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POLITICA QUALE

Post n°489 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da dammiltuoaiuto
 

 UNA NUOVA POLITICA

Basta con le parole. Vogliamo fatti concreti. La gente è stufa. Ha voglia di cambiare. Basta con le solite facce. Basta con i cavalli di Caligola. Basta con i soggetti scelti dai capobastone di partito “è cretino perciò è l’ideale”

Purtroppo viviamo in un paese che sta attraversando un difficile momento economico/finanziario che la gente comune tocca ogni giorno con mano.
Si sta diffondendo sempre più la crisi della terza settimana e la crisi economica ha inevitabili ed imprevedibili ripercussioni sociali che creano nei cittadini un grande senso di sfiducia ed ansia per il futuro con tutte le conseguenze del caso.
Un grande senso di insicurezza.  Ma la cosa più grave e dirompente è che il paese ha perso negli anni la necessaria tensione morale. Quella tensione definita in passato da un grande uomo politico "questione morale" necessaria a combattere i fenomeni balzati ancora una volta agli onori delle cronache. Se i politici sono messi in questo modo i burocrati non sono da meno ma è compito della politica intervenire. Purtroppo o per fortuna ancora una volta deve supplire la Magistratura(fino a che potrà farlo). Il problema di fondo è che in questo paese sono saltate le regole condivise. In questo paese ed a tutti i livelli il primo politico che si sveglia al mattino detta le regole e le regole valgono per il giorno stesso. Domani si cambia e si crea una nuova regola a proprio uso e consumo. C’è l’impressione diffusa che tutti stiano facendo come gli struzzi ma la situazione è ,se possibile, peggio di quella dei pessimi anni di tangentopoli. La politica è allo sbando e se così non fosse non avremmo la finanza pubblica più disastrata d'Europa.Il debito pubblico attorno al 106% ed il deficit proiettato oltre il 4%.La procedura di infrazione della Commissione Europea parla da se. I cittadini purtroppo pagheranno per lunghi anni indipendentemente da quali governi si succederanno. Ma ora sapranno reagire e tornare a contare ?Il popolo dormiente è sempre dormiente? Ma forse è più giusto chiedersi "è sempre un popolo?"
Il popolo italiano, visto dall’estero, assume sempre più l’immagine di un pugile suonato, che non riesce neanche a mantener sue le vecchie glorie dei tempi andati, tempi in cui la coscienza civile, l’orgoglio nazionale, il senso della giustizia, l’appartenenza ad una comunità erano il sano e giusto collante della comunità.
Gli ultimi anni caratterizzati da un’informazione controllata e succube della politica, da una politica che, accantonata la missione del governo dello Stato, si è reinventata come lobby affaristica al servizio di un club molto esclusivo dei soliti potenti, da fazioni finanziarie che trovano nelle leggi ad hoc il terreno dove spadroneggiano impunite e impunibili, hanno prodotto la società che subiamo, i valori spazzatura che educano i nostri figli (che saranno il popolo di domani), la disillusione nei confronti delle istituzioni, la sfiducia in un domani dignitoso e onesto.
Come svegliare questo dormiente rintronato? Come uscire dalla routine di uno stato senza valori di uguaglianza e appartenenza?
Forse è su questo che si dovrebbe interrogare la classe politica all’opposizione ma considerando che non siamo nemmeno certi che si voglia domandare qualcosa, visto che tanto è parte del sistema anche se minoritaria, forse faremmo bene a farcele da soli queste domande, sperando che qualcuno trovi le risposte, ma soprattutto qualcuno con cui condividerle e con cui lottare in questo pugile suonato e tanto, troppo individualista.

PAOLO CARINCI

 
 
 

Post N° 488

Post n°488 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da dammiltuoaiuto
 

Bush bugiardo, dice ex portavoce

'Ha governato come se fosse sempre in campagna elettorale'

(ANSA) - NEW YORK, 28 MAG - L'ex portavoce della Casa Bianca Scott McClellan sferza con toni molto aspri il presidente George W. Bush e la sua amministrazione. In 'Cosa e' successo: dentro la Casa Bianca di Bush e la cultura dell'inganno di Washington', McClellan afferma che il presidente di cui e' stato portavoce 'e' andato terribilmente fuori rotta', 'non e' stato sincero e aperto sull'Iraq' e ha governato l'America 'come fosse in campagna elettorale permanente' a spese della imparzialita' e della competenza.

