Un blog creato da dammiltuoaiuto il 19/08/2007

ZORRO E' VIVO

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Messaggi del 27/06/2008

 

Si alle intercettazioni   FIRMIAMO

http://firmiamo.it/sialleintercettazioni

In altri termini, i firmatari di questa petizione concordano sulle seguenti affermazioni del Segretario.

"Le intercettazioni di comunicazioni sono uno strumento investigativo indispensabile e irrinunciabile per il contrasto delle forme più insidiose di criminalità.

La criminalità organizzata e il terrorismo certamente. Ma anche gli omicidi, i sequestri di persona, il riciclaggio, la corruzione dei pubblici ufficiali, la criminalità economica, l’usura, l’estorsione.

Rinunciare per questi reati ad uno strumento di indagine che spesso è l’unico praticabile significherebbe ridurre fortemente l’azione di contrasto del crimine da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.

Si tratta, però, di uno strumento investigativo invasivo che, per la sua natura non selettiva, può introdurre nel processo anche notizie e informazioni non rilevanti per le indagini e che possono destare l’interesse degli strumenti di informazione.

Noi riteniamo che i fatti relativi alla vita privata degli indagati e, a maggior ragione, delle persone estranee alle indagini, le cui conversazioni siano casualmente captate, non possano e non debbano essere divulgati e pubblicati. Occorre prevedere una selezione del materiale necessario per il processo e la eliminazione del materiale che non serve. Su questo riteniamo sia necessario un intervento normativo."

Dentro i limiti delle suddette considerazioni, i firmatari di questa petizione si dichiarano favorevoli ad un intervento legislativo del Governo e del Parlamento in favore di una più attenta tutela della privatezza e in rispetto di un giudizio di innocenza che in uno Stato moderno deve valere sugli indagati fino a sentenza definitiva.

I firmatari di questa petizione esprimono, al contempo, tutta la loro massima civile disapprovazione a qualunque intervento normativo del Governo e del Parlamento che sottragga o limiti la possibilità per i magistrati di avvalersi di questo strumento di indagine.

Firma

http://firmiamo.it/sialleintercettazioni

 
 
 

CHI   E' CALCARA

Le verità di Vincenzo Calcara sul web


Doveva uccidere Paolo Borsellino con un fucile di precisione sulla statale tra Palermo ed Agrigento. Poi la vittima designata e il carnefice mancato si incontrarono, in carcere, e bastò quell’incontro per stravolgere la vita di un uomo d’onore “riservato”, scelto e reclutato direttamente da Tonino Vaccarino e alle dipendenze del capomafia Francesco Messina Denaro. Doveva essere la punta di diamante del sistema mafioso trapanese, è diventato uno tra i pochi “pentiti” che veramente possono fregiarsi di questo aggettivo e meritare la riconoscenza addirittura della famiglia Borsellino. Vincenzo Calcara, che oggi vive in località segreta, ha sempre raccontato tutto quello che accadeva negli anni 90 nelle famiglie mafiose, in particolare in quella di Trapani. Ha raccontato di quanto la mafia fosse cambiata dalle dichiarazioni di Buscetta, ha parlato di “super commissioni”, una sorta di Conclave formata da diverse rappresentanze, non solo mafiose, ma anche ecclesiastiche e “statali”. Ha raccontato citando nomi e circostanze inconfutabili. Vincenzo Calcara si era attaccato morbosamente a Paolo Borsellino, voleva sdebitarsi, voleva pagare il suo debito con la giustizia, voleva dare il suo contributo per la vittoria dello Stato su Cosa Nostra. Peccato che fosse rimasto paradossalmente il solo a crederci e a volerlo, assieme a Falcone, Borsellino e un’altra decina di magistrati. Oggi il suo lavoro continua con il fratello di Paolo, Salvatore, che si è ripromesso di essere cassa di risonanza per Vincenzo. Con i documenti che Calcara gli ha fatto avere, Salvatore è stato persino sentito dalla Procura di Caltanissetta. Ma tutto tace. Dopo essersi consultato con avvocati e magistrati, Salvatore ha deciso di iniziare a pubblicare integralmente tutta la documentazioni che Calcara gli ha fornito. Nomi, Cognomi e circostanze, senza nascondere nulla. E’ la prima volta che del materiale così scottante, delicato e inedito sarà reso pubblico sulla rete. Molti inizieranno a tremare, perché si rileggeranno in quei fogli manoscritti, con grafia quasi nobile. Dal sito di Salvatore Borsellino: del memoriale di Vincenzo Calcara si trovano tracce nelle motivazioni delle sentenze, di diversi processi, del processo Calvi, al processo Antonov per l'attentato al Papa, al processo Aspromonte, al processo per l'omicidio Santangelo, figlioccio di Francesco Messina Denaro, ai processi Alagna+15 e Alagna+30, alla sentenza del Giudice Almerighi, nei quali tutti si è dimostrata la piena attendibilità di Calcara nononostante i numerosi tentativi di screditarlo. Ma Calcara non è stato mai messo a confronto con altri pentiti come Leonardo Messina o Gaspare Mutolo o come Giuffrè, che, quindici anni dopo di lui, ha parlato di quelle stesse cose di cui lui aveva già parlato tanti anni prima. Non è stato mai chiamato a deporre nel processo Andreotti anche se aveva parlato del notaio Albano quando nessuno ne conosceva neppure il nome, non è stato mai chiamato nel processo Canale, non è stato mai utilizzato nell'istruttoria sui Mandanti Occulti delle stragi del 92 o nell'istruttoria del processo, mai arrivato alla fase dibarrimentale, sulla sottrazione dell'Agenda Rossa, nonostante io stesso avessi portato al tribunale di Caltanissetta le parti del memoriale dove di quell'agenda proprio si parlava. E’ normale che in Italia si debba ricorrere a questo estremo tentativo di diffusione? Una nota per gli addetti ai Servizi. Tentare di manomettere, distruggere quei documenti, o peggio far visita a Salvatore non servirebbe proprio a nulla. Copie di quei documenti sono custoditi nei luoghi più disparati, in tutta Italia, quindi evitate. Nomi di cardinali in attività, rispettabili uomini politici. Affari tra mafia, massoneria, politica e Vaticano. Ora si comincia a ballare. Ora si comincia a capire il “gioco grande” che Falcone aveva capito, e che Borsellino stava iniziando a decifrare. Ecco un assaggio di Giorgio Bongiovanni: Tra i mesi di aprile e maggio del 1981 mentre si trovava a Milano dove, su disposizione della propria famiglia, era impiegato presso l’aeroporto di Linate al fine di agevolare il traffico di droga proveniente dalla Turchia e diretto negli Stati Uniti via Sicilia, gli venne ordinato di far rientro al suo paese natale poiché c’era un «lavoretto» da svolgere. Una volta a Castelvetrano si era recato a casa di Francesco Messina Denaro nella quale erano riuniti diversi uomini d’onore di spicco a lui noti: Vincenzo Culicchia, deputato al consiglio regionale in Sicilia, Stefano Accardo detto «cannata», Vincenzo Furnari, Enzo Leone, componente del Consiglio Regionale della Sicilia, Antonino Marotta e il suo padrino Tonino Vaccarino. Su un tavolo all’interno dell’abitazione due grosse valigie, una delle quali ancora aperta. Conteneva un enorme quantità di biglietti da cento mila lire. Caricate le valige, tutti i presenti, ad eccezione di Messina Denaro, si diressero all’aeroporto di Punta Raisi dove, grazie all’ausilio di uomini già predisposti, imbarcarono il voluminoso e prezioso carico sottobordo. Allo stesso modo ne ripresero possesso una volta giunti a Fiumicino. Ad attenderli un corteo di lusso. Tre auto scure di grossa cilindrata, Monsignor Paul Marcinkus, direttore dello IOR, la banca vaticana, un altro cardinale e il notaio Francesco Albano. Tutti gli uomini di spicco salirono su due delle tre auto con le valigie, mentre Calcara e altri sulla terza autovettura. L’appuntamento era presso l’abitazione del notaio Albano situata sulla via Cassia. Il pentito, travestito da carabiniere e il maresciallo Giorgio Donato, che aveva percorso tutto il tragitto da Milano con lui, rimasero di guardia davanti all’entrata dell’edificio fino a quando non ricevettero la comunicazione che tutto era a posto e quindi potevano andarsene. In compagnia del militare il Calcara fece ritorno a Paderno Dugnano, alle porte del capoluogo lombardo, dove si trovava in stato di sorvegliato speciale dopo un periodo di detenzione. Il responsabile incaricato di controllare i suoi movimenti era proprio il maresciallo Donato.

