Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

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1300 EURO IN MENO AI DEPUTATI QUESTI SONO I TAGLI DEI COSTI DELLA POLITICA?

Post n°948 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

MONTI FRENA GLI STIPENDI "D'ORO":
TAGLI DI 1.300 EURO AL MESE AI DEPUTATI

 

 
Lunedì 30 Gennaio 2012 - ROMA - Gli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione non potranno superare quelli del Presidente della Corte di Cassazione, che resterà il dipendente pubblico più pagato. A deciderlo, un decreto della presidenza del Consiglio, annunciato da Palazzo Chigi.
«Il governo Monti è pienamente consapevole dell'importanza del contenimento dei costi degli apparati burocratici. Dal buon esito dell'operazione dipendono sia il successo dei programmi di risanamento dell'economia, sia quello degli stimoli alla crescita e competitività. Il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà cosi a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell'Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all'Italia nei mesi a venire», afferma una nota di Palazzo Chigi sullo schema del provvedimento sul tetto agli stipendi dei manager pubblici.
Per questo motivo «in tempi considerevolmente inferiori a quelli indicati dal decreto-legge approvato dal Parlamento lo scorso dicembre, e fissati in novanta giorni, il Presidente Mario Monti ha trasmesso al Presidente del Senato, Renato Schifani, e al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo schema di provvedimento concernente il limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, previsto nel 'Salva Italia'».

TAGLI DI 1300 EURO LORDI AI PARLAMENTARI Via libera dall'Ufficio di presidenza della Camera ai tagli per gli stipendi dei deputati, maggiorati di un 10% per quanto riguarda le figure apicali. E i tagli per i deputati si aggirano sui 1300 euro lordi. «Si tratta di decisioni definitive e ad effetto immediato» spiega
il vicepresidente Rocco Butiglione al termine della riunione. La riduzione del trattamento economico per tutti i deputati è di 1.300 euro lordi mensili, più una riduzione del 10% sulle indennità di carica.

Riduzione del 10% inoltre per le indennità dei deputati titolari di incarichi istituzionali, come il Presidente
della Camera, i vicepresidenti, i deputati questori, i segretario di Presidenza, i presidenti e membri degli uffici di presidenza degli organi parlamentari.

Buttiglione ha aggiunto che è stato inoltre stabilito che per i vitalizi si passa al sistema contributivo, che varrà anche per i dipendenti. Per quanto riguarda le spese per i collaboratori parlamentari il rimborso
sarà al 50% forfettario (ora lo è al 100%) e al 50% dovrà essere documentato, o con l'assunzione del collaboratore o con la documentazione delle spese sostenute. L'obiettivo, ha precisato Buttiglione, resta comunque quello di regolamentare la materia per legge.

IL DECRETO Il provvedimento si fonda su due principi:
1)Il trattamento economico complessivo del primo Presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l'ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite.
2)Per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l'incarico non potrà superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale. Resta valido il tetto massimo indicato in precedenza.
Lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri verrà sottoposto al preventivo parere delle competenti commissioni di Senato e Camera. Contestualmente, la Ragioneria generale dello Stato indicherà le modalità di versamento al Fondo per l'ammortamento dei Titoli di Stato delle risorse rese disponibili dall'applicazione dei limiti retributivi stabiliti dalla norma.
Le risorse così risparmiate non potranno andare a copertura di altre spese. Il decreto presentato oggi è in linea con gli scopi che il Governo, sin dal suo insediamento, si è prefissato affinché il tema divenisse parte integrante, e centrale, dell'agenda istituzionale. I provvedimenti varati finora - in particolare quelli noti come «Salva Italia» e «Cresci Italia» - procedono in questa direzione. Intendono cioè eliminare - o quanto meno ridurre - gli sprechi connessi alla gestione degli apparati amministrativi.
_doro_tagli_di_1300_euro_al_mese
_ai_deputati/notizie/162306.shtml
 
 
 

DRAGHI.MONTI E PAPADEMOS,I 3 UOMINI CHIAVE DI GOLDMAN SACHS: E' L'EUROPA DEI BANCHIERI!

Post n°947 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Informiamo coloro che ci seguono da poco, che alla super-banca di investimento USA "Goldman Sachs" abbiamo dedicato numerosi articoli, visto il ruolo centrale che questa ha sulla crisi mondiale; potete richiamare gli articoli tramite il motore di ricerca posto sulla colonna destra (in alto) del nostro sito www.nocensura.com - questa banca, di cui Monti è un collaboratore, ha una capacità di investimento di oltre 12.000 miliardi di Euro ALL'ANNO, ovvero 6 volte il ns debito pubblico.... vale 1 TRILIONE di Euro, ma nonostante ciò SPECULA sulle derrate alimentari e sulle carestie, AFFAMANDO il terzo mondo (ha mandato sul lastrico anche milioni di americani e cittadini di altri paesi) Vi suggeriamo di guardare il documentario che Moore ha dedicato alla crisi, "Capitalism a love story" che ovviamente parla a lungo della super-banca... il documentario è dedicato alla crisi-USA ma visto che questa si sta estendendo a tutto il mondo, e visto che il "modus operandi" è il MEDESIMO, guardarlo permette di capire molte questioni che riguardano O RIGUARDERANNO il nostro paese...

 
 
 

BERLUSCONI E IL DEBITO PUBBLICO

Post n°946 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

 

Analisi
Berlusconi ha fatto un quarto del debito italiano

Savino Gallo (per Eutekne.info)

Al contrario di quanto dice la politica non è stata la prima repubblica a creare il nostro enorme debito pubblico. I numeri elaborati e messi in fila da Eutekne.info dimostrano, infatti, che solo il 43,5% di quel debito si è formato prima di Tangentopoli, mentre il restante 56,5% si è, invece, accumulato dopo. Aggregando i dati e riclassificandoli per presidente del consiglio, i governi presieduti da Berlusconi hanno contribuito all’accumulo di debito pubblico per il 27,41%. Più staccato Prodi i cui due governi hanno prodotto l’8,81%. Ma è a partire dal 1996, ovvero durante il primo governo Prodi, che la spesa pubblica è tornata a crescere in modo sostenuto (+6,01%) fino all’esplosione del secondo governo Berlusconi. Nel quinquennio che va dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2006, infatti, la spesa pubblica è cresciuta del 16,95%.

 

Una copertina dell'Economist del luglio 2011
Una copertina dell'Economist del luglio 2011

Il debito pubblico italiano è di circa 1.900 miliardi di euro. Il dato è noto ai più, almeno quanto l’idea che a creare quel debito enorme siano stati i Governi succedutisi durante la Prima Repubblica, con una gestione scellerata dei conti e l’utilizzo della Pubblica Amministrazione come ammortizzatore sociale.

Se, però, il primo assunto rimane incontrovertibile, il secondo sembra essere solo un falso luogo comune, scorrendo i dati del nostro studio. I numeri (elaborati da Eutekne.info sui dati Istat resi noti fino al 31 dicembre 2010) dimostrano, infatti, che solo il 43,5% di quel debito si è formato prima dell’uragano “Tangentopoli” e del primo insediamento di Giuliano Amato (28 giugno 1992) a Palazzo Chigi. Il restante 56,5% si è, invece, accumulato nel corso della cosiddetta Seconda Repubblica.

Sbagliato, dunque, differenziare i due periodi attraverso un dato quantitativo. Se proprio deve esserci una differenza, questa va individuata dal punto di vista qualitativo: rispetto alla prima Repubblica, quando il bilancio dello Stato chiudeva in negativo ancor prima di conteggiare la spesa per il pagamento degli interessi passivi sul debito accumulato, nella seconda Repubblica, il bilancio chiudeva quantomeno con un avanzo, salvo poi computare la spesa per il pagamento degli interessi passivi accumulati fino all’anno precedente.

Negli anni della Seconda Repubblica, la crescita del debito pubblico (si veda tabella 1) è stata più consistente durante gli ultimi Governi Berlusconi (+11,53% nel periodo che va dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2006; +11,84% dall’8 maggio 2008 al 31 dicembre 2010), seguiti da due Governi tecnici, quello Ciampi a cavallo tra il 1993 e il 1994 (+6,15%) e quello Dini (+5,51%), cui il 17 gennaio 1995 venne affidata la Presidenza del Consiglio dopo la caduta del primo Governo Berlusconi.

Aggregando i dati e riclassificandoli per Presidente (si veda tabella 2), i Governi presieduti da Silvio Berlusconi hanno contribuito all’accumulo di debito pubblico per il 27,41%. Più staccati Prodi (i cui due Governi hanno prodotto l’8,81% del totale), Amato (6,64%) e Ciampi (6,15%). Le statistiche riflettono d’altro canto il numero di giorni al Governo, se si eccettua il caso Ciampi, il cui mandato, in 377 giorni, è riuscito a creare più debito dei Governi Dini (5,51%) e D’Alema (1,99%), durati rispettivamente 485 e 551 giorni.

«I numeri risultanti da questo studio – spiega il direttore di Eutekne.info, Enrico Zanetti – sono stati ricavati associando i dati di contabilità pubblica ai singoli periodi di durata di ciascun Governo. È ovvio che, soprattutto per le esperienze di Governo particolarmente brevi, ci possa essere stato un implicito effetto trascinamento, tale per cui quantomeno una parte dei risultati prodotti può essere, di fatto, ascritta alle scelte politico-economiche del Governo precedente. Discorso che non può essere fatto per i Governi rimasti in carica per più di due anni consecutivi».

Posto che anche i Governi della Seconda Repubblica hanno dato un contributo consistente alla crescita del debito, alcuni di essi sono riusciti quantomeno a ridurre, o a lasciare pressoché invariata, la spesa primaria, al netto dell’inflazione. Una cosa che è riuscita solo ai primi quattro Governi succedutisi dal 1992 in poi (si veda tabella 3), che a questa specifica voce hanno fatto registrare +0,47% (Amato I), -0,54% (Ciampi), -1,20% (Berlusconi I) e +0,14% (Dini).

A partire dal 1996, ovvero durante il primo Governo Prodi, la spesa pubblica è tornata a crescere in modo sostenuto (+6,01%), per poi riattestarsi sotto il 3% con i Governi D’Alema (+2,87%) e Amato II (+2,44%), fino all’esplosione del secondo Governo Berlusconi. Nel quinquennio che va dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2006, infatti, la spesa pubblica è cresciuta del 16,95%.

L’ultima parte del nostro studio fa riferimento ai livelli di pressione fiscale fatti registrare dal 1992 ad oggi (si veda tabella 4), oscillati, negli ultimi 20 anni, tra il 40,6% e il 42,6%. In generale, sono stati solo due i Governi capaci di ridurre la pressione fiscale al di sotto del 41%, entrambi guidati da Berlusconi, nel 1994-1995 e nel quinquennio 2001-2006. Ben quattro volte, invece, la pressione fiscale si è attestata al di sopra del 42%: durante l’Amato I (42,06%), il Prodi I (42,48%) il Prodi II (42,39%) e l’ultimo Governo Berlusconi (42,6%).

