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 30 ANNI FA IL DELITTO MORO

Post n°350 pubblicato il 10 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: moro

 30 ANNI FA IL DELITTO MORO

Ricordo di Aldo Moro

 Il ricordo di Aldo Moro,
a trent’anni dalla morte, è vivo soprattutto per l’altezza della sua
statura di Uomo, di intellettuale e di politico. Il ricordo è solo
rafforzato dalla fine tragica dei suoi giorni terreni, collegata dai
suoi assassini al ruolo politico che Moro ricopriva.L’Uomo Moro è stato
uno straordinario esempio di serietà personale, di rispetto dei doveri
di padre e di capofamiglia: le lettere ai familiari inviate dalla
prigione delle B.R. basterebbero da sole a testimoniare la eccezionale
profondità e delicatezza dei suoi sentimenti verso la moglie, i figli,
i nipoti.

Dote questa che non sempre accompagna la vita degli uomini di successo
in generale e dei “potenti” della politica più in particolare.

L’intellettuale Moro fu poi una sorta di recordman assoluto: laureatosi
poco più che ventenne (nell’età in cui tanti giovani annaspano, timidi
ed impauriti, nei gorghi del dubbio persino sul percorso studentesco da
intraprendere), in pochi anni diventava professore universitario sia di
diritto penale che di filosofia del diritto.

 

In seguito, e per tutta la sua vita, il suo linguaggio esprimeva una
tale elevatezza di pensiero e di cultura, peraltro sempre aggiornati,
da suscitare l’ammirazione sconfinata di alcuni e nel contempo la
perplessità di altri che trovavano oscuro e contorto il suo linguaggio,
che, invece, capace come era di esprimere la profondità delle questioni
e la complessità delle situazioni trattate, non poteva che essere
profondo e complesso.

 

L’uomo politico fu, poi, di particolare livello, anche considerando
i ruoli ricoperti, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla
Segreteria del Partito di maggioranza (la D.C., di cui fu anche
Presidente del Consiglio Nazionale); fino a tante altre cariche
(Sottosegretario, Ministro, Capogruppo Parlamentare) sempre ricoperte
con sublime dignità e senso del dovere.

 

Ma le cariche formali ricoperte da Moro non dicono tutto il ruolo
che ebbe nella politica italiana, a partire dal primo dopoguerra e già
nella Costituente: si deve sopratutto a Lui la positiva gestazione del
varo della alleanza di centro-sinistra che agli inizi degli anni ’60
segnava l’uscita indolore della politica democristiana dalle fase del
centrismo, diventato troppo angusto di fronte alle esplosive novità che
in quegli anni segnavano la crescita della società italiana. A Lui si
deve la guida del primo governo di centro-sinistra organico nella
legislatura 63-68; e sempre a Lui l’idea della democrazia compiuta, la
fine della conventio ad excludendum che aveva relegato la
rappresentanza popolare espressa elettoralmente dal PCI in uno sterile
ruolo di perenne opposizione.

Ancora a Lui l’idea, che a molti apparve blasfema, dell’alternanza di
governo con il maggior partito di opposizione (il PCI, appunto) sfidato
a superare visioni antistoriche e contrarie agli interessi ed alla
posizione strategica dell’Italia nel contesto europeo e mediterraneo.

 

Quello che colpisce in Moro e rende sempre attuale il suo pensiero
ed il suo esempio è da un lato la visione democratica della politica e
dall’altro la continua ricerca dell’orizzonte strategico, la capacità
di proiettare l’azione politica nel domani, di preparare il domani per
non farsene cogliere impreparati. Da qui le sue eccezionali
performances congressuali (e non solo) piene di pura e sofferta
intelligenza della realtà, sempre indagata con lo spirito laico di chi
vuole capirla e non sottometterla a schemi teorici e/o ideologici
preconfezionati.

Insomma, l’Uomo, l’intellettuale, il Politico Aldo Moro vivono ancora
oggi, a trent’anni dalla sua barbara (sia detto con rispetto dovuto ai
barbari della storia) uccisione, perché costituiscono un esempio ed un
modello senza tempo, che nessuno può ritenere superato o inattuale.

