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Post n°588 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Iraq/Iran: tre uomini a rischio di condanna a morteData di pubblicazione dell'appello: 29.01.2009Status dell'appello: attivoUA 03/09 - MDE 14/001/2009

Impiccagione pubblica, Iran 2002 ©APGraphicsBank
Impiccagione pubblica, Iran 2002 ©APGraphicsBank

Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri, Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri e Naji 'Aboud 'Obidawi sono a rischio di ritorno forzato dall'Iraq verso l'Iran, dove potrebbero essere sottoposti a tortura e condannati a morte.

I tre uomini, di nazionalità iraniana e membri della comunità araba Ahwazi, sono rinchiusi nella prigione di al-'Amara, a sud di Baghdad.

Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri e Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri sono fuggiti in Iraq nel dicembre 2007 e arrestati nella città di Basra. Accusati di essere entrati in territorio iracheno illegalmente, sono stati condannati a un anno di prigione e trasferiti a al-'Amara per scontare la pena. Avendo scontato la sentenza, i due uomini potrebbero essere forzati a rientrare in Iran, dove sono ricercati per aver organizzato delle proteste antigovernative nell'aprile del 2005.

 

Naji 'Aboud 'Obidawi è fuggito in Iraq a giugno del 2008, anche lui è stato arrestato e trasferito nella prigione di al-'Amara. Amnesty International non è a conoscenza delle motivazioni del suo arresto, né delle accuse a suo carico. È probabile che sia stato arrestato per essere entrato illegalmente in Iraq. Nel suo paese, Naji 'Aboud 'Obidawi stava scontando una condanna a 10 anni di carcere, per aver preso parte alle proteste del 2005. Quando gli è stato consentito di lasciare il carcere per far visita alla sua famiglia, l'uomo ha deciso di fuggire in Iraq.

Informazioni di base

Molti membri della comunità araba iraniana vivono nella provincia di Khuzestan, che confina con l'Iraq. La zona è molto importante dal punto di vista strategico poiché in questo sito è presente la maggior parte delle riserve petrolifere iraniane. La popolazione araba, tuttavia, non ne trae alcun beneficio economico in quanto tutte le rendite sono prerogativa della popolazione persiana.

Nel 2005, ad aprile, furono organizzate numerose manifestazioni di protesta in seguito alla decisione delle autorità di disperdere la popolazione araba nel territorio iraniano così da costringerla a rinnegare e dimenticare la loro origine etnica. Centinaia di persone furono arrestate in seguito ad attentati negli impianti petroliferi e nella città di Ahvaz, che uccisero almeno 14 persone. Ulteriori attentati, a gennaio del 2006, dove morirono almeno sei persone, furono seguiti da altri arresti di massa. Almeno 17 persone sono state messe a morte con l'accusa di aver organizzato questi attentati, non è chiaro se un altro uomo sia stato messo a morte o sia deceduto in carcere.

Come Stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e della Convenzione contro la tortura (CAT), l'Iraq ha l'obbligo di non forzare il ritorno di persone verso paesi dove potrebbero essere sottoposte a tortura e altri maltrattamenti. Inoltre, tutti gli Stati sono vincolati al principio internazionale di non-refoulment che proibisce il ritorno forzato verso paesi dove è alto il rischio di subire gravi abusi dei diritti umani, compresa la tortura.

S.E. il Signor Mazin Abdulwahab Thiab
Consigliere della Repubblica dell'Iraq
Ambasciata della Repubblica dell'Iraq
Via della Camilluccia, 355
00135 Roma
fax: 06 3014445
E-mail: iraqembroma@yahoo.it

A:
Presidente Jalal Talabani
Presidente della repubblica dell'Iraq
 
Eccellenza,

Le scriviamo in quanto soci e sostenitori di Amnesty International, organizzazione non governativa che lavora dal 1961 in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Chiediamo di rivolgere la Sua attenzione ai casi di Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri, Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri e Naji 'Aboud 'Obidawi.

I tre uomini, di nazionalità iraniana e membri della comunità araba di Ahwazi, sono detenuti nella città di al-'Amara, a sud di Baghdad.