 
 
 

61 ESIMO POSTO PER LIBERTA' DI STAMPA CI HA SUPERATO PERSINO LA ROMANIA

Post n°945 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Buona liberta' di stampa per i paesi del Nord Europa

Liberta' di stampa, Italia precipita al 61° posto

Precipitano anche gli Stati Uniti e l'Egitto

Parigi - Reporters sans frontières è un'organizzazione internazionale, che difende la libertà di stampa. Ogni anno stila una classifica della libertà di stampa. E quest'oggi bacchetta l'Italia classificata tra i peggiori in materia di libertà di stampa nel 2011, così come altre grandi democrazie: resta indietro e perde 12 posizioni, scivolando dal 49° al 61° posto di una classifica che conta 179 Paesi. Questo perché "porta ancora i segni del vecchio governo", si legge nel testo diffuso da Rsf. Il Paese "con le dimissioni di Silvio Berlusconi ha da poco voltato la pagina del conflitto di interesse". Molto male anche per gli Stati Uniti, precipitati dal 20° al 47° posto: qui infatti 25 giornalisti sono stati arrestati o hanno subito dei maltrattamenti dalla polizia mentre seguivano le proteste di Occupy Wall Street.

La Francia è al 38° posto, la Spagna al 39°. Ha commentato Jean-Francois Julliard, segretario generale di Rsf: "Siamo severi verso questi Paesi perchè ci aspettiamo da loro un comportamento esemplare; le grandi democrazie potevano fare meglio". Il bilancio per la libertà di stampa nell'anno delle rivoluzione arabe e delle contestazioni in tutto il mondo è grigio. Il "trio infernale" resta composto da Eritrea, Turkmenistan e Corea del Nord.

Mentre solo in una manciata di Paesi la situazione è da considerarsi "buona" per i giornalisti.
Sono la Finlandia e la Norvegia, che confermano il loro primo posto ex aequo, l'Olanda, la Svizzera, il Lussemburgo o ancora il Canada. Per la prima volta entra nella top 10 un Paese africano: è Capo Verde dove esiste, spiega Rsf, "una vera tolleranza verso i giornalisti".

In diversi Paesi d'Europa peggiora, denuncia Rsf: si moltiplicano infatti gli arresti dei cronisti e le perquisizioni delle redazioni. La Bulgaria (80/a) e la Grecia (70/a) occupano le peggiori posizioni.

Tra i paesi arabi comincia a migliorare la situazione tunisina, al 134°, mentre l'Egitto, che ha conosciuto numerose violenze ai danni dei giornalisti, perde 39 punti(166°). In fondo alla classifica figurano poi ancora Sudan, Yemen, Vietnam, Bahrein, Cina, Iran e Siria.



"Repressione è stata la parola d'ordine per il 2011", scrive l'associazione. "Gli atti di censura e gli attacchi fisici ai giornalisti non sono mai stati così numerosi. Libertà di informazione non ha rimato con democrazia".
 
 
 

Il parlamento più caro d’Europa!

Post n°944 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Il parlamento più caro d’Europa!

http://www.stopcensura.com/2012/01/il-parlamento-piu-caro-deuropa.html

Il dato in sé è impressionante e contiene uno dei paradossi del nostro Paese: i cinque grandi parlamenti nazionali d’Europa, Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Spagna, costano 3,18 miliardi di euro l’anno, ma il Parlamento italiano spende più della somma degli altri quattro messi insieme. E la sorpresa sta nel fatto che la colpa non è tanto degli stipendi della Casta, bensì dei costi di una struttura molto più dispendiosa.

 
 
 

IL GRIDO SICILIANO CONTRO IL GOVERNO: “NON SI UCCIDE SOLO SPARANDO MA CON LA DISPERAZIONE!”

Post n°943 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

IL GRIDO SICILIANO CONTRO IL GOVERNO: “NON SI UCCIDE SOLO SPARANDO MA CON LA DISPERAZIONE!”

In Italia c’è rabbia, irritazione e collera per quanto sta accadendo, ma i mass media si preoccupano volutamente di tutt’altro. Tutta la stampa è focalizzata sulla tragedia della nave Costa Concordia all'Isola del Giglio ormai da troppo tempo, cosa stanno volutamente occultando alla Nazione in questi giorni?

Delle attuali manifestazioni in Sicilia, per esempio, si fa poco cenno e per lo più attraverso il web. Alcune città, a causa del blocco generale in atto, sono addirittura sprovviste di rifornimenti tra cui la benzina.

La gente, ormai esasperata, protesta anche contro la Chiesa con frasi che devono fare riflettere: “cosa c’entra la ricchezza della Chiesa con quell’Uomo nudo appeso sulla croce?”

Perché non si diffondono queste notizie a livello nazionale, forse si ha paura della reazione di tutte le altre regioni?

Il nostro nuovo governo, NON ELETTO DAL POPOLO, rastrella soldi alla gente per darli ai ricchi, ovvero a quelle banche che sono state la causa di questa crisi e del fallimento di questa società capitalista ormai priva di valori. Nessuno però parla più di quei 500 miliardi che la BCE ha recentemente messo a disposizione delle banche europee, di cui 116 per gli Istituti di Credito italiani, al tasso dell’1% e che, detti Istituti, hanno messo in circolazione ad un tasso da usura per poche, privilegiate e garantite aziende.

L’economia si è pietrificata anche a causa di quell’inutile ed incontrollato rigonfiamento dei prezzi, specie degli immobili, causati da una mal gestione dell’euro.

Le banche hanno fallito! Bisogna che ne diano atto e coloro che hanno continuato a truffare l’umanità e continuano a truffarla andando contro i principi costituzionali e soprattutto contro i diritti umani, dovrebbero essere processati per genocidio (così sarà…).

Cosa accadrebbe se ogni cittadino decidesse di ritirare i propri soldi dalle banche e contemporaneamente tutti non restituissero più i finanziamenti ottenuti a tasso di usura?

Sarebbe il collasso! Da ciò si vedrebbe che il potere è in mano al popolo!

Creare terrore parlando di crisi, senza proporre soluzioni, è una tattica psicologica per rendere la popolazione sempre più indifesa al fine di controllarla circoscrivendo sempre di più i confini della libertà personale. Oggi TUTTI, anche gli anziani più anziani, DEVONO avere un conto corrente. Ma non è forse ridicolo?

Si crea un bisogno e si da una soluzione. Peccato che unitamente alla soluzione ci sia sempre un sacrificio dei cittadini.

Tra bisogni e soluzioni, un po’ alla volta, ci stanno privando della nostra sovranità (che abbiamo solo sulla carta), perché la nostra coscienza è ormai prigioniera delle loro trappole psicologiche da quando in Italia è arrivata la Mediaset con calcio, veline e Grande Fratello.

Perché non si parla chiaramente, RENDENDOLE PUBBLICHE, di soluzioni attuabili, anche se inizialmente drastiche e risolutive, COME QUELLE MESSE IN ATTO IN ISLANDA? 

I siciliani stanno dimostrando dignità, bisogna riconoscerlo, cosa aspettano le altre regioni ad imitarli?

http://blog.libero.it/coscienzaunivers/10992547.html

IL   VIDEO

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MqOM_kkoXMs

 
 
 

IL DIRITTO DI PIANTARE E COLTIVARE LIBERAMENTE VERRÀ PRESTO VIETATO?

Post n°942 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 


http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9710

Le multinazionali sementiere vogliono rendere i contadini prigionieri… con la legge. I deputati devono esaminare tra qualche giorno un testo che instaura un “contributo volontario obbligatorio”, una vera decima sui semi. Riseminare liberamente il proprio raccolto o scambiare le varietà di piante diventerà illegale. Preoccupati di preservare l’autonomia alimentare, alcuni contadini e cittadini fanno resistenza.

Domani, grani e semi forse non saranno più liberi. Alcuni agricoltori si preoccupano di unaproposta di leggevotata dal Senato lo scorso 8 luglio, e che l’assemblea nazionaleha appena approvato il 28 novembre e che viene già applicata per decreto sulle produzioni di grano tenero. Se volessero conservare una parte del loro raccolto per riseminarla l’anno seguente (cosa c’è di più naturale?), i produttori di grano tenero dovranno pagare un canone chiamato “Contributo volontario obbligatorio” (sic).“L’obbiettivo di questa nuova proposta di legge è di estendere questo meccanismo a tutti i contadini”, avverte Guy Kastler, dellaRéseau semences paysannes.Ogni volta che coltiveremo un ettaro, si prenderanno un po’ di denaro delle nostre tasche per pagare i detentori di proprietà intellettuale”. La legge prevede di considerare la riproduzione delle sementi in azienda, senza pagare questa decima moderna ai “proprietari”, come una truffa [1]. Il raccolto potrà essere requisito.

Chi sono questi proprietari di sementi a cui verrà versato il “contributo volontario”? Da 1949 ogni varietà di seme messo sul mercato deve essere iscritta obbligatoriamente sul catalogo gestito dall’ufficio comunitario delle varietà vegetali (OCVV), la cui sede è ad Angers [2]. Questo ufficio accorda un diritto di proprietà intellettuale di una durata che va dai 25 ai 30 anni, all’”ottenitore”, quello che ha selezionato questa varietà. I principali detentori di questi “certificati di ottenimento vegetale” [3] sono nient’altro che le grandi multinazionali sementiere: Bayer, Limagrain, Monsanto, Pioneer, Vilmorin o Syngenta. Tutti riuniti in seno all’Unione francese delle sementiere che avrebbe fortemente appoggiato il progetto di legge.

Rendere i contadini prigionieri

“Il fatto che l’ottenitore sia retribuito per il suo lavoro di ricerca non ci dà problemi”, spiega Jean-Pierre Lebrun, un agricoltore biologico in pensione: “In compenso, ci siamo opposti a quello che questi ottenitori recuperano delle tasse sul lavoro di selezione che realizziamo nelle nostre fattorie.” Con altri contadini e dei consumatori preoccupati di preservare l’autonomia alimentare, Jean-Pierre si è diretto questo 19 novembre ad Angers per “sbattezzare” l’OCVV, rinominandolo “Ufficio comunitario della confisca dei semi”. Un gesto simbolico che la dice lunga sulle minacce che pesano sull’avvenire della nostra alimentazione.

Yves Manguy, agricoltore in pensione, conosce bene i semi di fattoria, questi semi raccolti a partire da varietà selezionate dall’industria sementiera, ma moltiplicate dallo stesso agricoltore per preoccupazione economiche e per l’indipendenza. Per questo vecchio portavoce del Coordinamento nazionale per la difesa delle sementi fattrici (CNDSF), l’obiettivo delle aziende sementiere è chiaro: “Vogliono instaurare un mercato prigioniero, in cui gli agricoltori acquistano da loro I semi e che non possano più fare da soli. La legge in preparazione non vieta completamente, ma restringere il diritto di tenere semi in fattoria.” Il testo propone così di autorizzare i semi in fattoria solo per 21 specie in cambio del pagamento del Contributo volontario obbligatorio, e di vietare questa pratica per tutte le altre specie.

