Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

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ECCO LA RISPOSTA A CHI VUOLE SCIPPARCI IL 25 APRILE

Post n°611 pubblicato il 27 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

Andrea Caslini (Rocco)

Di anni 23 – falegname - nato a Gorle il 21 Settembre 1921.
Nel Giugno 1944 entra a far parte della 53a Brigata Garibaldi operante nel Bergamasco.
Catturato il 17 Novembre 1944 alla Malga Lunga sul Monte di Sovere.
Processato il 19 Novembre a Lovere e fucilato il 21 Novembre al cimitero di Costa Volpino (Bg).

Costa Volpino (Bg) 21 Novembre 1944

Caro padre, sorella e cognato, questo è il mio ultimo saluto e scritto che vi giunge, poiché fra minuti la mia vita sarà spenta, dovreste promettermi di non piangere perché vano.
Sono contento che tra poco rivedrò la nostra cara mamma, e sarei di rimanervi sempre con lei.
Un saluto ancora e che questo vi giunga in segno di vittoria e di libertà per tutti gli italiani.
Muoio per l'Italia!
Una stretta di mano e un bacio a te babbo, a te sorella e a te cognato e baci ai tuoi bambini.
Tanti saluti a chi domanderanno di me.
Arrivederci in cielo.
W l'Italia martoriata che presto rifiorirà libera e indipendente

 
 
 

IL REGIME E' A LAVORO MA REPORT NON SI TOCCA PAROLA DI ZORRO

Post n°610 pubblicato il 24 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 


La Gabanelli come Santoro. Dopo le polemiche sulle puntate di “Annozero” dedicate al terremoto d’Abruzzo, ecco la notizia che la conduttrice di “Report”, Milena Gabanelli, sarebbe stata deferita al Comitato Etico della Rai per la puntata di Report della settimana settimana scorsa, dedicata alla “social card” e ai costi enormi che questa sarebbe costata alle casse dello Stato. L’inchiesta sembra non sia piaciuta al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervistato durante la puntata, che avrebbe sollevato in prima persona la questione al Comitato etico della televisione di Stato.

 

E così, dopo le sanzioni dell’azienda di Viale Mazzini a Michele Santoro e al vignettista Vauro Senesi, la mannaia sembra pronta a essere calata anche sulla Gabanelli, considerata anche dagli osteggiatori di Santoro come un modello di riferimento, come una giornalista che appare poco e che fa parlare i fatti.

Sulla vicenda non sono mancate le reazioni politiche: “Report era e resta il fiore all’occhiello del giornalismo d’inchiesta del servizio pubblico radiotelevisivo nel nostro paese - è stato il commento affidato ad una nota di Giorgio Merlo, Pd, vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai - Mai risse, mai polemiche astiose, mai faziosità, mai volgarità e mai pregiudiziali di natura politica o personale. Solo e soltanto il racconto crudo dei fatti. Qualunque minaccia di inchiesta interna, vera o falsa che sia, contro Report significherebbe una pesante ed inaccettabile riduzione della libertà di espressione e del vero giornalismo all’interno della Rai. Chi crede in una Rai pluralista qualificata e autorevole - conclude la nota - non può contrastare Report. E’ bene che lo sappiano anche i vertici di viale Mazzini”.

Sulla stessa linea anche Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai: “Si può solo rimanere sconcertati di fronte alla constatazione che si pensa di affrontare temi così sensibili come l’informazione e la critica in televisione rispolverando pulsioni censorie francamente molto preoccupanti. Queste prime mosse smentiscono un impegno proclamato da tutte le forze politiche che era quello di rilanciare, con una piena governance, il servizio pubblico che in tutti i Paesi europei assicura il pluralismo delle opinioni, anche le più discutibili”. “Ho chiesto - ha concluso Morri - al presidente Zavoli di attivarsi con la Rai per sapere se corrisponde a verità che sarebbe in corso un’inchiesta interna anche sulla trasmissione Report e di discuterne al più presto in commissione parlamentare di Vigilanza“.

Intanto le vicende Gabanelli-Santoro sono arrivate fino a Strasburgo. Lucio Manisco e Giuseppe Di Lello, due ex deputati del Palamento italiano ed europeo insieme al giornalista Alessandro Cisilin hanno portato la querelle all’attenzione del Consiglio d’Europa - Assemblea Parlamentare, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Commissario per i diritti umani. I tre promotori dell’esposto hanno motivato la loro azione con le misure censorie e disciplinari adottate nei confronti dei due programmi di giornalismo investigativo condotti dai due giornalisti sotto accusa e con le presunte interferenze del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sulle nomine dei vertici Rai.

L’esposto, depositato al Consiglio d’Europa, si richiama all’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali, nonché a due risoluzioni, approvate a larghissima maggioranza nel 2004 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa, che avevano denunziato nel nostro paese il conflitto di interessi tra proprietà e controllo delle aziende televisive da parte di Silvio Berlusconi e le sue funzioni istituzionali di presidente del Consiglio.

La richiesta agli organi competenti del Consiglio d’Europa è il varo di una “indagine conoscitiva” e di un “monitoraggio di questi e prevedibili nuovi attacchi alla libertà di informazione in Italia“, nonché un richiamo al governo e al Parlamento della Repubblica Italiana acciocché osservino i rilievi già avanzati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa.

 
 
 

STIMO DIVENTANDO TUTTI POVERI

Post n°609 pubblicato il 22 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 
Tag: italia

Istat, In Italia Vivono 2 Mln e 427 Mila Poveri. Più Colpite Le Famiglie Numerose e Del Meridione

Istat, In Italia Vivono 2 Mln e 427 Mila Poveri. Più Colpite Le Famiglie Numerose e Del

Roma, 22 apr. - (Adnkronos/Labitalia) - Nel 2007, in Italia, sono 975 mila le famiglie in condizioni di povertà assoluta (il 4,1% delle famiglie residenti). In queste famiglie vivono 2 milioni e 427 mila persone, il 4,1% dell'intera popolazione. E' quanto emerge dai dati sulla povertà in Italia nel 2007, diffusi oggi dall'Istat.

Tra il 2005 e il 2007, l'incidenza di povertà assoluta (la percentuale di famiglie e di persone povere sul rispettivo totale delle famiglie e delle persone residenti in Italia) è rimasta stabile e sostanzialmente immutate sono anche le caratteristiche delle famiglie povere in termini assoluti.

Il fenomeno è maggiormente diffuso nel Sud e nelle Isole, dove l'incidenza di povertà assoluta (5,8%) è circa due volte superiore a quella osservata nel resto del Paese: nel 2007, tra le famiglie residenti nel Nord la percentuale delle famiglie povere in termini assoluti si attesta, infatti, al 3,5%, e al 2,9% tra le famiglie del Centro. Le incidenze più elevate si osservano tra le famiglie di maggiori dimensioni, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni, o con membri aggregati. Anche tra le famiglie con componenti anziani i valori di incidenza sono superiori alla media, soprattutto se si tratta di anziani soli. La povertà è, infine, fortemente associata a bassi livelli di istruzione, a bassi profili professionali (working poor) e all'esclusione dal mercato del lavoro.

La presenza di più figli minori all'interno della famiglia si associa a un disagio economico ancor più evidente: tra le famiglie con un solo figlio minore è pari al 3,1%, sale al 3,8% e al 10,5% rispettivamente se i figli sono due o più di due. Valori di incidenza superiori alla media si osservano anche tra le famiglie monogenitore (4,9%) e tra le famiglie con almeno un anziano (5,4%). Un'incidenza più elevata si osserva anche tra le famiglie con a capo una donna (4,9%) che, nella maggior parte dei casi, sono rappresentate da anziane sole (55%) e da donne sole con figli (21%).

L'indagine dell'Istat poi, analizza l'incidenza della povertà a seconda della persona di riferimento: laddove il 'capofamiglia' ha meno di 65 anni l'incidenza è generalmente inferiore alla media; tuttavia, tra il 2005 e il 2007, le famiglie che hanno come persona di riferimento un adulto tra i 45 e i 54 anni mostrano segnali di peggioramento: l'incidenza passa, infatti, dal 2,6% al 3,4%. Al contrario, tra le famiglie con persona di riferimento giovane (fino a 34 anni) si registra un lieve miglioramento (dal 4,1% al 3%), probabilmente perche' sempre più spesso solamente i giovani che hanno raggiunto una piena indipendenza economica lasciano la famiglia di origine (i single giovani, che nel 2005 rappresentavano il 9,6% delle famiglie assolutamente povere, nel 2007 scendono al 6,7%; stabile la percentuale tra i non poveri, pari al 9,2%).

Nel 2007 in Italia erano 975 mila le famiglie in condizioni di povertà assoluta, pari al 4,1% di quelle residenti. In queste famiglie vivono 2 milioni e 427 mila individui, il 4,1% dell'intera popolazione. Continua a leggere questa notizia

E' quanto emerge dal rapporto 2007 sulla povertà assoluta in Italia diffuso oggi da Istat in base al quale tra il 2005 e il 2007, l'incidenza di povertà assoluta è rimasta stabile e sostanzialmente immutate sono anche le caratteristiche delle famiglie povere in termini assoluti.