La esortiamo affinché Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri, Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri e Naji 'Aboud 'Obidawi non siano forzati a rientrare in Iran dove potrebbero essere sottoposti a tortura e condannati a morte.

Le ricordiamo che gli obblighi internazionali del governo iracheno stabiliscono che nessun individuo debba essere forzato a tornare in un paese dove potrebbe essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani, inclusa la tortura.

La ringraziamo per l'attenzione.

 
 
 

firma gli appelli

Post n°587 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 
Tag: cina

Repubblica popolare cinese: Gao Zhisheng, avvocato e difensore dei diritti umani è a rischio di tortureData di pubblicazione dell'appello: 03.02.2009Status dell'appello: attivoAggiornamento UA 24/09 - ASA 17/004/2009

Gao Zhisheng ©Hu Jia
Gao Zhisheng ©Hu Jia

Secondo quanto riportato dall'emittente statunitense Radio Free Asia il 4 febbraio 2009 l'avvocato Gao Zhisheng è stato prelevato dalla sua abitazione nella provincia dello Shaanxi da 10 agenti delle forze di sicurezza. È attualmente detenuto in totale isolamento in un luogo non noto. Amnesty International (AI) teme che possa subire torture e maltrattamenti.

La stessa Radio Free Asia ha fatto sapere il 5 febbraio che le autorità, in occasione del Capodanno cinese (26 gennaio), avevano disposto il trasferimento di Gao Zhisheng dalla capitale Pechino verso la sua città d'origine nello Shaanxi.

 

Gao Zhisheng era stato arrestato una prima volta il 22 agosto 2006. Dopo un processo sommario, nel dicembre dello stesso anno, era stato condannato a tre anni di prigione con l'accusa di "incitamento alla sovversione" per aver organizzato uno sciopero della fame per denunciare le vessazioni subite da altri difensori dei diritti umani. La condanna era stata poi sospesa. Da quel momento, tuttavia, lui e la sua famiglia erano stati tenuti costantemente sotto sorveglianza.

Nell'aprile 2007, Gao Zhisheng aveva denunciato le torture e i maltrattamenti subiti durante la detenzione in attesa del processo. A seguito delle sue denunce, le minacce e i controlli contro di lui e la sua famiglia si erano intensificati.

Nel settembre dello stesso anno, Gao Zhisheng aveva trascorso alcune settimane in carcere per aver denunciato al Congresso Usa la situazione dei diritti umani in Cina. In quell'occasione, era stato sottoposto a brutali torture: pestaggi, scariche elettriche sui genitali, sigarette accese poste vicino agli occhi. Dopo il rilascio, persone a lui vicine lo avevano descritto come "un uomo distrutto", sia fisicamente che psicologicamente.

Informazioni di base

I difensori dei diritti umani in Cina che tentano di denunciare le violazioni e le politiche repressive del governo o che cercano di coinvolgere altre persone nelle loro iniziative, si trovano in costante pericolo. Molti sono detenuti a seguito di processi politici, mentre è in continua crescita il numero di persone poste agli arresti domiciliari e sotto stretta sorveglianza da parte della polizia.

Prime Minister of the People's Republic of China
WEN Jiabao Guojia Zongli
The State Council General Office
2 Fuyoujie
Xichengqu
Beijingshi 100017
People's Republic of China
Fax: +86 10 65961109

Eccellenza,

Le scriviamo in quanto soci e sostenitori di Amnesty International, l'Organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Le chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di Gao Zhisheng.

La esortiamo a garantire che, durante la custodia, non sia sottoposto a tortura o ad altri maltrattamenti e a rendere noto il luogo in cui è detenuto.

La esortiamo inoltre ad assicurare a Gao Zhisheng l'accesso a un avvocato e a qualsiasi trattamento medico di cui possa avere bisogno.

Infine, Le chiediamo di intraprendere misure efficaci ad assicurare che tutti i difensori dei diritti umani possano condurre le loro attività pacifiche senza il timore di detenzione arbitraria, arresto, ostacoli o intimidazioni, in linea con quanto stabilito dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani.