“Non è la ricerca che vogliono rimunerare ma gli azionisti”

Perché questo canone? Ufficialmente, per finanziare la ricerca. L’85% delle somme raccolte dal Contributo volontario obbligatorio vengono riversate direttamente agli ottenitori e il 15% serve ad alimentare iFondi di sostegno all’ottenimento vegetale in grano tenero. “Gli obiettivi di sicurezza e di qualità alimentare devono essere definiti dal pubblico, e non solo dalla ricerca del profitto delle imprese sementiere private”, afferma la Confederazione contadina. Secondo il sindacato, l’applicazione della proposta di legge causerebbe un prelievo supplementare sul reddito degli agricoltori francesi stimato in 35 milioni di euro.“La ricerca deve essere finanziata anche dal pubblico e non dai soli agricoltori. Conviene mettere in opera un meccanismo di finanziamento pubblico della ricerca”, dichiara la Confederazione contadina. Il sindacato teme che l’Unione francese delle sementiere voglia triplicare il canone (in questo momento circa 3,50 euro per ettaro).

Delle carote illegali e dei cavoli clandestini

Non lontano dall’Ufficio comunitario delle varietà vegetali, in una piazza di Pilori nella zona pedonale di Angers, si svolgono gli incontri sulle sementi contadine e fattrici di Angers. Qui ci sono artigiani sementieri condividono una stessa passione, quella della selezione, della conservazione, della moltiplicazione e dello scambio dei semi. François Delmond è membro dell’associazione “Divoratori di Carote” che salvaguardano le varietà ortive tradizionali minacciate di estinzione. Nello stand parecchie varietà di carote e di cavoli rossi vengono proposte per la degustazione. Le reazioni variano da “Sorprendente, quella là” a “questa ha un gusto di nocciola molto forte, non è vero?” Per Francesco, queste degustazioni sono l’opportunità di mostrare l’impatto delle scelte varietali sulla qualità del gusto.

“Quella che mangiate è una varietà di carota illegale perché è stata radiata del catalogo, non rispettava i criteri”, spiega Francesco a una passante. Tra il 1954 (data di esistenza del primo catalogo delle varietà di ortaggi) e il 2002 l’80% delle varietà sono stati radiate del catalogo a causa di una regolamentazione sempre più stringente: “Ciò che vogliamo, è la libertà di fare il nostro lavoro in anima e coscienza, la libertà del giardiniere di seminare la varietà che vuole e la libertà del consumatore di accedere ad alimenti differenti.” Una libertà che contribuisce all’aumento e alla conservazione della biodiversità coltivata, alla riduzione dell’utilizzo dei pesticidi, così come allo sviluppo di varietà adattate alla loro terra e alle variazioni climatiche.

Ribellione contro la decima delle multinazionali

Una campagnaper una legge di riconoscimento positivodei diritti degli agricoltori e dei giardinieri sui semi sta per essere lanciata da parecchie organizzazioni.“I diritti degli agricoltori di conservare, riseminare, scambiare e vendere i propri semi, di proteggerli dalle biopiraterie e delle contaminazioni degli OGM brevettati e di partecipare alle decisioni nazionali che riguardano le biodiversità coltivate vengono riconosciuti dal Trattato internazionale sui semi approvato nel 2005 dal Parlamento francese”, ricorda Anne-Charlotte Moÿ, incaricata delle questioni giuridiche alla Réseau semences paysannes. Ora, una serie di regolamenti europei e di leggi nazionali conduce progressivamente alla loro totale interdizione.

La proposta di legge relativa ai certificati di ottenimento vegetale deve essere dibattuta il 28 novembre all’Assemblea Nazionale. È ancora possibile partecipare allacyberazione che ha raccolto già più di 14.000 firme ed è previsto un concentramento di fronte all’Assemblea.“Dobbiamo restare in mobilitazione”, avverte Guy Kastler, per non lasciare l’alimentazione nelle mani di alcune multinazionali: “Tre secoli fa, i contadini versavano la decima o erano costretti alle corvée per il profitto del signore locale, proprietario delle terre. Oggi, questo dominio si è spostato ai semi.”

Note:

[1] Leggere su questo argomentoComment les semenciers tentent d’asservir l’agriculture paysanne.

[2] Per essere iscritte, le varietà devono rispondere a tre criteri: la distinzione, ossia la varietà deve essere nettamente distinta di tutta le altre varietà note; l’omogeneità, che la varietà sia sufficientemente uniforme nei suoi caratteri peculiari; la stabilità, ossia che la varietà resti conforme alla definizione dei suoi caratteri essenziali dopo essere stata riprodotta o moltiplicata.

[3] In Europa si utilizza il termine di “certificato di ottenimento vegetale” che protegge una varietà. Il suo equivalente oltre Atlantico è il brevetto che protegge il codice genetico contenuta in una varietà. Di colpo, una pianta diventa oggetto di un doppio diritto di proprietà intellettuale.


Fonte: Le droit de planter et cultiver librement bientôt interdit ?

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9710

 
 
 

I PRIVILEGI DELLA CASTA 18 RICORSI ECCO COME LA CASTA SI RIBBELLA

Post n°941 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

 

Privilegi della ‘Casta’, la rivolta dei deputati “Diciotto ricorsi contro la riforma dei vitalizi” di Paola Zanca

Il primo febbraio si riunirà l'organo preposto alla risoluzione delle controversie interne della Camera per valutare i fascicoli presentati dai parlamentari contro il passaggio al contributivo e l'innalzamento dell'età pensionabile. L'onorevole Consolo che presiede la seduta: "Si è scatenato un putiferio"

“Guardi, si è scatenato un putiferio che non potevo neanche immaginare, quindi ho deciso: quei fascicoli li ho chiusi in cassaforte. E siccome non c’è nessuna urgenza ho già avvertito Ignazio Abrignani e Tino Iannuzzi che sono in Consiglio di Giurisdizione con me: ci riuniamo il primo febbraio e decidiamo cosa fare”. L’avvocato (e deputato finiano) Giuseppe Consolo nella sua carriera da penalista ne ha viste di cotte e di crude. Ma ora che ha per le mani i ricorsi presentati da alcuni deputati contro la riforma dei vitalizi è un uomo sfinito. Inutile cercare di estorcergli particolari. Di quelle proteste recapitate al “tribunale” di Montecitorio scoperte dall’agenzia Dire si sa solo che sono 18. Ma c’è tempo fino al 14 febbraio per fare ricorso. Solo allora scatteranno i 60 giorni a disposizione dei deputati per impugnare la delibera con cui l’ufficio di Presidenza della Camera ha deciso di trasformare il sistema previdenziale in contributivo e di alzare a 65 anni l’età pensionabile per chi è rimasto 5 anni in Parlamento. E non tutti hanno gradito.

CI SONO i deputati alla loro prima legislatura che non accettano il cambio in corsa: quando si sono candidati le regole erano diverse, se avessero saputo come andava a finire non si sarebbero messi in lista. Poi c’è chi contesta l’allungamento dell’età: prima il diritto alla pensione si maturava a 50 anni, ora minimo a 60, se hai fatto dieci anni di Aula. E due lustri in una vita fanno la differenza. Poi ci sono gli ex deputati. Magari anche quelli freschi di dimissioni: Adriano Paroli, per esempio, viene dato tra i ricorrenti. Ha lasciato la Camera quattro giorni fa, il 17 gennaio, costretto (da una sentenza della Corte Costituzionale recepita dalla giunta delle elezioni di Montecitorio) a scegliere tra la sua poltrona di sindaco di Brescia e lo scranno da deputato. Come lui, hanno appena salutato i colleghi deputati anche i Pdl Giulio Marini (primo cittadino a Viterbo) e Marco Zacchera (Verbania).

Pare che tra i 18 ribelli della casta (un gruppo assolutamente “trasversale”) ci sia un alto tasso di leghisti, tra cui Daniele Molgora. Stanno all’opposizione del governo Monti e, già che ci sono, anche dei tagli ai costi della politica. D’altronde proprio del Carroccio sono due dei tre deputati che hanno lasciato la Camera entro il 31 dicembre, prima che scattasse il nuovo regime pensionistico. Ettore Pirovano, per esempio, si è improvvisamente reso conto che da due anni e mezzo ricopriva un doppio incarico: così, nonostante non fosse obbligato a dimettersi, ha lasciato il Parlamento per fare solo il presidente della provincia di Bergamo. Lo stesso il leghista Luciano Dussin, che ha preferito rimanere sindaco di Castelfranco Veneto.

NEL GIRO di tre mesi, Consolo, Abrignani e Iannuzzi dovrebbero venire a capo della questione. Da una parte ascolteranno i legali dei deputati che hanno fatto ricorso, dall’altro terranno conto delle ragioni dell’amministrazione della Camera. La battaglia si preannuncia seria. Ma tra i parlamentari che masticano il diritto quasi nessuno crede che stavolta gli highlander del vitalizio riusciranno a spuntarla.

da Il Fatto Quotidiano del 23 gennaio 2011

 
 
 

Ci risiamo! Ecco il ‘bavaglio del web’ voluto dal leghista Fava! DICIAMO NO

Post n°940 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Ci risiamo! Ecco il ‘bavaglio del web’ voluto dal leghista Fava!

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Scusate l’accanimento, ma in queste ultime settimane i leghisti stanno mostrando il peggio del peggio … l’ultima, solo in ordine di tempo, la proposta di modifica presentata dal leghista Gianni Fava al disegno di legge Comunitaria 2011, approvato giovedì scorso in commissione Politiche dell'Unione europea di Montecitorio,  e ribattezzata “bavaglio del web” … leggete qui:

l'emendamento obbliga, infatti, i fornitori di servizi web a rimuovere contenuti illegali non solo su comunicazione delle autorità competenti (come previsto dalla attuale normativa), ma anche dei «soggetti interessati» (e cioè di chi possiede i diritti d'autore). La proposta di modifica precisa inoltre che i fornitori di hosting, come ad esempio Facebook, YouTube, ma anche il proprietario di un piccolo sito, siano obbligati a rimuovere i contenuti «anche in relazione ad attività o a informazioni illecite precedentemente memorizzate dal prestatore a richiesta dello stesso o di altri destinatari del servizio».
Ad esempio, su segnalazione di una casa discografica, YouTube si troverebbe a dover rimuovere non solo il videoclip di Lady Gaga condiviso illegalmente dall'utente X, ma anche tutti gli altri video della cantante caricati dagli altri utenti.
Si dovrebbe quindi dotare di sistemi di controllo preventivi, che secondo alcuni esperti comporterebbero una sorta di censura a priori e potrebbe limitare la condivisione di risorse online. (Unità)

Perchè loro sono per la “libertà” eh …

 

http://www.stopcensura.com/2012/01/ci-risiamo-ecco-il-bavaglio-del-web.html

Pirateria online, spunta il Sopa italiano

 

Emendamento del leghista Fava passa in commissione
Fli e Pd alzano le barricate: «È il bavaglio di Internet»

MANDA   UNA  EMAIL   A GIANNI  FAVA  PER   PROTESTA

leganord.mantova@inwind.it

fava_g@camera.it

 

 

 

Il deputato che ha proposto l'emendamento Giovanni Fava, della LegaIl deputato che ha proposto l'emendamento Giovanni Fava, della Lega

MILANO - Lo chiamano già il Sopa italiano. Una norma che consente la rimozione immediata di contenuti online su qualsiasi piattaforma sulla base della richiesta di «qualunque soggetto interessato». È un emendamento presentato dal deputato della Lega Nord Gianni Fava, licenziato giovedì scorso in commissione Affari comunitari della Camera, e associato alla legge comunitaria in discussione alla Camera proprio in questi giorni. Il governo non ha preso una posizione ufficiale sul testo. Il ministro Moavero Milanesi, presente in commissione, ha dichiarato: «L'emendamento affronta un tema – quello del commercio elettronico – di particolare delicatezza, che incontra sensibilità diverse e che avrebbe meritato di essere affrontato in uno specifico provvedimento. Mi rimetto, in ogni caso, sul punto, alla valutazione della Commissione».