Il fenomeno è maggiormente diffuso nel Sud e nelle Isole, dove l'incidenza di povertà assoluta (5,8%) è circa due volte superiore a quella osservata nel resto del Paese: nel 2007, tra le famiglie residenti nel Nord la percentuale delle famiglie povere in termini assoluti si attesta, infatti, al 3,5%, e al 2,9% tra le famiglie del Centro.

La stima dell'incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia di povertà che corrisponde alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un determinato paniere di beni e servizi. Tale paniere rappresenta l'insieme dei beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, sono considerati essenziali a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile, spiega l'istituto di statistica.

La soglia di povertà assoluta varia in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza. Con un calcolo approssimativo si potrebbe dire che la soglia mensile di povertà varia da un minimo di 400 euro circa per una sola persona con più di 75 anni residente in un piccolo comune del Sud ad un massimo di 1.600 euro circa per una famiglia numerosa che vive in un'area metropolitana. La spesa familiare considerata è quella rilevata dall'indagine sui consumi delle famiglie.

 
 
 

sesso in crisis

Post n°608 pubblicato il 22 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

Germania, la crisi mette in ginocchio l'industria del sesso 

Di Erik Kirschbaum Continua a leggere questa notizia

Non c'è voluto molto perchè la crisi finanziaria globale colpisse anche il mestiere più antico del mondo, in Germania.

In uno dei pochi paesi dove la prostituzione è legale e inconsuetamente trasparente, l'industria ha risposto con un pacchetto economico anticrisi per risollevare un mercato anemico: nuovi oggetti da vendere, ribassi nei prezzi ed alcune trovate particolari per incrementare una domanda in declino.

Alcuni club hanno tagliato i prezzi o sperimentato promozioni mentre altri hanno introdotto una tariffa per il tutto compreso. Navette gratuite per andare e venire dai club, sconti per gli habituè e per i tassisti e ticket giornalieri sono solo alcune delle strategie commerciali adottate per permettere al business di andare avanti.

"I tempi sono duri anche per noi", ha detto Karin Ahrens, direttrice del "Yes, Sir" club di Hannover. La Ahrens ha dichiarato a Reuters che le entrate hanno avuto un calo del 30% nel suo club, mentre il giro d'affari, in altri night, è crollato anche del 50%.

"Stiamo decisamente accusando la crisi. I clienti sono molto più parchi con i loro soldi, sono spaventati. Non si possono più far pagare gli extra e ci sono pressioni per avere sconti. Tutti vogliono risparmiare. In questi giorni sono essenziali le promozioni".

La Germania conta circa 400 mila prostitute professioniste. Le stime ufficiali non fanno distinzioni in base al sesso e non si conosce il numero a cui ammonta la prostituzione maschile, ma si sa che è una piccola frazione del business globale. Legalmente, gli uomini che si prostituiscono sono considerati al pari delle donne.

Nel 2002, una nuova legislazione ha consentito alle prostitute di farsi pubblicità e di firmare formali contratti di lavoro. Questo ha consentito loro di ottenere l'assicurazione sanitaria, in precedenza negata.

Le entrate annuali ammontano a circa 14 miliardi di euro, stando a una stima del sindacato dei servizi Verdi. La tassazione sulla prostituzione è un importante fonte di guadagno per alcune città. Prostituzione che, oltre che in Germania, è legale e regolamentata anche in Olanda, Austria, Svizzera, Ungheria, Grecia, Turchia, in alcune parti dell'Australia e nello stato americano del Nevada.

In altri paesi, come Lussemburgo, Lettonia, Danimarca, Belgio e Finlandia, la prostituzione è legale ma le case d'appuntamenti e i protettori no.

"SOLUZIONI CREATIVE"

Il night di Berlino "Pussy Club" ha attirato l'attenzione dei media grazie alla sua tariffa tutto compreso, 70 euro per cibo, bevande e sesso dalle 10 di mattina alle 4 del pomeriggio.

"Bisogna adottare soluzioni creative in questi giorni", ha detto il manager del club Stefan, che ha chiesto di non veder pubblicato il proprio cognome. "Stiamo pagando la crisi economica anche se, per fortuna, il nostro business sta andando comunque discretamente".

"La nostra offerta può sembrare inverosimile ma è tutto vero. Puoi mangiare quanto vuoi, bere quanto vuoi e fare tutto il sesso che vuoi".

Stefan, che gestisce anche i club a Heidelberg e Wuppertal, oltre a quello di Berlino, ha detto che il ticket tutto compreso consente alle 30 donne che lavorano in ogni night di essere assunte a tempo pieno.

Altre idee particolari comprendono le tessere fedeltà, le feste di gruppo e sconti per giocatori di golf. Il "GeizHaus" di Amburgo è particolarmente fiero dei suoi 38,50 euro di sconto. La città di Amburgo ha uno dei più famosi quartieri a luci rosse, il Reeperbahn, nel distretto di St. Pauli.

Anke Christiansen, direttrice del "GeizHaus", ha dichiarato che gli effetti della crisi sono stati evidenti. "I clienti che venivano due o tre volte a settimana, ora vengono una o due volte al massimo".

Un cliente del "GeizHaus", cui è stato dato il nome di fantasia Pascal, ha dichiarato: "E' ovvio che si sentano gli effetti della recessione". L'uomo ha confermato di non potersi più permettere di frequentare il night per due o tre volte alla settimana.

Guenter Krull, manager del "FKK Villa", ad Hannover, ha confermato: "Anche le ragazze sono preoccupate perchè gli affari vanno male e ho paura che andranno sempre peggio".

 

 
 
 

Un handicap essere bravi

Post n°607 pubblicato il 22 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 
Tag: italia

http://it.notizie.yahoo.com/4/20090421/tso-oitlr-intervista-fugatalenti-permart-89ec962.html

Un handicap essere bravi, dice autore di "La fuga dei talenti"

Versione stampabile di Roberto Bonzio Continua a leggere questa notizia
Un'astrobiologa a Londra, capace di trovare acqua e metano nello spazio; un compositore osannato dalla critica musicale di mezzo mondo e di base a New York; un manager delle risorse umane a Houston, Texas, che ha trasferito nel mondo dell'azienda le sue conoscenze musicali. Caratteristiche comuni: giovane età, nazionalità italiana, bravura fuori dal comune. E carriera fuori dall'Italia.

Sono tre delle storie raccolte da un giornalista che ha tracciato un quadro impietoso del Belpaese, attraverso il ritratto di giovani professionisti che l'Italia si è lasciata scappare.

"Ho iniziato da quelli che conoscevo, da quelli che conoscevano i miei amici. Poi c'è stato un passaparola tra quelli che intervistavo e che mi segnalavano altri", spiega a Reuters Sergio Nava, 33 anni, giornalista di Radio 24 Il Sole 24 Ore, recente esperienza come portavoce a Strasburgo del gruppo Are, Assemblea delle Regioni d'Europa ("scelto solo in base a curriculum, prova scritta e colloqui"), autore di "La fuga dei talenti" (San Paolo), che viene presentato oggi alle 17 alla rappresentanza della Commissione Europea a Milano (corso Magenta 61).

Storie, quelle raccolte da Nava, di professionisti "tutti (o quasi) accomunati da un male originale: l'essere bravi, capaci, meritevoli, con una marcia in più. E proprio per questo svalutati, sviliti, rifiutati e messi nell'angolo da un Paese che non offre loro alcun tipo di opportunità, oppure ... li blocca a un certo punto della loro carriera in una situazione di stallo, impedendo loro di dare fondo a tutte le proprie risorse. E di aiutare l'Italia a risollevarsi".

Così, Giovanna Tinetti, astrobiologa, laurea con lode all'Università di Torino, raccoglie in Inghilterra i frutti di una ricerca sviluppata tra Parigi, California e Londra, pubblicando i risultati sulla scoperta di acqua e metano in un pianeta extrasolare. Mentre Oscar Bianchi, diploma in tempo record al Conservatorio di Milano, si sfoga confessando che "nella musica italiana oggi non esiste mercato: quello che c'era l'ha distrutto la politica. Rimangono solo piccole e rare oasi", e intraprende una carriera folgorante dopo il master a Parigi ed il dottorato a New York.

La formazione musicale è servita invece a Gianni Chirichella, studi al Conservatorio e laurea con lode in Estetica alla facoltà di Lettere e Filosofia della Statale di Milano, per sviluppare un'insolita competenza nel campo dell'organizzazione aziendale e delle risorse umane, che attraverso varie esperienze estere lo vede oggi "in carriera" a Houston, Texas.

BRAVURA E SEMPLICITA' I TRATTI COMUNI DI CHI SFONDA ALL'ESTERO

La cosa sorprendente, tra queste e altre storie di giovani di successo emigrati all'estero, è "la capacità di tanti italiani di essere protagonisti. Più bravi, flessibili, geniali di altri. Forse perchè abituati a confrontarsi con l'emergenza, e a doversi arrangiare, per chi non è raccomandato o non ha una famiglia che conta", dice Nava.

