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BIRMANIA  DISASTRO ANNUNCIATO

Post n°341 pubblicato il 07 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 

IL CICLONE IN BIRMANIA: PESANTI RESPONSABILITA' DELLA GIUNTA MILITARE CHE DEVE ANDARSENE

Sembra che i morti a causa del ciclone in Myanmar, il nuovo nome della Birmania attiribuito dalla giunta militare nel 1989 appena arrivata al potere, siano oltre 20.000 e i dispersi 40.000.
Pesanti sono le responsabilità della giunta militare che con forte ritardo ha avvisato la popolazione dei rischi che correva. Questa è un'ulteriore dimostrazione della necessità che la giunta militare, che governa il Myanmar dal 1989 con una dittatura, se ne vada. Sono note le proteste di piazza capeggiate da monaci buddisti che cominciarono nel settembre del 2007, nate per promuovere un cambiamento in senso democratico del Paese. Furono represse nel sangue.
Può risultare utile una breve storia di quanto avvenne in Myanmar a partire dal 1962, quando il governo democratico allora al potere fu destituito da un colpo di stato militare guidato dal generale Ne Win. Dal 1962 al 1988 il regime birmano fu un tipico regime comunista, guidato da un gruppo di militari marxisti. Ne Win divenne l'uomo forte del regime. Nel 1988, dopo le rivolte studentesche che provocarono migliaia di morti, Ne Win si dimise e fu proclamata la legge marziale, mentre il generale Saw Maung organizzò un altro colpo di stato. Nel 1990 si tennero per la prima volta in trenta anni elezioni libere. Vinse nettamente la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, ma il consiglio di restaurazione della legge e dell'ordine di stato, spalleggiato dall'esercito, si rifiutò di cedere il potere, arrestando Aung San Suu Kyi e altri leader dell'NLD. Fino ad oggi il potere è detenuto da una giunta militare, che guida un regime dittatoriale.
In un articolo di Gianluca Ursini, pubblicato su "Peacereporter" è ben descritta la situazione della Birmania nell'ottobre del 2007. Almeno 5 milioni di persone soffrivano la fame e troppi abitanti contraevano malattie e vivevano in povertà, nonostante la Birmania abbia molte risorse naturali a disposizione (la sua economia, che era tra le 3 più forti e promettenti dell'Asia nel 1948 anno dell'indipendenza, fu portata al disastro dai diversi regimi militari che si sono succeduti). Le persone bisognose di assistenza umanitaria erano, secondo l'ONU, milioni ma i militari non permettevano l'accesso ad intere aree del Paese. Almeno 500.000 erano gli sfollati all'interno della Birmania e 150.000 erano gli sfollati nella vicina Thailandia.
Nel settembre 2007 avvenne la repressione più sanguinaria degli ultimi 20 anni. I militari hanno ucciso almeno 200 persone, e hanno cremato i cadaveri per non lasciarne traccia, e ne hanno incarcerati più di 7.000, di cui almeno 2.000 avviati ai lavori forzati. Il consiglio di sicurezza dell'ONU allora deplorò, in modo molto tiepido, la repressione, in seguito alle posizioni della Cina e della Russia, i principali sponsor della giunta militare.
Quindi la situazione della Birmania era già drammatica prima del ciclone e ora lo è diventata ancora di più. E ancora di più è necessario che la giunta militare cada e sia sostituita da un governo finalmente democratico. I Paesi occidentali devono fare la loro parte superando le opposizioni di altri Paesi, in primo luogo, la Cina che sostengono apertamente la giunta militare.
Ancora una volta, la difesa dei diritti umani deve venire prima di tutto.

 
 
 

ECCO CHI SONO I NOSTRI DEPUTATI  E SENATORI dei   delquenti

Post n°340 pubblicato il 07 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Camera dei Deputati (www.camera.it), Senato della Repubblica
(www.senato.it)