 

E questo nostro tempo è propizio per ricordare, insieme a Lui, gli
Uomini della sua scorta e tutti coloro che fino ai tempi più recenti (Biagi, D’Antona)
sono caduti vittime di una violenza cieca e pretestuosa, a causa del
ruolo, professionale o politico, che stavano svolgendo per noi, per le
nostre famiglie, per quelli che dopo di noi verranno.

Costoro non devono essere mai dimenticati, perché se siamo liberi (quel
poco o quel molto che ciascuno di noi sente di esserlo) lo dobbiamo, in
buona misura, proprio a Loro, al loro sacrificio

 
 
 

Silvio's Angels

Post n°349 pubblicato il 10 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 

Silvio's Angels


Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.

Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.

Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.

Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.

Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.

Il Nuovo Governo ha giurato: rapidi, decisi, nessuna rilevante polemica o sorpresa, compatti, sorridenti... il "vostro" Presidente ha svolto diligentemente il suo compitino a casa, ed eccolo pronto ancor prima del suo giuramento... ma che sta succedendo? Non è mica questa l'Italia a cui ci avevano abituati! Figuratevi che anche Walterino, per non essere da meno in efficienza ha già pronto il suo governo di ombre cinesi o ex sovietiche... dai... poi vi leggete i nomi ed un'idea ve la fate da soli.... e non vi soffermate troppo su Pina Picierno... con la Marianna Madia sono le nuove veline del PD, una biondina e l'altra brunetta.

Accendiamo la luce lasciamo queste strane ombre e guardiamo in faccia il Governo vero... dodici ministri col portafoglio e nove senza, tutto come previsto nella traccia, presenti donne 4, minimo garantito, ma la rossa in minigonna rientrerà dopo lo spacchettamento e saranno 5.

Non commenterò i personaggi che compongono questo governo, credo sia superfluo, più o meno noti sono tutti fidati scudieri del vostro Presidente, gente prevedibile e sicura, legata... "sotto schiaffo", come si dice dalle mie parti.

L'aspetto su cui vorrei soffermarmi è la sparuta compagine femminile di questo Governo.

Mi chiedo, perchè tutte in pantaloni e giacchetta il giorno del giuramento? Come a mascherare la propria femminilità, come ad omologarsi con i maschietti, quasi a confondersi tra abiti e cravatte d'ordinanza, eppure non si parla di Rosy Bindi, della Turco, di Lanzillotta o della Pollastrini (la Melandri fa un discorso a parte) ma di femmine in fiore giovani ed avvenenti. Il Presidente lo sa bene che la figa tira sempre e, sacrificata la Poli Bortone all'occhio che vuole la sua parte, messa in stand-by la coscia armata (di autoreggenti) del CentroDestra ti mette a capo dei destini nazionali 4 gnocche per tutti i gusti.

 
 Cominciamo con la più giovane Giorgia Meloni, a 31 anni è Ministro della Repubblica alle Politiche Giovanili. Viene dai gruppi giovanili di AN, di mestiere si spaccia per giornalista professionista ma é ancora una studentessa iscritta alla facoltà di Scienze Politiche. Figlia di militante comunista benestante, mastica politica dall'adolescenza, bazzica negli ambienti di potere da sempre e può vantare una carica di Vicepresidente della Camera dei Deputati conseguita nella passata legislatura. Giorgia ha una faccina da sorcetta furbetta, occhio chiaro, culo basso, piccolina di statura è la classica ragazza con la brace sotto la gonna. Niente a che vedere con la pantera Brambilla. Certo, Michela Vittoria mi sa di più tenace, più aggressiva, me la immagino già che ti pianta le unghie nella schiena mentre te la scopi, però forse per me è un pò troppo. Un pò troppo volgare. Giorgia la vedo costruita sul modello giovanilista degli idealisti di sinistra anni '70 che dovevano cambiare il mondo, tutta militanza, impegno e partito e poca vita vera, mi sento di aggiungere.

Non ci uscirei a cena con te Giorgia, credo che parleresti molto, la tua mascolinizzazzione post-femminista mi metterebbe in un disagio sessuale, pur se certo delle tue doti di femmina credo che l'approccio non esalterebbe le mie virtù di maschio. Spero che tu, Giorgia, possa esprimere e realizzare le tue idee e che con ti limiti a ratificare quelle del "padrone".