Il risvolto amaro è la conferma di un sistema Italia che continua a ignorare la meritocrazia, a premiare il familismo e le raccomandazioni. E a sperperare talenti. Al punto, ricorda il libro, che secondo il rapporto Italiani nel Mondo 2006, "la situazione attuale è equivalente al fatto che tre delle nostre maggiori Università lavorano solo per formare competenze che vengono poi utilizzate esclusivamente da Paesi stranieri".

Curioso e sorprendente, "il filo conduttore tra queste persone è l'umiltà, contrapposta all'arroganza di raccomandati e 'portaborse' che si incrociano qui", dice Nava. Che ispirandosi alla feroce ironia di Jonathan Swift, lancia una sua "Modesta proposta" in tre punti, in una situazione che considera causa di declino per l'Italia: rende obbligatorio per tutti gli studenti delle superiori un periodo di studio all'estero, "possibilmente in Paesi di provata meritocrazia"; punire come reato con pene sino a 10 anni la raccomandazione; premiare le aziende che affidandosi a pool di esperti assumano soltanto in base al merito.
 
 
 

IL CAVALIERE E LE SUE VELINE

 
Il Cavaliere e le sue veline - Berlusconi distribuisce opuscoli informativi sulle istituzioni politiche europee alla ventina di ex show girl e fan del Pdl che concorrono alla candidatura per le elezioni di giugno. Prima lo studio, poi i... provini
Notizia del 22 aprile 2009 - 12:30
Il Cavaliere e le sue veline

http://magazine.libero.it/lifestyle/generali/le-bellezze-europee-di-silvio-angela-gf-gemelline-isola-ne9734.phtml

Berlusconi distribuisce opuscoli informativi sulle istituzioni politiche europee alla ventina di ex show girl e fan del Pdl che concorrono alla candidatura per le elezioni di giugno. Prima lo studio, poi i... provini
Il politico più amato del mondo: questo dice di sé Silvio Berlusconi, forte dei sondaggi che lo danno al 73,5 % di gradimento. «Più di Obama, Lula, Tusk ed Erdogan», dice il premier alle venti bellezze che il Pdl proporrà per la candidatura alle elezioni europee del 6 e 7 giugno prossimi. «Voglio volti giovani, facce nuove per rinnovare l'immagine del Pdl e dell'Italia in Europa», traduce in termini politici ai suoi, circondato da un harem adorante.

 

E quindi via libera alla nuova pupilla Barbara Matera (ex annunciatrice Rai, ex letteronza a Mai dire gol e attrice nella serie Carabinieri 7), alla rossa Angela Sozio (ex gieffina, tra le protagoniste della paparazzata-scandalo a Villa Certosa qualche estate fa, causa scatenante - insieme con altri episodi simili - della reprimenda infuocata che Veronica Lario consegnò alla stampa all'indirizzo del marito), all'attrice Eleonora Gaggioli (qualcuno la ricorderà nelle serie tv Don Camillo ed Elisa di Rivombrosa) e a Camilla Ferranti (ballerina, ex tronista a Uomini e donne, immortalata in un calendario del 2008 e assunta agli onori della cronaca perché citata nella famigerata telefonata tra Berlusconi e Saccà).

Ma non è finita qui. La fiera della vanità che ha sfilato, ironia della sorte, davanti al portone di via dell'Umiltà comprendeva anche l'ex «valletta danzante» (come scrive lei stessa nel suo sito ufficiale) Adriana Verdirosi, forse più nota - nonostante il passato televisivo - nel Sol levante come la voce del singolo di successo Sunny Day, la pianista e attrice Cristina Ravot, la show girl Elisa Alloro, Emanuela Romano, presidente dell'Associazione «Silvio ci manchi» e la giornalista Rachele Restivo, conduttrice su Italia1 del programma Passion: erotismo per donne.

Della comitiva delle aspiranti deputate europee fanno parte anche le ripescate Ginevra Crescenzi e Lara Comi, candidate senza successo alle ultime Politiche, Antonia Ruggiero, proveniente dalla Nuova Dc, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petrone, Letizia Cioffi e la «misteriosa» (riferisce Libero) Giada, di nazionalità lituana. Una compagine nella quale la ciliegina sulla torta la fanno le gemelle Eleonora e Imma De Vivo, reduci dall'Isola dei famosi.

Tutte pronte, quindi, a sedersi sui più alti scranni? «Dovete studiare - frena il premier, rivolto alla sua scuderia - e prepararvi sul funzionamento delle istituzioni europee e internazionali», distribuendo alla platea sgallettante un "bigino" informativo. Insomma, la candidatura non è assicurata a nessuna: prima il manualino dell'aspirante politica in 24 ore, poi le audizioni (pardon, i colloqui). Alla presenza di uno psicologo, si precisa. (Libero News)

 

 
 
 

la scuola allo sfascio rendiamo a grazie

Post n°605 pubblicato il 20 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

 

A scuola bisogna far quadrare i conti e non è un’operazione semplice. Quest’anno la cifra che le scuole possono iscrivere in bilancio per il funzionamento, dalle fotocopie alla cancelleria, dalla bolletta del telefono alla carta igienica, è pari a zero euro, perché il Ministero non ha ancora comunicato gli importi. Per risparmiare 280 milioni di euro, la Gelmini toglie le compresenze, quindi gli alunni della scuola pubblica avranno diritto ad un solo insegnante, sperando che sia bravo, sano e single. Ma all'interno del cuci e scuci normativo, per cui ogni ministro disfa quello che ha fatto il suo predecessore, si annidano centri di spesa che non sono mai stati toccati, come le scuole italiane all’estero, che ci costano 70 milioni all’anno. Lo stipendio di un professore all’estero può arrivare a 5mila euro, quello di un dirigente scolastico può arrivare ad 8mila, mentre per esempio i loro colleghi francesi guadagnano la metà. Nel frattempo in patria succede che qualche dirigente scolastico a corto di fondi ha smesso di nominare i supplenti. L’assurdo è che le scuole bruciano i milioni nella caccia ai supplenti, perché in base ad una vecchia legge sono obbligate a cercarli con il telegramma o con il fonogramma. Le risorse scarseggiano e chi ci rimette sono gli alunni ai quali viene decurtato il tempo scuola e in particolare i disabili, ai quali viene decurtato il sostegno. Risparmio e merito sono tra gli obiettivi dichiarati di questa riforma della scuola, ma per il momento i lavativi e gli incapaci non corrono grandi rischi, basta che siano di ruolo. Invece 18 mila precari, anche i più bravi, rischiano di rimanere a casa. Eppure la scuola va avanti solo grazie al lavoro appassionato e sottopagato di alcuni, perché l’organizzazione certo non aiuta. La chiamano “autonomia scolastica”, ma in sostanza significa che ogni istituto può diventare un feudo a sé. Per esempio con i progetti europei, i cosiddetti PON e POR, scorrono fiumi di euro verso le scuole, senza nessuna verifica circa la ricaduta di queste iniziative sugli alunni. In compenso, si è creato un mercato di agenzie formative e di esperti che ronzano intorno alle scuole per convincerle a fare progetti su cui l’agenzia si trattiene fino al 40% del finanziamento pubblico. I controlli ministeriali non arrivano a scalfire la dirigenza quando è fiacca o incompetente. E’ difficile che un dirigente scolastico che commette delle irregolarità venga licenziato, i danni all’erario possono essere di 200mila euro all’anno, ma il dirigente viene solo trasferito. Ma allora perché paghiamo lo stipendio a 380 ispettori?

 
 
 

ecco la lettera inviata da Mills al suo commercialista!

Post n°604 pubblicato il 20 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

ecco la lettera inviata da Mills al suo commercialista!