Bush bugiardo, dice ex portavoce16:55 mer 28 maggio 2008

(ANSA) - NEW YORK, 28 MAG - L'ex portavoce della Casa Bianca Scott McClellan sferza con toni molto aspri il presidente George W. Bush e la sua amministrazione. In 'Cosa e' successo: dentro la Casa Bianca di Bush e la cultura dell'inganno di Washington', McClellan afferma che il presidente di cui e' stato portavoce 'e' andato terribilmente fuori rotta', 'non e' stato sincero e aperto sull'Iraq' e ha governato l'America 'come fosse in campagna elettorale permanente' a spese della imparzialita' e della competenza.

 
 
 

L'ORO DELLE TORRI

Post n°487 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da dammiltuoaiuto
 

L'ORO DELLE TORRI GEMELLE
 

 

L'ORO DELLE TORRI GEMELLE
DI JUANA CARRASCO MARTIN. Juventud Rebelde.

C’è stato o meno oro perso e trovato quando sono crollati gli edifici del World Trade Center di New York? La domanda emerge sei anni dopo, quando un articolo del Chicago Tribune ha fatto riferimento ad una delle verità esposte dal Presidente cubano Fidel Castro nella riflessione intitolata "L'impero e la menzogna".

Fidel dice: "Oggi si compiono sei lunghi anni da quel doloroso episodio. Attualmente si sa che ci fu disinformazione deliberata. Non ricordo d’avere sentito parlare quel giorno che nei sotterranei di quelle torri, nei cui piani superiori erano insediate banche di multinazionali insieme ad altri uffici, erano depositate circa 200 tonnellate di lingotti d’oro. L'ordine era di sparare per uccidere contro chiunque cercasse di penetrare fino all'oro...."

Il quotidiano di Chicago, nella sua edizione dello scorso 23 settembre, ha detto che la colonna scritta da Fidel "aveva sollevato preoccupazione nella comunità internazionale sulla sua lucidità", e si spiegava la pubblicazione con questo paragrafo: "In quella colonna, Castro avanza la teoria estremista che una cospirazione degli USA stia occultando la verità dietro gli attacchi dell’11 settembre, includendo la presenza di lingotti d’oro nei seminterrati del World Trade Center".

Solleticati dall'intrigo, rispolveriamo archivi, più facilmente in questa era del cyberspazio, ed una parte della storia viene a galla, benché ci lasci ancora senza dare una risposta al più cruciale dei punti interrogativi: Chi e quali interessi rappresentavano quelli che hanno abbattuto le Torri Gemelle di New York?


L'oro si fa largo.

Segreti, armi, droghe, argento ed oro sono i tesori sepolti sotto tonnellate di macerie, polvere e travi di acciaio ritorte l’11 settembre del 2001... Per questo, non ci sono state solo squadre per il recupero di corpi tra le rovine dei 15 milioni di metri cubi di spazio di uffici cancellati e le decine di migliaia di metri di cavo di telecomunicazioni o le migliaia di calcolatrici sciolte nel complesso di edifici del World Trade Center. Dal primo momento si è andati alla ricerca dei tesori, un fatto di ben poca ripercussione nella stampa, interamente dedita a piangere giustamente i morti, ed a servire da cassa di risonanza alla torbida guerra che, sin da allora, George W. Bush aveva lanciato contro il terrorismo.

Tuttavia, nella sua ultima edizione del sabato 15 settembre 2001, The New York Times pubblicava un esteso reportage, firmato da Jonathan Fuerbringer, sotto il titolo "Dopo gli attacchi: i beni".

Il quotidiano newyorkese rivelava la quantità d’oro ed argento sepolti sotto il World Trade Center 4. Il loro valore sul mercato: più di 230 milioni di dollari, e che appartenevano "a persone o imprese che stanno commerciando contratti Futures nella borsa di Cambio Mercantile di New York (Nymex)...."

Nymex non poteva permettersi il lusso di fermare i suoi commerci abituali nel World Financial Center — vicino alle Torri abbattute —, cosicché lavorava temporaneamente in un'altra sede del centro di Manhattan ed usava un sistema di computer sistemati appunto nel vicino New Jersey. In un’attività animata poteva mostrare che quel giorno si erano fatti 69.790 contratti per oro, argento, petrolio e molti altri beni, che cambiavano di mano ogni volta, ma che restavano in quei depositi.