 
 
 

LA  VERITA'  DI CALCARA

Le verità di Vincenzo Calcara sul web


Doveva uccidere Paolo Borsellino con un fucile di precisione sulla statale tra Palermo ed Agrigento. Poi la vittima designata e il carnefice mancato si incontrarono, in carcere, e bastò quell’incontro per stravolgere la vita di un uomo d’onore “riservato”, scelto e reclutato direttamente da Tonino Vaccarino e alle dipendenze del capomafia Francesco Messina Denaro. Doveva essere la punta di diamante del sistema mafioso trapanese, è diventato uno tra i pochi “pentiti” che veramente possono fregiarsi di questo aggettivo e meritare la riconoscenza addirittura della famiglia Borsellino. Vincenzo Calcara, che oggi vive in località segreta, ha sempre raccontato tutto quello che accadeva negli anni 90 nelle famiglie mafiose, in particolare in quella di Trapani. Ha raccontato di quanto la mafia fosse cambiata dalle dichiarazioni di Buscetta, ha parlato di “super commissioni”, una sorta di Conclave formata da diverse rappresentanze, non solo mafiose, ma anche ecclesiastiche e “statali”. Ha raccontato citando nomi e circostanze inconfutabili. Vincenzo Calcara si era attaccato morbosamente a Paolo Borsellino, voleva sdebitarsi, voleva pagare il suo debito con la giustizia, voleva dare il suo contributo per la vittoria dello Stato su Cosa Nostra. Peccato che fosse rimasto paradossalmente il solo a crederci e a volerlo, assieme a Falcone, Borsellino e un’altra decina di magistrati. Oggi il suo lavoro continua con il fratello di Paolo, Salvatore, che si è ripromesso di essere cassa di risonanza per Vincenzo. Con i documenti che Calcara gli ha fatto avere, Salvatore è stato persino sentito dalla Procura di Caltanissetta. Ma tutto tace. Dopo essersi consultato con avvocati e magistrati, Salvatore ha deciso di iniziare a pubblicare integralmente tutta la documentazioni che Calcara gli ha fornito. Nomi, Cognomi e circostanze, senza nascondere nulla. E’ la prima volta che del materiale così scottante, delicato e inedito sarà reso pubblico sulla rete. Molti inizieranno a tremare, perché si rileggeranno in quei fogli manoscritti, con grafia quasi nobile. Dal sito di Salvatore Borsellino: del memoriale di Vincenzo Calcara si trovano tracce nelle motivazioni delle sentenze, di diversi processi, del processo Calvi, al processo Antonov per l'attentato al Papa, al processo Aspromonte, al processo per l'omicidio Santangelo, figlioccio di Francesco Messina Denaro, ai processi Alagna+15 e Alagna+30, alla sentenza del Giudice Almerighi, nei quali tutti si è dimostrata la piena attendibilità di Calcara nononostante i numerosi tentativi di screditarlo. Ma Calcara non è stato mai messo a confronto con altri pentiti come Leonardo Messina o Gaspare Mutolo o come Giuffrè, che, quindici anni dopo di lui, ha parlato di quelle stesse cose di cui lui aveva già parlato tanti anni prima. Non è stato mai chiamato a deporre nel processo Andreotti anche se aveva parlato del notaio Albano quando nessuno ne conosceva neppure il nome, non è stato mai chiamato nel processo Canale, non è stato mai utilizzato nell'istruttoria sui Mandanti Occulti delle stragi del 92 o nell'istruttoria del processo, mai arrivato alla fase dibarrimentale, sulla sottrazione dell'Agenda Rossa, nonostante io stesso avessi portato al tribunale di Caltanissetta le parti del memoriale dove di quell'agenda proprio si parlava. E’ normale che in Italia si debba ricorrere a questo estremo tentativo di diffusione? Una nota per gli addetti ai Servizi. Tentare di manomettere, distruggere quei documenti, o peggio far visita a Salvatore non servirebbe proprio a nulla. Copie di quei documenti sono custoditi nei luoghi più disparati, in tutta Italia, quindi evitate. Nomi di cardinali in attività, rispettabili uomini politici. Affari tra mafia, massoneria, politica e Vaticano. Ora si comincia a ballare. Ora si comincia a capire il “gioco grande” che Falcone aveva capito, e che Borsellino stava iniziando a decifrare. Ecco un assaggio di Giorgio Bongiovanni: Tra i mesi di aprile e maggio del 1981 mentre si trovava a Milano dove, su disposizione della propria famiglia, era impiegato presso l’aeroporto di Linate al fine di agevolare il traffico di droga proveniente dalla Turchia e diretto negli Stati Uniti via Sicilia, gli venne ordinato di far rientro al suo paese natale poiché c’era un «lavoretto» da svolgere. Una volta a Castelvetrano si era recato a casa di Francesco Messina Denaro nella quale erano riuniti diversi uomini d’onore di spicco a lui noti: Vincenzo Culicchia, deputato al consiglio regionale in Sicilia, Stefano Accardo detto «cannata», Vincenzo Furnari, Enzo Leone, componente del Consiglio Regionale della Sicilia, Antonino Marotta e il suo padrino Tonino Vaccarino. Su un tavolo all’interno dell’abitazione due grosse valigie, una delle quali ancora aperta. Conteneva un enorme quantità di biglietti da cento mila lire. Caricate le valige, tutti i presenti, ad eccezione di Messina Denaro, si diressero all’aeroporto di Punta Raisi dove, grazie all’ausilio di uomini già predisposti, imbarcarono il voluminoso e prezioso carico sottobordo. Allo stesso modo ne ripresero possesso una volta giunti a Fiumicino. Ad attenderli un corteo di lusso. Tre auto scure di grossa cilindrata, Monsignor Paul Marcinkus, direttore dello IOR, la banca vaticana, un altro cardinale e il notaio Francesco Albano. Tutti gli uomini di spicco salirono su due delle tre auto con le valigie, mentre Calcara e altri sulla terza autovettura. L’appuntamento era presso l’abitazione del notaio Albano situata sulla via Cassia. Il pentito, travestito da carabiniere e il maresciallo Giorgio Donato, che aveva percorso tutto il tragitto da Milano con lui, rimasero di guardia davanti all’entrata dell’edificio fino a quando non ricevettero la comunicazione che tutto era a posto e quindi potevano andarsene. In compagnia del militare il Calcara fece ritorno a Paderno Dugnano, alle porte del capoluogo lombardo, dove si trovava in stato di sorvegliato speciale dopo un periodo di detenzione. Il responsabile incaricato di controllare i suoi movimenti era proprio il maresciallo Donato.