L'ALLARME - Secondo i giuristi che si occupano del mondo informatico si tratta di un altro tentativo di imbavagliare Internet. Soprattutto perché la nuova norma consente di aggirare l'autorità giudiziaria o amministrativa, e chiedere direttamente al fornitore di servizi Internet la rimozione di contenuti ritenuti lesivi del diritto d'autore, diffamatori, o comunque illeciti. Tra i primi a segnalare il problema è stata Libertiamo, l'associazione che fa capo a Benedetto Della Vedova, che assieme a Flavia Perina del Fli, ha presentato un contro emendamento per fermare l'iniziativa di Fava: «Siamo di fronte ad una pesante limitazione all'attività di alcuni dei più importanti operatori della società dell'informazione - spiega il deputato finiano -. Google, Facebook Youtube o Yahoo, che sono semplici intermediari di informazioni e servizi pubblicitari, non hanno né la capacità né il compito di accertarsi se i contenuti segnalati siano effettivamente illeciti. Imporre ai prestatore di servizi online di rimuovere o disabilitare l'accesso a informazioni segnalate da chiunque si traduce in un immediata ed automatica censura».

CONTRARI ANCHE NEL PD- Sicuramente contrari sono Giuseppe Giulietti e il senatore Vincenzo Vita del Pd: «Allarme rosso: è passato un orribile emendamento nella legge comunitaria 2011 nella commissione competente della Camera dei deputati, volto a censurare la Rete». Più sfumata la posizione di Alberto Losacco, a sua volta democratico, per il quale «bisogna bloccare a tutti costi il Sopa italiano: per questo, insieme ad altri colleghi, ho presentato una serie di emendamenti che cancellano la normativa anti-web. Ma Il diritto d'autore va protetto dalla pirateria con leggi apposite e anche attraverso adeguate riforme ma è possibile farlo senza mettere a rischio la libertá della rete»

L'EMENDAMENTO - L'emendamento Fava (nel testo approdato lunedì in aula a Montecitorio si tratta dell'articolo 18), recita testualmente: «Nella prestazione di un servizio della società dell'informazione consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore: non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l'attività o l'informazione è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l'illiceità dell'attività o dell'informazione; non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l'accesso». Il che, tradotto, vuol dire che basta una mail che «informi» della presunta illegalità per rendere anche la piattaforma responsabile del contenuto pubblicato. Quale provider a quel punto correrebbe il rischio? La rimozione sarà automatica. L'iniziativa legislativa è partita durante le ultime fasi del governo Berlusconi. Ora ritorna di attualità, con una fretta giudicata da qualche osservatore «sospetta».

L'ANNO DEL COPYRIGHT - L'emendamento Fava potrebbe anticipare la revisione della direttiva europea sul «copyright enforcement», attesa entro la prossima primavera. Come scrive l'avvocato Fulvio Sarzana sul suo blog, «il 2012 sarà l'anno del Copyright». Prima il Sopa e il Pipa, i due progetti di legge che negli Usa per il momento sono slitatti. Poi la chiusura di Megaupload e l'arresto del suo fondatore Kim Schmitz. Ora la palla potrebbe passare alla Commissione Europea, e in particolare al commissario Michel Barnier. «Che vede la violazione del diritto d’autore in rete - chiosa Sarzana - più o meno come gli Stati Uniti vedevano Bin Laden».

LA CONFERENZA STAMPA - Sul tema martedì mattina alla Camera dei Deputati è prevista una conferenza stampa denominata «Contro il Bavaglio al Web'», e organizzata dalle associazioni Libertiamo, Il Futurista, Articolo 21 e Agorà Digitale. Parteciperanno, tra gli altri, i deputati Flavia Perina (Fli), Giuseppe Giulietti (Misto) e Marco Beltrandi (Radicali italiani).

Antonio Castaldo
twitter @gorazio

http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_23/nofava-sopa_f28bd024-45b4-11e1-9389-b1111b488a17.shtml?fr=box_primopiano

 

MANDA   UNA EMAIL DI  PROTESTA   A   GIANNI FAVA 

 

 

Wikipedia oscurata contro legge Usa sulla pirateria on line
Black-out di 24 ore della versione inglese contro il "Sopa"

Washington, (TMNews) - "Immagina un mondo senza la libera conoscenza. Per oltre un decennio, abbiamo speso milioni di ore per costruire la più grande enciclopedia della storia umana. Al momento, il Congresso degli Stati Uniti sta lavorando a una legge che potrebbe compromettere un Internet libero e aperto. Per alimentare la consapevolezza oscureremo Wikipedia per 24 ore".E' questo il messaggio che compare sulla pagina della versione in lingua inglese di Wikipedia, oscurata in segno di protesta contro il cosiddetto Sopa, la legge contro la pirateria informatica, in discussione al Congresso degli Stati Uniti.Secondo gli osservatori, la nuova legislazione americana, trasferendo la competenza a combattere la pirateria on-line dalle agenzie governative ai provider, avrebbe effetti negativi sulla libertà di espressione e la sopravvivenza stessa di molti siti web.La legge non incontra il favore nemmeno del presidente americano, Barack Obama che in un comunicato ufficiale ha annunciato che, pur essendo necessario contrastare la pirateria on line non sosterrà provvedimenti che restringano la libertà di espressione o danneggino lo sviluppo dell'innovazione globale di internet.Anche la pagina in lingua italiana di Wikipedia ha pubblicato un banner nella welcome page in cui esprime solidarietà nei confronti dei colleghi americani.

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http://www.sopastrike.com/

 
 
 

UNIVERSITÀ Se il diploma non vale più

Post n°939 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

UNIVERSITÀ Se il diploma non vale più

Laurea
Con l’espressione “valore legale del titolo di studio” si indica l’insieme degli effetti giuridici che la legge ricollega ad un titolo scolastico o accademico, rilasciato da uno degli istituti (sia statali che non), autorizzati.

Il titolo di studio è il requisito per l’accesso alle professioni regolamentate e agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni. Ovvero un “marchio di qualità” concesso dallo Stato agli atenei: lo Stato garantisce ai cittadini la qualità della formazione universitaria imponendo vincoli sull’organizzazione didattica, governando così lo sviluppo delle competenze professionali ai fini delle carriere. I
cittadini che si servono di professionisti, le imprese e il settore pubblico che assumono laureati, dovrebbero essere garantiti sulla qualità della formazione di quelle persone in base a curricula “certificati”.

Quindi l’esistenza del valore legale ha tre effetti: la necessità per un lavoratore di possedere un titolo proveniente da una scuola riconosciuta dal ministero per accedere a certi settori del mercato del lavoro, la necessità per chiunque voglia istituire una scuola o università privata di ottenere la certificazione ministeriale e la parificazione nei concorsi della qualità dei titoli di studio che contano tutti allo stesso modo.

Il dibattito sull’abolizione del valore legale del titolo divide mondo economico e mondo accademico: senza l’imposizione del valore legale si eliminerebbe un ostacolo alla concorrenza tra atenei, e le lauree non sarebbero più tutte uguali (ma nemmeno i costi d’iscrizione). Ci sarebbero quindi università di serie A, come in America, e di serie B, fino ai diplomifici. Rischio dal quale i paesi anglosassoni si sono tutelati con apposite leggi. Il mercato del lavoro ne riceverebbe una liberalizzazione, ovvero non servirebbe più una laurea corrispondente all’esame di Stato che ci si appresta a fare. Un geometra o un medico potrebbero presentarsi all’esame da avvocato e competere solo con la propria preparazione. Circostanza ovviata in alcuni casi negli Usa con apposite scuole di formazione (per avvocati, medici, ecc.) che conferiscono un titolo con valore legale.

Una “terza via” fra abolizione e mantenimento è quella dell’introduzione dell’accreditamento dei corsi, al quale la Conferenza dei Rettori sta lavorando con il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, che nel lungo periodo potrebbero portare, grazie alla valutazione, a un’automatica e graduale eliminazione del valore legale del titolo.

fonte: "Il Fatto Quotidiano" 22 gennaio 2012

 
 
 

VIVERE SENZA DENARO SI PUO'

Post n°938 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Familie Fellmer

 

Foto: D. Butzmann / www.dbutzmann.de "Ci sentiamo ricchi": Fellmer Raffaello, 28, Nieves e la sua fidanzata, 27 anni, e le quattro mesi, figlia di Alma LuciOrganico formaggio Edam da un caseificio in Algovia. Un vasetto di pesto, "l'oro di Liguria", come l'etichetta di promesse. Un chilo di caffè macinato altopiani del Nicaragua, commercio equo e solidale. "Il commercio equo e gettati nella spazzatura, che è così ipocrita", dice Raffaello Fellmer.

Gli alimenti sono la sua preda la scorsa notte. Fellmer ha pescato la roba fuori dei contenitori di tre supermercati biologici. Da tre a quattro volte la settimana iniziò a pedalare, di solito intorno a mezzanotte, armato di una torcia testa e uno zaino grande ", per salvare il cibo dalla spazzatura."Fellmer alimentati esclusivamente con prodotti biologici. Egli può avvenire solo una frazione delle cose che trova in bidoni della spazzatura dei "Bio-Società" o negozi di alimenti naturali.Fellmer ha più di quanto possa mangiareEppure Fellmer è molto più di lui può mangiare e la sua ragazza. Così si dà via un solo, molti amici, vicini e visitatori. Dispensa Fellmer e il suo "frigorifero" - una rastrelliera nel cortile sotto un telone - sono pieni fino a scoppiare.Cereali, lenticchie, cioccolata, yogurt, latte burro, olio di lino, tutti gli imballaggi originali. Pomodori, porri, mele, banane. "Si fa una tonnellata e guarda le montagne di cibo in esso," dice Fellmer. "Questo è un quadro assurdo, perché queste cose sono decisamente fuori luogo lì, che sono impeccabili, cibo gustoso." Recentemente si è scoperto un completo su larga scala sul mercato tonnellate di cereali. Sulle scatole erano foto dei mondiali di calcio, ma il finale di partita è già finita. Un'altra volta ha scoperto un contenitore che è stato riempito fino all'orlo di pollo congelato.