Berruti Massimo Maria (FI): condannato in via definitiva a 8 mesi per
favoreggiamento.
Bonsignore Vito (europarlamentare FI): condannato definitivamente a 2 anni
per tentata concussione nello scandalo delle
tangenti per il nuovo ospedale di Asti.
Mario Borghezio (europarlamentare Lega Nord): condannato in via definitiva
per incendio aggravato da "finalità di
discriminazione", per aver dato fuoco ai pagliericci di alcuni immigrati che
dormivano sotto un ponte di Torino, a 2 mesi e 20
giorni di reclusione commutati in 3.040 euro di multa.
Bossi Umberto (Lega Nord): condannato in via definitiva a 8 mesi di
reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito
dalla maxitangente Enimont.
Cantoni Giampiero (FI): ha patteggiato 2 anni di reclusione per corruzione e
concorso in bancarotta e risarcito 800 milioni di
lire.
Carra Enzo (PD): una condanna in via definitiva per false dichiarazioni al
pubblico ministero. Per i giudici, Carra è un falso
testimone che, con il suo «comportamento omertoso» e la sua «grave condotta
antigiuridica», ha tentato di «assicurare
l'impunità a colpevoli di corruzione, falso in bilancio e finanziamento
illecito» nel caso Enimont. Parola del Tribunale e della
Corte d'Appello di Milano, nonché della Cassazione, che l'hanno condannato
prima a 2 anni e poi a 1 anno e 4 mesi (grazie
allo sconto del rito abbreviato) di carcere.
Ciarrapico Giuseppe (PDL): è stato condannato a 3 anni definitivi per il
crack da 70 miliardi della Casina Valadier
(ricettazione fallimentare) e ad altri 4 e mezzo per il crack Ambrosiano
(bancarotta fraudolenta).
De Angelis Marcello (AN): condannato in via definitiva a 5 anni di carcere
per banda armata e associazione sovversiva come
dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione.
Dell'Utri Marcello (FI): condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3
mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione
di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e
poi patteggiò la pena in Cassazione).
Farina Renato (FI): Farina patteggia una pena di 6 mesi di reclusione per
favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar,
l'imam egiziano rifugiato in Italia, sequestrato a Milano il 17 febbraio
2003 dalla Cia con l'aiuto del Sismi, trasportato nella
base americana di Aviano e di lì deportato in Egitto, dove fu torturato per
sette mesi.
La Malfa Giorgio (FI): condannato definitivamente a 6 mesi per il
finanziamento illecito della maxitangente Enimont.
Maroni Roberto (Lega Nord): condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni
per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale
durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano.
Nania Domenico (AN): arrestato per 10 giorni e poi condannato in via
definitiva a 7 mesi per lesioni personali legate ad
attività violente nei gruppi giovanili di estrema destra (fatti dell'ottobre
'69, sentenza emessa nel 1977 e divenuta definitiva nel
1980).
Naro Giuseppe (UDC): condannato in primo grado a 3 anni e in Cassazione a 6
mesi definitivi di reclusione (erano 3 anni in
primo grado) per abuso d'ufficio nel processo per l'acquisto con denaro
pubblico di 462 ingrandimenti fotografici, alla modica
cifra di 800 milioni di lire.
Papania Antonio (PD): il 24 gennaio 2002 ha patteggiato davanti al gip di
Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di
reclusione per abuso d'ufficio.
Sciascia Salvatore (FI): condannato definitivamente a 2 anni e 6 mesi per
aver corrotto alcuni ufficiali e sottufficiali della
Guardia di finanza.
Tomassini Antonio (FI): medico chirurgo, è stato condannato in via
definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per
falso.

 
 
 

INTERNET  LA NUOVA  RIVOLUZIONE  E' IN CORSO

Post n°339 pubblicato il 07 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Il mio amico Vittorio Giordano mi ha detto una cosa divertente: oggi una normale auto ha un computer di bordo più potente di quello che aveva a bordo l'Apollo 10 che andò sulla luna.
E io sono convinto che questo cambiamento renderà obsoleto e antiquato il capitalismo tanto quanto l'invenzione del motore a vapore rese superata e antiquata la nobiltà.

So che sto facendo sobbalzare molti ma questo dipende dal fatto che non è ancora chiaro cosa stia succedendo.

Non è semplice accorgersi di come siano le tecnologie a fare la storia. A scuola ci hanno insegnato che fu la Rivoluzione Francese ad aprire la via al potere della borghesia. Ma nessuna "idea" può cambiare il mondo se sotto non c'è un nuovo modo di produrre e vivere. Inutile parlare degli svantaggi di un sistema di comunicazione basato su corrieri a cavallo e piccioni viaggiatori se non hai a disposizione un telefono.

Yunus ("Il banchiere dei poveri", Feltrinelli) ha capito questa realtà storica e ha trovato un sistema elementare per dare alle donne del Bangladesh il diritto di possedere una casa che la tradizione del paese nega. Ha fatto cortei? No. Ha scritto libri? No? Raccolto firme? No, semplicemente ha offerto un prestito super agevolato di 500 dollari per costruire una piccola casa (con tetto di lamiera e bio-wc) alle donne che vivono in capanne con tetto di stoffa in luoghi dove piove sei mesi all'anno. Nel giro di un anno mezzo milione di donne erano riuscite a ottenere dai mariti la proprietà del terreno dove costruire una casa. Oggi ci sono 500 mila donne che quando il marito le ripudia dicendo tre volte:"Io ti ripudio!" rispondono:"Ok vattene da casa mia."

Ecco, vi scrivo per raccontarvi come internet sta agendo nello stesso modo, non perché questo groviglio di computer abbia una coscienza sociale ma perché è nella sua natura distruggere i sistemi tradizionali di produzione della ricchezza.

