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IL MOTORE CHE PUO' CAMBIARE IL MONDO 8OKM CON UN LITRO

Post n°921 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Il motore che può cambiare il mondo

PERSONAGGIO. Claudio De Bei ha realizzato un propulsore rotante rivoluzionario capace di raggiungere potenze elevatissime e di percorrere 80 km con un litro
Rispettoso dell'ambiente con emissioni ridotte al minimo, costi contenuti, assenza di vibrazioni e svariati modi d'utilizzo

20/05/2009

Zoom Foto

La lampadina s'è accesa all'improvviso, mentre stava pulendo un cuscinetto a sfere di un albero motore appena smontato.
Il soffio dell'aria compressa imprimeva all'ingranaggio che teneva in mano una rotazione pazzesca: oltre trentamila giri al minuto. Pochissimo attrito, appena un leggero ronzio lasciava intuire il moto rotatorio velocissimo.
«Perchè non esiste un motore con queste caratteristiche?» si chiese Cladio De Bei, affascinato dal cuscinetto. Il tarlo s'insinuò subdolo e non gli diede tregua.
Terminata l'operazione si mise al tavolo da disegno. Tracciò a mano libera un paio di cerchi concentrici. Li divise in quattro parti. Cominciò a disegnare figure strane. Un pistone qui, la sede delle candele in alto, lo scarico sotto. In breve l'idea del motore rotante – niente a che vedere con il deludente Wankel della Nsu dei primi anni Settanta – prese spessore.
Claudio De Bei s'infervorò, incurante delle ore che diventavano sempre più piccole. L'alba lo colse ancora con la matita in mano. Sul tecnigrafo un pacco di fogli, uno sopra all'altro, scarabocchiati. Una serie infinita di numeri. Calcoli su calcoli: centimetri cubi e gradi, temperature e fori, travasi e ampère. «Una notte incredibile» ricorda divertito l'Archimede bassanese, autore di una quarantina di brevetti, un mago nella preparazione e nel restauro delle moto d'epoca, tecnico sulle piste di tutto il mondo grazie alla moto da corsa realizzata assieme all'indimenticato amico Renato Sonda e portata in gara da Marcellino Lucchi nei primi anni Novanta.
Ecco il motore, progettato come fosse un cuscinetto a sfere.
Roba da far morire d'invidia stuoli d'ingegneri meccanici.
«Il concetto da cui sono partito - svela Claudio De Bei, classe 1945, figlio d'arte (suo padre era il celebre Pio, proprietario di una rivendita Piaggio con annessa officina di riparazione in via Mure del Bastion) - è quello del cuscinetto a sfere. Quattro pistoni contrapposti a 90° uno dall'altro, fissati ad un unico albero centrale fisso con un eccentrico, che girano con moto rotatorio entro i rispettivi cilindri. Fasce elastiche superiori per assicurare la tenuta stagna del cilindro. Nel punto superiore lo scoppio, assicurato da tre scintille scoccate in sequenza da altrettante candele, a 160 gradi lo scarico, poi l'aspirazione attraverso una serie di travasi, a 180 gradi la compressione. Una fase per volta per ciascun pistone. Nessuna valvola. Ad alimentare il motore di complessivi 1000 cc è sufficiente un carburatore da 26. I giri complessivi che può raggiungere a piena rotazione superano i 22mila al minuto, la potenza che esprime è di 460 cavalli». Cifre da capogiro ma che Claudio De Bei è pronto a confermare, dati alla mano, dopo la misurazione al banco prova del primo prototipo realizzato con l'aiuto di amici attrezzisti. Il motore, in questi mesi, è esposto al museo dell'auto Bonfanti e sta attirando la curiosità non solo degli appassionati ma anche di progettisti e docenti universitari. Nelle prossime settimane un'èquipe della facoltà di ingegneria di Padova studierà attentamente il propulsore che potrebbe rivoluzionare il mondo dell'automobile.
«Dalla prove effettuate al banco - spiega De Bei - ho verificato che con un litro di combustibile si possono percorrere un'ottantina di chilometri ad una media oraria incredibile, considerata la potenza che può sviluppare al massimo dei giri».
«Il bello di questo motore endotermico con funzionamento rotativo - aggiunge il tecnico bassanese - è che sovverte tutti i principi della fisica, arrivando ad un rendimento che va dal 75 all'80 per cento...».
Roba da motori elettrici, o quasi, incredibile per un motore a scoppio, il cui rendimento normale si aggira attorno al 25 per cento nelle migliori condizioni d'utilizzo.
«In pratica è tutto il contrario di un motore tradizionale. Sfruttando il concetto del cuscinetto a sfere, entra in coppia a 400 - 600 giri e, date le sue prestazioni, può essere utilizzato senza il cambio. Non solo. Il sistema costruttivo è così semplice che più motori possono essere accoppiati senza difficoltà in modo tale da raddoppiare o triplicare la cilindrata e con essa la potenza complessiva». Provate a pensare a un motore di 3000cc con una potenza di 1350 cavalli: mai visto in pista un bolide del genere. Impossibile o quasi da guidare per l'elevatissima velocità che potrebbe raggiungere.
Il bello di questo motore endotermico è il peso: poche decine di chili.
«Prodotto su scala industriale - aggiunge De Bei - verrebbe a costare dai 350 ai 400 euro. In caso di rotture non varrebbe la pena di farlo riparare giacchè costerebbe meno sostituirlo. Mi ci sono voluti due anni di studi, progetti e prove per realizzarlo. Il blocco è in ergal mentre i pistoni, di 250 cc ciascuno, sono quelli che la Honda monta di serie nelle sue moto. Grazie al sistema rotativo e all'albero motore centrale è possibile, con pochi interventi, aumentare la compressione fino a 25 atmosfere. Il motore può essere alimentato con qualsiasi tipo di combustibile e potrebbe essere impiegato non solo in campo automobilistico ma in in molti altri settori. Un'altra cosa importante è l'assenza di vibrazioni mentre per lubrificarlo basta mezzo chilo d'olio in quanto ha pochissimi organi in movimento. Il raffreddamento è ad acqua ma difficilmente le temperature raggiungono i 50 gradi centigradi. L'emissione di gas di scarico è ridotta al massimo in quanto le tre scintille in sequenza bruciano tutto il combustibile».
Il motore è coperto da una serie di brevetti internazionali e il progetto è stato presentato alla Fiat.
Claudio De Bei, con la sua geniale invenzione, sta facendo tremare i giapponesi.