Fellmer

Foto: DOMINIK_BUTZMANN / www.dbutzmann.de Fellmer dato via gran parte dei suoi vicini. Non può mangiare tutto quello che trova

Fellmer appartiene alla scena crescente di coloro che si nutrono esclusivamente dalla spazzatura. Internet hanno aperto la spazzatura condivisione subacquei. Olio o sale, per esempio, sono molto richiesti. Paprika è in realtà d'altro canto tutti i giorni nel contenitore. Internet principianti imparare a informazioni di base: A proposito di Aldi, che ha premuto il cibo scartato e si può salvare il vostro senso alla tonnellata.Come la maggior parte dei subacquei spazzatura Fellmer avuto questo tipo di acquisti di cibo in nessun modo economicamente necessario. Proviene da una famiglia di accademici, è cresciuto in borghese quartiere berlinese di Zehlendorf. Nei suoi studi in Europa presso l'Università di L'Aia, era considerato particolarmente dotato.

Ogni tedesco solleva ogni anno 100 chili di spazzatura

Fellmer "terminal container" per convinzione. "Penso che sia bene fare in modo che sia possibile po 'scartato a fronte della fame nel mondo, di fronte ai cambiamenti climatici, in vista della quantità enormi di energia e di acqua consumata, in modo che il cibo può essere prodotto, abbiamo poi gettare la spazzatura. "

Ogni cittadino tedesco aumenta ogni anno, circa 100 libbre nel cestino . L'Istituto austriaco per la gestione dei rifiuti ha scoperto che ogni giorno sconto smaltiti circa 45 chili di cibo ancora commestibile.

Secondo l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite circa un terzo alla metà della terra di tutti gli alimenti in Europa e Nord America, nella spazzatura. 30 per cento sono smaltiti chiusi.

Ci sono stati 30 anni fa, dieci e cinque panini, pane, ora 60 e 30 varietà di pane sono offerti. Quasi tutti sono sfornati ogni giorno. Manager supermercato molti vogliono gli scaffali sono pieni e al 18 orologio ancora, dopo tutto, è necessario attrarre i clienti e non è stanco, affamato, ma piuttosto di fare.

Perché buttare via quasi tutti i supermercati

Molti panettieri devono buttare via ogni notte circa un terzo dei loro prodotti. Le panetterie anche chiamare subacquei trash "miniere d'oro".

Cipollotti, ravanelli, lattuga un giorno potrebbe essere venduta al supermercato la mattina seguente offrirà un prodotto fresco. Ammaccature con patate, le teste di cavolo con foglie appassite esterno, limone, con una macchia marrone sulla pelle - tutto questo non è il cliente acquista. Le merci devono cercare il più perfetto possibile.

Gli elementi che vanno male, di cui solo due o tre sacchetti sul ripiano saranno scartati. Allo stesso modo, articoli con un packaging design vecchio che era un nuovo design. Prodotti che sono stati danneggiati durante l'estrazione, dai cartoni di grandi dimensioni dai dipendenti supermercato accidentalmente usando il taglierino per avere una crepa nella etichetta.

Cartoni di latte, yogurt, che non sono scaduti, ma di questi stessi prodotti con una shelf life più lunga già sugli scaffali. Viene superato o di un prodotto la cui data di scadenza (MHD), anche se sono ancora perfettamente commestibili. La data è in realtà solo un marchio che garantisce che i prodotti di aspetto e sapore esattamente come previsto dal fabbricante.

Yogurt dopo ancora stabile per due settimane

Un yogurt è circa la fine della MHD, secondo uno studio del Politecnico di due settimane commestibili Monaco di Baviera, probabilmente ha solo venduto un po 'di siero di latte si deve agitare nuovamente. Fellmer trovare questo cartone yogurt nelle botti.

Già durante i suoi studi in Europa, nei Paesi Bassi, ha iniziato a pescare per il suo cibo dalla spazzatura - "per impostare un segno contro il consumismo e benessere." "Questo è che buttiamo via un sacco, il resto del mondo è il prezzo per il cibo", dice Fellmer.

Ogni consumatore può contribuire attraverso il consumo consapevole per migliorare la situazione. Libero dopo il Mahatma Gandhi: Devi essere il cambiamento che volete vedere nel mondo. Il premio dipende da un foglietto di carta scritto a matita sulla porta della cucina Fellmer.

Negli Stati Uniti, ha formato un movimento, che si autodefinisce una "comunità supportato agricoltura". Il principio è semplice: un gruppo di consumatori si chiude insieme, è un agricoltore e rende inutile il commercio ei trasporti. Più di 2.500 cooperative esisteva in Nord America. La tendenza è ormai arrivata in Europa.

Nel frattempo Fellmer vive senza denaro

Solidarietà sono 19 le aziende agricole sono ora disponibili in Germania. Ogni membro paga una quota mensile di circa 100 € e può raccogliere da parte degli agricoltori locali come frutta e verdura, che sarà necessario. Un buon affare per entrambe le parti: il cliente riceve prodotti freschi, e l'agricoltore è protetto contro i prezzi fluttuanti.

Due anni fa Fellmer cercato di ridurre le sue esigenze e continuare ad andare d'accordo completamente senza soldi. Si è fatto un bersaglio per il matrimonio di un amico a viaggiare in Messico, senza spendere un centesimo. Insieme a due amici siamo stati a suo camion sulla strada, nelle scuole, vigili del fuoco.

Egli autostop, assunti con barche a vela e ha offerto il suo lavoro in cambio. Undici mesi ha preso a camminare da Fellmer Guatemala attraversato il confine messicano. Due italiani ricchi lo aveva portato al suo yacht attraverso l'Atlantico verso la costa brasiliana.

Fellmer cotto rimosso il ponte o tenuti guardia di notte. "Ho trovato questa esperienza così gratificante che in Messico era la mia decisione di vivere completamente fuori subito senza soldi", dice Fellmer.

In America centrale ha incontrato la sua ragazza

In America centrale ha incontrato la sua fidanzata Nieves, nativo di Maiorca. Nieves era incinta e il progetto di vivere senza soldi, ha dovuto essere interrotto di nuovo.

Per tornare in Europa, la coppia ha assunto la couchsurfing.com sito (libero il popolo di offrire ai propri ospiti divano viaggiatori) a contattare un dipendente compagnia aerea, che ha mediato i due due sedili d'emergenza per 150 € in Germania da una macchina.

Fellmer
Foto: D. Butzmann / www.dbutzmann.de spezie, sale e olio non si trovano così spesso. Nieves riempito ad un amico

Nati a Berlino quando i due genitori e stesi nota Fellmer: "Stiamo cercando una casa o un appartamento, dove affittare piuttosto che creare un equilibrio: a guardia casa, negozio, pulire, cucinare, cura per assistenza PC, e anche animali da compagnia molto di più. "

Alma Lucia è ora di quattro mesi. La piccola famiglia vive in un appartamento nel seminterrato di una villa a Kleinmachnow vicino a Berlino. Il proprietario della casa, un avvocato aiuta Fellmer quando giardinaggio o riparazioni. Questo paga per la famiglia anche di energia elettrica e acqua. "Siamo molto frugale con le risorse in ogni caso", ha detto Fellmer. Si gira raramente il riscaldamento.

Si accende la luce così tardi possibile

Si accende la luce il più tardi possibile. "Non abbiamo sempre bisogno di nuove automobili e case. Possiamo condividere di più ", spiega il suo concetto. Che dipende dalla generosità degli altri, non lo preoccupa. "Alla fine siamo tutti dipendenti da qualcosa", dice Fellmer. "Questo può essere qualcosa di bello."

A vivere con la Fellmer tipo ha già incontrato molti milionari. Recentemente, alcuni diretti a sud della Germania fermato in autostrada? Un grande Mercedes.

Fellmer
Foto: D. Butzmann / www.dbutzmann.de figlia Alma Lucia indossare pannolini di stoffa. Per la lavatrice Fellmer pulita una sola finestra giorni

"La gente con i soldi sempre mi incontrano con grande rispetto e sono interessati al mio concetto. Modo diverso da molti Alt-Sinistra, che si propone di incontrare me a volte una grande invidia ", dice Fellmer. "Si dice poi, età ey, proprio come te avrei voluto vivere per sempre e ora sono nel mulino".

Da qualche tempo Fellmer non ha un conto bancario. A differenza del suo amico Nieves. Anche se lei vuole anche ridurre la loro vita il più possibile, ma un po 'di denaro dà fuori. "Ho ricevuto cibo dai contenitori, donazioni di abbigliamento, o nei negozi invano. Ma ho bisogno di soldi, forse 30 € al mese per carta igienica o se mi sto prendendo l'autobus ", dice Nieves.

Nieves ha ancora bisogno di un po 'di soldi

Lei è una psicologa e ha lavorato fino a due anni fa in una scuola di Barcellona. Durante questo periodo si è risparmiato. I soldi dei bambini, che lei ha adesso per la figlia, vuole utilizzare per assicurare se stessi e il loro congedo bambino malato. "Voglio fare questo compromesso."

Una dottoressa Nieves ha trattato durante la sua gravidanza un paio di volte per niente. Ma la levatrice per la sua nascita in casa ha dovuto pagare. "Non siamo perfetti", dice Raffaello Fellmer. "Abbiamo appeso lì in the money-mulino, senza volerlo."

Per ottenere il cibo dalla spazzatura per lui non è soluzione a lungo termine. Il suo obiettivo è quello di vivere le cose che si cresce. Inoltre, lo swap è per lui solo temporaneamente. Fellmer vogliono vivere in una comunità con altre famiglie, una "comunità" build.

Pochi mesi fa è stato ospite in un talk show dal titolo "Muschi niente di male?". Un tedesco-out dopo lo spettacolo ha offerto loro di vivere nella sua fattoria in Toscana. Forse prendere i tre in estate. Lontano dalla Germania, vogliono comunque. Nieves è troppo freddo.

Fellmer impegna legalmente trasgressione

Legalmente parlando, commettendo ogni altra violazione notte Raffaello Fellmer se entra nei locali dei supermercati. Tuttavia, store manager molti sanno che la gente viene di notte, per andare a prendere il cibo, e non mente.

Alcuni istruire i propri dipendenti per separare il cibo ancora commestibile dal cestino, quindi inserire la spazzatura Fellmer su un lato del barile, dall'altro il cibo in sacchetti o scatole.

Un altro sub spazzatura, ma è stato recentemente messo sotto processo, per la prima volta in Germania a causa del "furto di spazzatura". Il caso è stato chiuso in fretta. "Questo è assurdo, ovviamente, ogni giudice che dovrebbe essere illegale per salvare cibo, ma legalmente buttare via cibo", dice Fellmer. "Ci sono così tante persone bisognose, che traggono alimento dai raccoglitori."