A prima vista la rete sembra soltanto uno sviluppo di un telefono accoppiato con un televisore e una macchina da scrivere.

Ma a tutti salta agli occhi che sta facendo risparmiare all'umanità milioni di ore di lavoro.

Non si perde più tempo a spedire lettere, scavare in biblioteca, ammattirsi per trovare un'agenzia di viaggio che faccia i prezzi più bassi. E quelli che finora se ne sono avvantaggiati di più sono gli imprenditori: i costi della contabilità e degli inventari sono crollati del 90%.

Il che ha ridotto enormemente il prezzo di moltissime merci. Una lavatrice oggi costa un ventesimo  del suo prezzo di 30 anni fa.
il capitalismo è stato "libera impresa" solo a parole. In realtà il grande capitale è un club molto esclusivo. La leggenda della libera concorrenza non ha mai avuto reale riscontro. Ne sono stati sempre esclusi i popoli del terzo mondo, incatenate da dazi, divieti di esportazione, monopoli...in Africa era vietato ai neri di commerciare liberamente coi bianchi e di coltivare le verdure che volevano: dovevano coltivare solo banane o cacao, o caffè e poi comprare le verdure dai monopolisti bianchi che riuscivano così a imporre i loro prezzi. A chi faceva il furbo e piantava carote e sedani veniva tagliata la mano destra. Al secondo "reato agricolo" perdevano il piede sinistro, al terzo la testa.

Non sappiamo cosa succederà ma sappiamo qual è la natura di internet.

Abbiamo già visto che sulla rete l'impossibile è all'ordine del giorno. Già ora grazie a internet un gruppo di appassionati che non si conoscono tra di loro è riuscito e a fregare (con Linux) l'uomo più ricco del mondo (Bill Gates). Lo hanno fatto non per "guadagnare dei soldi" ma perché Linux gli piace e Windows no. Non ci guadagnano niente direttamente ma hanno capito che condividere le conoscenze (i loro pezzi di programma per Linux) è, alla lunga, un vantaggio per tutti. E gli da soddisfazione osservare come non sia stato necessario costruire un'associazione, eleggere un capo, stabilire una strategia, organizzare cortei, stampare volantini. Hanno battuto il più potente monopolio che si sia mai visto senza fare nessuna delle cose, noiose e faticose, che generalmente si sono fatte per combattere le ingiustizie.

Non ti piace Windows? Usa Linux e aiutami a svilupparlo. L'adesione al progetto è stata da persona a persona, informale, elementare, immediata e concreta.

Un capolavoro di strategia e di tattica.

E' esattamente lo stesso schema usato da Yunus con la banca dei poveri in Bangladesh.

Non ci si impegna a attaccare il nemico lo si baypassa. Lo si aggira, non lo si considera, si crea un meccanismo alternativo e se non si comprano più "prodotti" di merda, si esce da un "sistema di rapporti" infame.

Internet dimostra quotidianamente che la logica capitalista del possesso e dello sfruttamento privato delle risorse è "TECNICAMENTE SUPERATA".

Il primo passo è quello di costruire una ferrovia etica che colleghi tutti i siti che abbiano come obiettivo la condivisione e la solidarietà umana.

Stiamo, infatti, creando le pagine gialle dell'alternativa.

Per essere citati non bisognerà pagare una lira ma solo ricambiare ospitando uno spazio pubblicitario dell'iniziativa sul proprio sito.

Vorremmo censire tutte le energie disponibili: centri, gruppi, associazioni, imprese dolci, etiche e solidali, servizi, professionalità. il tutto correlato con le recensioni di ogni singolo utente e mettere così le basi di un servizio complessivo di informatizzazione delle relazioni, base per lo sviluppo di gruppi di relazione.

Lo sviluppo di questa ferrovia informatica, di questa piazza virtuale dove incontrarsi è incentivato dall'esistenza del Catalogo delle Merci dolci a prezzi stracciati. Si tratta di uno strumento concepito in modo aperto come contenitore dove chi è in sintonia col discorso può esporre le proprie merci, garantendole col proprio nome. Il catalogo pratica prezzi all'osso con un ricarico unicamente tecnico, e già ora è in grado di vendere con una maggiorazione sul prezzo di fabbrica del 25-35% (a secondo delle quantità) comprese le spese per la consegna a domicilio (che incide con la confezione dei colli per un 12-14%).

Se il meccanismo crescesse si potrebbe arrivare a un'ulteriore limatura del ricarico del 10%.