 
 
 

ECCO  CHI  E' MARCINKUS

ECCO  CHI  E' MARCINKUS   ECCO  DI HA UCCISO   LUCIANI


Lettere e memoriali di Vincenzo Calcara (parte 2) 
       
 DA SITO 

http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=398:lettere-e-memoriali-di-vincenzo-calcara-parte-2&catid=2:editoriali&Itemid=4

 Editoriali - Editoriali
 
Scritto da Salvatore Borsellino    
Martedì 03 Giugno 2008 21:02 
Continuo a pubblicare la trascrizione del memoriale di Vincenzo Calcara. In queste pagine Vincenzo racconta della sua iniziazione alla massoneria, che era quasi un obbligo per gli uomini d'onore "riservati", della preparazione  e dell'esecuzione dell'attentato al papa, della successiva uccisione ed occultamento del cadavere di uno dei due esecutori turchi, dell'avvelenamento di Papa Luciani e dei motivi per i quali è stato eliminato, della complicità con la criminalità mafiosa del Maresciallo dei Carabinieri di Paderno Dugnano, della cricca di cardinali che pilotava Mons. Marcinkus, del notaio Albano.
Tralascio qualsiasi tipo di commento, i fatti raccontati parlano da soli.
Mi chiedo quante persone, in Italia, siano al corrente di questi fatti, quanti organi di informazione li abbiano riportati.
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Dissi al Dr.Borsellino che Michele Lucchese era un imprenditore ed un uomo politico ed era un uomo di grande fiducia di Messina Denaro Francesco. Lucchese nutriva per me grande affetto e fiducia al punto di farmi chiamare la residenza a casa sua. Ed essendo il Lucchese appartenente ad una Loggia Massonica segreta, ha chiesto autorizzazione a Messina Denaro Francesco di potermi preparare a farmi conoscere le regole del RITO SCOZZESE affinchè anch'io entrassi a far parte insieme a lui in questa Loggia Massonica.U zù Cicciu ha detto di si!E il Lucchese ha subito iniziato a insegnarmi le prime regole fondamentali della Massoneria. Cito qualcosa: Gran Maestro Venerabile, Gran Segretario, la Grande LUCE, 33° GRADO, IN SONNO, come si saluta e si riconosce un Fratello Massone, ci si riunisce nel Tempio etc. etc.Ricordo che in una occasione quando il Vaccarino è venuto a trovare a Lucchese a Milano, questi mi disse di salutarlo con il Rito Massone. Il Vaccarino si è messo a ridere ed era contento che anch'io DIVENTASSI MASSONE. Su ordine di LUCCHESE MICHELE, il 12 Maggio 1981 da Milano prendo il treno per ROMA.  Mi si dice che debbo incontrarmi dentro la stazione Termini al binario n° 3 con il Capo Decina della Famiglia di Castelvetrano, del "gruppo di fuoco", SAVERIO FURNARI, e con SANTANGELO VINCENZO "UOMO d'ONORE" fratello di LILLO SANTANGELO, FIGLIOCCIO del Nostro Capo Assoluto FRANCESCO MESSINA DENARO. Insieme a loro c'è ANTONOV, un UOMO BULGARO in stretto collegamento con la MAFIA TURCA e con "COSA NOSTRA".  Tutti insieme andiamo a far colazione e dopo di che ci si avvia nei pressi di SAN PIETRO.  Il FURNARI MI DICE: “ADESSO METTITI COMPLETAMENTE a disposizione da ANTONOV ed esegui alla perfezione tutto ciò che Lui ti dice!”  Proprio quasi all'inizio che si entra in Piazza SAN PIETRO ANTONOV sceglie un punto ben preciso dicendomi che "in questo punto noi due ci dobbiamo incontrare di pomeriggio".  Il pomeriggio del 13 MAGGIO 1981, un'ora, un'ora e mezzo prima dell'attentato al Papa mi incontro sul posto dove Antonov aveva deciso.(Ricordo che la Piazza a quell'ora era quali piena di fedeli).  Mi dice: “In questo preciso posto ti porterò due persone di nazionalità TURCA e li porterai dove ti hanno ordinato”.  Mi dice anche: “Entriamo dentro la Piazza che mi devi accompaganre per una cinquantina di metri e dopo torni al posto stabilito, ma sappi che ancora ci vuole circa 1 ora prima che mi vedi arrivare con i turchi”.  Dopo che effettivamente lo ho accompagnato dentro la piazza per una cinquantina di metri, Antonov mi dice: “Tu i due TURCHI non li conosci, ma loro in questo momento ti hanno visto insieme a me e hanno l'ordine che solo a te devono seguire”.  Mi dice ancora: “Se succede un imprevisto che io non li posso accompagnare da te, loro verranno da te nel posto dove tu ti trovi (che anche a loro ho indicato) e ti diranno queste parole: "CIAO ANTONOV" dopo di che con questo ROSARIO che adesso ti do e che fin d'ora devi tenere sempre nella mano sinistra ‘LI SALUTI CON LA MANO SINISTRA’ ”.  Antonov mi informa che i due turchi sono ARMATI.  Dopo dieci, quindici, venti MINUTI al MASSIMO che il Papa è stato sparato (RICORDO UN CASINO ENORME) vedo arrivare ANTONOV CON UN TURCO, ANTONOV era agitatissimo, mi dice di andare VIA SUBITO con questo TURCO.  Porto il Turco insieme a me alla Stazione Termini dove al BINARIO TRE c'è ad aspettarmi (come concordato prima) il Furnari e il Santangelo.  Tutti e quattro partiamo da Roma che era già sera. (Ricordo che il treno per Milano è partito con oltre 1 ora di ritardo, chi di competenza se vuole può riscontrare questo ritardo). ARRIVIAMO a Milano la mattina del 14, Furnari e il Santangelo si prendono in custodia il turco.  La sera ho un appuntamento a casa del Lucchese a Paderno DUGNANO (TERRITORIO sicuro e controllato meticolosamente dal Nostro Amico, il Maresciallo dei Carabinieri).  Gli riferisco ogni particolare di tutto ciò che ho eseguito e visto, compreso "l'agitazione" di ANTONOV.  Ricordo che prima di partire per Roma il Lucchese mi disse: Nella CITTA' ETERNA deve scoppiare una BOMBA che rimarrà nella STORIA!  Non mi disse che si doveva fare un attentato al PAPA! Ma mi disse chiaramente che il mio compito era di prendere in custodia i due TURCHI TERRORISTI, che il BULGARO persona fidata e importante mi avrebbe consegnato, e dopodichè portarli a Paderno Dugnano e fargli fare la fine di "LU SCECCU", cioè la fine dell'ASINO (Un Asino si usa fino a che serve "è nato per essere usato", dopo, quando non serve più, si uccide!  