Ci mettiamo dalla parte del popolo birmano e della loro richiesta di pace e di riconciliazione nazionale. Chiediamo ai leader mondiali di fare pressione sul regime birmano per il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i prigionieri politici e per un immediato cessate il fuoco fra l'esercito birmano e i gruppi etnici armati. Chiediamo al regime birmano di tenere conto di quell'appello.
ZORRO E' VIVO
ZORRO HA BISOGNO DI TE LA SUA SPADA E' IL TUO CLICK RACCOGLIE INGIUSTIZIE NELLA RETE DAMMI IL TUO AIUTO
I MIEI LINK PREFERITI
- NO ALLE BOMBE NUCLEARI IN ITALIA FIRMA QUI
- VEDI IL TELEGIORNALE SKY
- GUANTANAMO LO SCANDALO AMERICANO LA MORTE DEL DIRITTO
- GUANTANAMO DOCUMENTARIO AMERICANO
- IL METEO SU SKY
- TELEZERO LA TIVU CHE FAI TU
- QUESTA E' LA SANITA' AMERICANA
- ECCO CHI E' BERLUSCONI
- LE DONNE DI ZORRO
- ECCO COME HA FATTO I SULDI BUSH
- IL FILM 9/11 E' IN INGLESE
- IO CI SARO'
- IL V DAY
- BEPPE GRILLO AL PARLAMENTO EUROPEO
- IL V DAY APPARTIENE A TUTTI NOI
- VEDI SAT2000
- WEB TV
- TUTTO LO SPERPERO IN ITALIA
- passo doppio di zorro
- zorro banderas canzone
- IL FILM DI ZORRO
- LA SIGLA DEL FILM CON BANDERAS
- LASIGLA IN ITALIANO DI ZORRO
- IL DUELLO DI ZORRO CON CATRINA
- LA MURICA DI ZORRO
- LA SIGLA DI ZORRO IN ITALIANO
- IL TRAILER DI ZORRO
- ZORRO SARA' V DAY LA SIGLA
- le danze spagnole del ciclone
- LA DONNA DI ZORRO NEL CICLONE
- ZORRO E' CONTRO LA CACCIA FIRMA
- VIDEO INTEGRALE V DAY
- ZORRO E' PER LA PACE
- IL VIDEO INTEGRALE DEL V-DAY A BOLOGNA
- tg RAI 3
- FIRMA QUI PER LIBERARE Aung San Suu Kyi
- GUARDA IL FILM SU GESU'
- C'ERA UNA VOLTA
- ANNO ZERO
- W L'ITALIA
- SCRIVI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
- foto di pescara
- AIUTIAMO QUESTE PERSONE CON IL MICROPROGETTO
- IN DIRETTA DALLA BIRMANIA
- FIRMA PER ABITI PULITI
- MOSAICO DI PACE SCRIVI AD ALEX ZANOTELLI
- FIRMA LE PETIZIONI URGENTI
- FIRMA QUI PER SALVARE CARLO PARLANTI
- FRIMA QUI PER AIUTARE KASSIM
- AIUTIACI A SALVARE I TIBETANI
- TIBET LIBERO NOTIZIE E FOTO
- belusconi e la mafia
- nonvilonza
TAG
MENU
ZORRO DENCE
AUNG SAN SUU KYI, BIRMANIA,
AUNG SAN SUU KYI, INTERVISTA
AUNG SAN SUU KYI 2 INTERVISTA
JEM CARRY PARLA DI AUNG SAN SUU KYI
DOCUMENTARIO MUSICALE AUNG SAN SUU KYI
BONO PARLA DIAUNG SAN SUU KYI
I REM FOR ANGUN
INTEVISTA 3 AD ANGUN
AUNG SAN SUU KYI
MONACI PROTESTANO ZORRO E' CON LORO
ECCCO LA FIDE CHE DEVONO FARE I SOLDATI
LA LADY E IL GENERALE
Messaggi di Luglio 2011
Post n°842 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto
|
Post n°841 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto
ASTANA - La capitale del NWO?
|
Gli unici tagli alla casta arrivano da Napolitano: risparmiati 15 milioni di euro.