La ringraziamo per l'attenzione.

 
 
 

Le cose che ho imparato nella vita

Post n°586 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

“Le cose che ho imparato nella vita”
di Paulo Coelho

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:

- Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
- Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
- Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
- Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
- Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
- Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
- Che la pazienza richiede molta pratica.
- Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
- Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
- Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto te stesso.
- Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
- Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
- Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
- Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
- Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
- La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
- E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
- Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
- Non cercare le apparenze, possono ingannare.
- Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
- Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
- Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
- Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
- Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
- Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
- Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
- Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
- Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
- Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange.
 
 
 

Caso Politkovskaia: triplice assoluzione per gli indagati

Post n°585 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

19/02/2009







Secondo la giuria gli indagati non sono perseguibili. L'avvocato di famiglia della giornalista uccisa: ''nessuna sorpresa''



La sentenza per l'omicidio della giornalista Anna Politkovskaia proscioglie gli indagati dalle accuse loro rivolte. ‘'Nessuna sorpresa'' è il commento che l'avvocato della famiglia della vittima ha rilasciato alla radio Eco di Mosca, criticando l'operato degli inquirenti già in fase di acquisizione delle prove.


La donna quarantottenne, madre di due figli e giornalista per Novaya Gazeta fu uccisa da un sicario sotto il portone di casa nella serata del 7 ottobre 2006. Il legale della vittima, nell'annunciare una conferenza stampa presso l'agenzia Interfax, sottolinea ancora una volta il fatto che nulla sia mai stato fatto per scovare i reali mandanti degli assassini, che - sostiene - godrebbero di importanti protezioni da parte del Cremino. La pubblica accusa ha immediatamente dichiarato il ricorso in appello. I dodici giurati, dopo tre ore di camera di consiglio, hanno ritenuto non provate le responsabilità degli imputati: Sergei Khadzhikurbanov, ex dirigente della polizia moscovita e già in servizio per il ministero dell'interno, indicato come mandante; i fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, accusati come gli esecutori materiali del crimine; il colonnello Pavel Riaguzov dell'Fsb, i servizi segreti centrali, principale erede del Kgb sovietico, che era stato incriminato per abuso d'ufficio ed estorsione. Resta ricercato all'estero Rustan Makhmudov, presumibilmente, il killer.


 
 
 

BERLUSCONI LODATO

Post n°584 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Mills condannato, Berlusconi "lodato"


Mills condannato, Berlusconi "lodato"

La sentenza di primo grado è arrivata: l'avvocato inglese David Mills, consulente della Fininvest per la finanza estera inglese, si è beccato in primo grado 4 anni e 6 mesi di galera. Mills è quindi il presunto corrotto.

Ovviamente, quando c'è un presunto corrotto (la sospetta forma dubitativa è d'obbligo in quanto nessuno può essere considerato colpevole di niente fino a sentenza definitiva, che comunque in questo processo non arriverà mai) ci deve essere per forza un altrettanto presunto corruttore, che però in questo specifico caso si avvale di una leggina predisposta per l'occasione.

Se ne riparlerà quindi tra 5 anni (forse).



 
 
 

berlusconi e la mazzetta

Post n°583 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 


L'avvocato inglese David Mills e' stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari. Questo vuol dire che è stata accertata anche la colpevolezza di Berlusconi. Mills ha intascato la tangente che Silvio Berlusconi gli ha versato. 600.000 dollaroni.
Aveva confessato, Mills, a suo tempo, con una lettera al suo commersialista e quest'ultimo (inglese, mica italiano) lo aveva denunciato. I giudici hanno fatto il resto. Tanto di cappello a Nicoletta Gandus che ha presieduto il collegio dei giudici di Milano.
Ridicola la scusante della difesa, secondo cui la presenza di Berlusconi in aula avrebbe compromesso la serenità dei giudici e impedito un'attenta valutazione dei fatti. Mi facciano il piacere! Berlusconi al processo poteva anche non esserci, poiché, per effetto del lodo Alfano, i giudici non possono più indagarlo. Poteva starsene a casa. Ma Silvio al processo ha voluto esserci. Strano? No, perché, essendo coimputato, voleva vedere di pesona 'di che morte morire'. Ma Berlusconi non morirà e non gli faranno nulla (per via del lodo che Napolitano aveva firmato senza indugio), ma rimane il fatto che sia colpevole. Anche questa volta!