Chi avrebbe mai di vivere senza soldi, ma avrebbe voluto che, dove stava andando male. "Devi volerlo vivere senza soldi. Se si è costretti, non funziona. "

Nicolas trascorso il viaggio da

Il suo amico del college, Nicolas, che ha aperto con lui in Messico, ha interrotto il viaggio. Ha dovuto aspettare di guai. "La pazienza è già un requisito importante", dice Fellmer. "Bisogna essere disposti ad aspettare per mangiare il cioccolato, e non può immediatamente rispondere a tutte le loro esigenze."

Ma si può sentono di dover fare affidamento su se stessi. Nella sua vita ci sono poche distrazioni. Nessun cinema , nessuna visita al pub.

"Ci alziamo e fare colazione, riordinare un po ', canta un po' di fronte a nostra figlia, a camminare," Nieves descrive la routine quotidiana della famiglia. "Ci sentiamo molto ricco, perché abbiamo un bene molto prezioso. Time"

 

 


 
 
 

La famiglia che vive senza soldi .

Post n°937 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

La famiglia che vive senza soldi

 

21 gennaio 2012

A Berlino un uomo e sua moglie campano prendendo il cibo dalla spazzatura e barattando lavoretti per l’alloggio

Si può vivere un’intera vita senza soldi? Sì, e il caso di Raphael Fellmer mostra che senza denaro un’esistenza è possibile. Certo, bisogna fare molte rinunce, ma si può riconquistare qualcosa che nella nostra società abbiamo perduto, il controllo del nostro tempo. E’ stata questa la scelta fatta anni fa da Raphael, un berlinese cresciuto in una buona famiglia borghese, e che ha rinunciato al proprio percorso professionale per riappropriarsi del proprio tempo.

VITA SENZA DENARO - L’epifania per Fellmer è arrivata un paio d’anni fa. Voleva raggiungere un suo amico che si sposava in Messico senza spendere neanche una lira. Partito insieme ad un compagno di viaggio e rimasto da solo a metà strada, Raphael Fellmer è riuscito a viaggiare in tre continenti praticamente non spendendo neanche un soldo. Ci ha messo undici mesi, e ha lavorato tanto per potersi permettere i trasporti che la gente gli offriva. Uno scambio, una vita impostata sul baratto che permette di rinunciare al denaro ma che allunga, ovviamente, e dilata i tempi necessari per fare le cose. Tornato a Berlino, sempre senza rimetterci un solo euro, Raphael Fillmer ha deciso di impostare in questo modo la sua nuova vita, solo che ora lo fa insieme alla sua compagna, una ragazza del Centro America che si è innamorata di questo sognatore.

CIBO DALLA SPAZZATURA – Fellmer, la sua compagna e la loro bambina di quattro mesi vivono in modo molto semplice. La sera Raphael va nei supermercati e recuperata tutto il cibo che viene buttato via perché non può essere più venduto. La maggior parte dei clienti vuole solo prodotti freschi, e quindi tanto cibo ancora commestibile viene abbandonato. In Germania sempre più persone si procurano così i loro pasti, e i gestori dei supermercati hanno dato precisi indirizzi ai loro impiegati per far trovare prodotti buoni separati da quelli non più mangiabili. Raphael fa la spesa così, e ha sempre così tante cose che poi nel tempo libero regala pacchi di pasta, yogurt, biscotti e altri prodotti che lui e sua moglie, così come la loro bambina, non mangerebbero mai. Non si butta via niente, nel mondo dei Fillmer.

CASA SENZA AFFITTO – Raphael e la sua famiglia ora vivono nel sottoscala di un villino di Berlino. Il loro padrone di casa è un avvocato di Berlino, e i Fillmer gli curano il giardino, e fanno altri lavoretti che l’avvocato ricompensa con elettricità, acqua e riscaldamento. Non che Raphael consumi molto, anche perchè non potrebbe permettersi di pagarsi le bollette. La sua vita, come racconta a Die Welt, è fatta di sacrifici, di poca luce di giorno, di un po’ di freddo e di caccia al cibo che scoraggerebbero moltissime persone. Raphael però ora ha una cosa che quasi tutti noi non abbiamo: il tempo, e la possibilità di fare qualsiasi cosa che vuole.

 
 
 

LA FELICITA' E' LA MIGLIOR VENDETTA

Post n°936 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

 
 
 

LA DROGA E' NELL'ARIA ZORRO E' CONTRO TUTTE LE DROGHE

Post n°935 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

C'è droga nell'aria delle nostre città? Sembrerebbe di si; lo rivela uno studio condotto dal CNR di Roma e guidato dal Professor Angelo Cecinato, risalente al 2007. Tale studio dimostra che nell'aria non c'è solo CO2 ed altri inquinanti ma anche cocaina, cannabinoidi ed altre non meglio specificate droghe. Dopo l'identificazione di tracce di cocaina nell'aria di Roma e Taranto, i ricercatori hanno esteso la ricerca in altre 20 città della penisola scoprendo che ovunque vi erano tracce di cocaina e marijuana. Analizzando i dati con particolari modelli statistici (regressioni di Pearson) gli scienziati hanno messo in correlazione le quantità di droga nell'atmosfera con i livelli di consumo tipici di ogni zona; consentendo di fare un quadro del consumo di stupefacenti di una città con molta precisione.
La ricerca, pubblicata su Science of the Total Environment, ha evidenziato una significativa correlazione tra il numero di denuncie per furti e rapine in una determinata zona e la quantità di cocaina presente nell'aria. Il team di Cecinato ha anche trovato uno stretto legame tra il consumo di droga con l'incidenza di tumori e disordini di natura psichiatrica. Gli studi vanno avanti per capire se c'è

 
 
 

LE CARCERI SARANNO VENDUTE ALLE BANCHE COME ACCADE NEGLI USA

Post n°934 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 


Nel decreto "liberalizzazioni" il governo Monti, all'articolo 44, ha previsto persino la privatizzazione del sistema penitenziario.
Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati.
Non solo si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che: “al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia”.
Questo significa che la gestione carceraria, esclusa la polizia penitenziaria, è affidata a privati imprenditori. E chiaramente per fare profitto il carcere dovrà essere sempre pieno altrimenti non conviene.
Inoltre: "Il concessionario nella propria offerta deve prevedere che le fondazioni di origine bancaria contribuiscano alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di almeno il 20 per cento del costo di investimento".
In soldoni, è fatto obbligo di far partecipare le banche alla spartizione della torta. Torta di denaro pubblico, perché è sempre lo Stato che paga. A meno che non si voglia far lavorare a gratis i detenuti, in concorrenza con le aziende, e con il compenso intascato dall'"imprenditore carcerario".

 
 
 

L' AMAZZONIA STA MORENDO ZORRO SI RIBELLA

Post n°933 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

L'Amazzonia si sta trasformando, ormai a rischio collasso. 'Attacchi' umani non piu' ammortizzati dalla foresta
pubblicata da Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com il giorno sabato 21 gennaio 2012 alle ore 9.41

Le capacita' di resistenza del 'polmone' della Terra sta arrivando al limite. E' quanto emerge da una rassegna pubblicata sul Nature e curata da esperti internazionali che analizzano le trasformazioni in atto nel bacino dell'Amazzonia: i sintomi fanno pensare che gli 'attacchi' umani, fino ad ora 'ammortizzati' naturalmente dalla foresta, stiano piegando pericolosamente le resistenze.

 

I cambiamenti registrati ultimamente nella portata dei fiumi e nelle precipitazioni potrebbero infatti rappresentare dei pericolosi indicatori d'allarme. Fino ad ora tutti gli studi avevano mostrato una grande 'resilienza', ovvero la capacita' di mantenere l'equilibrio del sistema nonostante l'intervento esterno dell'uomo, alle deforestazioni massicce e agli incendi.

 

La grande foresta mostrerebbe segni di 'cedimento' con modifiche nei cicli dell'energia e dell'acqua in particolare nelle aree sud e orientali.

 

In cinquant'anni, dal 1960 al 2010, il numero di abitanti nella regione amazzonica e' passato da 6 a 25 milioni e la superficie di foresta si e' ridotta di circa l'80%. Nonostante alcuni passi in avanti nel tentativo di preservarla, il disboscamento e' passato da 28.000 chilometri quadrati nel solo 2004 (una superficie superiore della Lombardia) a meno di 7.000 chilometri quadrati nel 2011, tuttavia secondo gli esperti i progressi in questa direzione sono ancora molto limitati e fragili.

 

La combinazione di cause naturali, piu' o meno indotte dall'uomo su scala globale, come il riscaldamento globale e la siccita' sempre piu' frequene, con quelle strettamente 'umane', come deforestazione, inquinamento e incendi, stanno alterando in maniera preoccupante gli equilibri dell'Amazzonia. Il polmone verde della Terra e' infatti in grado di resistere ai singoli disturbi, ma non alla combinazione di tutti. 

 

I piccoli progressi registrati fanno ben sperare i firmatari dello studio, che concludono affermando che i progressi ottenuti sviluppando programmi in grado di analizzare nel lungo periodo i cambiamenti in atto hanno anche permesso di comprenderne le cause prime; solo la capacita' di dialogo e azioni combinate tra ricerca, politica, aziende e popolazione - dicono gli esperti - potra' portare a azioni veramente incisive.

 

fonte: ANSA

 

Cose che nessuno ti dirà di nocensura.comSito web: www.nocensura.comFacebook: facebook.com/nocensuraTwitter: twitter.com/nocensuraGoogle PLUS: http://plus.google.com/u/0/117476791232852443084Gruppo Facebook http://www.facebook.com/group.php?gid=116760358397891&ref=mfTumblr http://nocensura.tumblr.com/Email: redazione@nocensura.com

 

L'Amazzonia si sta trasformando, ormai a rischio collasso

 
 
 

NO ALLA CENSURA DELLA RETE

Post n°932 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Cari amici,



Oggi potrebbe essere il giorno in cui salviamo la libertà di internet. Abbiamo fatto fare sia alla Casa Bianca che al Congresso americano dietrofront. L'oscuramento di Wikipedia ha sbattuto le leggi americane censorie sulle prime pagine di tutti i giornali. Oggi ci troviamo davanti a un punto di svolta: affossiamo questa legge una volta per tutte. Clicca sotto per firmare la petizione:

Oggi potrebbe essere il giorno in cui salviamo la libertà di internet.

Il Congresso americano era sul punto di adottare una legge che avrebbe dato ai funzionari il potere di proibire l'accesso a qualunque sito internet in qualunque parte del mondo. Ma dopo che abbiamo consegnato la nostra petizione di 1 milione e 250 mila firme alla Casa Bianca, questa si è schierata contro la legge e con una pressione pubblica in ebollizione anche alcuni sostenitori della legge hanno cambiato posizione. La protesta guidata da Wikipedia ha sbattuto la protesta sulle prime pagine dei giornali.