Non saranno i 79 miliardi della manovra finanziaria voluta da Tremonti (quello che paga l’affitto in nero a sua “insaputa”), anzi sono “spiccioli” a confronto, ma sicuramente già è qualcosa! Gli altri cialtroni invece blaterano e basta! |
Post n°839 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto
IL SENATO SI INCHINA A B. E VOTA SÌ AL PROCESSO LUNGO pubblicata da Informare ControInformando News il giorno sabato 30 luglio 2011 alle ore 16.54 La mafia, dice Famiglia Cristiana, ringrazia. Ma anche tutto il resto del mondo criminale potrebbe, se volesse, fare un bell'applauso a scena aperta. Al Senato, come previsto e senza scosse, è passato – con una fiducia al governo votata con 139 contrari e 160 favorevoli – il processo lungo, quel disegno di legge che si propone di far saltare completamente la macchina giudiziaria penale solo per togliere d'impaccio Berlusconi dai suoi processi Mills, Mediaset e Mediatrade e forse anche quello Ruby. Per fortuna, gli avvocati berlusconiani di stanza a Palazzo Madama hanno fatto un pasticcio con alcuni articoli del codice di procedura penale (come svelato ieri dal Fatto) e dunque la legge anziché essere approvata definitivamente a metà ottobre alla Camera, dovrà comunque tornare in quarta lettura al Senato.
Il che non significa che il pericolo sia scampato, ma che i tempi per la “salvezza” del Cavaliere si allungano in modo consistente. Nel frattempo si registra la prima uscita pubblica del neo-ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma. Che pungolato dai microfoni del fattoquotidiano.it, non ha trovato di meglio da dire che sul processo lungo “sono state dette molte inesattezze” e che “non è vero che gli effetti saranno deflagranti” per la macchina giudiziaria.
Strano che, invece, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, la pensi in modo totalmente opposto. E per di più anche “anti-europeo”: “È una norma contraria alla richiesta dell'Europa di diminuire i tempi della giustizia”. Più netta l'Amn: “È un favore ai criminali e si nega la giustizia alle vittime. È inaccettabile”. Più di così. Come pensare, infatti, che possa non avere conseguenze una legge che consentirà di presentare lunghe liste di testimoni e di non considerare più come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato in un altro procedimento? (sono esclusi i reati di mafia e terrorismo) È soprattutto per questo se ieri mattina, in aula al Senato, mentre parlava il capogruppo Pdl, Maurizio Gasparri, l'Idv ha tirato fuori cartelli con la scritta “Ladri di giustizia”. Ma la più dura è stata la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro. Che dopo aver puntato il dito sull'assenza del Cavaliere (“Quando approvavamo la manovra – ha ricordato sarcastica – era scivolato su una saponetta, oggi che è successo? Si è strozzato col dentifricio?”), si è rivolta severamente ai banchi pidiellini: “Credo che quando sfilerete sotto quel banco e sentirete sul collo il piede del padrone, dentro di voi qualcosa ribollirà!”. Replica urlata del senatore del Pdl Lucio Malan: “De Benedetti è il vostro padrone!”. “Non c’è nessun piede del padrone e non c'è nessun regime. Noi facciamo liberamente una legge giusta – ecco l'intemerata di Maurizio Gasparri, mettendo il dito nella piaga delle inchieste che stanno coinvolgendo il Pd lombardo – se un regime c’è, andatelo a cercare a Sesto San Giovanni, dove da padre in figlio i sindaci alimentano un sistema di illegalità che riguarda la vostra storia, il vostro partito e i vostri dirigenti”.