Poi c'è la meno conosciuta Maria Stella Gelmini come Ministro della Pubblica Istruzione, detta Maristella. Lei non sventola le autoreggenti come promo di Forza Italia. Non dà di matto quando incrocia una trans comunista nel bagno di Montecitorio. Veste inappuntabile e un po' low profile, da avvocatessa trentaquattrenne single qual è. In un partito pieno di personaggi sopra le righe, Maristella, è l'aristotelica custode della medietà. Cioè piedi per terra e senso della mediazione, é il volto del futuro, l'ha appena cresimata Marcello Dell'Utri. Bresciana, in Provincia è stata assessore al Territorio e poi all'Agricoltura, è solida come un tondino: l'ideale per costruire un partito che, spiega lei, "non è più di plastica, ma è ormai capace di mettere in piedi, come domenica 18, 10 mila gazebo dove il popolo di centrodestra fa la coda per firmare".

Nel 2005 Berlusconi, che ogni tanto ha l'occhio lungo non solo per le forme, la prende con sé a Roma a Palazzo Grazioli, ma appena tre mesi dopo la nomina coordinatrice regionale lombarda di Forza Italia. Donna, giovane, più carina dal vivo che in foto, dicono, dinamica e prestante... siamo alle solite... avranno mugugnato i fidi del Presidente. Maristella Lo Incontra ad Arcore quasi tutti i lunedì. Il martedì vola a Roma fino a giovedì. Venerdì sta in sede regionale a Milano, il pomeriggio fa l'avvocato: ha uno studio a Brescia e una collaborazione con uno milanese, segue soprattutto ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato: "Voglio rimanere economicamente indipendente dalla politica" ha dichiarato. Se si aggiungono un'assidua frequentazione della palestra per aerobica, pilates e pancafit, musica italiana da Mina a Vasco Rossi, saggi dal 'Sarkozy' di Marina Valensise a 'Nel mondo da credenti' di monsignor Fisichella, non le resta molto tempo per l'amore. Si dichiara single per scelta, ma spera che le cose cambieranno. No, nessun devastante dramma d'amore alle spalle, solo una lunga storia col deputato forzista Giuseppe Romele, col quale manco a dirlo sono rimasti amicissimi. Donna in carriera, perfetta ed efficiente, tutto calcolo ed organizzazione, mi dispiace Maristella ma non fai per me.

Ed ecco Miss Parlamento, almeno così la chiamavano quando nel lontano 1994 entrò in quel Parlamento per non uscirne più. Una bionda ci vuole sempre, non trovate? Parlo della Stefania Prestigiocomo di anni 41, mamma di un bel bimbo, è la veterana del gruppo già Ministro delle pari opportunità. Il suo "Presidente" l'ha fatta Ministro dell'Ambiente, una poltrona scomoda in questo momento. Io avrei riconfermato senza indugi un tipaccio come il Rag. Altero Matteoli, ma il vostro Presidente ha preferito non avere molto contradittorio sulle politiche ambientali ed ecco la fedele bionda a sedere su quella poltrona. Potrei definire la Prestigiacomo la Ségolène Royal del CentroDestra italiano ma meno sexy. Lo so che qualcuno dissentirà ma Stefania per me è sexy come un sergente di cavalleria, troppo ingessata, compressa nella sua avvenenza, non se la gode non esprime seduzione. Interpreta il fisico da soubrettina ed il capello lungo e biondo come un castigo secondo me. Per onestà intellettuale ammetto che quando si arrabbia mi piace, è più femmina, le viene anche meglio il suo marcato accento siculo... magari litigando litigando.... Comunque penso che un tipo come me a cena con te si prenderebbe il raffreddore. Auguri di buon lavoro Stefania con la speranza che il primo "Ambiente" che bonificherai sia proprio il Parlamento in cui bivacchi da tanto tempo.