Roberto Cristiano Baggio

Roberto Cristiano Baggio

 
 
 

ZORRO E LE VITTORIE DI AVAAZ UNA FIRMA AD UNA PETIZIONE CAMBIA IL MONDO

Post n°920 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Cari incredibili Avaaziani,

 

IN PRIMA LINEA PER LA PRIMAVERA ARABA
Avaaz sta per esplodere: 10,5 milioni di persone e un ritmo di crescita spaventoso. Ma stiamo anche affinando il nostro attivismo, e la combinazione di grandi numeri e campagne mirate ci sta portando a vincere sempre di più! Guarda sotto per vedere alcuni esempi incredibili delle ultime settimane.

Non ci limitiamo a consegnare le nostre petizioni in maniera efficace, ma gestiamo anche case rifugio e vie sicure per proteggere il movimento pro-democrazia, sfidiamo multinazionali per vie legali o con appelli ai loro azionisti, doniamo milioni per dotare gli attivisti delle tecnologie più avanzate, e consegniamo con forza le voci della nostra comunità direttamente e in persona a presidenti, miliardari, ambasciatori e ministri.

Funziona: guarda sotto per vederlo con i tuoi occhi. Soltanto nelle ultime settimane abbiamo aiutato a vincere campagne che vanno dal divieto delle bombe a grappolo alle sanzioni alla Siria fino al salvataggio di internet e al Trattato ONU sul clima:


IN PRIMA LINEA PER LA PRIMAVERA ARABA

 

IN PRIMA LINEA PER LA PRIMAVERA ARABA

Wissam Tarif, un amichevole attivista di Avaaz, definito dal regime sanguinario sirano "l'uomo più pericoloso al mondo".

Avaaz è nel cuore delle battaglie per la democrazia nel mondo arabo. Grazie alle piccole donazioni dei nostri membri, che insieme hanno totalizzato l'ammontare di 1,5 milione di dollari, abbiamo abbattuto la censura che i dittatori volevano imporre con la cacciata della stampa internazionale: abbiamo formato una milizia di cittadini reporter e li abbiamo armati di modem satellitari ad alta tecnologia, telefoni e connessione internet. BBC, CNN e Al Jazeera ci hanno informato che nel caso della Siria Avaaz è stata la fonte del 20-30% totale delle notizie!

La nostra rete è riuscita laddove altre organizzazioni hanno fallito, facendo entrare clandestinamente in Siria oltre un milione di dollari di beni di prima necessità in soccorso alle comunità sotto brutale assedio. Abbiamo inoltre aiutato gli attivisti a rischio tortura o morte a scappare insieme alle loro famiglie. I nostri rifugi segreti hanno ospitato e dato protezione a decine di attivisti in fuga dagli aguzzini del regime, offrendo loro una base protetta dalla quale operare. Il regime criminale di Assad ha preso nota: la tv di stato siriana ha definito uno degli attivisti del team di Avaaz come “uno degli uomini più pericolosi al mondo” per il regime.

Al sostegno in prima linea ai movimenti pro-democrazia abbiamo aggiunto la pressione globale sui governi per schiacciare i regimi sanguinari: milioni di Avaaziani hanno partecipato alla campagna per chiedere all’Europa e alla Lega Araba d’imporre le sanzioni al petrolio siriano e abbiamo vinto.

IL POTERE DEI CITTADINI CONTRO LA MAFIA DI MURDOCH

 

IL POTERE DEI CITTADINI CONTRO LA MAFIA DI MURDOCH

Un membro di Avaaz indossa la nostra testa gigante di Murdoch durante una protesta fuori dal Parlamento britannico. Da Londra a Los Angeles, il Murdoch gigante è apparso in tutte le proteste in giro per il mondo.

Abbiamo sfidato il più potente e pericoloso magnate dei media, Rupert Murdoch, e abbiamo vinto.

Doveva essere l’affare più ghiotto di tutta la carriera di Murdoch, perché avrebbe fatto crescere il suo impero mediatico del 50% attraverso l’acquisizione di un’enorme compagnia basata nel Regno Unito, la BSkyB. Per tutti, ormai, era cosa fatta, ma i membri di Avaaz non hanno perso le speranze e hanno inviato 668.784 email e fatto 30.000 telefonate ai parlamentari, organizzato una dimostrazione dietro l’altra e ben 2 sondaggi che dimostravano l'ostilità dell’opinione pubblica all'operazione.

Avaaz è stata l’unica organizzazione a promettere che avrebbe contrastato il governo per vie legali se avesse dato il via libera all’affare di Murdoch. Il Ministro responsabile era talmente sulle spine che ha ripetutamente posticipato l’approvazione dell’accordo per mesi, pubblicamente incolpando Avaaz. Il ritardo ci ha dato la possibilità di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’enorme corruzione che macchia l’impero di Murdoch finché finalmente l’accordo è saltato per aria.

Ma non ci siamo adagiati: dobbiamo annientare per sempre il pericolo di Murdoch e riformare profondamente il sistema corrotto dei media. Gli Avaaziani hanno usato recentemente il nostro nuovo strumento per chiamare gli azionisti delle compagnie principali di Murdoch - NewsCorp e BSkyB - creando la più grande ribellione degli azionisti nella storia di quelle compagnie!

E in Australia, dove il magnate controlla il 70% della carta stampata, abbiamo aiutato a sconfiggere il tentativo di Murdoch di strappare un contratto da 223 milioni di dollari alla tv pubblica e spinto il governo ad avviare un’inchiesta su Murdoch e in favore della riforma dei media.

L'APPELLO MONDIALE PER SALVARE L'AMAZZONIA

 

L'APPELLO MONDIALE PER SALVARE L'AMAZZONIA

I leader della marcia hanno chiuso i loro comizi puntando il dito sui cartelloni di Avaaz e dicendo: “Ci sostengono da tutto il mondo!”.

Mezzo milione di noi si è unito agli oltre 1000 indigeni che manifestavano per chiedere al Presidente della Bolivia Evo Morales di fermare la costruzione di un’autostrada che avrebbe tagliato in due il cuore dell’Amazzonia.

Lo staff di Avaaz ha consegnato la nostra petizione ai principali ministri boliviani durante un incontro lungo e tempestoso. La nostra solidarietà diffusa ha rafforzato la legittimità dei manifestanti indigeni che Morales aveva provato a sminuire, e ha messo in discussione la sua tanto ricercata reputazione di ambientalista convinto.

La pressione ha funzionato! Dopo la nostra campagna Morales ha cancellato la costruzione, rigettato la decisione che dava il via libera al progetto e promesso di proteggere il parco nazionale del TIPNIS e tutto il territorio degli indigeni, il gioiello della corona dell’Amazzonia boliviana, per sempre! Terremo gli occhi puntati su di lui per fargli mantenere la promessa.

VITTORIA CONTRO LE BOMBE A GRAPPOLO!

 

VITTORIA CONTRO LE BOMBE A GRAPPOLO!