Alla fine, persino la Lega, che si è vista usare un suo testo, quello firmato Carolina Lussana sull'inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo, per inserire nell'ordinamento la norma che allunga i processi, ha difeso la richiesta di fiducia e questa accelerazione del governo per favorire Berlusconi. “È solo esibizionismo muscolare – ha tagliato corto il leader Udc, Pier Ferdinando Casini – tanto questa norma non sarà mai approvata così”. Ma per Di Pietro la misura sembra colma. Tanto che ieri ha invitato le opposizioni a presentare una mozione di sfiducia al governo “sostenuta da almeno 63 deputati di buona volontà” perché “siamo di fronte a un governo senza dignità, che obbedisce agli ordini del padrone, danneggiando irreparabilmente il nostro futuro. Bisogna ridare al più presto la parola agli italiani e liberare il Paese da questo macigno”.
Il processo lungo torna ora all'esame della Camera, dove troverà ad attenderlo una Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio decisamente mal disposta: “È un provvedimento del tutto inaccettabile”, aveva commentato ieri. È prevedibile, dunque, che almeno in commissione, la Camera faccia modifiche sostanziali all'articolato, oltre alla correzione di quelle castronerie giuridiche fatte al Senato che hanno vanificato la fiducia del governo. Nella maggioranza, sostenevano ieri fonti vicine agli avvocati del Cavaliere, l'idea è quella di mettere la fiducia anche alla Camera, al più tardi agli inizi di novembre. Ma chissà se la situazione politica del momento renderà possibile che si consumi un altro scandalo.
Sara Nicoli -(IFQ)
http://diksa53a.blogspot.com/2011/07/il-senato-si-inchina-b-e-vota-si-al.html |
Cina: avvocato per i diritti umani rischia la torturaData di pubblicazione dell'appello: 28.06.2011Status dell'appello: attivo
Non è noto il luogo in cui si trova attualmente Gao Zhisheng, avvocato per i diritti umani. Amnesty International ritiene che sia trattenuto dalle autorità cinesi contro la sua volontà e lo considera un prigioniero di coscienza. Dal 2006 è stato più volte torturato, e dal 2007, detenuto spesso in isolamento. È ad alto rischio di torture e altri maltrattamenti. Il 4 febbraio 2009, mentre era illegalmente trattenuto nella sua abitazione, la polizia lo ha portato lontano dalla sua casa di famiglia nella provincia dello Shaanxi. Quattordici mesi dopo, alla fine di marzo 2010, quando sono cominciate a circolare voci sulla sua presunta morte per mano delle autorità, Gao Zhisheng è riapparso a Pechino, anche grazie alle pressioni nazionali e internazionali sulle autorità affinché divulgassero informazioni su di lui. Il 7 aprile 2010, Gao Zhisheng ha rilasciato un'intervista televisiva all'Associated Press da una sala da tè di Pechino. Nell'intervista, Gao Zhisheng ha detto: "Non ho la forza di continuare. Da un lato, ci sono le mie esperienze passate che hanno fatto soffrire i miei cari. La mia scelta finale, dopo una profonda e attenta riflessione, è quella di cercare pace e tranquillità." President of the People's Republic of China Eccellenza, |
Iran: attivista detenuta nonostante l'ordine di scarcerazioneData di pubblicazione dell'appello: 21.07.2011
Maryam Bahreman, attivista per i diritti delle donne, rimane in carcere, nonostante il pubblico ministero di Shiraz abbia ordinato il suo rilascio su cauzione all'inizio di luglio. Amnesty International considera Maryam Bahreman prigioniera di coscienza, detenuta solo per aver esercitato pacificamente i suoi diritti alla libertà di espressione e di associazione. Leader della Repubblica Islamica |
Cina: Mao Hengfeng rischia di nuovo la tortura!Data di pubblicazione dell'appello: 22.07.2011Status dell'appello: attivo
Aggiornamento 22 luglio 2011 Mayor of the Shanghai Municipal People's Government |