La sera del 14 Maggio, in attesa che arrivassero FURNARI e SANTANGELO che erano andati via con una macchina insieme al TURCO per ucciderlo, io rimasi con Lucchese a dialogare, ed i in quella circostanza mi disse che il Papa voleva fare la stessa cosa che voleva fare Papa Luciani, e cioè ROMPERE gli EQUILIBRI ALL’INTERNO del VATICANO. Parlandomi di Papa Luciani mi disse: Lui voleva fare una "RIVOLUZIONE" all'interno del VATICANO! Voleva che la Chiesa fosse più povera, ridimensionando la ricchezza del vaticano, e aveva studiato un piano per aiutare le famiglie povere del mondo, innanzitutto da quelle ITALIANE ovviamente, tutto ciò si doveva fare tramite e per mezzo la Banca del Vaticano, che dopo avrebbe voluto dare in mano e farla gestire a persone LAICHE con l'insegnamento di Gesù: DARE A CESARE quel che è di CESARE.  Papa Luciani non sopportava l'idea che Cardianali e Vescovi GESTISSERO tramite lo I.O.R. queste ENORMI RICCHEZZE. La prima cosa che aveva già deciso di fare è stata quella di RIMUOVERE ALCUNI CARDINALI che GESTIVANO, USAVANO e MANIPOLAVANO il VESCOVO MARCINKUS sfruttando non solo la capacità che aveva a GESTIRE LO I.O.R., ma anche e soprattutto i contatti e le potenti AMICIZIE a livello EUROPEO ed internazionali che il VESCOVO MARCINKUS AVEVA.  Se Papa Luciani non moriva da li a pochi giorni SAREBBERO STATI RIMOSSI E SOSTIRUITI IMMEDIATAMENTE sia MARCINKUS e QUATTRO CARDINALI e FORSE anche, se non penso male il SEGRETARIO. (Mi sembra o il SEGRETARIO DI STATO o il SEGRETARIO del PAPA.  Chi sostituiva i quattro Cardinali e Marcinkus erano altrettanti Vescovi e Cardinali di massima fiducia che avevano "in segreto" preparato un piano ben determinato insiema a Papa Luciani affinchè dopo essere stati inseriti ognuno al posto giusto dovevano attivarsi per distribuiire il 90% delle ricchezze in diverse parti del mondo, costruendo case, scuole, ospedali etc. etc, dopodicè il 10% delle rimanenti ricchezze venica affidato e fatto gestire per conto e per i bisogni della Chiesa allo Stato ITALIANO.  Insomma voleva fare una vera e propria RIVOLUZIONE e cogliere tutti di sorpresa!!! Questo piano il Povero Papa non ha potuto portarlo a termine in quanto uno dei Cardinali di fiducia lo ha tradito andando a raccontare tutto a Marcinkus e ai quattro Cardinali!!!  Questi Cardinaliche per Papa Luciani esercitavano un potere Negativo e che voleva rimuoverli, con la loro DIABOLICA INTELLIGENZA sono riusciti, e senza lasciare nessuna traccia, ad UCCIDERE CON UNA GRANDE QUANTITA' di GOCCE di CALMANTE il loro PAPA, con l'aiuto del MEDICO PERSONALE.  Queste notizie così riservate il LUCCHESE e il Messina Denaro Francesco "questi” vero braccio destro del TRUMVIRATO della Commissione di Cosa Nostra, sono venute a saperle tramite il Notaio Albano che era di Casa nel Vaticano insieme a questi Cardinali e Marcinkus, era iscritto nell'ordine dei Cavlieri del Santo Sepolcro e quindi uomo di collegamento tra l'ENTITA' di Cosa Nostra e l'ENTITA' del Vaticano. Il Nome di due Cardinali mi sono rimasti impressi nella mente! In quanto uno è uguale o quasi uguale al NOME di un mio compagno di infanzia! l'altro invece è un nome che mi sembra finisca senza la vocale! (questi nomi me li cita Lucchese) che a sua volta glieli aveva detto il notatio ALBANO. Nella Banca del Vaticano sono transitati Migliaia e Migliaia di MILIARDI appartenenti alle CINQUE ENTITA' OCCULTE "compresa quella di Cosa Nostra" (LEGGASI SENTENZA di ASSOLUZIONE TRASPORTO 10 MILIARDI). Questi soldi venivano riciclati, diventavano puliti e investiti.Al Notaio Albano, in qualità di Notaio, gli venivano affidati ingenti beni immobili sia della Chiesa che da potenti uomini delle istituzioni (Se vogliono chi di competenza può riscontrare ciò che dico!). Il Dr. Borsellino l'ha saputo riscontrare! Questi riscontri li ha scritti nella sua AGENDA ROSSA!!!Dopo il lungo dialogo durato circa due ore che ho avuto con il Lucchese, che in alcuni momenti mi chiamava (FIGGHIU MIU) MI AMAVA veramente come un figlio! Ricordo che subito dopo aver ricevuto l'incarico di uccidere il Dr. Borsellino, Messina Denaro Francesco mi disse. Vedi che lo zio MICHELE HA UN BRUTTO MALE e sta PER MORIRE. HA MANDATO A DIRE CHE PRIMA di MORIRE HA IL DESIDERIO di VEDERTI. FAI di tutto per ANDARLO ATROVARE.Mi rendo subito conto che se a un uomo d'onore prevale il Sentimento è segno di debolezza! Mi era stato insegnato che mail il Sentimento deve prevalere sulla RAGIONE! Dopo aver salutato Messina Denaro Francesco e il suo uomo di Grande Fiducia mentalmente mi preparo un piano per andare subito a Milano, voglio assolutamente abbracciare per l'ultima volta "u ZU MICHELE! Per la prima volta prevale dentro di me un Grande Affetto e un AMORE verso questa persona, (mi viene subito in mente la relazione che ho avuto con sua figlia e il suo diritto di uccidermi!
Provo anche un sentimento di profonda COLPA per averlo fatto soffrire! In quel momento me ne fotto della Ragione, della mia debolezza e delle Regole di Cosa Nostra! Come al solito mi travesto da Monaco, mi ARMO di Crocifisso, Rosario e Bibbia compreso la pistola Automatica con due caricatori e con il treno arrivo a Milano. Devo dire che quando viaggiavo con il treno era mia abitudine travestirmi da monaco. Essendo che avevo imparato molto bene la Bibbia, soprattutto il Vangelo di Giovanni e gli atti degli Apostoli, durante il Viaggio davo Benedizioni e dicevo il Rosario insieme alle persone che erano CONVINTI di avere davanti un vero monaco. Io dentro di me mi facevo delle grandi risate usando il Sacro per il Profano.Questa volta però non è stato come in precedenza, non ho fatto ne rosari e ne dato Benedizioni. Ho pregato da solo per quasi tutto il viaggio. Le mie preghiere erano sincere e ho chiesto perdono a Dio in quantoi indegnamente portavo una veste SACRA