Milioni di persone negli Stati Uniti potevano essere terrorizzate o piangere i propri cari, ma il capitale si lubrificava con quel sangue e quella sofferenza: il prezzo dell'oro faceva un balzo del sette percento, da 272,30 il lunedì a 290,90 la oncia, cosa che aumentava di sette milioni di dollari il valore dei metalli sepolti dal martedì fatale nei seminterrati del WTC.

L'oncia d’argento, rivelava The New York Times, guadagnava 14 centesimi (quotandosi a 4,33), mentre il barile di petrolio aumentava di 1,89 e raggiungeva il prezzo di 29,74, cifra che oggigiorno sembra irrisoria, ma rivelatrice del fatto che quanti più morti pavimentino questo mercato, tanto più alto si quota: le guerre di Bush in Iraq ed Afghanistan, e le sue costanti minacce ad altre nazioni per la questione energetica, hanno portato ad oltre 84 dollari il barile di greggio nei giorni in cui si compivano sei anni dalla fatidica data.

Gli uomini dell'oro e dell'argento si sono presto dedicati a tranquillizzare gli investitori, nonostante le tonnellate sepolte di quei metalli. Per esempio, James Newsome, presidente della Commodity Futures Trading Commission aveva detto in un'intervista: "Poiché il metallo è al sicuro e c'è un'ampia fornitura, questo non ci riguarda". Non bisognava preoccuparsi per l'oro del WTC. Philip Klapwijk, direttore esecutivo di Gold Fields Minerale Services, un'importante ditta di metalli preziosi, lo ratificava dicendo che le 12 tonnellate sepolte nel WTC erano solo lo 0,3 percento dell'oro mondiale dell'anno 2000. "C'è oro in abbondanza a Londra ed in Svizzera", affermava.

Sembravano essere troppo sicuri sui lingotti da 100 once (3,1 chilogrammi) col numero di serie stampato come identificazione per l'entità di cambio, benché si trovassero sotto tonnellate di macerie.


FBI al riscatto.

C'erano in quei momenti due depositi per l'oro e l'argento approvati dal Comex (Commodities Exchange) che regolava il mercato dei metalli. Sottoposti ad una sicurezza estrema, che includeva occultare la loro esistenza, l'attentato dell’11 settembre ha reso noto che ScotiaMocotta, proprietà della Scotia Bank di Toronto, aveva nelle sue casseforti del World Trade Center 4 una parte di quell'oro.

Quando iniziava il mese di ottobre e già erano cominciati i lavori per demolire le rovine ancora in piedi, specialmente i World Trade Center 4 e 5 che erano crollati sotto il peso delle Torri Gemelle, WTC 1 e 2, il New York Daily News e la rivista Fortune, come giornali importanti di altre parti del mondo, tra cui i britannici The Times e The Mirror, i distanti New Zealand Herald, The Australian e The Stateman dell'India, i canadesi Globe and Mail e The Gazette, parlavano del piano di Wall Street per il recupero dopo la catastrofe e, soprattutto, del riscatto dell'oro...

Una notizia li rendeva euforici ed era pubblicata il primo di novembre: circa 375 milioni di dollari in lingotti d’oro e d’argento erano stati trovati e ricollocati. L'informazione la dava la Bank of Nova Scotia, custode dei metalli preziosi, perché annunciava che si stavano muovendo i contenuti delle casseforti dello ScotiaMocotta verso un altro posto — segreto ovviamente, per ragioni di sicurezza — perché l'edificio doveva essere demolito.

"L'oro è nella condizione originale", diceva Pam Agnew, il portavoce della Scotiabank, e non bisogna dubitare del sorriso sul suo viso.

Non si menzionavano i lingotti d’argento né altri metalli preziosi, gioielli o investimenti che avevano potuto essere recuperati dalla zona del disastro; ma si sapeva anche allora che gli otto impiegati della camera blindata che custodivano l'oro e l'argento erano scappati illesi dagli eventi dell’11 settembre. Tutto era in salvo.

Il New York Daily News aveva riferito la vigilia che squadre di emergenza avevano trovato l'oro nel pianterreno a Manhattan ed avevano riempito almeno due camion blindati della compagnia Brink's Inc.