Una seconda operazione consisterà nel consociare parte dei siti presenti sulle pagine gialle alternative organizzando uno scambio di banner che si pagherà offrendo a un'agenzia specializzata che dovrà fisicamente rendere operativo lo scambio e monitorarlo con data base particolarmente sofisticati e costosi. Come pagamento le società commerciali chiedono un banner a disposizione per ogni banner scambiato noi siamo riusciti a ottenere 1 banner ogni 2 scambiati, dimostrando che anche in questo campo è possibile ottimizzare i ricarichi.

Infine quelli tra i siti che vorranno, potranno vendere collettivamente la pubblicità, sempre tramite agenzie in libera concorrenza tra loro, senza nessuna posizione monopolistica.

Alle quotazioni più basse del mercato oggi un ingresso in un sito di una persona che si gira 5 pagine può rendere 500 lire nette dalla percentuale dell'agenzia e degli sconti sui prezzi di listino.

Nessun sito medio però ha un giro sufficiente di visitatori per mettersi sul mercato.

Noi siamo riusciti a mettere insieme una trentina di siti che insieme superano abbondantemente il milione di contatti (impressions), che è la soglia minima per essere presi in considerazione dal mercato.

E' anche qui interessante notare che mentre un giornaletto alternativo o una radio free sono poco competitive nel mercato pubblicitario la situazione si rovescia su internet dove le persone interessate all'etica, alla solidarietà, alla pace al benessere psicofisico e all'ecologia rappresentano un target di prima classe per la maggioranza degli inserzionisti pubblicitari. E scusate, ma far concorrenza alla Fininvest sul terreno della raccolta pubblicitaria mi fa godere da matti.

Anche perché ovviamente siamo un po' carogne e ci permettiamo di rifiutare tutte le pubblicità di prodotti scadenti e di imprese che non dimostrano una sufficiente propensione etica. Quindi, la pubblicità sui nostri territori è doppiamente appetibile perché è una sorta di certificato di garanzia.

Ovviamente "sporcarsi le mani con la pubblicità" comporterà rischi. Ma vale la pena di affrontarli perché ci daranno la possibilità di vivere agiatamente gestendo una decina di siti. E' come fare una tv che invece di essere un corpo unico è costituita da migliaia di persone che vivono della propria capacità creativa e di relazione.

Queste persone potranno trasferirsi a vivere lontano dall'inquinamento e dalla nevrosi urbana e costituire reali alternative al sistema di vivere corrente creando villaggi ecologici, asili, scuole, cliniche verdi, integrare il lavoro informatico con l'orto, i massaggi, l'agriturismo, corsi di ogni tipo...

Già oggi sono alcune migliaia le persone che vivono negli ecovillaggi italiani ma se dovesse svilupparsi questo nuovo settore di lavoro su internet sono certo che ci sarebbe una fuga di massa, oggi sono solo i problemi economici l'elemento che trattiene decine di migliaia di persone dal raggiungerci in collina.

Come dicevo, se riuscissimo a coinvolgere in questo processo il 5% della popolazione del pianeta avremmo già cambiato il mondo. Oggi comanda lo 0,5% degli esseri umani, essi posseggono o controllano più dell' 80% delle risorse del pianeta. Sono 30 milioni di persone ricchissime che attraverso un complesso sistema di relazioni, privilegi legali, regalie, violenze, tangenti e assistenzialismo clientelare tengono in scacco il mondo. In Italia 300 mila super ricchi hanno un patto di clientela con almeno 5 milioni di persone tra dipendenti pubblici inetti, membri degli apparati politici e sindacali incapaci, giornalisti prezzolati, settori della malavita organizzata, falsi invalidi e piccoli truffatori che sguazzano in un sistema legale che non punisce la truffa, incentiva i fallimenti fraudolenti e galvanizza con una burocrazia ossessiva le tangenti.  Ma si tratta di una classe dirigente non omogenea, poco coordinata, dilaniata da guerre intestine spietate. Non potrebbero più nulla se 300 milioni di persone consociassero il loro lavoro, il loro giocare e stare assieme e i propri consumi attraverso il meccanismo dei gruppi di affinità.

Anche perché internet rende realmente possibile la trasparenza della pubblica amministrazione e una decina di pensionati scassacoglioni possono benissimo monitorare il bilancio dello stato andando a beccare con appositi software tutte le anomalie di costi, tempi di lavoro ecc.

Cioé, internet rende la democrazia diretta non più un sogno ma qualche cosa di realmente praticabile.

Una volta che 300 milioni di persone saranno in grado di condividere informazioni, acquisti e consumi cooperando in ogni modo e contrastando l'illegalità e la follia distruttiva dell'attuale classe al potere (che sfrutta in ogni modo la propria posizione dominante usando ogni sorta di artificio monopolistico) sarà solo una questione di tempo il fatto che il resto dell'umanità arrivi a condividere una coscienza sufficiente da farla entrare nel meccanismo della condivisione.

Perché si acceleri questo processo è importante lavorare sull'alfabetizzazione informatica.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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