Operazione trasparenza - Diritti umani e polizia in ItaliaData di pubblicazione dell'appello: 19.07.2010Status dell'appello: aperto Nel decimo anniversario del G8 2001, che ebbe luogo a Genova dal 19 al 21 luglio, Amnesty International constata con disappunto che le centinaia di vittime delle gravi violazioni dei diritti umani compiute in quei giorni da funzionari e agenti delle forze di polizia non hanno ottenuto piena giustizia, anche a causa della mancanza del reato di tortura nel codice penale e di misure di identificazione degli agenti durante le operazioni di ordine pubblico, come l'uso di codici alfanumerici sulle uniformi. Diversi casi emersi nei 10 anni trascorsi da quegli eventi hanno continuato a chiamare in causa le responsabilità delle forze di polizia, confermando l’urgenza di misure legislative e istituzionali per la prevenzione delle violazioni. La condanna in appello per omicidio colposo degli agenti ritenuti responsabili della morte di Federico Aldrovandi durante un fermo nel 2005; la sentenza per omicidio volontario dell’agente di polizia stradale che nel 2007 esplose il colpo di pistola che uccise Gabriele Sandri; i procedimenti in corso per la morte di Aldo Bianzino, Giuseppe Uva e Stefano Cucchi mentre si trovavano in stato di custodia; le accuse di lesioni, aggressione, sequestro di persona e calunnia agli agenti della polizia municipale che tennero in stato di fermo Emmanuel Bonsu; sono fatti che dovrebbero interrogare profondamente le istituzioni italiane e che confermano l’urgenza di misure legislative e istituzionali per la prevenzione degli abusi.
Le forze di polizia sono attori chiave nella protezione dei diritti umani in ogni paese: hanno, tra le proprie responsabilità, quelle di ricevere denunce su abusi dei diritti umani, svolgere le indagini e garantire il corretto svolgimento delle manifestazioni, proteggendo chi vi partecipa da minacce e violenze. Perché questo ruolo sia riconosciuto nella sua importanza e svolto nella piena fiducia di tutti, sono essenziali il rispetto dei diritti umani, la prevenzione degli abusi, il riconoscimento delle responsabilità e una complessiva trasparenza.
Amnesty International chiede agli stati di assicurare che le forze di polizia operino nel rispetto degli standard internazionali sull’uso della forza e delle armi, di prevenire violazioni dei diritti umani e di assicurare indagini rapide e approfondite e procedimenti equi per l’accertamento delle responsabilità, quando emergano denunce di violazioni.
In Italia mancano tuttora importanti strumenti per la prevenzione e la punizione degli abusi, quali organismi di monitoraggio sul rispetto dei diritti umani e sui luoghi di detenzione, misure di identificazione degli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico e la previsione del reato di tortura nel codice penale.
Egregio Presidente del Consiglio |
Dalla parte di Aung San Suu Kyi Ai leader mondiali e al regime birmano: 585,241 hanno firmato la petizione. Aiutaci ad arrivare a 600,000 Pubblicato il: 1 Luglio 2011 Il futuro di Aung San Suu Kyi e del suo incredibile movimento pro-democrazia in Birmania è ora a rischio: stanno usando internet per difendersi e noi potremmo fare la differenza. Suu Kyi sta costruendo una petizione on-line con cui si è rivolta coraggiosamente al regime militare per chiedere la liberazione di migliaia di monaci e di attivisti pacifisti ancora detenuti in condizioni tremende, alcuni addirittura rinchiusi in gabbie per cani. Per la prima volta migliaia di birmani hanno messo a rischio la loro vita e si sono uniti a lei nel suo appello per la libertà attraverso una petizione on-line! Il regime non si è fatto attendere, e ieri ha rivolto pesanti minacce a Suu Kyi; i generali potrebbero decidere in queste ore se portare avanti il dialogo oppure un'altra brutale repressione. E questo potrebbe dipendere anche da noi. Gli attivisti in Birmania hanno chiesto aiuto, dicendo che la pressione della comunità internazionale è cruciale per prevenire la violenza e per liberare i prigionieri politici. Mettiamoci dalla parte di Suu Kyi e dei coraggiosi