Alle notizie felici si aggiungeva l'allora sindaco di New York, Rudolph Giuliani, che confermava la presenza dei camion di trasporto di beni e che "la maggior parte" dell'oro era stata trovata. Un piccolo gruppo di agenti federali fortemente armati montarono la guardia, mentre poliziotti e pompieri caricavano i veicoli blindati.


Altri ladri.

Il quotidiano The Mirror parlò perfino di ladri che avevano cercato di rubare oro ed argento per 264 milioni di dollari nelle rovine quando si fecero passare per soccorritori, perché le guardie armate che eseguirono l'ordine di rimuovere il tesoro della Bank of Nova Scotia, trovarono tracce di intrusi che erano entrati nei sotterranei.

Si parlò allora della sparizione di azioni e buoni certificati da un altro deposito contiguo, ma furono recuperate settimane dopo.

Il New Zealand Herald fece riferimento il 6 di ottobre 2001 ad altri segreti: documenti, armi ed altre prove conservate dalla CIA, i servizi segreti degli Stati Uniti, e l'Ufficio per Alcool, Tabacco ed Armi, agenzie che avevano, anche loro, uffici nelle torri distrutte, ragion per cui in qualche posto tra le macerie ci sarebbero stati contenitori con armi, eroina, cocaina, ecstasy ed altre droghe, prove di crimini che non avrebbero più potuto essere processati. Perfino per questa ragione la CIA aveva chiesto ad agenti dell’FBI che circondassero il posto poco dopo il crollo. La sepoltura incluse, inoltre, piani dettagliati nell’eventualità di un corteo presidenziale a New York, ed archivi coi nomi di informatori sul crimine organizzato ed il terrorismo.

Tutto il tempo che durò il lavoro dei costruttori e delle squadre di demolizione nell'eliminazione delle macerie furono strettamente sorvegliati dagli agenti del governo; tuttavia, ABC News riferì allora la presenza di camion e lavoratori d’imprese di pulizia che avevano connessioni con la mafia, e che erano state rubate molte tonnellate di scorie di ferro, invece di portarle ai posti stabiliti per la loro ispezione...

Ma ritorniamo all'oro. In un sito Internet chiamato "America rebuilds: a year at Ground Zero", il tema del flusso dorato uscì con foto e dettagli [In particolare a questo link si parla dell'oro della Bank of Nova Scotia, ripreso nella foto accanto al titolo N.d.r.].

Vi si racconta che i lavoratori che pulivano un tunnel di servizio in uno degli edifici del WTC si trovarono all'improvviso circondati da più di 100 agenti del FBI e da personale dei servizi segreti, perché Comex, la divisione di commercio di metalli del Nymex, conservava 3.800 lingotti d’oro e 102 milioni di once d’argento nella Bank of Nova Scotia, ed aveva anche metalli preziosi nella Chase Manhattan Bank, nella Bank of New York, e nell’Hong Kong Shanghai Banking.

Nella mattina dello stesso 11 settembre, l'oro fu trasportato attraverso i seminterrati dell'edificio, una rampa temporanea fu costruita per avere accesso al tunnel ed un piccolo apripista fu utilizzato per rompere la parete. Allora apparve una squadra della polizia e dei pompieri che misero l'oro in un camion blindato. Fu lì che ad uno degli operai dissero che se fosse sceso gli avrebbero sparato.

Le autorità proteggevano il capitale, perché quando otto anni prima il World Trade Center era stato teatro di un altro attacco terroristico con esplosivi, c'era nei suoi seminterrati oro per più di mille milioni di dollari di proprietà del governo kuwaitiano, ed in un primo momento la polizia aveva creduto che fosse un tentativo di furto di quel tesoro.


Questione di lucidità.

Lì stanno gli elementi senza nessun "estremismo", per questo motivo la presunzione del quotidiano di Chicago ha meritato questo commento del professore Nelson Valdés in Cuba-L Direct: "Questo dimostra solo che: a) i reporter non leggono, b) i reporter leggono, ma non ricordano, c) i reporter leggono e ricordano, ma non ce lo dicono, d) i reporter non sanno come cercare in Lexis/Nexos, ed e) neanche gli editori sanno come investigare.

"Allora, sembra che Fidel Castro legga, ricorda quello che legge, ce lo dice, sa come usare Lexis/Nexos e ha editori che l'aiutano in ciò. Quale lucidità deve essere discussa?"


La conclusione della storia.