 
 
 

IL TESTAMENTO BIOLOGICO

Post n°582 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 




TESTAMENTO BIOLOGICO

_______________________________________________________________________________

(Da compilare in stampatello, date scritte a mano, dati e firme ben leggibili)

Nome e Cognome ..................................................................................................................................
Luogo di nascita ....................................... prov. (ev. paese estero)………………data .......................
Domicilio (via/cap/città/prov)……………….......................................................................................

Addì,............................. in (città) ..................................................... nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.
Qualora fossi affetto:
- da una malattia allo stadio terminale,
- da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
- da una malattia implicante l’utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da
impedirmi una normale vita di relazione, non voglio più essere sottoposto ad alcun
trattamento terapeutico.
Nelle predette ipotesi:
- qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur
consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
- qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto alla
idratazione o alimentazione artificiale;
- qualora io fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie ed urinarie,
emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi
trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione
cardiopolmonare, emodialisi.
Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o di continuazione dell’esistenza dipendente da
macchine.
Detto inoltre le seguenti disposizioni:
□ - Richiedo l’assistenza religiosa (la mia confessione è:………….....................)
□ - Non richiedo alcuna assistenza religiosa
□ - Il mio corpo può essere donato per trapianti
□ - Il mio corpo non deve essere donato per trapianti
□ - Il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici
□ - Il mio corpo non deve essere utilizzato per scopi scientifici e didattici
□ - Io sia cremato (a tale proposito ho già l’iscrizione alla Società di cremazione …………………... di.............................................) e le mie ceneri siano………………………………………………….
□ - Io non sia cremato
□ - Il mio corpo sia inumato (in terra)
□ - Il mio corpo sia tumulato (in loculo)
□ - Io possa morire a casa mia.....................................................................................................
□ - Il mio funerale avvenga ……………………………………………………………………
□ - Che non venga fatto alcun funerale………………………………………………………..
Questo atto, da me coscientemente sottoscritto, avviene di fronte alle seguenti persone (compilare in stampatello):
TESTIMONI (nome, cognome, l. e d. di nascita, indirizzo)

1....................................................................................................................................................

2…………………………………………………………………………………………………..

3......................................................................................................................................................

FIDUCIARIO (nome, cognome, l. e d. di nascita, indirizzo)

.......................................................................................................................................................

che, sottoscrivendo, attestano la veridicità della presente mia dichiarazione di volontà.

Resta inteso che questa mia dichiarazione di volontà, purché mi trovi nella pienezza delle facoltà mentali e fisiche, potrà essere da me revocata e modificata in ogni momento: le persone coinvolte nella presente dichiarazione dovranno prenderne atto.
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.

Firma leggibile del dichiarante ......................................................................................................

Firma leggibile della persona nominata fiduciaria .........................................................................

Firme leggibili dei testimoni
...................................................................... ..........................................................
......................................................................
Disposizione particolare

Nel caso in cui anche la sospensione di ogni trattamento terapeutico non determini la mia morte, chiedo mi venga praticato il trattamento eutanasico nel modo che sarà ritenuto opportuno per una buona morte.
Addì,.............................

Firma leggibile del dichiarante ..................................................................................

Firma leggibile del fiduciario ......................................................................................