Caro Bob,
Ecco un riassunto dei fatti rilevanti.
Nel 1996 mi sono ritrovato con un dividendo di circa 1.500.000 sterline, originato dalle società di Mr B, al netto di spese e imposte.
Si trattava di un’iniziativa a puro titolo personale: mi sono assunto la responsabilità del rischio e ho tenuto fuori i miei soci.
Saggiamente o meno, ho informato i miei soci di ciò che ho fatto e, dal momento che per loro si è trattato di un sostanziale guadagno inatteso, mi sono offerto di pagare a ciascuno di loro, gesto che credevo essere [sic] abbastanza generoso, una cifra di circa 50.000£ o 100.000£ (credo).
Il che dimostra quanto ci si possa sbagliare, poiché insistettero affinché la transazione venisse registrata come un profitto societario. Per evitare cause legali (ci eravamo appena fusi con la Withers) ho accettato di depositare il danaro presso la mia banca fino a quando non si sarebbe stati sicuri che non venisse reclamato da terzi.
Nel 2000 era chiaro che nessuno avrebbe reclamato quel danaro (lo sapevo fin dall’inizio) e così è stato prelevato dal mio deposito e corrisposto; ho trattenuto solo 500.000£ di ciò che a quel punto si avvicinava a 2.000.000£.
Quindi tutti quei rischi e costi non mi sono valsi molto. Il costo più grande è stato lasciare la Withers. Non mi hanno chiesto di andarmene, ma mi sono sentito così a disagio, perché i miei soci della Macenzie Mills si erano presi la maggior parte dei benefici senza correre alcun rischio, che davvero non me la sono sentita di restare.
Ho trascorso gli anni 1998, 1999 e 2000 lavorando in proprio come avvocato, ed era evidente che i processi sarebbero andati avanti, che ci sarebbero stati avvocati da pagare e che avrei corso il rischio di essere accusato di qualcosa - il che si sta ora per verificare a seguito dell’ultima indagine, della quale tu sei al corrente.
Mi sono mantenuto in stretto contatto con le persone di B, che conoscevano la mia situazione.
Conoscevano, in particolare, come i miei soci si presero la maggior parte del dividendo; sapevano anche che il modo in cui io ho saputo rendere la mia testimonianza (non ho detto bugie, ma ho superato dei passaggi davvero complessi, per essere delicati) aveva tenuto Mr. B al riparo da un enorme quantità di guai nei quali l’avrei cacciato se avessi detto tutto ciò che sapevo.
Attorno alla fine del 1999, mi hanno detto che avrei ricevuto del danaro, che avrei potuto considerare come un prestito a lungo termine o come un regalo. 600.000$ sono stati depositati in un hedge found e mi è stato detto che sarebbero rimasti a mia disposizione in caso di necessità.
(Sono stati messi in un fondo perché avevo discusso di questo fondo con la persona connessa alle organizzazioni di B in molte occasioni ed era un modo indiretto di rendere i soldi disponibili.)
Per ovvie ragioni (a questo punto ero ancora un testimone d’accusa, ma la mia deposizione era già stata resa) era necessario agire con discrezione. E questo era un modo indiretto.
Alla fine del 2000 volevo investire in un altro fondo, e la mia banca mi ha fatto un prestito, avente la mia casa come garanzia etc, dell’ammontare di circa 650.000 euro. L’ho estinto liquidando i 600.000$. Allego una copia del conto in dollari.
Ho considerato il pagamento come un regalo. Cos’altro poteva essere? Non ero un loro dipendente, non agivo in loro nome, non facevo nulla per loro, avevo già reso la mia testimonianza, ma di sicuro c’era il rischio di futuri costi legali (come c’erano stati) e una buona dose d’ansia (che poi c’è stata certamente).
Così è continuato per più di otto anni fino a oggi. Il mio contratto era a conoscenza di quanto la mia capacità di generare reddito fosse stata danneggiata, e nel 1998 e nel 1999 ero stato in grado di inviare ad alcune compagnie delle parcelle dal mio studio, che sono state pagate e hanno incrementato il mio reddito. Ma questa era un’altra cosa.
Poiché ero abbastanza sicuro che la mia posizione in relazione alla CGT (tassa sul capital gain, n.d.t.) fosse complessivamente negativa, non ho dichiarato nulla in merito a queste transizioni. Se le si guardano attentamente (per esempio, da dove vengono i soldi per comprare le azioni Centurion?), sono ovviamente preoccupato sul da farsi e su come questa faccenda debba essere gestita al meglio.
Ti allego i documenti rilevanti.
Cordialmente, David Mills

Testo originale su The Guardian.
http://www.guardian.co.uk/uk/2006/mar/02/politics.italy

 
 
 

LE CASE DI SABBIA DELL'AQUILA ERANO UNA REALTA'

Post n°603 pubblicato il 19 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

In Gomorra, Saviano ci aveva avvertito che le case degli Abruzzesi erano piene di sabbia


Davvero toccante rileggere ora, dopo la tragedia in Abruzzo, le parole di Saviano nel libro “Gomorra“. Aprite a pagina 236 e leggete:

Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz’Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma. Erano riusciti a rimanere, a resistere senza emigrare e sotto i loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova.

(Saviano - Gomorra)

http://www.byteliberi.com

 

 
 
 

ALL'ATTACCO CONTRO LA CENSURA DELLA RETE

Post n°602 pubblicato il 18 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

   Scrivi al tuo parlamentare contro la censura della rete

  • Pubblicato il 5 marzo 2009 da gbfrontera

    A oltre un mese dalla presentazione dell’emendamento D’Alia sono state pochissime le dichiarazioni pro o contro dei nostri politici. Portiamo alla loro attenzione il problema.

    Di seguito troverai il testo della lettera e i link per reperire l’indirizzo email di tutti i nostri parlamentari.


    Egregio Onorevole (o Egregio Senatore),
    con la presente vorremo portare alla sua attenzione un emendamento al cd Pacchetto Sicurezza già approvato al Senato, l’Articolo 50-bis del disegno di legge 733, e che a breve verrà sottoposto alla Camera dei Deputati come Articolo 60 del DDL 2180.

    L’emendamento, introdotto, riguarda la “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet”, al comma 1 recita:

    “Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete Internet, il Ministro dell’Interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla Rete Internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine”.

    Il nostro ordinamento dispone già degli strumenti necessari a reprimere questa tipologia di crimini: strumenti sia su territorio nazionale (la polizia postale già opera attivamente su questo fronte e gli interventi di urgenza sono comunque ammessi), sia internazionale, a livello di cooperazione penale.

    La magistratura già dispone di tutti gli strumenti adatti per potere intervenire, senza la necessità dell’intervento del governo in un procedimento penale, sinora di competenza esclusiva della magistratura. Il legislatore non ha specificato l’obbligo di motivazione, che invece è sempre necessario per gli atti della magistratura, e coinvolge soggetti sostanzialmente estranei ai reati, gli Internet provider .

    L’oscuramento contemplato dal 50-bis non si rivolge ai gestori dei siti bensì agli Internet provider, con l’effetto di impedire il traffico nazionale verso il sito che si ritiene ospiti il contenuto illegittimo, mentre lascia che tale contenuto continui a sopravvivere nel sito di origine.

    Una volta approvato l’articolo di legge, gli Internet provider dovranno innescare “appositi strumenti di filtraggio” e isolare la pagina incriminata entro 24 ore: la conseguenza potrebbe essere l’oscuramento di Social Network quali Facebook e Youtube, nonché di numerosi forum e blog, come confermato in un’intervista dal senatore dell’Udc Gianpiero D’Alia, firmatario dell’emendamento.

    La natura stessa della Rete rende tecnicamente impossibile limitare la censura ad un determinato contenuto: la conseguenza sarebbe quindi l’oscuramento dell’intero sito web che ospita il contenuto; oscuramento tra l’altro del tutto inefficace poiché la rete internet consente agli utenti la costruzione di meccanismi di elusione non appena esista anche un solo nodo fuori del controllo del censore, e in questi casi i nodi fuori del controllo sono quelli di intere nazioni.

    Per contro questa misura sferza un pericolosissimo attacco alla libertà di espressione e di opinione su internet. Il rischio è un’inaccettabile censura del web che viola la Costituzione e rischia di far pervenire all’Italia provvedimenti in sede internazionale ed europea.

    Le chiediamo quindi di prendere in seria considerazione queste problematiche prima che il testo venga presentato alla Camera e di opporsi all’approvazione di questo emendamento, forse presentato troppo frettolosamente.

    Sperando di fare cosa gradita le inviamo alcuni articoli di approfondimento:

    :: La Stampa ::
    http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=2
    :: Punto Informatico ::
    http://punto-informatico.it/2543670/PI/News/italia-liberta-filtrate.aspx

    Qui le prime prese di posizione contro il disegno di legge:

     

    Distinti Saluti

    ————————————
    Oltre alla tua firma indica anche il tuo indirizzo e un numero telefonico, per far sapere che esisti veramente e non sei un artifizio tecnico ;-)

    PER INVIARE LE EMAIL AI DEPUTATI:
    Clicca qui:
    http://www.camera.it/deputatism/240/documentoxml.asp
    clicca sul campo email di ogni deputato
    compila il form
    EMAIL: tuo indirizzo email valido
    OGGETTO: Contro la censura della rete e di facebook
    MESSAGGIO: copia e incolla il testo sopra riportato (Puntatore del mouse all’inizio del testo della mail, tasto dx premuto e arrivare sino in fondo al testo, il testo si evidenziera con un colore diverso. Premere il tasto CTRL + il tasto C. Spostarsi allinterno dello spazio del testo del form di invio della mail della al Vs. Deputato, clikkandoci, e premere il tasto CTRL + il tasto V Premere il tasto invia sulla pagina del form)

    PER INVIARE LE EMAIL AI SENATORI:
    clicca su
    http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/Sena.html
    clicca sul nome del Senatore
    clicca sulla sua email
    OGGETTO: Contro la censura della rete e di facebook
    MESSAGGIO: copia e incolla il testo sopra riportato (Puntatore del mouse all’inizio del testo della mail, tasto dx premuto e arrivare sino in fondo al testo, il testo si evidenziera con un colore diverso. Premere il tasto CTRL + il tasto C. Spostarsi allinterno dello spazio del testo della mail che state per inviare e premere il tasto CTRL + il tasto V. Inviare la mail.)