che non mi apparteneva e ho fatto il VOTO che se Dio mi faceva abbracciare u zu Michele ancora in vita, e se doveva morire di farlo morire senza soffrire, non avrei mai più portato la tunica da monaco. ARRIVO A CASA di u zu Michele, la porta mi viene aperta dalla figlia (erano trasocrsi 10 anni dall'ultima volta che ci siamo visti.) Abbiamo pianto per l'uomo che aveva il DIRITTO di ucciderci e non ci ha ucciso (trasgredendo una regola fondamentale di Cosa Nostra. Un uomo d'onore ha il diritto, l'obbligo e il dovere di uccidere anche il proprio figlio o figlia se questi gli tocca o gli OFFENDE L'ONORE! Abbiamo pianto per l'UOMO che ci ha costretto a dividerci ma che prima di morire ci ha costretto ad abbracciarci DAVANTI A LUI dicendo queste parole: MI DISPIACE CHE IL VOSTRO AMORE E' IMPOSSIBILE. SAPPIATE CHE VI HO perdonato! ERA VERAMENTE UN VERO UOMO D'ONORE! Lo ho abbraciato calorosamente e me lo sono stretto forte al petto, gli ho baciato la mano e me ne sono andato con il cuore straziato di dolore. Me ne vado in aperta campagna e ho pianto solo per LUI! dopo pochi giorni è MORTO! Nel frattempo FURNARI e SANTANGELO avevano ucciso il TURCO lasciandolo steso sul CIGLIO di una stradina di campagna che dista circa 1 Km dalla CASA di Lucchese (CALDERARA, FRAZIONE DI PADERNO DUGNANO) e si presentano a CASA dicendo queste parole : TUTTO A POSTO.  Dopo di chè il LUCCHESE (che non aveva voluto che io partecipassi all'omicidio, ma di restare con lui, mi ha ordinato di andare con Furnari e Santangelo a SEPPELLIRE il TURCO. Con i badili o pale (come si chiamano) abbiamo scavato una fossa profonda circa due metri e abbiamo buttato il Cadavere dentro, cospargendolo di benzina e mi sembra anche dell'acido e lo abbiamo seppellito! A poca distanza bruciammo i vestiti e il Passaporto in quanto prima avevamo spogliato il Cadavere. Preciso che il Cadavere è stato trascinato per alcune decine di metri dal posto in cui è stato ucciso e portato in aperta campagna dove c'era un campo di Granturco. Preciso anche che durante la giornata mi sono incontrato con Lucchese (che mi ha indicato il posto dove uccidere e seppellire il TURCO (era una zona che io conoscevo molto bene) e di indicarlo a Furnari nel frattempo che Santangelo pranzava con il Turco in un RISTORANTE (cosa che io feci!). Ricordo anche che quando il Furnari e il Santangelo si sono avviati per uccidere il Turco il Lucchese davanti a me telefona al Comandante dei Carabinieri (SI PUO' VERIFICARE CHE IL 14 MAGGIO 81 IL COMANDANTE DEI CARABINIERI ERA IN SERVIZIO!!!) e gli dice: AZIONE AVVIATA!  Non sento cosa gli risponde il Comandante ma dopo che ha chiuso il telefono il Lucchese mi dice: la zona è sottto controllo! questo Amico è troppo in gambba!  Vengo anche a conoscenza che l'altro TURCO era ALI AGCA che insieme all'altro TURCO ucciso sono stati preparati e addestrati da UOMINI di COSA NOSTRA in SICILIA (è stato riscontratro che AGCA ha pernottato in un Albergo di Palermo).  Se ALI AGCA sarebbe riuscito a fuggire c'era il piano preparato che doveva essere ucciso! Nel mese di Maggio 1992, dopo che il Dr. Borsellino aveva fatto arrestare una quarantina di persone (compreso il Sindaco Vaccarino), esce un ARTICOLO SUL CORRIERE della SERA (che il Dr. Borsellino mi ha fatto leggere) dove si dice CHE CALCARA POTREBBE SCOPERCHIARE IL MISTERO DELL'ATTENTATO AL PAPA (CHI DI COMPETENZA PUO' e deve RISCONTRARE ciò che è scrittto in questo ARTICOLO).  Nella ordinanza di Custodia Cauteleare di tutti gli arrestati di tutto si parlava (dalla Associazione MAFIOSA al TRAFFICO di STUPEFACENTI) ma mai dell'ATTENTATO a PAPA nè dei 10 MILIARDI ne del TRAFFICO di ARMI con la Calabria. Queste cose li sapeva solamente il Dr.BORSELLINO che indagava in segreto. Addirittura li riteneva così delicati e pericolosi, al punto di ritenre di non mettere neanche a conoscenza sia il Dr. Natoli che il Dr. LO VOI per la loro incolumità.  Il Dr. Borsellino mi dice: Oltre a me a chi hai parlato del Papa?  Rispondo a NESSUNO! Come Lei sa, al Maresciallo CANALE, oltre ad avergli ACCENNATO dei 10 Miliardi gli ho anche accennato il fatto del Papa.  Il Dr. Borsellino ha fatto una SMORFIA DI RABBIA e occhi SCINTILLANTI mi dice: questo sono segnali che non mi piacciono!  Mi dice anche: SPERIAMO che non rubino il Cadavere del TURCO che hai seppellito. Adesso mi attivo affinchè tu possa essere portato sul luogo dove si trova il Cadavere. Di li a poco il Dr. Borsellino viene ucciso!  Tutto ciò che ho detto al Dr. Borsellino e che adesso sto scrivendo l'ho anche detto al Dr. PRIORE 14 ANNI FA.La prima cosa che ho detto al Dr. Priore e al Dr. MARINI è stata quella di portarmi a CALDERARA, una frazione di Paderno DUGNANO e gli facevo trovare il CADAVERE del Complice di ALI AGCA. Purtroppo quando arriviamo sul posto si scopre ciò che il Dr. Borsellino aveva intuito "SPERIAMO CHE NON RUBANO IL CADAVERE". HANNO FATTO SPARIRE UNA PROVA MICIDIALE!  Una persona del posto dice al Dr. Priore: Nel MESE di MARZO 1992 vedo alcune RUSPE che mettono sottosopra tutto il CAMPO CHE C'ERA STATO da sempre SEMINATO A GRANTURCO, perchè dovevano fare dei lavori. Ripeto, conoscevo bene la zona ancor prima che con le mie mani ho seppellito il TURCO. ERA UN VASTO CAMPO TUTTO PIANURA! L'HO RITROVATO SCONQUASSATO CON NONTAGNE DI TERRA e profonde BUCHE. Si badi bene, ho iniziato a collaborare nel Dicembre 1991, il cadavere è rimasto lì per 10 ANNI, dopo pochi mesi hanno fatto sparire il Cadavere!Il Dr. PRIORE C'E' RIMASTO MALISSIMO, mi ha sempre CREDUTO, in quanto è riuscito a trovare altri riscontri di tutto ciò che gli avevo detto. Compreso la MORTE di Papa Luciani e i MILIARDI RICICLATI dalla Banca Vaticana! (non mi ha denunciato per CALUNNIA, ANZI...)   Sul sito:
http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=2&Itemid=4