 
 
 

ZORRO E' PER LA LA CASTRAZIONE CHIMICA DEL PEDOFILO

Post n°581 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

 


 


di Lucrezia Zingale


Venti miliardi di scambi nel web hanno scandito la circolazione di oltre un milione e settecentomila immagini dello strazio di 36.149 bambini, il 42% dei quali ha meno di 7 anni e il 77% ne ha meno di 9.capp


Dal “Tredicesimo Rapporto Annuale sulla pedofilia on line” di Telefono Arcobaleno viene rilanciata l’agghiacciante denuncia dello “scempio di bambini” che si è consumato in questi anni, che, come ha sottolineato il presidente e fondatore di telefono arcobaleno -Giovanni Arena- “non ha nulla di virtuale ma si realizza con quell’abominevole violenza che la furia criminale dei pedofili vuole fotografare e filmare per perpetuare quell’orrore infinite volte nel tempo e nello spazio. Uno scempio di bambini che si è nutrito e avvantaggiato del silenzio spaventoso delle persone oneste, oltre che delle speculazioni economiche che continuano a prevalere con forza su quelle etiche, morali e umanitarie.. Uno scenario che disintegra la credibilità delle istituzioni nazionali e sovranazionali, che annienta i valori di libertà e dignità della persona umana e persino la credibilità di ciascuno di noi. Stati Uniti d’America, Germania, Russia, Regno Unito, Italia, Francia, Canada e Giappone, il “G8″ ovvero i cosiddetti “Paesi industrializzati”, insieme a Spagna e Polonia, rappresentano i tre quarti dei clienti del pedo-business, dell’unico mercato al mondo capace di porsi al di sopra della morale e al di fuori della coscienza e di disporre impunemente della vita altrui”.


images1Un mercato formalmente illegale ma di fatto libero, come denuncia Arena che aggiunge “se è vero, come è vero che chiunque di noi in questo momento può estrarre dal portafoglio la propria carta di credito, scegliere razza, età, genere di perversione sessuale, tratti somatici della bambina preferita, e acquistare pressoché impunemente la propria collezione fotografica o il proprio film pedofilo. Un mercato che non conosce crisi, che è cresciuto del 149% negli ultimi sei anni mentre in Europa si discuteva di questioni assai marginali, come il “grooming on line” o i filtri statali dei contenuti di internet, i quali minacciano la libertà della rete restando inoffensivi per le organizzazioni criminali, che continuano a crescere del tutto insensibili alle punture di spillo che ricevono…. Meno dell’1% dei bambini vittime della pedofilia on line è stato identificato; questo dato basta da solo a segnare l’esigenza di riallineare la lotta alla pedofilia sugli obiettivi prima ancora che sulle strategie da adottare”.


Tredici rapporti annuali hanno scandito un percorso nel quale Telefono Arcobaleno - l’Organizzazione che per prima nel mondo ha affrontato e contrastato la pedofilia on line - continua a mantenere fede ai propri principi di indipendenza e di autonomia, con la consapevolezza che la materia trattata, quella della denuncia dello sfruttamento sessuale dei bambini, rappresenta il più valido ed efficace strumento per misurare il valore dei governi e della democrazia nell’intera comunità internazionale

 
 
 

Adesso i preti pedofili fanno coming out che vergogna!!!!!

Post n°580 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Adesso i preti pedofili fanno coming out
(per visionare il video clicca qui)

 La pedofilia dei preti è così diffusa nel mondo civilizzato, e da qualche tempo anche nel nostro Paese, che quelli che ne sono affetti cominciano a sentire l'esigenza di confessare pubblicamente la loro colpa. 

 

confessione

Un giovane venticinquenne si è avvicinato alle "Iene", per confidare loro che aveva avuto una relazione sessuale durata dieci anni con un prete pedofilo. Una troupe televisiva si è recata allora a casa di questi, per chiedergli conferma della dichiarazione.
All'inizio il prete ha cercato di far passare il ragazzo per uno di quei bugiardi matricolati, che fanno continue insinuazioni e raccontano le solite menzogne sui preti. In seguito però, assediato da domande sempre più indiscrete, ha ammesso tutto, ma ha specificato che il ragazzo era stato il primo a fare delle avance, che lui non aveva resistito e che poi non aveva trovato più la forza di troncare un rapporto che lo aveva caricato di un gravoso senso di colpa. Ha raccontato, infine, che il ragazzo veniva a trovarlo tutti i giorni con il pretesto di utilizzare il suo computer per cercare lavoro, poi cominciava ad accarezzarlo, a toccarlo nelle parti intime e a baciarlo in bocca e infine lo costringeva a masturbarlo e ad avere un rapporto orale.
A questo punto le Iene gli hanno chiesto perché non si era ribellato alle imposizioni del ragazzo e il prete, che parlava come una vittima piuttosto che come un predatore sessuale, ha spiegato che la sua unica colpa era stata quella di non aver avuto la forza di mettere fine a quella ignominiosa relazione, perché in quei momenti non si rendeva conto della gravità della situazione. 