 
 
 

CI VOGLIONO AMMUTOLIRE MA ZORRO COMBATTE

Post n°601 pubblicato il 18 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

il social network sono posti molto pericolosi per chi sta al potere...facebook riunisce in gruppi tutte le persone con uno stesso ideale,questo è molto pericoloso perchè l'unione fa la forza e da essa nascono nuove e brillanti idee, di cui i vecchi politici italiani hanno paura(di perdere il potere,di non riuscire a nascondere i loro sotterfuggi,di non riuscire più ad avere su noi, popolo italiano, il potere mediatico )...comunque vada non ci censureranno mai,esistono miliardi di server europei dove potremo chiedere asilo ed esprimere a pieno la nostra libertà di espressione.Signor D'Alia le sconsiglio vivamente di mettersi contro il popolo informatico,crediamo nella libertà,e non sarà una legge a farci cambiare idea.IL TEMPO CAMBIA MA GLI IDEALI RESTANO.
ZORRO

 
 
 

INTERNET E' IN PERICOLO!!!! AIUTA ZORRO A COMBATTERE

Post n°600 pubblicato il 18 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

INTERNET E' IN PERICOLO!!!!
1) Il 5 febbraio il Senato ha approvato l'Emendamento D'Alia al Pacchetto Sicurezza che potrebbe portare alla CENSURA di molti siti web, tra cui lo stesso facebook per i reati di istigazione a delinquere e apologie di reato.
Il provvedimento e' adesso alla Camera dei Deputati per l'approvazione definitiva
http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/schedela/trovaschedacamera_wai.asp?PDL=2180
Nostro approfondimento:
http://www.e-policy.it/2009/03/rischi-emendamento-d-alia/

2) L'on. Carlucci ha presentato una proposta di legge che vietando l'anonimato in rete porterebbe a conseguenze ancor peggiori dell'Emendamento D'Alia.
http://www.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/16PDL0021370.pdf
Nostro approfondimento:
http://www.e-policy.it/2009/03/il-ddl-carlucci-fa-rimpiangere-dalia/

Quindi via Facebook!
Ma anche Youtube, Myspace e qualsiasi altro sito, forum o blog dove in una pagina compaia il sospetto di apologia di reato (per l'emendamento D'Alia) e/o non vi sia la certezza dell'identità di chi ha lasciato un post (per la proposta Carlucci)!

E-POLICY: DIRITTI DEI CITTADINI IN RETE, CYBERCULTURA ED ALTRO…
Cari Amici, siamo veramente in tanti ma NON BASTA. Per evitare di veder perso tutto il nostro lavoro visti i continui problemi con la disattivazione degli account abbiamo deciso di portare la protesta fuori da Facebook e abbiamo creato E-POLICY , punto di incontro tra esperti del settore e cittadini della rete, nuovo spazio di discussione e approfondimento su questo ed altri temi relativi ai diritti in rete con l’intento di rompere le distanze fra esperti, semplici fruitori e la classe politica che legifera su internet.
Iscrivetevi tutti e inviate i vostri amici a partecipare
questo è il link al blog:
http://www.e-policy.it
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INIZIATIVE IN CORSO:
Scrivi al tuo parlamentare contro la censura della rete
http://www.e-policy.it/2009/03/scrivi-al-tuo-parlamentare-contro-la-censura-della-rete/

Caro direttore, ascolta un e-lettore NEW!
http://www.e-policy.it/2009/03/caro-direttore-ascolta-un-e-lettore/

 
 
 

TERREMOTO E SEGRETI

Post n°599 pubblicato il 18 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

TERREMOTO E SEGRETI

http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/04/terremoto-e-segreti.html


Di Solange Manfredi



Dopo il terremoto che ha colpito l'Abruzzo vari paesi esteri ci hanno offerto aiuto. Erano pronti ad inviare uomini e mezzi. Il Governo ha rifiutato affermando che non ne avevamo bisogno.

Berlusconi ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Ringraziamo i paesi stranieri per la loro solidarietà, ma invitiamo a non inviare qui i loro aiuti. Siamo in grado di rispondere da soli alle esigenze, siamo un popolo fiero e di benessere, li ringrazio ma bastiamo da soli”.

Siamo in grado di rispondere da soli alle esigenze? Siamo un popolo fiero e di benessere? Bastiamo da soli? Ma se i terremotati dell'Irpinia è trent'anni che vivono in prefabbricati e cenano con pantegane che sono più grandi del mio cane (che pesa 45 kg).

Lì per lì ho pensato che il rifiuto fosse stato motivato dal fatto che è più difficile rubare se hai accanto volontari di paesi esteri dove per una evasione fiscale vai in galera per trent'anni. Potrebbero non capire che, da noi, in Italia fa curriculum avere una, o due, condanne passate in giudicato per entrare in parlamento, e che rubare gli aiuti a chi è stato colpito da una calamità è una prassi consolidata.

Poi ho letto che il Governo ha rifiutato gli aiuti di uomini e mezzi, ma accetterà volentieri quelli economici........sempre, ovviamente, perché siamo un popolo fiero e benestante.....soprattutto stanno molto bene quelli che riescono a rubare di più, ad aggiudicarsi la ricostruzione e non ricostruire o, nella migliore delle ipotesi, costruire con cemento “disarmato”.

Poi, però, una domanda mi è sorta spontanea: perché l'Italia non vuole personale straniero nelle zone colpite dal terremoto?
Così ho provato a cercare di capire cosa potesse esserci di “particolare” in quelle zone, in aiuto mi è arrivata la segnalazione di un nostro lettore, Pinco Ramone.


Due i risultati:

1. Sotto il Gran Sasso, a 1.400 metri sotto terra ci sono i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), i più grandi laboratori scientifici sotterranei del mondo. Detti laboratori sono di proprietà dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). In cosa consistano questi esperimenti è facile immaginarlo trattandosi di FISICA NUCLEARE, comunque qualcosa, solo qualcosa, è consultabile visitando il sito: http://www.lngs.infn.it/home_it.htm .

Quanto materiale chimico, radioattivo, nucleare era presente nei laboratori al momento del sisma? Quali esperimenti erano in corso? Ma sopratutto quali e quanti danni ha subito la struttura? Perché i media non fanno un solo cenno a tutto ciò? Interi paesi sono distrutti, l'Aquila è una città fantasma e del più grande laboratorio di fisica nucleare del mondo, situato a 1400 metri di profondità sotto il Gran Sasso, zona colpita dal sisma, non si dice nulla? Se le strutture hanno retto perché non dirlo? Cosa successo a 1400 metri di profondità?

2. Vicino a Sulmona, poi, sotto le colline di S. Cosimo vi è un notevole deposito militare, chilometri di tunnel sotterranei con tanto di ferrovia privata. Meno di un anno fa, il deposito di San Cosimo è stato al centro di un'aspra polemica che aveva costretto il generale di Corpo d'Armata Giorgio Ruggeri ad affermare: “Nel deposito militare di San Cosimo non c'è nulla che possa rappresentare un rischio ambientale o una contaminazione radiologica pericolosa per la salute della popolazione residente. Posso affermare con estrema certezza che gli ipotetici casi di malattia non sarebbero assolutamente collegati alla presenza del deposito e che non sarà smantellato perché rappresenta per l'Esercito una presenza strategica sul territorio”.

Personalmente non mi fido molto delle rassicurazioni date dall'esercito, sopratutto dopo quanto fatto con i nostri soldati e l'Uranio impoverito ( articolo su questo blog http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/12/vergognamoci-per-loro-3-migliaia-di.html )
in cui ricordiamo 2000 nostri soldati che hanno partecipato alle missioni all'estero sono tornati ammalati di tumore.

Dal 1977 vi erano circolari e relazioni scientifiche che avvertivano del pericolo dell'esposizione dei militari alle particelle di uranio impoverito, scarto nucleare usato per rafforzare gli armamenti. Dal 1984, erano state emanate, dalla Nato, precise norme di protezione per chi operava nelle zone a rischio. Ma l'Italia, che pure fa parte della Nato, sino al 1999 non recepisce.

Ma la vergogna più grande avviene dopo. Infatti, i nostri soldati, una volta ammalati, hanno chiesto un indennizzo al Ministero. Sapete cosa dovevano firmare per poter ottenere l'indennizzo? Dovevano firmare un foglio in cui affermavano di essersi ammalati per paura! Si esattamente così. Non per l'uranio impoverito, la cui pericolosità è provata da innumerevoli relazioni scientifiche, ma per “strizza da sentinella”.

Ora, se l'esercito tiene questo comportamento con i suoi soldati, con buona pace dello “spirito di corpo”, mi riesce difficile pensare che possa comportarsi con maggiore correttezza con la c.d. “popolazione civile”.

Ma, a parte questa mia considerazione personale, la domanda è un'altra: ha subito danni quel deposito? Se si, quali e quanti? Anche in questo caso, da parte dei media, assoluto silenzio. Segreto di Stato!