Il 13 ottobre il Chicago Tribune ha riconosciuto la sua mancanza: "Un articolo del 22 settembre da Cuba ha posto in discussione l’affermazione del Presidente cubano Fidel Castro che lingotti d’oro erano sepolti sotto il World Trade Center nel momento degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. In realtà, oro ed argento sono stati sepolti sotto gli edifici in quel momento. Il Tribune si scusa per gli errori".

Non c’è bisogno di commento.



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Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIANNI GIULIANI.

 
 
 

CHI CI HA GUADAGNATO?

Post n°486 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da dammiltuoaiuto
 
Tag: bush, usa

CUI PRODEST? CHI CI HA GUADAGNATO?

 

Cui prodest scelus, is fecit.
"Colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto".

L.A. Seneca.

11 SETTEMBRE: CHI CI HA GUADAGNATO?
Di Arabesque.

Le promozioni dell’11 Settembre

La storia ufficiale dell'11-9 è un racconto di incredibile incompetenza. Ci portano a credere che al Qaeda abbia con successo ingannato un apparato difensivo da molti miliardi di dollari, le difese aeree del NORAD, le procedure di intercettazione standard della FAA, basi dell'aviazione Usa, [1] l’ FBI, la CIA, la NSA, le agenzie internazionali di intelligence eccetera senza incontrare resistenza. Mentre qualunque indagine seria degli attacchi dell'11-9 è stata bloccata dal presidente Bush e da Dick Cheney per più di un anno [2], è emersa una teoria di sistematica e incredibile incompetenza: al Qaeda è stata “fortunata”. Mindy Kleinberg del 9/11 Family Steering Committee, in un discorso pubblico alla Commissione sull'11-9 ha criticato questa idea:

E’ stato detto che le agenzie di intelligence devono avere ragione il 100% delle volte. I terroristi devono essere fortunati solo una volta. Questa spiegazione per i devastanti attacchi dell'11 settembre, è palesemente sbagliata, perché i terroristi dell'11-9 non sono stati fortunati solo una volta. Sono stati fortunati più e più volte. Quando si vede questo ripetuto schema di protocolli infranti, leggi infrante, comunicazioni saltate, non la si può continuare a chiamare fortuna. Se ad un certo punto non cerchiamo di far assumere alle persone la responsabilità per non aver fatto accuratamente il loro lavoro, allora come ci potremo mai aspettare che i terroristi non siano nuovamente fortunati?” [3]

Cosa è accaduto a coloro che hanno “sbagliato”, e quali sono stati esattamente i loro “errori”?

L'ex senatore Gary Hart osserva che, “in termini di responsabilità credo che questo sia uno dei più grandi misteri degli ultimi tre o quattro anni. 3000 americani sono morti tre anni fa e nessuno ha perso il suo lavoro per questo. Un presidente che dice di essere un presidente forte, e coloro che gli stanno attorno dicono che lo è, non ha licenziato nessuno. O egli è stato ingannato, nel qual caso qualcuno sarebbe dovuto essere licenziato. Oppure è lui che sta ingannando noi, nel qual caso dovremmo licenziarlo”[4]. Il senatore Charles Grassley ha similmente fatto notare che “ non mi viene in mente una sola persona da qualche parte nel governo, che sia stata ritenuta responsabile per ciò che è successo e ciò che è stato sbagliato prima dell'11 settembre, sembra che nessuno al governo faccia più sbagli”[5]. Secondo le testimonianze fornite al Congresso queste affermazioni sono accurate; non una sola persona all'interno della C.I.A., FBI, e NSA è stata rimproverata, punita o licenziata per gli eventi dell'11-9.[6]

Come è stato possibile? La Commissione sull'11-9 ha ammesso che il suo scopo non era “ assegnare colpe individuali”[7]. Perché no? Paul Craig Roberts fa notare che “lo scopo di una Commissione d'inchiesta governativa è dare la colpa dove fa meno danno politicamente”[8]. “Dando… a tutti un pochino di colpa, la Commissione non dà la colpa a nessuno”, ha osservato Harpers’ Magazine[9]. Non solo nessuno è stato ritenuto responsabile o rimproverato per gli attacchi dell'11-9, ma come osserva 911truth.org, “gli ufficiali che hanno sbagliato (come Myers e Eberhard, come Frasca, Maltbie e Bowman dell’ FBI) sono stati promossi” [10]. Un funzionario del Dipartimento di Giustizia ha commentato che l'FBI “ha, in pratica, promosso le stesse esatte persone che hanno diretto il... fallimento”[11]. Chi è stato responsabile di questi errori e chi è stato promosso?