molestie dei preti pedofili
Il sacerdote è sembrato sinceramente tormentato e ansioso di liberarsi del senso di colpa che lo opprimeva. Sembra strano però che una persona che viene tutti i giorni a contatto con i bambini non sia capace di gestire una situazione di questo tipo. Comunque siano andate le cose, è indubbio che il giovane si porterà dietro la ferita psicologica subìta per tutta la vita.
Sarebbe auspicabile una maggior collaborazione della Chiesa con la magistratura. E' vero che questo farebbe scoppiare numerosi scandali, ma il vero scandalo è quello di tenere nascosti eventi che, una volta venuti a galla, avranno un impatto dagli effetti imprevedibili sulla pubblica opinione.

 http://www.youtube.com/watch?v=_vGSbt3paXo&feature=related

http://video.google.it/videoplay?docid=7098018218688842863

 

 
 
 

berlusconi vuole il prete la bacchetta

Post n°579 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 


CRISTIANESIMO OBBLIGATORIO A SCUOLAUNA PREOCCUPANTE RISOLUZIONE DELLA CAMERA



La risoluzione approvata dalla VII Commissione permanente della Camera dei Deputati sul tema "Salvaguardia della tradizione culturale e spirituale legata al Cristianesimo nelle politiche scolastiche" è un insulto alla cultura ed alla conoscenza delle reali radici culturali italiane che non sono esclusivamente basate sul cattolicesimo e sul cristianesimo e, se fossi cattolica giudicherei un insulto allo spirito CRISTIANO l'imposizione e la salvaguardia per legge di una religione e di un insegnamento che per sua natura dovrebbe essere abbracciato e scelto consapevolmente da ogni individuo. Il cristianesimo predica l'amore e l'accoglienza, mi pare, non l'imposizione e la salvaguardia di un popolo dall'altro...
Sul mio blog ho inserito il testo della risoluzione ed il testo della relazione governativa

 
 
 

guanatano della discordia

Post n°578 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Stati Uniti: 17 uiguri detenuti a Guantánamo Bay
Data di pubblicazione dell'appello: 28.01.2009
Status dell'appello: attivo
Aggiornamento UA 278/08 - AMR 51/013/2009


©Associated Press Italia
©Associated Press Italia


Diciassette prigionieri di etnia uigura (Huzaifa Parhat, Abdul Semet, Jalal Jaladin, Khalid Ali, Sabir Osman, Abdul Sabour, Abdul Nasser, Hammad Memet, Edham Mamet, Arkin Mahmud, Bahtiyar Mahnut, Ahmad Tourson, Abdur Razakah, Anvar Hassan, Dawut Abdurehim, Abdul Ghappar Abdul Rahman e Adel Noori) sono ancora detenuti presso la base navale statunitense di Guantánamo Bay, a Cuba, nonostante quatto mesi fa un giudice federale avesse stabilito che la loro detenzione era illegale e ne avesse ordinato il rilascio. L'ordinanza era stata tuttavia sospesa dopo un ricorso della precedente amministrazione statunitense alla Corte degli appelli federali, in cui si affermava che la sentenza del giudice Urbina rappresentava un provvedimento "stravagante". Ad oggi la Corte non si è ancora pronunciata.