Dunque, nella zona colpita dal terremoto ci sono:

- il più grande laboratorio sotterraneo di fisica NUCLEARE del mondo;

- un deposito di armi (non si sa quali) ed esplosivi con tanto di ferrovia privata.
Perché nessuno ne parla? Cosa è successo a quelle strutture? Sono state danneggiate? Ci possono essere state fuoriuscite di materiale radioattivo?

Nulla, il più assoluto silenzio, meglio fare un servizio giornalistico sulle uova di pasqua nelle tendopoli.

 
 
 

DICI NO AI 13 MILIARDI DI EURO PER I CACCIABOMBARDIERI DIAMOLI AI TERREMOTATI

Post n°598 pubblicato il 17 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 
Foto di dammiltuoaiuto

OLTRE 13 MILIARDI DI EURO PER I CACCIABOMBARDIERI. AL VIA UNA «CAMPAGNA DI INDIGNAZIONE NAZIONALE»
Stampa la pagina  
 13 miliardi di euro per i cacciabombardieri F-35. E un "terremoto" di indignazione, un coro di proteste. É quello che la società civile è chiamata, ora più che mai, ad esprimere dopo che il 7 e 8 aprile 2009 le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole al «Programma pluriennale relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter JSF», il faraonico progetto che il Governo intende lanciare mediante la produzione e acquisizione di 131 cacciabombardieri JSF completi di relativi equipaggiamenti, supporto logistico e basi operative. Costo stimato: oltre 13 miliardi di euro, nel periodo 2009-2026. «É inammissibile e immorale che il Governo si impegni ad investire decine di miliardi di euro per acquistare cacciabombardieri». Firma anche tu la petizione...


Un "terremoto" di indignazione, un coro di proteste. É quello che la società civile è chiamata, ora più che mai, ad esprimere dopo che il 7 e 8 aprile 2009 le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso parere favorevole al «Programma pluriennale relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter JSF», il faraonico progetto che il Governo intende lanciare mediante la produzione e acquisizione di 131 cacciabombardieri JSF completi di relativi equipaggiamenti, supporto logistico e basi operative. Costo stimato: oltre 13 miliardi di euro, nel periodo 2009-2026. Tredici miliardi di euro!

A ciò va aggiunta la realizzazione sul suolo nazionale, a Cameri (Novara) di un centro europeo di manutenzione, revisione, riparazione e modifica dei velivoli italiani ed olandesi: costo di 605,5 milioni di euro. E va aggiunto, anche, un altro miliardo di euro già investito per la fase di sviluppo.

I cacciabombardieri JSF (meglio conosciuti come F-35) sono aerei d'attacco capaci di portare, se serve, anche ordigni atomici e che costituiranno la nuova linea tattica di Aeronautica e Marina nella prima metà di questo secolo. E che ci costeranno un salasso. Un progetto talmente faraonico che perfino il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crossetto, ha dovuto ammettere «che il finanziamento potrà avvenire attraverso risorse contenute nello stato di previsione del Ministero della Difesa o verosimilmente attraverso fondi allocati in altre poste di bilancio esterne a quello della Difesa».

Nelle scorse settimane, prima del voto delle commissioni parlamentari,
alcune associazioni avevano lanciato un grido di allarme, praticamente oscurato dai mass-media e dai gravissimi eventi dell'Abruzzo. «É paradossale - hanno scritto Giulio Marcon e Massimo Paolicelli della «Campagna Sbilanciamoci» - che si possano stanziare tutti questi soldi per un sistema d'arma che in molti dei paesi coinvolti viene valutato troppo costoso e molto discutibile dal punto di vista operativo. E incoerente con delle missioni di pace. Mentre il Governo non riesce a trovare le risorse necessarie per potenziare gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, indennità di disoccupazione, ecc.) per chi perde il posto di lavoro, le varie "caste" del nostro paese escono intoccate, o solo sfiorate, dalla crisi: banchieri, manager, grandi imprese, le forze armate, ecc. Anche nella crisi si fanno delle scelte che invece di essere guidate dal perseguimento dell'interesse generale, si fanno orientare da interessi corporativi o legati a piccoli e grandi privilegi. Qui, la "sicurezza nazionale" o la "funzionalità delle nostre Forze Armate" non c'entra niente: è solo un gioco di interessi convergenti (business dell'industria bellica nazionale, autoconservazione corporativa delle Forze Armate, difesa di uno status internazionale peraltro assai dubbio, ecc.) a spingere il Governo e il Parlamento in una direzione completamente sbagliata. Quella del riarmo e dell'irresponsabilità sociale. La scelta che il Parlamento si appresta a fare, dando parere positivo alla prosecuzione del programma di costruzione dei 131 caccia bombardieri JSF, è un fatto di assoluta gravità. Più o meno ogni aereo vale l'equivalente di 400 asili nido o se si preferisce, vista l'attualità, l'indennità di disoccupazione (quella prevista dal Governo) per 80mila precari».  O, se si preferisce, aggiungiamo noi, i 131 velivoli militari costeranno più dell'intera ricostruzione di case e servizi nel terremotato Abruzzo.

GRILLOnews.it di fronte a questo preoccupante "Programma di riarmo" ha pensato di lanciare in tutta Italia una «Campagna di indignazione nazionale»: una raccolta di firme in appoggio ad un appello che la testata on-line provvederà ad inoltrare alle più alte cariche dello Stato. Appello che verrà inviato, ogni 200 firme raccolte, alle istituzioni nazionali e ai mass-media, per ricordare loro che molti cittadini che vivono nel nostro Paese non ritengono indispensabile, ma anzi immorale, l'investimento di decine di miliardi di euro per l'acquisizione di cacciabombardieri. Firma anche tu. E fai conoscere l'iniziativa ai tuoi amici.

FIRMA L'APPELLO

Chi è interessato ad approfondire l'argomento, può leggere i resoconti delle sedute delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, nonchè alcuni dei (pochi) interventi pubblicati finora dai mass-media.

 
 
 

LA CAMMORRA E IL TERREMOTO

Post n°597 pubblicato il 15 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

Roberto Saviano nelle zone del sisma: l'invasione della camorra degli ultimi anni
rende alto il pericolo di speculazioni. E l'orgoglioso popolo d'Abruzzo chiede: "Controllateci"

La ricostruzione a rischio clan
ecco il partito del terremoto
di ROBERTO SAVIANO

 

 L'AQUILA - "Non permetteremo che ci siano speculazioni, scrivilo. Dillo forte che qui non devono neanche pensarci di riempirci di cemento. Qui decideremo noi come ricostruire la nostra terra...". Al campo rugby mi dicono queste parole. Me le dicono sul muso. Naso vicino al naso, mi arriva l'alito. Le pronuncia un signore che poi mi abbraccia forte e mi ringrazia per essere lì. Ma la sua paura non è finita con il sisma.

La maledizione del terremoto non è soltanto quel minuto in cui la terra ha tremato, ma ciò che accadrà dopo. Gli interi quartieri da abbattere, i borghi da restaurare, gli alberghi da ricostruire, i soldi che arriveranno e rischieranno non solo di rimarginare le ferite, ma di avvelenare l'anima. La paura per gli abruzzesi è quella di vedersi spacciare come aiuto una speculazione senza limiti nata dalla ricostruzione.
Qui in Abruzzo mi è tornata alla mente la storia di un abruzzese illustre, Benedetto Croce, nato proprio a Pescasseroli che ebbe tutta la famiglia distrutta in un terremoto. "Eravamo a tavola per la cena io la mamma, mia sorella ed il babbo che si accingeva a prendere posto. Ad un tratto come alleggerito, vidi mio padre ondeggiare e subito in un baleno sprofondare nel pavimento stranamente apertosi, mia sorella schizzare in alto verso il tetto. Terrorizzato cercai con lo sguardo mia madre che raggiunsi sul balcone dove insieme precipitammo e io svenni". Benedetto Croce rimase sepolto fino al collo nelle pietre. Per molte ore il padre gli parlava, prima di spegnersi. Si racconta che il padre gli ripeteva una sola e continua raccomandazione "offri centomila lire a chi ti salva".

Gli abruzzesi sono stati salvati da un lavoro senza sosta che nega ogni luogo comune sull'italianità pigra o sull'indifferenza al dolore. Ma il prezzo da pagare per questa regione potrebbe essere altissimo, ben oltre le centomila lire del povero padre di Benedetto Croce. Il terrore di ciò che è accaduto all'Irpinia quasi trent'anni fa, gli sprechi, la corruzione, il monopolio politico e criminale della ricostruzione, non riesce a mitigare l'ansia di chi sa cosa è il cemento, cosa portano i soldi arrivati non per lo sviluppo ma per l'emergenza. Ciò che è tragedia per questa popolazione per qualcuno invece diviene occasione, miniera senza fondo, paradiso del profitto. Progettisti, geometri, ingegneri e architetti stanno per invadere l'Abruzzo attraverso uno strumento che sembra innocuo ma è proprio da lì che parte l'invasione di cemento: le schede di rilevazione dei danni patiti dalle case. In questi giorni saranno distribuite agli uffici tecnici comunali di tutti i capoluoghi d'Abruzzo. Centinaia di schede per migliaia di ispezioni. Chi avrà in mano quel foglio avrà la certezza di avere incarichi remunerati benissimo e alimentati da un sistema incredibile.