Stiamo invertendo il corso di questa storia. Ma i poteri forti che spingono per la censura stanno facendo di tutto per mandare in porto la legge. Affondiamola oggi una volta per tutte: clicca per firmare questa petizione urgente per salvare internet e se hai già firmato manda email, telefona, usa Facebook e Twitter per farti sentire dal Congresso e dalle lobby. Poi inoltra questo messaggio a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_internet_action_center_b/?vl

Questa legge trasformerebbe gli Stati Uniti nel peggiore censore di internet al mondo, unendosi nelle classifiche a paesi come Cina e Iran. La legge per fermare la pirateria online (SOPA) e la legge per proteggere l'IP (PIPA) darebbero al governo americano il potere di bloccare chiunque di noi dall'accedere a siti come YouTube, Google o Facebook.

Siamo riusciti a far cambiare posizione alla Casa Bianca e ora la nostra campagna globale e la crescente pressione dell'opinione pubblica stanno costringendo il Congresso ad accantonare la legge. Lo scorso finesettimana il senatore Cardin, copromotore della legge, ha annunciato che voterà contro!

Solo pochi giorni fa ci dicevano che era impossibile fermare il complotto censorio delle multinazionali, ma ora siamo a un punto di svolta e potremmo portare a casa una vittoria mozzafiato! Fermiamo oggi la censura americana. Firma questa petizione urgente per salvare internet adesso e inoltrala a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_internet_action_center_b/?vl

Questa legge americana potrebbe calpestare le libertà di tutti noi. Ma se vinceremo dimostreremo che quando le persone si uniscono da tutte le parti del mondo sotto un'unica voce, insieme possiamo fermare l'abuso di potere ovunque. Siamo riusciti a portare questa legge davanti a un baratro: ora, se riusciremo ad aumentare le nostre voci oggi, potremo porre fine al più grande pericolo di censura su internet che il mondo abbia mai visto prima.

Con speranza,

Dalia, Ian, Alice, Ricken, Diego, David e il team di Avaaz

Fonti:

Limiti al web, il vicolo cieco della politica (La Stampa)
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9662

La dichiarazione della Casa Bianca - in inglese:
https://secure.avaaz.org/whitehouse_internet_statement

SOPA, il web fa cambiare idea ai senatori (Corriere della Sera):
http://www.corriere.it/esteri/12_gennaio_18/sopa-internet_40de3806-420f-11e1-9408-1d8705f8e70e.shtml

Web, Wikipedia e altri siti censurati contro la legge anti-pirateria (Reuters):
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE80H05U20120118

Legge anti-pirateria, Murdoch contro Obama (TG1):
http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-8f4d3371-59f6-4a5a-b099-5338cafd0e20.html

 
 
 

IL MOVIMENTO DEI FORCONI.............UNA RIVOLUZIONE

Post n°931 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

L MOVIMENTO DEI FORCONI È IL RISCATTO DEL SUD

- Intervista a Pino Aprile -

In Sicilia il Movimento dei Forconi blocca la regione. I giornali ignorano il fatto. E c’è chi ipotizza strani legami politici dietro queste proteste. Lei cosa ne pensa?

Ogni volta che il Sud protesta, e vi assicuro che ha tonnellate di ragioni per farlo, si trova sempre qualche motivo per infamare le ragioni della protesta. Io a questo movimento ho dedicato un capitolo del mio ultimo libro “Giù al sud”, quando non ne parlava nessuno. Li avevo incontrati alla scuola di politica di Filaga sui monti Sicani, creata da padre Ennio Pintacuda, e avevo scoperto un mondo di cui l’Italia non sa nulla, perché se il Sud non è mafia, non è camorra, non è notizia.

Mi raccontarono che in 3 anni, su 200 mila aziende agricole, 50 mila erano state sequestrate, messe all’asta; mi raccontarono di gente che da generazioni coltivava quelle terre, che era scomparsa dall’oggi al domani in silenzio per pudore…tragedie vissute nel silenzio, all’interno delle famiglie.
Qualcuno mi si avvicinò e mi disse: noi siamo alla disperazione, pronti alle armi, ci manca solo un leader e io risposi: guardate che non ho fatto neanche il militare!

Questo è emblematico del grado di disperazione di questa gente.

Il Regno delle due Sicilie era ricchissimo. Poi l’impoverimento, la fuga del Sud. Un’emigrazione che continua anche oggi. Perché?

Ci sono almeno tre argomenti enormi nella sua domanda. Il primo, è l’impoverimento del Sud, un territorio che è esistito per oltre 700 anni con quei confini, con quella gente, e che il Regno delle due Sicilie ereditò e poi gestì per 127 anni. Per chi voglia fare dei paragoni, 127 anni è più di quanto è durato il Regno d’Italia, 85 per i Savoia, è più di quanto è durata la Repubblica italiana, è quasi quanto sono durati il Regno d’Italia e la Repubblica italiana messi insieme. Quella era una dinastia divenuta autoctona, perché creò le prime aree industriali in Italia: basta andarsi a leggere i documenti de “L’ Invenzione del mezzogiorno” scritto da Nicola Zitara, e anche tanti altri libri.

L’invasione del sud con annessione comportò la distruzione dell’economia del Sud, la chiusura dei più grandi stabilimenti siderurgici d’Italia che erano in Calabria, l’eccidio, con sparatorie, delle maestranze che volevano impedirlo, la devastazione delle più grandi e efficienti officine meccaniche d’Italia che erano nel napoletano, l’asportazione dei lingotti d’oro, della ricchezza del Regno delle due Sicilie. Tutto questo comportò una ventina d’anni dopo, oltre alla reazione armata di quelli che furono chiamati briganti, che agivano per difendere il proprio paese, l’abbandono della propria terra da parte dei meridionali, un fatto questo che non era mai accaduto in decine di millenni. L’emigrazione dal sud, secondo varie stime, ha portato via 20/25 milioni di meridionali in 90 anni.

Rispetto al passato oggi è cambiato poco o nulla. Un esempio? Il Comitato interministeriale di programmazione economica divide le quote da sbloccare, che spesso sono soldi destinati al sud, per 200 quote e destina 199 quote al nord e una al sud. Con Monti le quote, anche perché i soldi sono diminuiti, sono state circa 40, di cui 39 al nord e una al sud e in tutto il programma di Monti non c’è una parola per il sud. E poi ci si meraviglia delle proteste? I cittadini del Sud vogliono solo rispetto, attenzione ed essere considerati alla pari degli altri cittadini di questo paese.
Del movimento dei forconi fanno parte anche i pastori sardi, guidati da Felice Floris. Ricordo che quando ci furono 100 mila forme di parmigiano invendute, l’allora governo a trazione leghista le fece acquistare con i soldi destinati al mezzogiorno; quando ci fu il pecorino invenduto per i sardi, l’allora governo mandò la polizia a spaccare le teste dei sardi a randellate in Sardegna, e quando i sardi presero il traghetto per andare a Roma, li aspettarono sul molo a Civitavecchia a spaccargli le teste preventivamente, prima ancora che arrivassero nella Capitale a manifestare.

I soldi che hanno usano per il parmigiano erano stati stanziati per il sud! Poi ci si meraviglia se la gente si organizza…In Sicilia il movimento dei forconi ha cominciato a protestare dopo l’ennesimo suicidio di un signore che si è lanciato dalla sua terrazza con una corda legata al collo.

E’ ipotizzabile che la crisi economia spazzi via l’Italia e riporti ad assetti pre-unitari?

Queste sono sciocchezze che tendono a nascondere la serietà e la profondità delle argomentazioni per cui il sud protesta.
Dal Meridione sono andati via negli ultimi 10 anni 700 mila giovani laureati. In qualsiasi paese qualunque governo di destra o di sinistra si sarebbe occupato di questo problema. La verità è che nessuno lo vuole risolvere, perché questo è un affare per una parte del paese. Solo per far studiare i suoi figli e poi regalarli al nord, il sud spende circa 3 miliardi di Euro all’anno. Come dimostrano gli studi fatti sull’argomento, formare un laureato costa dalle scuole materne alla laurea 300 mila Euro, ma per quelli fuori sede la cifra aumenta di circa 100 mila. 23 mila studenti meridionali ogni anno si spostano al nord, fate voi i conti.

Una laurea dura in genere, sono calcoli de “Il Sole 24 ore” circa 7 anni, moltiplicate per 7 e avrete il salasso del sud a favore del nord per regalargli una classe dirigente a proprie spese. Questo solo per l’istruzione. Poi pensiamo ai trasporti: sono stati cancellati da un improponibile, impresentabile amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato tutti, ma proprio tutti, i treni diretti sud – nord, il paese è stato spezzato in due nell’anno del 150° anniversario della cosiddetta unità. E ancora, il 90% degli aerei che partono dal sud deve pagare pedaggio a Malpensa, solo per far vivere un aeroporto che non doveva esistere. Per andare da Palermo a Tunisi bisogna prendere l’aereo per Malpensa e poi da Malpensa andare a Tunisi. Dovrà finire questa porcheria!

Un ultimo aneddoto, che ho raccontato nel mio libro “Terroni”: alcuni miei amici di Bari per andare a Milano si vedevano costretti a pagare all’Alitalia un biglietto più costoso del Bari -New York. Allora, per risparmiare, compravano il biglietto per New York, arrivavano a Malpensa, scendevano, strappavano il biglietto e andavano a Milano! Il sud è il Bancomat d’Italia, continuamente insultato con l’epiteto di “ladro”. In realtà, è l’unico caso al mondo nella storia dell’umanità di un ladro che più ruba e più si impoverisce, di un derubato che più viene derubato e più si arricchisce. Ci sarà qualcosa di strano?

Fonte: www.cadoinpiedi.it/
Link: http://www.cadoinpiedi.it/2012/01/17/il_movimento_dei_forconi_e_il_riscatto_del_sud.html#anchor

http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9703

 
 
 

ORO COME DENARO IN VATICANO

Post n°930 pubblicato il 10 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

Oro come denaro. Oro come proprietà immobiliare e territoriale. Oro come fasto di opere d’arte. Oro come proprietà del Vaticano che costituiscono un vero e proprio tesoro; così lo scrittore/storiografo Claudio Rendina apre la prefazione del libro “L’Oro del Vaticano (Newton-Compton 2010), svelandoci il leitmotiv dell’intera narrazione: l’incredibile ricchezza della Chiesa di Roma, talmente incredibile da non poter essere quantificata con precisione.

http://www.ilrecensore.com/wp2/2010/09/loro-del-vaticano/

Allontanatosi dallo spirito apostolico di povertà, il clero cattolico ha saputo nei secoli accumulare, amministrare e accrescere il proprio capitale economico/finanziario, spesso con metodi poco edificanti. Lo sguardo di Rendina attraversa tutte le molteplici attività che attualmente la Chiesa di Roma possiede e sfrutta: gli istituti finanziari del Vaticano, lo IOR, l’obolo di San Pietro, le offerte, il mercimonio dei matrimoni/funerali, le ricchezze della CEI, dell’OPUS DEI e i numerosi immobili (molti di valore storico/artistico) sparsi per il mondo. Tutte queste attività fanno del Papato la più grande multinazionale al mondo.