La nostra mega petizione è stata consegnata da un sopravvissuto delle bombe a grappolo al Presidente francese della conferenza.

Tre anni fa Avaaz si è mobilitata in favore del divieto mondiale delle bombe a grappolo, un accordo che ha salvato la vita di migliaia di bambini. Quest’anno gli Stati Uniti hanno fatto pressione sottobanco sui governi affinché firmassero una legge che ne avrebbe permesso nuovamente il loro utilizzo! La nostra petizione da 600.000 firme ha aiutato a far pressione su 50 stati affinché si opponessero al losco piano degli Stati Uniti.

Diversi delegati hanno usato la nostra petizione per rafforzare la loro opposizione nei negoziati. Il nostro cartellone piazzato proprio fuori la stanza della conferenza, insieme ai 1000 volantini distribuiti dal team di Avaaz nella zona congressuale, hanno ricordato ai negoziatori l’opposizione che li avrebbe accolti una volta tornati a casa. L’iniziativa degli Stati Uniti ha fallito, e insieme abbiamo aiutato a salvare le vite di migliaia di civili innocenti.

CAMBIAMENTO CLIMATICO: MANTENENDO VIVA LA SPERANZA

 

CAMBIAMENTO CLIMATICO: MANTENENDO VIVA LA SPERANZA

Oltre 800.000 membri di Avaaz si sono battuti per salvare il Protocollo di Kyoto al vertice sul clima in Sud Africa.

Oltre 800.000 di noi hanno aiutato a salvare il Trattato ONU sul clima messo in pericolo durante i negoziati a Durban da un manipolo d'inquinatori decisi a neutralizzarlo per sempre. Il nostro team in loco in Sud Africa ha consegnato il nostro messaggio ogni giorno attraverso azioni d'impatto, come questa pubblicità pubblicata sul Financial Times negli ultimi giorni prima della decisione finale. Nonostante una pressione enorme da parte di Stati Uniti e Canada - appoggiati dall'industria petrolifera - è stato chiuso un accordo per salvare il Protocollo di Kyoto e per continuare a darci la possibilità di combattere mantenendo aperti i negoziati sul clima.

La responsabile europea sul clima Connie Hedegaard ha detto: “Grazie agli oltre 800.000 cittadini da tutto il mondo: le vostre voci hanno avuto un impatto cruciale alla fine dei negoziati”.

SALVIAMO INTERNET: PROGRESSI ENORMI!

 

SALVIAMO INTERNET: PROGRESSI ENORMI!

L’attivista di Avaaz Maria Paz Cambronero consegna la nostra petizione a funzionari di livello della Casa Bianca.

In pochi giorni oltre 1 milione di noi da tutto il mondo ha firmato una petizione contro la proposta di legge vergognosa che darebbe al governo americano il potere di chiudere qualunque sito internet, inclusi WikiLeaks, YouTube e perfino Avaaz!

Il team del Presidente Obama ci ha risposto, e Avaaz ha organizzato un incontro di un’ora con funzionari di alto livello della Casa Bianca per consegnare la petizione.

Siamo stati informati in forma privata che Obama dovrebbe opporsi alla legge così com’è. Quando abbiamo dato vita a questa campagna i bene informati ci dicevano che la legge non poteva essere fermata, e ora sembra che la legge nella sua forma attuale potrebbe essere accantonata. Questa è la dimostrazione di quanto possano influire insieme i cittadini!

COMBATTENDO LA CORRUZIONE IN INDIA

 

COMBATTENDO LA CORRUZIONE IN INDIA

I membri di Avaaz in un'iniziativa contro la corruzione in India.

La nostra campagna contro la corruzione in India è stata la campagna più virale nella storia di internet! In sole 36 ore oltre 700.000 indiani hanno partecipato alla petizione in favore di una legge forte contro la corruzione dei funzionari pubblici, chiamata “Jan Lokpal”. Abbiamo organizzato marce per il paese, tappezzato la capitale di cartelloni pubblicitari e lanciato un sondaggio indipendente che dimostra che la maggioranza degli elettori indiani è favorevole all’ambiziosa Lokpal.

Abbiamo contribuito a portare a casa la prima vittoria: una legge sarà ora discussa in Parlamento! Il Times of India ha definito Avaaz “un giocatore chiave nell’iniziativa per Jan Lokpal”.

ITALIA: UNA VITTORIA PER LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE

 

ITALIA: UNA VITTORIA PER LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE

Alcuni membri di Avaaz e l’attivista Giulia Innocenzi protestano contro limiti draconiani alla libertà di espressione.

Durante gli ultimi mesi in carica l’ex Premier Silvio Berlusconi ha provato a imbavagliare la democrazia dando al governo il potere di chiudere siti internet senza il vaglio di un giudice. La nostra comunità si è battuta contro la censura e abbiamo vinto!

Gli Avaaziani in Italia hanno inviato oltre 200.000 email e inondato Facebook e Twitter. Abbiamo organizzato manifestazioni di cui i media hanno abbondantemente parlato e chiuso il provvedimento in un cassetto! Ora la democrazia italiana si è liberata di Berlusconi, e noi continuiamo ad andare alla grande.

Queste sono solo alcune delle vittorie che abbiamo conquistato insieme nelle ultime settimane. Da quando siamo partiti 5 anni fa, Avaaz ha portato avanti oltre 1000 campagne! E la nostra comunità è cresciuta e ha rafforzato il suo impegno, continuando a vincere ogni giorno di più. Se continuiamo così e non smettiamo di sperare e credere nel cambiamento e l’uno nell’altro, niente sarà impossibile.

Con speranza,

Ricken, Dalia, Luis, Allison, Ari, Maria Paz, Wen-Hua e tutto il team di Avaaz



CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 10 milioni di membri da tutto il mondo, che lavora perché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali (Avaaz significa "voce" in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; il nostro team è sparso in 13 paesi distribuiti in 4 continenti e opera in 14 lingue. Clicca qui per conoscere le nostre campagne più importanti, oppure seguici su Facebook o Twitter.

 
 
 

IN ITALIA IL 10% DELLE FAMIGLIE HA 50 % DELLA RICCHEZZA NAZIONALE E IL RESTO E' ALLA FAME

Post n°919 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Poche famiglie hanno grandi ricchezze e molte non ne hanno

http://www.agoravox.it/Poche-famiglie-hanno-grandi.html

 

La Banca d’Italia, nel supplemento a bollettino statistico, ha fornito numerosi dati relativi alla ricchezza delle famiglie italiane. Il dato, a mio avviso più interessante, anche se non rappresenta una novità, riguarda il fatto che la ricchezza italiana è distribuita in modo molto concentrato. Cosa vuol dire? E’ semplice, molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza mentre poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. Più precisamente a fine 2008 la metà più povera delle famiglie deteneva il 10% della ricchezza totale mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva. Comunque la crisi si è fatta sentire anche per la ricchezza delle famiglie italiane: dalla fine del 2007 - quando aveva raggiunto i suoi livelli massimi - alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane (somma di attività reali e finanziarie) è diminuita del 3,2% a 8.640 miliardi di euro. Tra il 2009 e il 2010 la ricchezza complessiva è scesa dell'1,5. Però occorre considerare che i confronto con altri paesi sono favorevoli per l’Italia. Alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 8,3 volte il reddito disponibile lordo, contro l'8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti.