troverete il memoriale del pentito Vincenzo Calcara, pubblicati dal fratello di Paolo Borsellino.
Il pentito Vincenzo Calcara avrebbe dovuto uccidere, con un fucile di precisione, Paolo Borsellino.
Questo memoriale merita tutta la nostra attenzione.
Grazie dott. Salvatore Borsellino. IL  VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=T1ISKLJS1RA&eurl=http://postarelibero.blogspot.com/2008/06/memoriale-di-vincenzo-calcara.htmlhttp://www.youtube.com/watch?v=AEu81JtZtjQ&NR=1 
 

 
 
 

LE   RIVELAZIONI   DI CALCARA ECCO I   I NOMI

falcone-e-borsellino.jpg
Cominciamo oggi, dopo avere ricevuto indiretta ma ampia e palese autorizzazione a farlo da Salvatore Borsellino, a pubblicare il memoriale che Vincenzo Calcara ha deciso di consegnare pochi giorni fa al fratello del giudice Paolo, ucciso dalla mafia (e non solo?) il 19 luglio 1992. Salvatore Borsellino si batte ormai da 16 anni contro il muro di silenzio e omertà che i media hanno eretto sui tanti punti ancora oscuri di quegli anni. Troppo silenzio sulla vicenda personale e professionale degli uomini del pool antimafia di Palermo dell’epoca, ed in particolar modo dei 58 giorni “rimasti” a Paolo Borsellino, dopo la morte dell’amico Giovanni Falcone e le rivelazioni dei collaboratori di giustizia sul cosiddetto terzo livello della cupola mafiosa. Uno su tutti, Vincenzo Calcara.

Ovvero l’uomo incaricato dal boss Francesco Messina Denaro, padre di quel celebre Matteo oggi taggato sui muri di Palermo, di uccidere Paolo Borsellino. Racconta di lui il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore:

Ho conosciuto di persona Vincenzo durante la trasmissione Top Secret ma quasi mi sembrava di conoscerlo da tanto tempo. Me ne avevano parlato la moglie e i figli di Paolo che hanno continuato ad aiutarlo e stargli vicino da quando lo Stato, nella sua costante opera di scoraggiamento dei testimoni di Giustizia, dei collaboratori di Giustiza e dei (pochi) veri pentiti, lo ha abbandonato al suo destino. Me ne aveva parlato già lo stesso Paolo negli ultimi mesi della sua vita, quando stava raccogliendo le sue rivelazioni nello stesso periodo in cui ascoltava anche Gaspare Mutolo e Leonardo Messina, ma con Vincenzo Paolo aveva stabilito un rapporto particolare perchè era quello che gli aveva confessato di avere avuto, dalla famiglia di Francesco Messina Denaro, la famiglia che deteneva saldamente il controllo della zona di Castelvetrano, alla quale apparteneva come uomo d’onore “riservato”, l’incarico di ucciderlo con un fucile di precisione in un agguato sulla statale tra Palermo ed Agrigento

Le rivelazioni fatte dal pentito nelle pagine che oggi mettiamo a vostra disposizione sono di fatto sconvolgenti. Nel vero senso della parola. Mi spiego.
I riferimenti e le ricostruzioni fatte da Calcara, oltre che confortate dalle carte processuali in molti passaggi e certificate da sentenze, appaiono verosimili ma spaventose. E’ come se tutte, o quasi, le tesi complottistiche elaborate negli ultimi anni convergano verso uno scenario francamente aberrante, con una vera e propria struttura occulta al comando di una oligarchia chiamata alla gestione del potere ed alla custodia del segreto. La prima volta che ho letto queste prime 4 parti - tutte di un fiato - ho avuto davvero la sensazione che nulla di ciò che stavo leggendo sarebbe stato mai preso in debita considerazione dai media tradizionali. Ho anche pensato a come potrebbe reagire la gente, messa al corrente di un tale possibile scenario. Il giornalista ha informato da tempo le procure della Repubblica interessate. E pure la credibilità di Vincenzo Calcara non pare in discussione. Dice ancora di lui Salvatore Borsellino:

Del memoriale di Vincenzo Calcara si trovano tracce nelle motivazioni delle sentenze, di diversi processi, del processo Calvi, al processo Antonov per l’attentato al Papa, al processo Aspromonte, al processo per l’omicidio Santangelo, figlioccio di Francesco Messina Denaro, ai processi Alagna+15 e Alagna+30, alla sentenza del Giudice Almerighi, nei quali tutti si è dimostrata la piena attendibilità di Calcara nononostante i numerosi tentativi di screditarlo. Ma Calcara non è stato mai messo a confronto con altri pentiti come Leonardo Messina o Gaspare Mutolo o come Giuffrè, che, quindici anni dopo di lui, ha parlato di quelle stesse cose di cui lui aveva già parlato tanti anni prima. Non è stato mai chiamato a deporre nel processo Andreotti anche se aveva parlato del notaio Albano quando nessuno ne conosceva neppure il nome, non è stato mai chiamato nel processo Canale, non è stato mai utilizzato nell’istruttoria sui Mandanti Occulti delle stragi del 92 o nell’istruttoria del processo, mai arrivato alla fase dibattimentale, sulla sottrazione dell’Agenda Rossa, nonostante io stesso avessi portato al tribunale di Caltanissetta le parti del memoriale dove di quell’agenda proprio si parlava

Sul suo sito, Salvatore Borsellino sta organizzando, con una straordinaria dimostrazione di coraggio ed impegno civile, la traduzione dei memoriali in più lingue in modo da metterli a disposizione di giornali stranieri interessati. Questi i link ai testi delle prime 3 parti del memoriale pubblicate fino ad oggi, seguirà la trascrizione dei prossimi capitoli del memoriale.

 
 
 

FORZA  CLEMENTINA ZORRO E' CON TE

Post n°410 pubblicato il 27 Giugno 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: forleo

Caso Unipol: «Ora auguri a De Magistris»Il Csm assolve la Forleo. E lei: «La giustizia trionfa»

Il procedimento riguardava l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni di Fassino e D'Alema

ROMA - Il gip di Milano Clementina Forleo è stata assolta dalla sezione disciplinare del Csm dall'accusa di aver violato i suoi doveri per i contenuti dell'ordinanza con la quale, nel luglio del 2007, chiese alle Camere l'autorizzazione all'uso di intercettazioni che riguardavano alcuni parlamentari nell'ambito della vicenda Unipol.

FORLEO -
«Avere fiducia nella giustizia prima o poi paga», Così il gip di Milano Clementina Forleo ha commentato al sua assoluzione. «La Giustizia trionfa» - ha detto, «Ora auguri a De Magistris»

IN PRECEDENZA - La richiesta formulata dalla Procura generale della Cassazione nel procedimento davanti alla Sezione disciplinare del Csm era di condannare Clementina Forleo alla censura e al trasferimento d'ufficio Clementina Forleo per i contenuti dell'ordinanza con la quale nel luglio 2007 il gip di Milano chiese alle Camere l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni che riguardavano alcuni parlamentari, tra cui Piero Fassino e Massimo D'Alema.

LE ACCUSE - La ragione per la quale la Forleo andava condannata, spiegava il sostituto pg della Cassazione Federico Sorrentino, è che aveva espresso «un abnorme e non richiesto giudizio anticipato» su alcuni di questi parlamentari che pure non erano indagati, ledendo i loro diritti ed esorbitando dalle sue competenze. E così non solo ha commesso una «grave violazione di legge», ma anche dimostrato scarso equilibrio. In quell'ordinanza, la Forleo aveva definito «consapevoli complici di un disegno criminoso» D'Alema e il senatore Nicola La Torre, ipotizzando per loro il possibile concorso nel reato di aggiotaggio. E li aveva descritti come «pronti e disponibili a fornire i loro apporti istituzionali in totale spregio dello stato di diritto».

Fonte: www.corriere.it

 
 
 

E' ORA  DI ALZARE LA SPADA

Post n°409 pubblicato il 27 Giugno 2008 da dammiltuoaiuto
 

La cacca, anche se non puzza, sempre cacca rimane

Aderisco all'appello di Marco Travaglio "Arrestateci Tutti". E da questo blog, state tranquilli, continuerete ad avere verbali delle intercettazioni (fino a quando ci saranno le intercettazioni) interrogatori e altro materiale non coperto da segreto d'indagine. Non possono arrestarci tutti, almeno credo.
Mi sento umiliato. Privato della possibilità di oppormi e protestare di fronte ad una brusca virata verso un fascismo di stampo moderno. Avrei voglia di prendere per il bavero della giacca Berlusconi e urlargli in faccia, dopo aver mangiato una focaccia genovese alla cipolla, che mi sta rubando il futuro, che sta violentando la mia nazione, che sta cancellando scientificamente i miei sogni. Il nostro futuro non è più grigio. E' completamente nero. In una settimana il presidente del consiglio si libererà delle intercettazioni telefoniche e di un processo che lo riguarda. La norma fa pressapoco così: Si sospendono per un anno (col cazzo che riprenderanno) i processi relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002 “in uno stato compreso tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado”, per dar modo all’imputato sicuramente innocente di riflettere sulla possibilità di patteggiare. Precedenza assoluta a quelli in cui l'imputato è basso, con la faccia di plastica, la testa rossiccia ed è perseguitato dai magistrati. Manca solo il giorno del reato. Non ditelo a Veltroni. Lui è convinto di avere ancora un dialogo. Non sa con chi, ma lui ha un dialogo. Il Pd non è distruttivo, è propositivo, e se tutto questo accadrà, è colpa al 50% di quei dirigenti, di quei cadaveri impomatati. Parentesi. In Sicilia il Pd è riuscito a raggiungere percentuali minime. Ogni candidato sindaco o presidente di provincia del Pdl ha preso oltre il 60% dei consensi. "Un risultato che va al di là delle nostre aspetattative" avranno commentato gli autoeredi di Pio La Torre. Chiusa parentesi. Ancora ricordo quando su questo blog veniva a commentare il figlio del prescritto Carlo Vizzini, relatore dell'emendamento al decreto-sicurezza assieme a Berselli. Vizzini Seniore, che dopo aver preso mazzette cercava di rifarsi una verginità nella "antimafia", attività indefinita ma cool. I giornali lo intervistano quando si tratta di fatti mafiosi, come se fosse un esperto. Lui è un esperto di finanza, visto che ne ha visti tanti di soldi! "Mio padre, mio nonno..." diceva Vizzini Junior. Ora che suo padre è esecutore di una legge che puzza più del suo estensore, vorrei sentire cos'ha da dire. E vorrei sentire cos'hanno da dire gli elettori della libertà. Anzi, loro non hanno nulla da dire. Non capiscono. Loro non pagano il bollo, non pagano l'Ici, chi se ne fotte dei processi di Berlusconi. Vorrei capire solo una cosa. Cosa manca, ancora, per poter definire dittatore questo tizio? Anche Mussolini e Hitler sono stati eletti. Ma forse nemmeno loro avevano cambiato così tante leggi per guadagnare l'impunità. So che è difficile, ma teniamo duro. Non molliamo, anche se mentre lo dico non ci credo per niente. Ci hanno rubato l'Italia, altro che destra, altro che sinistra, altro che politica.