Eppure il significato del testo non si esaurisce certo qui; l’autore infatti non si limita ad una mera computazione del Patrimonio di San Pietro, sforzo per altro già mastodontico, ma esamina in maniera precisa il modus operandi di queste grandi istituzioni. Ciò che ne risulta appare ancor più incredibile del tesoro che la Chiesa possiede: la Banca Vaticana (Istituto Opere Religiose IOR) non è soggetta ad alcune legge Comunitaria, agisce come Banca privata che investe le sue ricchezze e lucra su di esse (si pensi agli scandali antichi e moderni dello IOR) con il solo fine del guadagno. La spregiudicatezza di questo atteggiamento ha portato a paradossi assurdi, come la concessione a Enrico De Pedis (membro della “Banda della Magliana”) di una sepoltura personale nella basilica di Sant’Apollinare, con tanto di messa solenne dove il defunto viene ricordato come un generoso donatore e sostenitore finanziario della Santa Sede.

Uscendo dal più complesso contesto finanziario, Rendina mostra come anche la  vendita di souvenir od il turismo culturale e religioso siano gestiti con oculate strategie di Marketing basate più sul calcolo del profitto commerciale, che su valori più autenticamente religiosi quali ospitalità, accoglienza e rispetto dei luoghi sacri (inevitabile il ricordo evangelico di Gesù che caccia i mercanti dal Tempio). A tutto questo bisogna aggiungere tutti i benefici di cui gode lo Stato Vaticano nei confronti dello Stato Italiano: esenzione totale dalle tasse, utilizzo dei servizi nazionali, sostentamento finanziario  tramite l’8 per mille del gettito delle tasse dei cittadini italiani.

Un dipinto freddo, senza coloriture narrative o giudizi personali, sullo stato attuale delle casse vaticane; solo la nuda e cruda verità sulla maggior holding al mondo, ricca, ricchissima e circondata da un paese sempre più povero di mezzi e di idee.

Claudio Rendina, scrittore e poeta, ha legato il suo nome a opere di successo dedicate a Roma e al mondo pontificio, tra le quali, per la Newton & Compton: Il Vaticano. Storia e segreti (premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri 1987), Pasquino statua parlante (premio Fregene 1991) e la Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Roma (premio Castiglioncello 1999)

L’oro del Vaticano
L’oro del Vaticano
Claudio Rendina
L’oro del Vaticano
2010

 

Incipit

Premessa
Oro come denaro. Oro come proprietà immobiliare e territoriale. Oro come fasto di opere d’arte. Oro come proprietà del Vaticano che costituiscono un vero e proprio tesoro. È il frutto di una cattiva amministrazione della Santa Sede, che ha provocato un allontanamento dallo spirito umile e povero raccomandato da Cristo e favorito l’impiego di certe ricchezze in campi ben lontani dallo spirito apostolico.
La gestione di questo patrimonio fa capo ad apposite commissioni cardinalizie con l’assistenza di finanzieri laici, e il denaro è custodito negli istituti bancari dello IOR e dell’APSA, con depositi sotterranei di oro e diramazioni nelle casseforti delle Isole Cayman: un autentico Fort Knox fuori da ogni legge.
Il denaro della Santa Sede si è capitalizzato, ironicamente, dalla fine dello Stato Pontificio, coincidente con una crisi delle casse vaticane, ovvero dalla sua ricostituzione come Città del Vaticano, avvenuta con i Patti Lateranensi del 1929, e attraverso operazioni bancarie talvolta illecite, con riciclaggio di denaro “sporco”. Queste vengono passate in rassegna con un documentato capitolo, in collegamento con gli istituti economico-finanziari, per svilupparsi nell’illustrazione delle altre fonti di reddito sacroprofane che hanno origine dalla medievale confessione a pagamento e dalla vendita delle indulgenze, e che ancora oggi rivivono nel mercimonio funebre, nello sfruttamento finanziario del sacramento del matrimonio e nel suo annullamento connesso con la Sacra Rota; [...] leggi le prime 30 pagine del libro

 

 
 
 

I SENZA DIO INDAGINE SUL VATICANO

Post n°929 pubblicato il 10 Gennaio 2012 da dammiltuoaiuto
 

I senza Dio  idagine   sul   Vaticano



http://anglotedesco.myblog.it/archive/2011/11/26/i-senza-dio.html

Stefano Livadiotti è un giornalista con le palle, ho letto il suo libro sulla magistratura italiana, non ho letto quello sui sindacati ma presto lo comprerò .Questo è interessante, non come VATICANO SPA di Gianluigi Nuzzi, ma contiene informazioni precise su questo mondo ipocrita che è la chiesa.
Stanno con i poveretti, con gli immigrati, ma poi fanno esattamente il contrario.Città del Vaticano è il posto piu ricco del mondo,possono tranquillamente aiutare i 2,2 milioni di disoccupati italiani, ma non lo fanno e l'otto per mille è una buffonata.
Anche Ida Magli ha scritto un capitolo molto piccante sulla chiesa, nel suo libro LA DITTATURA EUROPEA, presto ne pubblicherò dei pezzi.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano Pierferdinando Casini o Rosy Bindi se queste cose che riporto oggi prese dal libro di Livadiotti.  

da I SENZA DIO -Stefano Livadiotti (Grandi Passaggi Bompiani)

-I vescovi fanno la cresta sullo stipendio dei preti, che è pagato da tutti gli italiani.Così nel 2011 si sono messi in tasca 757.677.543 euro.

-In Italia la percentuale di pedofili nel clero è 51 volte superiore a quella che si registra tra i maschi adulti.

-Gli spot dell'otto per mille raccontano frottole:solo il 7,59% dei contributi pubblici al Vaticano finisce in carità ai paesi poveri.

-Scandali, politica, beghe di potere: ecco perchè oggi solo una minoranza degli italiani si fida ancora della chiesa.

Il Papa elogia le organizzazioni dei lavoratori e il loro ruolo.Però dimentica di dire che ai preti è solennemente vietata l'iscrizione.E che l'unico sindacato presente in Vaticano, e riservato al personale laico,viene regolarmente trattato a pesci in faccia.Come dimostra il regolamento della curia.

I soldi non sono niente dice il Vaticano,che poi compra lingotti d'oro per milioni.E nasconde accuratamente il proprio business,avvolti da un mistero che ha finito per alimentare leggende.E che non viene svelato dalla lettura dei rendiconti,comprati ad arte in modo da celare l'enorme ricchezza della chiesa.Per non rischiare di compromettere la raccolta di fondi tra i fedeli.

I vescovi bacchettano i bottegai che non pagano le imposte.Ma poi non guardano a casa loro.Dove l'elusione dell'Ici sugli immobili usati per le attività commerciali è stimata in almeno 700 milioni.Grazie ad una legge davvero balorda.Voluta dal centrosinistra.

 

di Michele Cassano
'I senza Dio'
di Stefano Livadiotti

http://lapanchinadimariella.forumfree.it/?t=58985436

 

Pedofilia, rapporti con la mafia, preti-massoni. E poi ancora privilegi, business misteriosi, guerre intestine e intrecci poco puliti con la politica. Dopo aver scandagliato il mondo dei sindacati e quello dei magistrati in due libri inchiesta che hanno fatto discutere, Stefano Livadiotti accende i fari sui palazzi del Vaticano. Il giornalista de L'Espresso, con una scrittura immediata e accattivante, racconta un mondo dove corruzione e reati sono all'ordine del giorno, porta il lettore nelle stanze del potere all'ombra di San Pietro, svela retroscena che aprono lo sguardo su una realta' che condiziona non poco la vita politica, economica e sociale dell'Italia. L'inchiesta non poteva che partire dallo scandalo della pedofilia. E' l'ora delle scuse, scrive l'autore, ricordando che gia' nel 1985 l'allarme nelle parrocchie americane era risuonato, ma il Vaticano lo aveva deliberatamente ignorato, sacrificando migliaia di piccole vittime. 'Lasciate che i bambini vengano a noi' e' il titolo sarcastico del capitolo dedicato a quei crimini, dove emerge che la percentuale di predatori sessuali tra i religiosi in Italia potrebbe risultare 51 volte superiore a quella del resto della popolazione maschile. E non si nasconde che se non fosse diventato Papa, Ratzinger non avrebbe avuto l'immunita' per sfuggire al tribunale del Texas che lo voleva processare per la copertura assicurata ai preti stupratori. Il libro esce proprio nei giorni della nascita del governo Monti, considerato da alcuni osservatori la longa manus dei poteri forti e del Vaticano. Livadiotti spiega che i rapporti tra i vertici ecclesiastici e la politica sono stati costanti, ma il suo accento va sulle 'relazioni pericolose' con servizi segreti, massoneria, criminalita' organizzata. E che dire dei 'lingotti del Papa'? Il tessuto economico su cui si regge il Vaticano e' uno degli aspetti che il giornalista critica piu' aspramente. Dallo Ior, oggetto misterioso e maledetto che per gli italiani significa fondi neri e riciclaggio, al patrimonio immobiliare con appartamenti-fantasma che finiscono sempre ai vip e una legge che esonera dal pagamento dell'Ici. Insomma, Vaticano S.p.A., scrive Livadiotti, utilizzando il titolo del libro di successo di Gianluigi Nuzzi e citando 'L'oro del Vaticano' di Claudio Rendina, vive sul business di matrimoni, divorzi, funerali, alberghi, libri, spot pubblicitari, monete, francobolli, immagini sacre, e perfino sui santi. Tanti aneddoti e episodi inediti raccolti dietro le quinte.

Cosi', parlando dei rapporti difficili tra Papa Ratzinger e il segretario di Stato Tarcisio Bertone, Livadiotti racconta che il Pontefice si e' stancato dei sistemi del cardinale, fino alla rottura determinata dal caso Boffo, ma ritiene inopportuno cacciarlo per il momento. Nello stesso tempo, tra Bertone e il presidente della Cei Angelo Bagnasco, detto 'madamina', e' in atto una battaglia finita persino sulle pagine dell'Osservatore Romano. Una 'guerra poco santa' che fa sentire i suoi effetti in tutti i settori in cui il Vaticano ha influenza, la politica in primo luogo, a partire dalle nomine nelle aziende pubbliche, Rai compresa. Una guerra combattuta da Bertone attraverso i suoi tre moschettieri: Marco Simeon, Giuseppe Profiti e Giovanni Maria Vian. Gli effetti del declino sono evidenti: la percentuale di italiani che si fidano della Chiesa e' scesa di tredici punti in un anno, un milione di persone in meno agli incontri con il Papa, ostie che si accumulano negli scaffali, giovani che si allontanano dai seminari. E' - spiega il giornalista - il risultato di un sistema perverso che Ratzinger e' consapevole di aver contribuito a creare. Il Papa ne e' nauseato, ma e' troppo isolato e stanco per tentare di cambiare rotta.

fonte ansa.it



 
 
 
 
 
 
 
 
 

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