A ciò si deve aggiungere che le famiglie italiane sono meno indebitate: l'ammontare dei debiti era infatti pari all'82% del reddito disponibile (in Francia e in Germania era di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone del 130%, nel Regno Unito del 170%). Se si vuole analizzare più nel dettaglio la ricchezza degli italini, si può aggiungere che alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie (al netto, cioè, delle passività finanziarie) è stata pari a 8.640 miliardi di euro. La ricchezza lorda era invece pari a circa 9.525 miliardi di euro, corrispondenti a poco meno di 400.000 euro in media per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 62,2% della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 37,8%. Le passività finanziarie, pari a 887 miliardi di euro, rappresentavano il 9,3% delle attività complessive.

Secondo stime preliminari, nel primo semestre 2011 la ricchezza netta delle famiglie sarebbe leggermente aumentata in termini nominali (0,4%) per effetto di un aumento delle attività sia reali (1,2%) sia finanziarie (0,4%), nonostante le passività abbiano fatto registrare un incremento del 5,4%. Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 pari al 3,2%, risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. A fine 2010 le abitazioni rappresentavano quasi l'84% del totale delle attività reali. Alla fine del 2010 la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane ammontava a oltre 4.950 miliardi di euro, corrispondenti in media a poco più di 200.000 euro per famiglia. La ricchezza in abitazioni, a prezzi correnti, è cresciuta tra la fine del 2009 e la fine del 2010 dell'1% (circa 48 miliardi di euro). La crescita è stata molto inferiore al tasso medio annuo del periodo 1995-2009 (circa il 5,9%), a causa del rallentamento delle quotazioni sul mercato immobiliare. In termini reali, la diminuzione della ricchezza in abitazioni rispetto al 2009 è risultata pari a circa lo 0,5%.

 
 
 

CHIESA QUANTO MI COSTI 6 MILIARDI DI EURO!!!!

Post n°918 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Chiesa cattolica, quanto mi costi? Oltre 6 miliardi

Il tema dei costi della Chiesa cattolica è diventato di attualità in seguito all’attenzione che i mass media hanno dedicato alle esenzioni di cui gode la Chiesa per quanto riguarda il pagamento dell’Ici. Risulta pertanto di notevole interesse l’iniziativa dell’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) che ha realizzato un sito denominato www.icostidellachiesa.it, per effettuare una stima dei costi, a carico di tutti gli italiani, derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica. L’Uuar in una nota spiega i motivi e le caratteristiche dell’iniziativa. Scrive fra l’altro: “Nessuno è al corrente dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la religione che ne gode incomparabilmente più delle altre, la Chiesa cattolica nelle sue articolazioni (Santa Sede, Cei, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, eccetera). Non la rendono nota né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato. È per questo motivo che l’Uuar ha deciso di dar vita alla piattaforma ‘I costi della Chiesa’: l’obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accurata possibile, citando estesamente le fonti e utilizzando metodologie trasparenti”.

Secondo quanto sostiene l’Uuar, la stima aggiornata dei costi annui della Chiesa è 6.086.565.703. Le spese più significative che determinano quell’importo complessivo di oltre 6 miliardi di euro sono le seguenti (i valori sono espressi in milioni di euro):

  • Riduzione Ires 100
  • Riduzione Irap 100
  • Esenzione Iva 100
  • Insegnamento della religione cattolica nelle scuole 1.500
  • Contributi statali alle scuole cattoliche 261
  • Contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche 400
  • Utilizzo dei fondi strutturali europei 107
  • Cambi di destinazione d’suo 150
  • Altri contributi erogati dalle Regioni 242
  • Servizi appaltati in convenzione ad organizzazioni cattoliche 150
  • Convenzioni pubbliche con la sanità cattolica 167
  • Altri contributi erogati dai Comuni 257
  • Benefici concessi da fondazioni e società a partecipazione pubblica 200

L’iniziativa dell’Uuar mi sembra molto importante. Infatti, a mio avviso, è più che opportuno conoscere con precisione l’entità dei costi pubblici derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica come alle altre religioni, per valutare se tali costi siano troppo elevati oppure no, soprattutto in un periodo come quello attuale nel quale si considera come obiettivo prioritario la riduzione del deficit dello Stato. Anche per rispondere a una domanda più che legittima: le spese pubbliche a favore della Chiesa devono contribuire al raggiungimento di quell’obiettivo? Io penso proprio di sì.

 
 
 

GLI UOMINI DI MONTI E IL COMMA A HOC PER MANTENERE IL DOPPIO INCARICO E IO DEVO LAVORARE 42 ANNI!!!

Post n°917 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Gli uomini di Monti e il comma ad hoc
per mantenere doppi incarichi e rimborsi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/15/stipendi-tecnici/177617/

 

Senza lobby non sei nessuno. Per uscire vivo da questa manovra devi avere un santo in Paradiso, o a Montecitorio. E i dirigenti della Pubblica amministrazione alla Camera ne hanno molti. Dopo aver confezionato una “norma pasticcio” sul taglio agli stipendi parlamentari, adesso i tecnici del governo Monti si sono scritti una norma “ad personam”. O meglio un comma ad hoc, per preservare i loro redditi. Nella manovra, infatti, è previsto che con un decreto del presidente del Consiglio, (ricevuto il parere delle Commissioni parlamentari) venga ridefinito il trattamento economico dei rapporti di lavoro dipendenti o autonomi con le pubbliche amministrazioni, stabilendo come parametro massimo per i dirigenti lo stipendio del presidente della Corte di Cassazione. Nello stesso articolo, il 23 ter, è sancito inoltre che i dipendenti pubblici chiamati a funzioni direttive nei ministeri o nella P. A. abbiano un’indennità pari al 25 % del trattamento economico percepito. Cioè che prendano uno stipendio e un quarto anziché due stipendi interi.

