconsapevoli delle scosse premonitrici. Il vertice fu di routine. La sua stessa formula - la maniera in cui è stato preparato e condotto - è sembrata superata. Abbiamo bisogno di una nuova visione delle leadership politica globale. Invece i leader arrancano dietro agli eventi.

Prendiamo la crisi del Caucaso al principio di agosto. Qualunque guerra, per quanto breve, rappresenta un fallimento della politica. La disavventura militare della leadership georgiana è sfociata in un disastro per migliaia di osseti, georgiani e russi e ha evidenziato la mancanza di un effettivo sistema di sicurezza europeo per prevenire e risolvere i conflitti. I problemi affliggono svariati continenti. Le guerre civili in Congo, Sudan e altre parti dell’Africa sono costate migliaia di vite. L’attacco di Mumbai è stato più che un tragico monito dei pericoli del terrorismo: ha sollevato la questione della responsabilità degli Stati sul cui territorio gli attentati vengono pianificati. La situazione dell’Afghanistan è scoraggiante. Il Medio Oriente continua ad essere una polveriera. Come se non bastasse, è tornata la pirateria, direttamente dai secoli bui.

I flussi di immigrati, il dissesto sociale in parecchi Paesi (inclusi alcuni che non sono affatto poveri), i recenti problemi con forniture di alimenti contaminati, le estese violazioni dei diritti umani: la lista dei problemi che il mondo deve affrontare potrebbe essere ancora più lunga. C’è una sensazione crescente che il mondo stia sprofondando in un disordine che viene ulteriormente aggravato dalla crisi economica globale.

Parlando con persone di diversi Paesi, mi sento porre ripetutamente queste domande: che cosa sta succedendo? Che cosa succederà? Perché i leader politici mondiali non sono riusciti ad affrontare con successo né le vecchie né le nuove minacce? Sono domande legittime. Per rispondere, dobbiamo guardare alle cause sottostanti ai recenti eventi.

Sono convinto che la radice profonda dell’attuale e diffuso scompiglio stia nell’incapacità o nella mancanza di volontà dei leader politici di valutare correttamente la situazione dopo la fine della guerra fredda e di instradare concordemente il mondo su una nuova via. Il «complesso del vincitore», la fanfara trionfale suonata dall’Occidente dopo che l’Unione sovietica è scomparsa dall’arena internazionale - ha oscurato il fatto che la fine della guerra fredda non è stata la vittoria di una parte o di un’ideologia. È stata invece un risultato comune e l’avvio di una comune sfida, la chiamata a un grande cambiamento. Ma perché cambiare, hanno pensato i politici occidentali, se tutto va bene così com’è? Avrebbero continuato a governare il mondo con la loro infallibile dottrina del libero mercato e con alleanze tipo la Nato, che era pronta ad assumere la responsabilità della pace in Europa e altrove.

Lo scotto è arrivato nel 2008. È probabile che continueremo per un bel pezzo, negli anni futuri, a pagare il prezzo di queste strategie mal concepite, a meno che non abbiamo il coraggio di guardare alle cose onestamente e di ripensare il nostro approccio agli affari mondiali.

In tutto il mondo si avverte l’ansia di voltare pagina. Il desiderio si è manifestato con evidenza in novembre, in un evento che può essere preso a simbolo della volontà di cambiare e che può fare da catalizzatore al cambiamento stesso. Dato il ruolo speciale che gli Stati Uniti continuano a esercitare nel mondo, l’elezione a presidente di Barack Obama può avere conseguenze ben al di là del suo Paese.

Il popolo americano ha avuto l’opportunità di dire la sua; adesso tutto dipende da come il nuovo presidente e la sua squadra risponderanno alla sfida. Le elezioni politiche americane hanno già sortito una prima conseguenza: il summit G-20 a Washington ha lanciato la formula di una nuova leadership mondiale, raccogliendo tutti i Paesi responsabili del futuro dell’economia globale. E in gioco c’è anche più dell’economia.

Di per sé, il fatto che ai Paesi del G-8 si siano aggregati su un piano di parità la Cina, l’India e il Brasile e altri nove Paesi ha rappresentato il riconoscimento (benché forse riluttante) che gli equilibri politici ed economici del mondo sono cambiati. Adesso è un fatto accettato che una singola potenza centrale, in qualunque modo concepita, non è più possibile. La sfida dello tsunami finanziario ed economico globale può essere affrontata solo lavorando insieme.

Sta emergendo l’idea di un nuovo modo di affrontare la crisi a livello nazionale e internazionale. I passi ora contemplati sembrano più confacenti ai bisogni del mondo globalizzato rispetti al precedente approccio, fondato sulla speranza che il mercato avrebbe preso cura di se stesso. Se le idee attuali di riforma delle istituzioni finanziarie ed economiche saranno realizzate con coerenza, vorrà dire che ci saremo finalmente resi conto dell’importanza della «governance» globale. Una governance che renda l’economia più razionale e più umana. La sfida è gigantesca, non solo per l’economia mondiale. Tuttavia può essere vinta. Dobbiamo incoraggiare un dialogo equo, democratizzare le relazioni fra le nazioni e respingere le tendenze militaristiche nella politica e nel modo di pensare. È questa la nuova agenda della politica internazionale.

Copyright The New York Times Syndicate

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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