 



Il 22 gennaio 2009, due giorni dopo il suo insediamento, il presidente Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo con cui ha impegnato la nuova amministrazione Usa a chiudere il centro di detenzione di Guantánamo "il prima possibile" e comunque non oltre un anno. L'ordine esecutivo chiede inoltre al Procuratore generale di coordinare immediatamente una "revisione complessiva" di tutti i casi di Guantánamo e di decidere il destino giudiziario di ogni singolo detenuto. L'ordine esecutivo non contiene disposizioni riguardo al rilascio dei detenuti in territorio statunitense.




Il 7 ottobre 2008, con una decisione che può definirsi storica, il giudice Ricardo Urbina della Corte federale del distretto di Columbia aveva ordinato al governo di rilasciare i 17 uiguri detenuti da oltre sette anni a Guantánamo. I 17 uomini erano stati arrestati nel 2001 in Pakistan, venduti dalle forze pachistane a quelle statunitensi in cambio di una taglia di 5000 dollari a persona e trasferiti a Guantánamo nel 2002. Il governo Usa ha riconosciuto che i 17 uomini non sono "combattenti nemici". Gli Stati Uniti hanno accettato di non espellerli verso la Cina, dove potrebbero trovarsi a rischio di tortura o esecuzione; tuttavia, la precedente amministrazione non è riuscita a trovare un paese in grado di accoglierli.




L'ordine esecutivo del presidente Obama sottolinea come, a seguito di "nuovi sforzi diplomatici", dovrebbe essere trovata "una soluzione appropriata per buona parte" dei detenuti di Guantánamo e chiede al Segretario di Stato di proporre e condurre in tempi brevi negoziati con i governi stranieri. Alcuni governi hanno dichiarato la propria disponibilità ad accogliere quei detenuti che non possono far ritorno nei propri paesi a causa delle violazioni dei diritti umani che potrebbero subire.




Amnesty International crede che la nuova amministrazione statunitense debba fare la sua parte, accogliendo sul proprio territorio i detenuti rilasciati e incoraggiando gli altri governi a fare altrettanto. L'amministrazione statunitense potrebbe iniziare ritirando il ricorso contro la sentenza del giudice Urbina e rilasciando i 17 uiguri negli Stati Uniti. Amnesty International non vede ragioni per cui il loro rilascio debba essere ulteriormente rimandato.





Mark R. Filip, Acting Attorney General
US Department of Justice
950 Pennsylvania Avenue NW
Washington, DC 20530-0001
USA
Fax: +1 202 307 6777
Email: AskDOJ@usdoj.gov




Egregio Procuratore Generale,

Le scriviamo come sostenitori di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Accogliamo con favore l'impegno del presidente Barack Obama a chiudere il centro di detenzione di Guantánamo e auspichiamo che l'intenzione dichiarata di farlo "il prima possibile" sia interpretata e attuata con l'urgenza necessaria.

Esprimiamo preoccupazione per il fatto che, quasi quattro mesi dopo che il giudice della Corte distrettuale Ricardo Urbina ne ha ordinato il rilascio negli Stati Uniti, 17 cittadini uiguri si trovano ancora in uno stato di detenzione indefinita presso la base di Guantánamo.

Dal nostro punto di vista, non c'è bisogno di includere il caso degli uiguri in quelli dell'agenzia di revisione prevista dall'ordine esecutivo del presidente Obama.

Esprimiamo soddisfazione per il supporto della comunità locale statunitense che si è offerta di aiutare gli uiguri a costruirsi una nuova vita fuori da Guantánamo.

Sottolineiamo come mobilitarsi per lasciar cadere l'appello contro la sentenza del giudice Urbina ed accogliere gli uiguri negli Stati Uniti non potrebbe far altro che trasmettere un segnale positivo a quei governi che vogliono collaborare con la nuova amministrazione accogliendo i detenuti che non possono tornare nei propri paesi.

Infine, Le chiediamo, in nome del senso di umanità e della giustizia, di rilasciare in territorio statunitense i 17 detenuti uiguri e di agire per assicurare un esito giusto, sicuro e duraturo alla vicenda di questi uomini.

Vi ringraziamo per l'attenzione.


 
 
 
 
 
 
 
 
 

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