birmani, firmando la loro petizione, e spediamola all'UE, all'India e ad altri governi chiave che potrebbero fare pressione sul regime. Clicca qui per firmare la petizione! La pressione internazionale, inclusa una campagna esplosiva di Avaaz, ha aiutato a liberare Aung San Suu Kyi, che ha trascorso 15 anni in galera. Ma sono oltre 2000 i prigionieri politici ancora rinchiusi in carcere, alcuni addirittura in canili invasi dai pidocchi normalmente utilizzati per i cani a uso militare. Dalla sua liberazione Suu Kyi si è consultata con la popolazione e ora sta chiedendo la liberazione dei prigionieri politici: il suo primo impegno per ottenere dal regime il cambiamento. Il futuro della Birmania potrebbe ora dipendere dalla loro risposta. Suu Kyi ha guidato il partito che nel 1992 in Birmania ha vinto le ultime vere elezioni democratiche. Dopo il golpe i coraggiosi birmani hanno portato avanti un movimento pacifista e nonviolento per chiedere democrazia e diritti, e in tutta risposta hanno ricevuto torture, intimidazioni e assassinii. Sotto pressione dalle avversità economiche, le sanzioni internazionali e il dissenso interno, la giunta militare ha tentato di mettere in piedi una democrazia fasulla; tuttavia, il movimento di Suu Kyi è ancora vietato e la sua campagna per la liberazione dei prigionieri è un test cruciale per capire se i generali sono aperti davvero al cambiamento. La Birmania ha già sofferto abbastanza. Mettiamoci dalla parte di questa donna incredibile e aiutiamola a instradare il suo paese verso la democrazia. Clicca qui per firmare la petizione! La nostra comunità si è messa dalla parte del popolo birmano più volte. La nostra petizione enorme e la nostra campagna pubblicitaria nel 2007 hanno aiutato a costruire una storica denuncia internazionale contro la repressione di allora. I membri di Avaaz hanno fatto donazioni per garantire agli attivisti birmani il supporto tecnico e l'addestramento per rispondere al blackout di internet e delle linee telefoniche. Abbiamo inviato milioni di euro per soccorrere la popolazione subito dopo un ciclone devastante. Ora i birmani ci stanno chiedendo nuovamente aiuto: rispondiamo in massa. |
Cari amici, Fra quattro giorni si riunirà il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e il mondo intero avrà la possibilità di adottare una nuova proposta che potrebbe segnare il cambio di rotta di decenni di negoziati di pace fra israeliani e palestinesi: il riconoscimento da parte dell'ONU dello stato palestinese. |
Cari amici, Con i nostri 230.000 messaggi inviati e la nostra mobilitazione storica siamo riusciti a fermare il bavaglio a internet, ma non a cancellarlo una volta per tutte. Ora ci rimangono 24 ore per agire, e potrebbero essere quelle decisive. |
Cari amici, Il Presidente del Sudan al-Bashir è il più feroce assassino al mondo. Messo in stato d'accusa dalla Corte penale internazionale per genocidio, è da 20 anni che massacra tutte le comunità che si oppongono al suo regime. E ora sta succedendo di nuovo: a meno che non riusciremo a fermarlo una volta per tutte. |
Cari amici, Il futuro di Aung San Suu Kyi e del suo incredibile movimento pro-democrazia in Birmania ora è di fronte a un bivio, e noi potremmo fare la differenza. http://www.avaaz.org/it/stand_with_aung_san_suu_kyi/?vl |
La situazione si fà seria: oltre 100.000 di noi hanno inviato messaggi per fermare il bavaglio a internet e ora ci rimangono solo 5 giorni per agire. Firma sotto e inoltra questa e-mail a tutti! Il nostro governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e fra qualche giorno un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet. |
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Inviato da: ricky92dgl
il 29/06/2008 alle 00:18
Inviato da: joiyce
il 17/06/2008 alle 18:16
Inviato da: Williams_Sindrome
il 16/06/2008 alle 08:55
Inviato da: dammiltuoaiuto
il 08/06/2008 alle 21:06
Inviato da: joiyce
il 05/06/2008 alle 17:47