La norma, a quanto pare, ha fatto infuriare i “papaveri” della Pubblica amministrazione che hanno infuocato i telefoni dei colleghi tecnici di governo per tutta la serata di martedì. La Commissione bilancio è stata costretta a una pausa per ascoltare le innumerevoli proteste. Il doppio stipendio pubblico riguarderebbe i ruoli di vertice, come quelli dei ministri, da Antonio Catricalà, magistrato e membro del governo, a Corrado Clini, dirigente ministeriale e ora a capo del dicastero dell’Ambiente, fino al ministro che guida proprio la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, anche lui magistrato fuori ruolo. Poi c’è Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, e ora viceministro, che ha già annunciato la rinuncia al 70 % della retribuzione e dovrà lasciarne almeno un’altra piccola parte.

Ma la norma coinvolgerebbe anche i sotto-segretari e soprattutto l’esercito di tecnici pubblici che riceve incarichi negli uffici di diretta collaborazione dei ministeri, o cariche in enti pubblici diversi da quello di provenienza. Come quella di Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, che oltre ad essere magistrato fuori ruolo è capo dell’Ufficio legislativo del ministro della Giustizia, Paola Severino. Anche lei nei corridoi della Camera martedì sera, costretta ad attendere il verdetto sul suo secondo stipendio. Le lamentele dei dirigenti, a quanto pare, hanno fruttato una soluzione ad personam per la categoria: al comma 3 dell’articolo 23 ter è stato previsto che col decreto del presidente del Consiglio (citato al comma 1, quindi quello di revisione degli stipendi) si possano prevedere “deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni”. Ovvero si possa concedere agli “eletti” di mantenere il doppio stipendio. Nello stesso decreto verrà stabilito inoltre un tetto massimo per i rimborsi spese, che naturalmente andranno ad aggiungersi ai doppi compensi. Cifre che, cumulate, non scendono mai sotto i duecentomila euro e fanno impallidire anche i parlamentari e i loro diecimila euro al mese.

da Il Fatto Quotidiano del 15 dicembre 2011

 
 
 

NO ALLA SVENDITA DELLE FREQUENZE TELEVISIVE FACCIAMOGLI PAGARE LA FINANZIARIA FIRMA PURE TU

Post n°916 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Incredibile! Oltre 100.000 email inviate in meno di una settimana! Arriviamo urgentemente a 150.000 prima del nostro sit-in di protesta davanti agli uffici del Ministro questo venerdì: manda il tuo messaggio ora e fai il passaparola --

Cari amici,


E' scandaloso: noi dovremo pagare una manovra lacrime e sangue per salvare l'Italia, e Berlusconi e altri operatori avranno le frequenze della tv digitale gratis! Il Ministro Passera può fermarlo e noi possiamo convincerlo a farlo: manda il messaggio!

E' vergognoso: mentre noi dovremo salvare l'Italia con una manovra lacrime e sangue, Berlusconi e altri operatori si arricchiranno appropriandosi delle frequenze della tv digitale gratis! Sta a noi fermare questo scandalo e costringere il Ministro Passera ad agire ora.

Prima di lasciare il potere Berlusconi ha regalato le frequenze della tv digitale a Mediaset e alla Rai rubando miliardi di euro dalle casse dello stato! La protesta sta montando e in molti chiedono al Ministro Passera di cancellare questa misura oltraggiosa e di avviare subito un'asta pubblica.

Il nuovo Ministro è sensibile all'opinione pubblica - in molti dicono che ha mire da futuro Premier - e noi possiamo fare la differenza: convinciamolo a intervenire ora per difendere il pluralismo dei media e restituire così miliardi di euro alle casse dello stato. Clicca sotto per mandare il tuo messaggio e fai il passaparola:

http://www.avaaz.org/it/no_tv_gratis/?vl

Silvio Berlusconi ci ha lasciato con una delle misure più pericolose: ha garantito a Mediaset, la tv di sua proprietà, il quasi monopolio della tv commerciale, con conseguenze nefaste per il pluralismo dell'informazione per molti anni a venire. Invece di organizzare un'asta competitiva come ci ha chiesto l'Europa, il governo di Berlusconi ha regalato le frequenze della tv digitale attraverso un sistema a punti, chiamato beauty contest, che premia le aziende con più risorse... E Mediaset ha vinto!

Sky ha denunciato questo sistema e se ne è chiamata fuori, chiedendo al nuovo governo d'intervenire. Le tv locali stanno procedendo per vie legali e molti giornali e partiti politici stanno chiedendo al Ministro Passera, responsabile per le comunicazioni, di cancellare questa misura vergognosa e di organizzare un'asta pubblica che garantisca il pluralismo e la competizione includendo così tutte le tv. Le casse dello stato ci guadagnerebbero tantissimo: per la Gran Bretagna si stima un incasso di 24 miliardi di sterline l'anno, e noi potremmo arrivare fino a 16 miliardi di euro!

Il governo sta chiedendo agli italiani enormi sacrifici per superare questa crisi, e un'asta pubblica delle frequenze tv potrebbe risparmiare quelli più in difficoltà: dimostriamo al Ministro Passera che l'opinione pubblica esige equità e pluralismo. Manda ora il tuo messaggio e dillo a tutti!

http://www.avaaz.org/it/no_tv_gratis/?vl

La nostra comunità ha combattuto con tutte le sue forze contro le leggi e i bavagli liberticidi di Berlusconi. Ora che non è più al potere potremmo soffrire la sua eredità per molti anni a venire, con conseguenze pericolose per il mercato della tv e per il pluralismo e il nostro diritto a essere informati. Vinciamo anche questa battaglia e facciamo sì che la nostra democrazia abbia un sistema televisivo giusto ed equilibrato.

Con speranza e determinazione,

Giulia, Luis, Emma, Pascal, Ricken, Alice, Gianluca e tutto il resto del team di Avaaz

Più informazioni

La Repubblica: "Lo scandalo delle frequenze"
http://www.repubblica.it/politica/2011/12/07/news/lo_scandalo_delle_frequenze-26206984/index.html?ref=search

Il Fatto quotidiano: "Frequenze tv: il governo fermi il beauty contest"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/07/frequenze-governo-fermi-beauty-contest/175792/

La Repubblica: "Tv, quel regalo da 16 miliardi"
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=17P3I8

Corriere della Sera: "Frequenze tv, lo strappo di Sky: tempi incerti, niente gara"
http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/01/Frequenze_strappo_Sky_Tempi_incerti_co_9_111201092.shtml

La Repubblica: "Frequenze tv, monta la protesta trasversale"
http://www.repubblica.it/politica/2011/12/06/news/frequenze_tv_gratuite_monta_la_protesta_trasversale-26195158/

Corriere dell'Informazione: "Possibili risvolti politici: Monti al Quirinale e Passera premier"
http://www.corriereinformazione.it/2011120715816/politica/governo-possibili-risvolti-politici-monti-al-quirinale-e-passera-premier.html

 
 
 

LA POLITICA ECCO QUANTO CI COSTA L'ANNO 23 MILIARDI DI EURO

Post n°915 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 


Politica: ecco quanto ci costa. Ogni mese, ogni anno

http://www.agoravox.it/Politica-ecco-quanto-ci-costa-Ogni.html

 

Fra i primati imbarazzanti che l’Italia ha messo insieme negli anni, uno dei più odiosi e controversi è relativo ai costi della politica. Ne parliamo tutti ma quasi nessuno ne conosce la vera entità.

