Dopo aver ritirato a Roma un premio destinato al Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, Roberto Baggio sogna di andare in Birmania per consegnare il riconoscimento all'eroina, da anni agli arresti domiciliari per via della lotta contro la dittatura nel Myanmar. Con questo scopo il Divin Codino ha fondato 'Heroes Company', un progetto per dare voce agli eroi moderni: "Speriamo possa contribuire a riattivare le coscienze, celebrando i veri eroi dei nostri tempi, persone che, come quei monaci buddisti, giornalmente ci offrono un modello che riabilita l’essenza stessa dell’essere umano, icone di un mondo che sembra scomparso, perduto nei rivoli dell’effimero, e che invece esiste e resiste, magari anche vicino alla nostra porta di casa".
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Messaggi del 27/02/2008
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Post n°284 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
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Post n°283 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da dammiltuoaiuto
Birmania. Tutti gli uomini del generalePubblicato da Enzo Reale alle 20:27 in Current Affairs Si allunga la lista nera degli amici del regime birmano sottoposti a sanzioni da parte dell'amministrazione statunitense. La coerenza di Washington è merce rara nel panorama di tentennamenti e protezioni più o meno esplicite nei confronti della giunta di Naypyidaw ma rischia anche di essere sterile visto l'ampio spettro di connivenze su cui possono contare i generali. Oggi il ministro degli esteri del nuovo governo thailandese (formalmente democratico) ha lasciato pochi dubbi sulle intenzioni del suo paese: Thailand has no choice but to put national economic interests before human rights concerns in dealing with Burma, Foreign Minister Noppadon Pattama said yesterday. ''We will talk to them in a friendly manner on subjects that they are comfortable with,'' said Mr Noppadon. ''The policy of non-interference remains a sacrosanct principle, not only for Asean but also the international community,'' he said. Più chiaro impossibile. Sul fronte cinese si moltiplicano gli appelli al boicottaggio dei Giochi Olimpici, comprensibili ma anche difficilmente realizzabili, almeno in misura significativa. Nessuno si perderà l'evento del decennio per difendere la dignità di cinquanta milioni di anime e difficilmente si assisterà ad un altro agosto caldo a Yangon e dintorni come quello di vent'anni fa. Than Shwe, dopo il fumo negli occhi della farsa elettorale, può pensare alla sua salute, unica vera alleata della causa birmana. Chi vive e chi muore in Birmania. Than Shwe passa in rassegna le truppe, cioè i bambini schierati in reggimento in occasione dello Union Day, due giorni fa. La foto dimostra che il generalissimo è in discreta forma e che può continuare la sua benefica opera per il paese. Chi invece non ha avuto una buona giornata è il leader della Karen National Union che oggi è stato ucciso sulla porta di casa sua da due sconosciuti. L'assassinio è avvenuto in territorio thailandese, il che pone qualche interrogativo sulla sicurezza dei leader politici in esilio a Mae Sot e dintorni: Stunned Karen officials blamed undercover Burmese govermment agents for the attack, but it is unclear how they could have penetrated the closely guarded border, marked by a river flowing west of the town. Thai observers pointed out that Mahn Sha had made enemies within the KNU since taking over as KNU General Secretary following the death of the movement's previous leader, the charismatic General Saw Bo Mya in December 2006. Mahn Shar, così come alcuni esponenti della Generazione dell'88, aveva previsto un aumento della violenza dopo l'annuncio del referendum-farsa da parte della giunta: "Everybody is terrified that there could be a hit list from the Burmese military circulating around Thailand of people to be killed," he said. In realtà sui mandanti ci sono diverse ipotesi, anche in considerazione della travagliata storia del movimento di liberazione Karen. Altri racconti dell'orrore. Ne parlavo anche qui. |
Si lavora senza nessun tipo di protezione in capannoni senza riscaldamento
Ma si tratta, evidentemente, di una balla: in Cina chi monta un iPod riceve uno stipendio di 40 euro e anche se il "manager" si appresta a dire che "la paga è molto alta perché questo è un lavoro pericoloso che altrimenti non farebbe nessuno", è impossibile credergli, anche perché lui stesso ha poi dichiarato che la "I tedeschi della Mercedes sono stati qui: vogliono collaborare affinché produciamo vetture per loro". Qui in Cina si mente su tutto: sulle prestazioni delle auto, sulla durata della carica delle batterie, sul prezzo finale, dichiarato in 3700 euro... Impossibile conoscere la verità. In fatto di stipendi il discorso è relativo: noi europei non siamo da meno visto che anche nell'Europa dell'Est i "nostri" operai ricevono stipendi da fame. Ossia 380 euro al mese per i polacchi che costruiscono una Fiat 500, 270 per gli slovacchi che assembrano Toyota Aygò, Peugeot 107, Citroen C1 o la nuova Renault Twingo e appena 166 euro per gli ungheresi che fanno nascere la Opel Agila e la Suzuki Splash. Ma questo è un altro discorso: qui ci sono controlli di sicurezza, straordinari e condizioni di lavoro moderne. In Cina no. E il discorso va oltre: al comparire delle prime auto cinesi ci siamo subito preoccupati delle prove di crash (che i costruttori hanno aggirato immatricolando i propri Suv come veicoli commerciali) ma a giudicare da queste foto ci sono evidenti problemi di affidabilità: nelle immagini si vedono impianti elettrici avvitati sulla carrozzerie di vetroresina con lo stesso criterio con cui si mettono i fili di luci sugli alberi di Natale, connessioni fatte con nastro adesivo e saldature approssimative: una macchina del genere probabilmente è sicurissima: fra guasti e noie tecniche è condannata a rimanere quasi sempre ferma... Certo, è bene non generalizzare: una cosa sono i piccoli costruttori che copiano le Smart, altra la China Brilliance, la Great Wall e altri "big" dell'auto cinese. Ma a questo punto vorremmo vedere le foto dei loro stabilimenti visto che fino a oggi nessun giornalista è mai stato ammesso ai reparti produzione... Torniamo però alle fabbriche della vergogna che copiano le Smart? Alcune in luoghi sconosciuti, altre invece hanno almeno un luogo preciso: quella di cui parlavamo, la "Shandong Xin Ming Glass Fibre Manufacture Co. Ltd" è a Dezhou (città della regione di Shandong a circa 600 km da Pechino). Poi c'è la "Flybo" che opera a Jinan, il capoluogo della provincia, città da 6 milioni di abitanti, la "Shandong Huoyun Electric Cars" di Linzi, a circa quattro ore di automobile da Dezhou e la "Zibo Future Electric Vehicle Co." Di Zibo, una città con 4,1 milioni di abitanti. La maggior parte dei laboratori che fabbricano falsi in tutti i casi sono concentrati nella provincia di Shandong e la cosa più incredibile è che il gruppo Mercedes non sia ancora riuscito a bloccare questi falsi. Che, ironia della sorte, finiscono tutti negli Usa, i Canada e in Europa, si stima al ritmo di 100 esemplari al giorno. Motivo? In Cina, per legge, le auto elettriche possono avere solo tre ruote: queste ne hanno quattro, quindi... (26 febbraio 2008) |
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