"Più il danno si fa grave in pratica, più guadagni", mi dice Antonello Caporale. Arrivo in Abruzzo con lui, è un giornalista che ha vissuto il terremoto dell'Irpinia, e la rabbia da terremotato non te la togli facilmente. Per comprendere ciò che rischia l'Abruzzo si deve partire proprio da lì, dal sisma di 29 anni fa, da un paese vicino Eboli. "Ad Auletta - dice il vicesindaco Carmine Cocozza - stiamo ancora liquidando le parcelle del terremoto. Ogni centomila euro di contributo statale l'onorario tecnico globale è di venticinquemila". Ad Auletta quest'anno il governo ha ripartito ancora somme per il completamento delle opere post sisma: 80 milioni di euro in tutto. "Il mio comune ne ha ricevuti due milioni e mezzo. Serviranno a realizzare le ultime case, a finanziare quel che è rimasto da fare". Difficile immaginare che dopo 29 anni ancora arrivino soldi per la ristrutturazione ma è ciò che spetta ai tecnici: il 25 per cento del contributo. Ci si arriva calcolando le tabelle professionali, naturalmente tutto è fatto a norma di legge. Costi di progettazione, di direzione lavori, oneri per la sicurezza, per il collaudatore. Si sale e si sale. Le visite sono innumerevoli. Il tecnico dichiara e timbra. Il comune provvede solo a saldare.

Il rischio della ricostruzione è proprio questo. Aumenta la perizia del danno, aumentano i soldi, gli appalti generano subappalti e ciclo del cemento, movimento terre, ruspe, e costruzioni attireranno l'avanguardia delle costruzioni in subappalto in Italia: i clan. Le famiglie di camorra, di mafia e di 'ndrangheta qui ci sono sempre state. E non solo perché nelle carceri abruzzesi c'è il gotha dei capi della camorra imprenditrice. Il rischio è proprio che le organizzazioni arrivino a spartirsi in tempo di crisi i grandi affari italiani. Ad esempio: alla 'ndrangheta l'Expo di Milano, e alla camorra la ricostruzione in subappalto d'Abruzzo.

L'unica cosa da fare è la creazione di una commissione in grado di controllare la ricostruzione. Il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e il sindaco de L'Aquila Massimo Cialente sono chiari: "Noi vogliamo essere controllati, vogliamo che ci siano commissioni di controllo...". Qui i rischi di infiltrazioni criminali sono molti. Da anni i clan di camorra costruiscono e investono. E per un bizzarro paradosso del destino proprio l'edificio dove è rinchiusa la maggior parte di boss investitori nel settore del cemento, ossia il carcere de L'Aquila (circa 80 in regime di 416 bis) è risultato il più intatto. Il più resistente.

I dati dimostrano che la presenza dell'invasione di camorra nel corso degli anni è enorme. Nel 2006 si scoprì che l'agguato al boss Vitale era stato deciso a tavolino a Villa Rosa di Martinsicuro, in Abruzzo. Il 10 settembre scorso Diego Leon Montoya Sanchez, il narcotrafficante inserito tra i dieci most wanted dell'Fbi aveva una base in Abruzzo. Nicola Del Villano, cassiere di una consorteria criminal-imprenditoriale degli Zagaria di Casapesenna era riuscito in più occasioni a sfuggire alla cattura e il suo rifugio era stato localizzato nel Parco nazionale d'Abruzzo, da dove si muoveva, liberamente. Gianluca Bidognetti si trovava qui in Abruzzo quando la madre decise di pentirsi.
L'Abruzzo è divenuto anche uno snodo per il traffico dei rifiuti, scelto dai clan per la scarsa densità abitativa di molte zone e la disponibilità di cave dismesse. L'inchiesta Ebano fatta dai carabinieri dimostrò che alla fine degli anni '90 vennero smaltite circa 60.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti dalla Lombardia. Finiva tutto in terre abbandonate e cave dismesse in Abruzzo. Dietro tutto questo, ovviamente i clan di camorra.

Sino ad oggi L'Aquila non ha avuto grandi infiltrazioni. Proprio perché mancava la possibilità di grandi affari. Ma ora si apre una miniera per le imprese. La solidarietà per ora fa argine ad ogni tipo di pericolo. Al campo del Paganica Rugby mi mostrano i pacchi arrivati da tutte le squadre di rugby d'Italia e i letti allestiti da rugbisti e volontari. Qui il rugby è lo sport principale, anzi lo sport sacro. Ed è infatti la palla ovale che alcuni ragazzi si lanciano in passaggi ai lati delle tende, che mi passa sulla testa appena entro. Ed è dal rugby che in questo campo sono arrivati molti aiuti. La resistenza di queste persone è la malta che unisce volontari e cittadini. È quando ti rimane solo la vita e nient'altro che comprendi il privilegio di ogni respiro. Questo è quello che cercano di raccontarmi i sopravvissuti.

Il silenzio de L'Aquila spaventa. La città evacuata a ora di pranzo è immobile. Non capita mai di vedere una città così. Pericolante, piena di polvere. L'Aquila in queste ore è sola. I primi piani delle case quasi tutti hanno almeno una parte esplosa.
Avevo un'idea del tutto diversa di questo terremoto. Credevo avesse preso soltanto il borgo storico, o le frazioni più antiche. Non è così. Tutto è stato attraversato dalla scossa. Dovevo venire qui. E il motivo me lo ricordano subito: "Te lo sei ricordato che sei un aquilano..." mi dicono. L'Aquila fu una delle prime città anni fa a darmi la cittadinanza onoraria. E qui se lo ricordano e me lo ricordano, come un dovere: presidiare quello che sta accadendo, raccontarlo. Tenere memoria. Mi fermo davanti alla Casa dello studente. In questo terremoto sono morti giovani e anziani. Quelli che a letto si sono visti crollare il soffitto addosso o sprofondare nel vuoto e quelli che hanno cercato di scappare per le scale, l'ossatura più fragile del corpo d'un palazzo.

I vigili del fuoco mi fanno entrare ad Onna. Sono fortunato, mi riconoscono, e mi abbracciano. Sono sporchi di polvere e soprattutto fango. Non amano che si ficchino i giornalisti dappertutto : "Poi li devo andare a pescare che magari cade un soffitto e rimangono incastrati" mi dice un ingegnere romano Gianluca che mi fa un regalo che avrebbe fatto impazzire qualsiasi bambino, un elmetto rosso fuoco dei Vigili. Onna non esiste più. Il termine macerie è troppo usato. È come se non significasse più nulla. Mi segno sulla moleskine gli oggetti che vedo. Un lavabo finito a terra, un libro fotocopiato, un passeggino, ma soprattutto lampadari, lampadari, lampadari. In verità è quello che non vedi mai fuori da una casa. E invece qui vedi ovunque lampadari. I più fragili, gli oggetti che per primi hanno dato spesso inutilmente l'allarme del terremoto. È una vita ferma e crollata. Mi portano davanti la casa dove è morta una bambina. I vigili del fuoco sanno ogni cosa. "Questa casa vedi, era bella, sembrava ben fatta, invece era costruita su fondamente vecchie". Si è fatto poco per controllare...

La dignità estrema di queste persone me la raccontano i vigili del fuoco: "Nessuno ci chiede niente. È come se per loro bastasse essere rimasti in vita. Un vecchietto mi ha detto: mi puoi chiudere le finestre sennò entra la polvere. Io sono andato ho chiuso le finestre ma alla casa mancano tetto e due pareti. Qui alcuni non hanno ancora capito cosa è stato il terremoto".
Franco Arminio uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato scrive in una sua poesia: "Venticinque anni dopo il terremoto dei morti sarà rimasto poco. Dei vivi ancora meno". Siamo ancora in tempo perché in Abruzzo questo non accada. Non permettere che la speculazione vinca come sempre successo in passato è davvero l'unico omaggio vero, concreto, ai caduti di questo terremoto, uccisi non dalla terra che trema ma dal cemento.

© 2009 by Roberto Saviano - Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency
 
 
 

una banca senza cuore

Post n°596 pubblicato il 13 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

Terremoto/ Berlusconi promette aiuti. Rumors di Affari: una grande banca internazionale sta già negando i mutui...
Sabato 11.04.2009 15:03

Il premier Berlusconi ha promesso aiuti per chi ricostruirà da solo la propria casa, crollata nel terremoto che ha gettato un'intera regione nella disperazione. Aiuti che dovrebbero arrivare anche del sistema finanziario, responsabile della crisi economica mondiale, eppure salvato proprio con soldi pubblici. E invece no.

Secondo quanto apprende Affari, una banca internazionale tra le più importanti, di fronte al dramma abruzzese avrebbe reagito in modo ben diverso: negando tutte le richieste di mutuo pendenti che "siano dislocate in tutti i comuni della provincia dell'Aquila". Per le restanti province abruzzesi, e quindi Chieti, Teramo e Pescara, e per la provincia di Rieti - invece - le nuove disposizioni prevederebbero la richiesta da parte della banca del certificato di conformità sismico. Come documento aggiuntivo e inderogabile. Ma non parlano tanto di responsabilità sociale d'impresa?