 
 
 

PAROLE  SANTE  RIBBELLIAMOCI  al berlusca

Post n°408 pubblicato il 27 Giugno 2008 da dammiltuoaiuto
 

”Il vero schiavo difende il padrone,
mica lo combatte,
perchè lo schiavo non è tanto quello
che ha la catena al piede,
quanto quello che
non è più capace di immaginare la libertà.”

S. Agostino

 
 
 

Tv, oppio delle masse

Post n°407 pubblicato il 27 Giugno 2008 da dammiltuoaiuto
 

«Tv, oppio delle masse»
Alessandro Curzi commenta: «Berlusconi ha vinto le elezioni perché ha cambiato la cultura degli italiani»
«La tv è l'oppio delle masse». Parola di Alessandro Curzi, noto giornalista oggi consigliere d'amministrazione Rai, che risponde così, attualizzando la famosa massima marxiana (la religione è l'oppio dei popoli) al giornalista Guy Dinmore, del Financial Times, che chiedeva un suo parere sul nuovo programma di Rai Uno Dimmi la verità condotto dalla giovane Caterina Balivo.

«La vita sessuale dei Vip rappresenta un altro passo verso il rimbecillimento della televisione italiana», ha commentato Curzi, «sono preoccupato per la cultura di questo paese. Anche nei grandi giornali, la passione per il grande scoop e le indagini approfondite sembra essere svanita. Solo nel campo del cinema vedo ancora dell'innovazione», ha aggiunto Curzi lodando Gomorra, il pluripremiato film sulla camorra napoletana tratto dal libro di Roberto Saviano.

In merito al fatto, rilevato dal quotidiano finanziario londinese, che «Rai Uno, il più seguito dei tre canali televisivi terrestri della televisione pubblica, ha lanciato lo show del sabato sera due giorni dopo il terzo giuramento da primo ministro da parte di Silvio Berlusconi», e che «la quasi contemporaneità dei due eventi è stata una coincidenza e altrove nessuno l'avrebbe notata», Curzi ha commentato che «Berlusconi ha vinto le elezioni perché è riuscito a modificare la cultura del paese. È l'oppio delle masse. È così che funziona la televisione». (Libero News)

 
 
 

ECCO  COSA DICE IL FINANCIAL TIME  DI BERLUSCONI

Post n°406 pubblicato il 27 Giugno 2008 da dammiltuoaiuto
 

in onda su tutti gli schermi italiani il “Silvio Horror Picture Show”. Siamo ormai alla centesima replica e la gente non ne può più. Un po’ per il caldo, i tacchi, il cerone, la testa d’asfalto. Passa ogni sabato mattina con i suoi legali per proteggersi dai magistrati. 798 tra pm e magistrati si sono occupati di lui dal 1994 al 2006 . Tutti ideologizzati, metastasi della democrazia, tutti comunisti. La gente il sabato mattina lo passa invece a stringere la cinghia e a leggere sui giornali dei processi all’imputato Silvio Berlusconi. La gente ha altri pensieri. Il lavoro, la sicurezza, la casa, i debiti. Ma dal 1994 deve preoccuparsi senza sosta di un tizio che ha problemi con la legge, che è stato iscritto alla P2, che ha occupato l’informazione grazie al latitante Craxi. La gente si chiede: “Se fosse un privato cittadino sarebbe già in galera?”. E anche: “Il presidente del Consiglio è pagato per risolvere i problemi del Paese, o solo i suoi?”
Ps: C’è la dinamite nella stufa. Ripeto: c’è la dinamite nella stufa.

beppe grillo

Il Financial Times di oggi scrive:
Oh no, non ancora.
Ancora una volta il focus di Berlusconi è sé stesso e non gli italiani.
Silvio Berlusconi è in carica in Italia da 50 giorni. Guardare il suo nuovo governo in azione è un po’ come mettersi a sedere per guardare un cattivo vecchio film ancora una volta. Quando il leader di Forza Italia governò l’Italia dal 2001 al 2006, spese troppo tempo a legiferare per proteggere sé stesso dai procedimenti giudiziari e troppo poco per riformare l’economia italiana. E’ presto per dare giudizi definitivi, naturalmente. Ma l’ultima prova di governo di Berlusconi assomiglia già a un altro film dell’orrore.
Ancora una volta, il settantunenne primo ministro sta spendendo molta della sua energia politica per fare leggi che lo proteggano dai pubblici ministeri italiani. Vuole fare approvare una legge che sospenderebbe per un anno molti processi per i quali è prevista una condanna inferiore ai 10 anni. Se la legge sarà approvata verrà affondato il processo previsto per l’inizio del mese prossimo nel quale Berlusconi è accusato di aver pagato 600.000 dollari al suo avvocato inglese, David Mills. L’opposizione ha soprannominato la legge: “salva premier”.
Berlusconi non si ferma qui.
Sta anche cercando di introdurre una legge che garantirebbe l’immunità dai processi alle principali cariche dello Stato, inclusa la sua. Una tale legge sarebbe impensabile nella maggior parte degli Stati occidentali ed è stata giudicata incostituzionale dalla Corte costituzionale quando Berlusconi cercò di introdurla nel 2004. Ora che è ritornato, Berlusconi ci prova un’altra volta.
Tutto questo sarebbe di modesto interesse se Berlusconi spendesse la stessa quantità di energia per riformare la declinante economia italiana. Ma anche qui le paure stanno crescendo. L’ultima volta che ebbe il potere, uno de peggiori errori di Berlusconi fu di lasciare fuori controllo il deficit italiano e la spirale dei debiti. Ci si interroga se stiamo per rivedere la stessa situazione.
Il governo Berlusconi ha introdotto una previsione finanziaria con una crescita del deficit pubblico dall’1,9% del prodotto interno lordo del 2007 al 2,5% del 2008. La crescita può essere giustificata dalla bassa crescita economica; ma non si sono ancora segnali che questo governo stia mantenendo una stretta presa sulla spesa pubblica.
Per la salute dell’Italia, le cose devono migliorare da qui. Il Paese ha una delle crescite più basse nell’area dell’euro. C’è bisogno di un governo serio e responsabile per invertire il processo economico. Ieri Berlusconi ha detto che i pubblici ministeri italiani lo hanno costretto a un “Calvario” senza fine. Ma l’unico “Calvario” sofferto in questa storia è quello sopportato dall’Italia, che ha bisogno di una drammatica inversione di tendenza delle sue fortune politiche ed economiche.”

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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