Tutti – più o meno – siamo a conoscenza degli stipendi dei politici e dei loro vitalizi, oltre ai tantissimi stipendi degli amministratori locali. Ma se vogliamo espandere la nostra conoscenza in tema costi della politica, è opportuno conoscere ben altre cifre.

In questi giorni di ferventi preparativi della messa in atto di una manovra che ha tolto il sonno a milioni e milioni di italiani, sapere con una certa esattezza di cosa si parli davvero quando si accenna al tema dei costi della politica, potrà da un lato accrescere gli stati di insonnia, ma dall’altro sapere se e come sarà possibile – da parte delle componenti politiche più attive per ciò che riguarda la guerra ai costi troppo esosi degli ambienti istituzionali – abbassare questa enorme pressione che grava fondamentalmente sulle spalle dei cittadini. E non certo i più ricchi.

Inizio dando una cifra: ogni anno la politica in Italia costa ben 23 miliardi di euro. Questo dato scaturisce sommando le spese sostenute da Camera e Senato più una lunga serie di spese per il funzionamento di tutte le istituzioni. Ma è un dato non completo perché è riferito a tutto ciò che è ufficiale.

Pensate infatti alle miriadi di persone che lavorano nel sottobosco della politica. Dai porta borse pagati a nero ai "consulenti" di non ben definita collocazione. Il mantenimentro in essere delle due Camere costa ogni anno 1,7 miliardi di euro. Sappiamo però che non è attraverso la o le manovre che si possono mettere direttamente le mani nelle tasche di Camera e Senato.
 
Infatti, anche quest'anno, con l'articolo 5 si spiega che Camera e Senato possono "autonomamente deliberare" riduzioni di spesa, "anche con riferimento a spese di natura amministrativa e di personale". Se lo faranno, i risparmi andranno al bilancio dello Stato, che li dovrà destinare a interventi straordinari su fame nel mondo, assistenza ai rifugiati o beni culturali. Vediamo ora alcune cifre nel dettaglio.

La Camera spende oltre un miliardo all'anno e il Senato circa 600 milioni. Le uscite per lo stipendio complessivo pagato ogni anno a deputati e senatori dalle rispettive camere di appartenenza sono pari a 144 milioni. Dal viaggio alla "bolletta" telefonica al teatro ecc: a bilancio ci sono anche le voci aggiuntive che compongono la busta paga dei parlamentari. I rimborsi spese pesano per altri 96,1 milioni.

Le spese per gli ex parlamentari che hanno maturato il diritto ad un assegno, una volta raggiunti i limiti di età, nel loro complesso arrivano a 218,3 milioni e sono i famosi e tormentosi vitalizi. Per quanto riguarda la spesa annua tra i due rami del parlamento per l'affitto di immobili impiegati come sedi istituzionali ecco che la cifra è pari a 45,5 milioni di euro.

C’è poi un capitolo a parte, i rimborsi elettorali. Con l’attuale manovra, il taglio – in relazione al 2007 - arriverà al 30 per cento. Ma non è nulla se si pensa che in Germania, per esempio, i voti valgono 85 centesimi l'uno (e 38 centesimi quelli superiori al quarto milione, quindi la maggioranza per un partito come la Cdu che all'ultimo turno elettorale ne ha presi 16 milioni), da noi valgono e continueranno a valere una cifra esorbitante: 3,5 euro l'uno.

Peraltro, questo denaro giunge anche nelle tasche di coloro che non siederanno in parlamento. Il motivo? Le famose “soglie di sbarramento” che devono comunque essere superate per ottenere i fondi e che sono di gran lunga più generose rispetto a quelle che regolano la distribuzione dei seggi (alla Camera basta l'1% su base nazionale, anziché il 4%, e al Senato è sufficiente il 5% in una Regione, e non l'8%).

Ci sarebbero poi da calcolare i costi degli enti locali. E non è cosa facile poiché le voci in capitolo in questo caso sono tante e tali da non permettere dati certi e nemmeno stime possibili. Ciò che “si dice” è che nel prossimo futuro anche negli ambienti amministrativi dovrebbe arrivare la mannaiata che dovrebbe – ed uso sempre volutamente il condizionale – dimezzare di netto gli stipendi.

Qualche altra voce in bilancio in ordine sparso.

Auto blu (siamo il Paese col maggior numero di auto blu) ci costano circa 4 miliardi di euro l’anno. Da tempo si parla di eliminarne una fetta. Nessuno garantisce che verrà fatto ed in tempi brevi; altre sono le voci nei capitoli di bilancio dello Stato Italiano, ma alcune non si riesce nemmeno a calcolarle in quanto a numeri precisi.

In pratica: l’Italia, rispetto al resto d’Europa, costa ai contribuenti un buon 50% in più. In alcuni casi qualcosina oltre. Visto che, quando si tratta di tagliare i costi della politica tutti o quasi fanno melina mentre – contemporaneamente – si fa credere che l’Italia debba assolutamente uniformarsi e conformarsi ai costi medi europei, viene da chiedersi quali saranno alla fine, le misure che verranno prese in considerazione e messe in atto. E se poi, quste misure verranno davvero oltre che approvate messe in essere.

Il dubbio permane. Anche perché, chi mai potrà controllare che effettivamente – ad esempio – verrà dimezzato il numero di auto blu, diminuiti gli stipendi dei politici e posti limiti ai vitalizi? E che dire ancora delle migliaia di “consulenze” e pesudo tali che permangono e sono sempre al confine fra ciò che si sa e ciò che non viene nemmeno detto?

Ad occhio e croce comunque, facendo i calcoli sulle dita, un bel po' di miliardi freschi ed immediati potremmo ottenerli proprio da questi ormai tormentosi tagli ai costi della politica, che sono forse la voce più vessatoria, pressante ed iniqua sulla cittadinanza italiana fra tutte le voci in bilancio.

Anche perché – va sempre ricordato – tutta questa ricchezza di vitalizi, stipendi, royalties e varie ed eventuali ha un ulteriore neo agli occhi di chiunque non faccia parte del gioco della politica italiana: l’assoluta, esatta, metodica puntualità con cui questo denaro esce dalle casse del Tesoro ed entra nei conti correnti di queste migliaia di persone ogni santo mese.