Fabio Massa

 
 
 

E' TUTTO FUNZIONATO ALLA PERFEZIONE ?

Post n°595 pubblicato il 13 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto

L'Aquila ballava ma Roma dormiva
Sabato 11.04.2009 11:28http://www.affaritaliani.it/cronache/aquila_ballava_ma_roma_dormiva110409.html

Evitare il turismo nelle zone colpite dal terremoto, anche quello di solidarietà. È l'appello che il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, rivolge agli italiani che in questi giorni si metteranno in viaggio per le vacanze di Pasqua. "Lasciate le strade libere - dice -, questo è un teatro di operazioni dove dobbiamo ancora lavorare". Dunque è necessario che si eviti "il turismo solidale" o quello di "coloro che vogliono visitare i luoghi del sisma".
Trema la terra, crolla tutto. Lo sciame sismico andava avanti ormai da tempo. Ma la burocrazia, certe cose, non le considera proprio. Scriocchiolii inquietanti in una terra dove - primi a crollare - sono stati Catasto, Prefettura e Ospedale. Simboli di qualcosa di marcio, che va indagato e rimosso.

Un esempio? Aurelio Cozzani. E' stato il prefetto fino al 27 marzo 2009. Una carriera lunga, la sua. Onorata. Lunga 45 anni. Ha salutato la città, Aurelio Cozzani, e si è messo a riposo. Così come doveva essere. Così come era prevedibile che fosse. Così come era giusto. Meno giusto è il fatto che il suo sostituto è arrivato quando già le case di sabbia erano crollate. Franco Gabrielli, l'uomo che ha smantellato le nuove Br, ha raggiunto l'Aquila in tempo solo per gestire una catastrofe di dimensioni immani.

Interrogativi inquietanti. Ci sarebbero stati 40 dispersi e quasi 300 morti se fosse stata presa una decisione chiara e netta? Se si fosse deciso, con l'autorità prefettizia, di evacuare le città? Una autorità che però non c'era. Perché mancava il prefetto. E - poi - perché proprio la Prefettura è venuta giù di schianto. Ecco, appunto. Perché? La magistratura indaghi, frughi. Non abbia timori. Davanti a queste tragedie, non bisogna insabbiare, non bisogna mettere la testa sotto la sabbia. Ne hanno già usata troppa, di sabbia. Nei muri delle case.

 

 
 
 

AIUTA ZORRO PER GLI SFOLLATI DI LUCOLI ABRUZZO

Post n°594 pubblicato il 13 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

Il vice Sindaco di Lucoli, Walter Chiappini (3397883113) ha urgentemente
bisogno di 50 sacchi a pelo e le stufette elettriche (anche alogene) per
riscaldare le tende per gli sfollati di Lucoli che hanno piazzato sulla piana
di Campo Felice a 1600 m.s.l.m.
I marsicani possono portarle alla Caritas di
Avezzano dove sono stati informati di queste due necessita' dei terremotati di
Lucoli.
Buona Pasqua,

 
 
 

impreglio un nome un affare

Post n°593 pubblicato il 13 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 

Terremoto/ Impregilo si occupò della messa in funzione dell'ospedale aquilano

Giovedí 09.04.2009 13:42

http://www.affaritaliani.it/economia/terremoto_impregilo080409_pg_1.html

Le immagini dell’ospedale San Salvatore di L’Aquila, evacuato e dichiarato inagibile subito dopo il sisma che ha sconvolto il capoluogo abruzzese, hanno fatto il giro del mondo, ma mentre il mondo politico e la stampa si dividono tra chi invita a non far inopportune polemiche mentre ancora si scava per salvare vite umane e chi già fa presente l’ennesimo scandalo italiano per un edificio costato, secondo il rettore dell’università aquilana, Ferdinando di Orio, “nove volte più del necessario”.

Un autentico pozzo di San Patrizio, par di capire, cui per anni hanno attinto in tanti, compresa l’ultima azienda coinvolta nel progetto, l’allora Cogefar (all’epoca impresa della galassia Fiat), oggi nota come Impregilo (società che dopo essere stata a lungo controllata dalla famiglia Romiti attraverso Gemina fa attualmente capo ai gruppi Benetton, Gavio e Ligresti attraverso Igli), che nel 1991 si aggiudicò la gara per la messa in funzione dell'ospedale assieme ad altre imprese, come ammesso oggi da un portavoce.



Non ci voleva molto per scoprirlo, in verità, visto che sul sito istituzionale della società, alla pagina relativa alla business unit “edilizia ospedaliera” si legge tuttora che “in questo settore la società ha realizzato sia in Italia che all’estero importanti e moderni complessi ospedalieri” tra cui vengono citati, per l’Italia, l’ospedale di Lecco, l’Istituto Oncologico Europeo di Milano, l’ospedale di Modena, quello di Careggi, quello di Poggibonsi, quello della Versilia, l’ospedale di Destra Secchia e “inoltre, ospedali a L’Aquila, Cerignola e Menaggio”.

 

Memore forse delle polemiche già sorte negli anni per gli appalti vinti per la Tav, per l’inceneritore di Acerra e per il Ponte di Messina, Impregilo ha peraltro subito precisato: “Noi abbiamo fatto gli impianti elettrici e meccanici, sistemato gli arredi, gli equipaggiamenti medicali, le opere di finitura e costruito ex novo due strutture: una scuola per infermieri e un asilo nido”. Nulla a che vedere con le opere crollate, dunque.

Una precisazione che per il momento pare soddisfare i mercati, visto che il titolo del gruppo presieduto da Massimo Ponzellini (dato in rampa di lancio per la presidenza di Banca Popolare di Milano), il cui fatturato dipende del resto ormai per il 65% da opere realizzate sui mercati esteri (il gruppo è attivo in 28 paesi), dopo aver aperto la giornata in ribasso di oltre il 2% ha chiuso in recupero sopra i 2,14 euro, arrotondando oltre al 20% il recupero messo a segno nel corso dell’ultimo mese.

Luca Spoldi

 
 
 

TERREMOTO in ABRUZZO I MORTI CHE NON DICONO ORLTRE MILLE

Post n°592 pubblicato il 11 Aprile 2009 da dammiltuoaiuto
 
Foto di dammiltuoaiuto

L'Aquila non c'è più

Eccomi qui. Gli ultimi post sono stati scritti non di mio pugno. Era la mia amica Chiara che scriveva da Bologna. Questa sono io. La situazione è tragica. Inenarrabile. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto: case, lavoro, vita passata, radici. TUTTO. Ma quello che vorrei urlaste al posto mio è la rabbia di essere stati lasciati soli. Noi Abruzzesi siamo stati mandati a morte scientemente. Erano mesi e mesi di scosse, e nessuno ne ha mai parlato. Nessun giornale, nessun TG. NESSUNO. NESSUNO.NESSUNO. Nessun piano di emergenza era stato approntato. Siamo stati mandati a morte. Avrebbero dovuto farci evacuare. Il terremoto del 700 ha avuto la stessa casistica, gli stessi tempi. Identico. E loro ci rassicuravano. Parlano di 200 morti. Bugia. Al momento sono mille. E non è finita. E gli sfollati sono 60mila.Denuncio quell'imbelle del sindaco Cialente. La presidente della provincia Stefania Pezzopane. Tutte le autorità. L'Aquila non è. Fu. E noi tutti con lei. Si entra in città e non si hanno più punti di riferimento. Mio marito è entrato stamani. E' tornato al campo sfollati. Non connetteva. Non sapeva più neanche il suo nome. Sono lucida. Adesso vi dirò qualcosa che non dice nessuno. Gli scantinati e i seminterrati del 90% del centro storico erano stati affittati. In nero. Dentro c’erano clandestini, immigrati, extracomunitari. Ammassati come bestie. Ci sono ancora. Centinaia di persone che non risultano all’ anagrafe, che non compaiono nelle liste dei dispersi, che non esistono. I proprietari delle case che si sono messi in salvo non ne denunciano la presenza. Non gli conviene. Nessuno li cerca. Nessuno li piange. Da vivi non esistevano non esistono neppure da morti. Spazzati via di nascosto, come la polvere sotto al tappeto. In fondo, perchè darsi tanta pena per loro? Una tomba ce l’hanno già. E questa volta non gli è costata niente. Gliel’abbiamo data gratis. All’Aquila sono in molti a saperlo. Ora, lo sapete anche voi.
Le cose che vi dico sono verità. A presto. Anna

http://altocasertano.wordpress.com/2009/04/10/terremoto-laquila-non-ce-piu-quello-che-non-dicono-i-media-piu-di-mille-morti-i-retroscena-attraverso-la-denuncia-di-anna-unaquilana/#more-13549

 

http://miskappa.blogspot.com/2009/04/laquila-non-ce-piu.html

http://www.myspace.com/solidale

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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