In fine LEI, la bruna, la Carfregna, scusate... lapsus froidiano, Intendevo l'Onorevole Maria Rosaria Carfagna, salernitana 34 anni ben portati, laureata in Giurisprudenza, nubile. Carriera lampo per Mara dopo gloriosi trascorsi da miss, valletta, presentatrice, modella (e che modella!) entra in politica a sorpresa nel 2006 e siede subito in parlamento, riconfermata nel 2008 ricopre già la carica di Ministro della Republica Italiana per le pari opportunità. Nel gennaio 2007 durante la serata di premiazione dei Telegatti, Il vostro "Presidente" rischiò una crisi familiare dicendo: "Se non fossi già sposato la sposerei subito". Considerando la carriera di Mara sono portato a pensare che non fosse solo una frase galante ma un vero colpo di fulmine... e come dar torto al "vostro" Presidente? Mi dispiace di Mara che faccia di tutto per rinnegare il suo passato. Si è tagliata i capelli, veste sempre castigata, anche il sorriso ammiccante è diventato falso e di plastica. Eppure dando uno sguardo alla stampa estera sono tutti pazzi per Mara, le sue foto in "libertà" troneggiano su tutti i tabloid è l'immagine dell'Italia Mara in questo momento. Mara è anche la più cliccata sul web, "mara cafagna nuda" è ai primi posti tra le chiavi di ricerca su google. Quindi Mara io credo che essendo adesso Ministro per le pari opportunità dovresti, come prima decisione darmi un'opportunità ed accettare un mio invito a cena, altrimenti che pari opportunità sarebbe???

Concludo con una preghiera:

Signore,
dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che non posso accettare,
e la saggezza di nascondere i corpi di coloro che vorrei ammazzare perché mi hanno stufato.

Aiutami a fare attenzione e non calpestare le dita di qualcuno mentre cammino,
perché potrebbero essere parte di quel corpo, il cui culo dovrò baciare domani.

Aiutami a ricordare…..
che quando avrò una terribile giornata e sembrerà che la gente stia solo provando a farmi incazzare,
ci vogliono 42 muscoli per accigliarsi, mentre ne bastano 4 per fare alzare il dito medio e mostrarlo proteso!

Amen

 
 
 

La grande truffa dei partiti: spese 117, rimborsi 500

Post n°348 pubblicato il 10 Maggio 2008 da dammiltuoaiuto
 

in Pino Corrias
La grande truffa dei partiti: spese 117, rimborsi 500




Vanity Fair, 16 aprile 2008

Se non siete di Ceppaloni, se non sposerete il figlio o la figlia di un miliardario, il lavoro che fa per voi è fondare un partito, investire un po' di soldi nella prossima campagna elettorale e poi diventare ricchi. Con i rimborsi.

Secondo la relazione della Corte dei Conti appena depositata alle Camere, i partiti hanno incassato 500 milioni di euro di rimborsi elettorali, oltre quattro volte i 117 milioni spesi nella campagna elettorale del 2006. Una magia resa possibile da piccolissime modifiche legislative modellate in silenzio, mese dopo mese, legislatura dopo legislatura, dagli stessi parlamentari che erogano davanti a uno specchio. E dietro allo specchio incassano.

Dal 1993 a oggi - rivela una istruttiva ricerca dei Radicali - i partiti hanno aumentato i propri contributi del 600 per cento. Cavalcando la prateria di cinque elezioni successive, mentre nel Paese reale accadevano piccoli inciampi senza importanza, come Tangentopoli, le bombe di mafia, la globalizzazione, l'ascesa della Lega Nord e poi di Berlusconi, un referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti, lampi di terrorismo con morti ammazzati, la resa di almeno tre regioni del Sud al potere nero del crimine, il collasso campano. E insomma quella deriva italiana che va separando l'iceberg della politica e dei politici dalle onde oceaniche del risentimento che monterà, prima o poi, in tempesta.

Sarebbe interessante sapere se qualcuno - a destra o a sinistra - dirà una parola su questo mezzo miliardo di euro appena dissipati per mantenere la destra e la sinistra. Specialmente in questo finale di partita elettorale, tra le cento promesse per alleviare la quarta settimana degli italiani sprovvisti di partito (e di rimborsi). Sarebbe interessante, ma non accadrà.

Segnalazioni
La trascrizione dell'intervento di Berlusconi a Omnibus - 10 aprile

Da articolo21.info
Mangano: se un mafioso diventa eroe di Lirio Abate
Elogio all'omertà di Peter Gomez
Nuovo editto bulgaro. Questa volta contro Travaglio di Beppe Giulietti
Forti pericoli per la democrazia intervista a Bice Biagi di Gianni Rossi

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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