Con buonapace di chi in Italia è arrivato persino a lavorare senza percepire lo stipendio. Pur di conservare – almeno – la faccia. Perché ci avevano fatto credere che il lavoro nobilita l’uomo, ma nessuno ci ha mai detto quale tipo di lavoro.

 
 
 

C'è la crisi, ma il governo compra i cacciabombardieri 20 MILIARDI DI EURO

Post n°914 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

C'è la crisi, ma il governo compra i cacciabombardieri

IN PARLAMENTO, CON LE VARIE MANOVRE ESTIVE, IL GOVERNO CHIEDEVA SACRIFICI AL POPOLO ITALIANO (SEMPRE AI SOLITI) CON TAGLI ALLA SANITA’, ALLA SCUOLA E AI COMUNI, MA NEL FRATTEMPO BERLUSCONI CONFERMA DI PROCEDERE ALL’ACQUISTO DI 131 CACCIABOMBARDIERI D’ATTACCO F 35 JSF.
COSTO DELL’OPERAZIONE 20 MILIARDI DI EURO (15 PER IL SOLO ACQUISTO E 5 PER STRUTTURE E SPESE DI ASSEMBLAGGIO).

LE MANOVRE APPROVATE PORTERANNO AI CITTADINI ITALIANI GRAVI CONSEGUENZE: SI STIMANO IN 20 MILIARDI DI EURO I TAGLI ALLE REGIONI E AI COMUNI (CHE SI TRADURRANNO INEVITABILMENTE IN MINORI SERVIZI SOCIALI E AUMENTO DELLE TARIFFE E DELL’IRPEF) E IN ALTRI 20 MILIARDI DI EURO I TAGLI ALLE PRESTAZIONI SOCIALI ED ASSISTENZIALI IN UNA FASE DI ELEVATA DISOCCUPAZIONE, SPECIALMENTE FRA I GIOVANI.

CANCELLANDO L’ACQUISTO DEI CACCIABOMBARDIERI SI POTREBBERO METTERE IN CAMPO AZIONI PER LA CRESCITA REALE DEL PAESE (ASILI NIDO, METTERE IN SICUREZZA LE SCUOLE PUBBLICHE, INDENNITA’ TEMPORANEA AI DISOCCUPATI.. ) E PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEI CITTADINI E NON GETTARE I SOLDI IN UN INUTILE E COSTOSO AEREO DI GUERRA.

 
 
 

LA CHIESA NON PAGA L'ICI E NOI PERCHE' DOVREMMO PAGARLA?

Post n°913 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Manovra lacrime e sangue, Monti dimentica la Chiesa. Niente Ici sugli immobili del Vaticano

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/05/manovra-lacrime-sangue-monti-dimentica-chiesa-niente-sugli-immobili-vaticano/175334/

 

E' di circa 50 mila il numero degli immobili ecclesiastici presenti in tutta Italia. Di questi almeno 30mila sono adibiti ad attività imprenditoriali. Già nel 2005 la Cassazione stabilì che l'esenzione dall'Ici poteva essere applicata solo quando all'interno dell'immobile si svolgesse un'attività meritoria e legata al culto

La notizia è arrivata dalla conferenza stampa del premier Mario Monti alla Sala Stampa Estera di Roma. Un giornalista straniero ha formulato una domanda scomoda: “Avete pensato ad estendere il pagamento dell’Ici anche alla Chiesa Cattolica?”. La risposta di Monti, il cui volto ha improvvisamente perso l’espressione benevola di solo pochi minuti prima, ha lasciato la platea straniera – e subito dopo anche quella italiana – senza parole. “E’ una questione che non ci siamo ancora posti”. E’ ragionevole pensare che il governo non se la porrà mai. Piange Elsa Fornero sulla deindicizzazione delle pensioni da mille euro al mese, ma sembra non esserci proprio la volontà di operare un recupero di un privilegio che in tempi di crisi diventa sempre più difficile da digerire.

L’Ici – che poi si chiamerà Imu – la dovranno pagare tutti. E la rivalutazione delle rendite catastali fino al 60% la renderà forse la tassa più pesante che gli italiani saranno chiamati a pagare nell’immediato. La Chiesa, ancora una volta, resta fuori dal novero dei contribuenti dello Stato pur continuando a percepire l’8 per mille.

Eppure, già nel 2004, una sentenza della Corte di Cassazione stabilì che l’esenzione dall’Ici (già in vigore dal ’92, ma dal cui pagamento erano stati esclusi luoghi considerati “particolarmente meditevoli”) poteva essere applicata solo quando all’interno dell’immobile si svolgesse un’attività effettivamente meritoria e legata al culto. Per fare un esempio, va bene l’esclusione di una chiesa o di un oratorio, ma non quella di un immobile di proprietà vaticana affittato ad una banca. Una sentenza “pericolosa”, a cui corse in soccorso Berlusconi nel 2005. A pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, fu approvata una discussa norma che stabiliva l’esenzione dal pagamento dell’Ici per tutti gli immobili della Chiesa cattolica. Un anno dopo il governo Prodi limò la normativa, prevedendo che l’esenzione si potesse applicare solo agli immobili dalle finalità “non esclusivamente commerciali”, ma quell’avverbio – “esclusivamente” – ha permesso alla Chiesa di usufruire dell’esenzione anche per strutture turistiche, alberghi, ospedali, centri vacanze, negozi: è sufficiente la presenza di una cappella all’interno della struttura.

Il risparmio annuo per la Chiesa – e la perdita netta per il fisco italiano – si avvicinano ai due miliardi di euro. E’ stato stimato approssimativamente in circa 50 mila il numero degli immobili ecclesiastici presenti in tutta Italia (in pratica 1 abitazione su 5), ma un vero e proprio censimento non è mai stato fatto dal catasto, soprattutto sul fronte della destinazione d’uso. Anche perché ciascun ente ecclesiastico può essere titolare di più immobili, affittati o in uso per i motivi più diversi (a Roma persino commissariati di Polizia e Carabinieri sono di proprietà vaticana). Si tratta, comunque, di una ricchezza enorme, che non ha analogie all’estero e che è totalmente detassata. Secondo una stima fatta dai Radicali Italiani qualche tempo fa, in tutta Italia sarebbero presenti almeno 30 mila stabili di proprietà della Chiesa adibiti ad attività imprenditoriali e commerciali diverse.

La quantificazione del mancato pagamento solo di questi si aggira sui 2 miliardi e 400 mila euro. All’Ici, poi, si dovrebbero aggiungere anche l’ammontare dovuto per altre imposte sia statali che comunali a cui la Chiesa risulta esente (Irpef, Iva e altro) anche questi quantificabili per circa 4 miliardi di euro. Il tutto mentre la Chiesa risulta beneficiaria dell’8 per mille che lo Stato le versa (anche quando il contribuente non ha esercitato l’opzione: a meno che il contribuente non lo destini ad altro scopo, quei soldi vanno alla Chiesa anche se non dichiarato apertamente) e che è una cifra molto alta: dal 1990 al 2007 la Chiesa ha percepito 970 milioni circa di euro dallo Stato Italiano per “l’esercizio del culto”.

Comunque, per il governo Monti, così attento alle direttive europee, una riflessione sull’esenzione Ici alla Chiesa presto si porrà lo stesso. La notizia, infatti, è che l’Unione Europea ha annunciato (a fine settembre) l’intenzione di aprire un’indagine formale per aiuti di Stato e incompatibilità con le norme sulla concorrenza proprio su questo fronte. Sono tre i punti da chiarire. Oltre all’Ici, c’è anche l’articolo 149 del “Testo unico delle imposte sui redditi”, che “conferisce a vita la qualifica di enti non commerciali a quelli ecclesiastici”, garantendo loro un regime fiscale particolare e favorevole. Infine lo sconto del 50% dell’IRES concesso agli enti ecclesiastici che operano nella sanità e nell’istruzione. Joaquín Almunia, il commissario europeo per la concorrenza, si è lasciato sfuggire che la condanna dell’Italia stavolta sarà “difficile da scampare”. Dopo l’apertura dell’istruttoria, le parti avranno 18 mesi per presentare le proprie ragioni, poi Bruxelles dovrà decidere. In caso di condanna, L’Italia potrebbe chiedere il rimborso all’erario delle tasse non pagate dagli enti ecclesiastici. Ma lo farebbe?

 
 
 

LE BALLE DELLA MANOVRA DI SUPER MARIO LE BUGIE HANNO VITA BREVE

Post n°912 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da dammiltuoaiuto
 

Vediamo allora quello che il menù "Montipolitano" ci offre nella giornata di lunedì in Parlamento e poi, per ottenere il legittimo riscontro popolare, nella terza camera italiana che pur non essendo prevista nella Costituzione, esiste nella nostra realtà; lo studio di Porta a Porta con Vespa presidente.

I "ricchi" verranno così colpiti:

previsto un aumento di due punti percentuali delle aliquote Irpef più alte, quelle al 41 e al 43%, che andranno a colpire redditi da 60.000 euro annui fino 100.000 e su cui dovremmo riflettere un attimo.

E' vero che sono redditi alti e che devono contribuire come noi al rimetterci in carreggiata economica, ci mancherebbe altro, ma vorrei ricordare ai montifor ever  prima menzionati, che l'Irpef viene pagata da chi le tasse le paga già, e gli altri, quelli che invece utilizzano i paradisi fiscali e che portano all'estero i soldi?

Però, qualcuno ora mi dirà, colpiranno anche grandi barche e yacht....

ebbene, prima che definisca idioti anche coloro, cerco di spiegargli in poche parole dove sta la truffa che ci viene proposta nel menù "Montipolitano":

La super tassa che andrà a pesare sulle grandi imbarcazioni non riguarderà i proprietari o le società di leasing a cui si appoggiano i grandi ricchi per cazzeggiare in lungo e largo per i nostri mari, ma udite udite, solo una super tassa di stazionamento!

Cosa significa? Nulla, se non che tenteranno di prenderci ancora una volta in giro.

Questo pagamento verrà richiesto solo ed esclusivamente nel caso, l'imbarcazione decida di entrare in porto, stazionare e fruire dei servizi offerti.

Quindi cari e ricchi uomini di finanza, manager arricchiti con le aziende di Stato, politici che vi siete arricchiti con tangenti e stecche, potrete continuare a scorazzare per i mari italiani con le vostre lussuose dimore galleggianti e nessuno vi chiederà di sborsare un euro. Contenti? Beh credo proprio che dovreste ringraziare il maitre per questo menù che ha elaborato per voi....

E ora vediamo cosa offre il menù per noi, che non possediamo imbarcazioni di lusso, suv da 100.000 euro, doppia casa a Cortina e tripla casa in Sardegna, e che magari siamo costretti ad usare ospedali poco efficienti e funzionali proprio perchè non possediamo polizza assicurative sanitarie, che potrebbero consentirci di essere curati in cliniche concepite come hotel a 5 stelle.

Capitolo sanità: come ricorderete già nella manovra di agosto fu previsto un taglio di 2,5 miliardi per il 2013, ora visto che dobbiamo raggiungere l'equilibrio di bilancio è quasi certo che dal 1 gennaio 2012 venga anticipato il taglio del 2013  che sommato a quello previsto per il 2012 sempre di 2,5 miliardi, trasforma il taglio in 5 miliardi di euro.

Quindi prepariamoci a nuovi ticket per i ricoveri ospedalieri, medicine e visite anche ambulatoriali oltre a quelle specialistiche.

Capitolo trasporto pubblico locale: previsti  trasferimenti solo per 400 milioni, quindi considerato che all'appello mancheranno 1,5 miliardi, chi sperava come i pendolari, o coloro che fruiscono del trasporto pubblico per recarsi al posto di lavoro, in un miglioramento, farebbe meglio a mettersi l'anima in pace e rassegnarsi alla speranza di trovare un gratta e vinci milionario.

Per poi non parlare dell'innalzamento dell'eta pensionabile, del blocco dell'aumento collegato al costo della vita anche per le pensioni al minimo, del fatto che la "mobilitazione" causerà solo nel mese di gennaio la perdita di 60.000 posti di lavoro, di cui solo nelle ferrovie per 1200.

Sviluppo ed occupazione? Questa voce non è prevista nel menù "Montipolitano"; però alla voce dessert troviamo che al fine della tracciabilità finanziaria, sarà possibile pagare oltre la somma di 500 euro, solo con carta elettronica.

Questo si che è un grande servizio alla povera gente!!!

Non farli girare con tanti euro in tasca ed evitare che possano rubarglieli o perderli; meglio girare senza euro ma con la carta di credito, sennò come farebbero le banche a guadagnare altri 4,7 miliardi annui, derivanti dalle spese che saremmo chiamati a sostenere proprio per l'utilizzo di quella carta?

Ai  monti  for  ever  e la domanda non è polemica, ma sulla base di tutto ciò vi considerate ancora degli ingenui, o vi rendete conto di essere stati degli straordinari idioti, nel fidarvi del menù "Montipolitano"?

Oppure, e sarebbe la terza ipotesi, pur di andare a governare e mandare a casa Berlusconi, avete pensato bene di far arricchire chi già era ricco, ed impoverire di più chi già di suo non arrivava alla fine del mese?

A voi l'ardua risposta!!!!

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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