Secondo Laura Brown della FAA: “ entro pochi minuti da quando il primo aereo colpì il World Trade Center, la FAA stabilì immediatamente diversi ponti telefonici che includevano i mezzi di campo della FAA, il centro di comando della FAA, i quartieri generali della FAA, il Dipartimento della difesa [cioè il NMCC del dipartimento della difesa], il Secret Service... L'uomo di collegamento dell'aviazione con la FAA si unì immediatamente al ponte telefonico con i quartieri generali della FAA e stabilì in contatto con il NORAD... La FAA, tramite i ponti telefonici, condivise informazioni in tempo reale sugli eventi in corso, comprese le informazioni sulla perdita di comunicazione con l'aereo, la perdita dei segnali dei transponder, cambi di rotta non autorizzati e altre azioni intraprese da tutti voli di interesse”[12] Questo era il protocollo standard:

 
 
 

ANCORA VIVI GLI ATTENTATORI  11 settembre

Post n°485 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da dammiltuoaiuto
 

TREDICI DEI PRESUNTI "DIROTTATORI SUICIDI" IN REALTA' SONO ANCORA VIVI ED ESTRANEI AGLI ATTENTATI

http://xoomer.alice.it/911_subito/dirottatori_vivi.htm
 

ULTIMO AGGIORNAMENTO IL 03/05/2006: I DIROTTATORI ANCORA VIVI SALGONO A TREDICI.


Nell'immagine qui sotto, i presunti dirottatori. Quelli contornati di rosso sono quelli ancora vivi.
Tredici in tutto, contando anche Zacharias Massaoui.
Cliccate sulla foto di un dirottatore per avere maggiori dettagli su di esso:

 


I mass media hanno segnalato che alcuni di questi dirottatori "suicidi" dell'11 settembre 2001 sono in realtà ancora vivi. Per esempio la BBC ha pubblicato questo articolo a riguardo. Ma c'è molto di più da dire a riguardo.
Vediamo quali dirottatori risultano essere ancora vivi, chi sono e dove si trovano attualmente.
 

Premessa per chi sostiene che si tratti di casi di omonimia:

Non è possibile che si tratti di semplice omonimia perchè, oltre allo stesso nome, le persone trovate ancora vive hanno anche le stesse facce, la stessa biografia e gli stessi dati anagrafici dei dirottatori.
Si tratta proprio di loro.

 

 

1-  Abdul Aziz Alomari  (Volo AA-11. Pilota Qualificato)

    

In realtà quest'uomo non esiste. Per creare questo "dirottatore" l'FBI ha unito le identità di due uomini con lo stesso nome, prendendo la faccia di uno e i dati anagrafici di un altro.
Entrambi gli uomini sono ancora vivi.
Il primo ha lo stesso nome e la stessa data di nascita del cosiddetto "terrorista" presentato dall'FBI, ma non ha idea di come volare.
Il secondo ha (quasi) lo stesso nome, ma una data differente di nascita. E' sua la faccia nelle foto (qui sopra) presentate dall'FBI, ed è un pilota per la Saudi Arabian Airlines.
Qui di seguito alcune citazioni dai mass media riguardo questi due uomini.

Abdul Aziz Alomari numero 1 (stesso nome e stessa data di nascita del "terrorista", ma non addestrato a volare):

"Un uomo saudita ha segnalato alle autorità di essere il vero Abdul Aziz Alomari, ed chiede che gli venga restituito il suo passaporto rubatogli nel 1995 mentre studiava ingegneria elettrica all'università di Denver. Alomari dice che ha informato la polizia del furto." Fonte: ABCNews.

"Non potevo crederci quando l'FBI mi ha messo nella lista dei dirottatori. Hanno dato il mio nome e la mia data di nascita, ma io non sono un terrorista suicida! Sono qui. Sono vivo. Non ho idea di come pilotare un aereo. Non ho avuto niente a che fare con gli attentati dell'11 settembre!". Fonte: Telegraph, 23 Settembre 2001.

"Il nome elencato dall'FBI è il mio nome e anche la data di nascita è la mia, ma non sono uno dei terroristi che hanno attaccato il WTC di New York". Fonte: il giornale Asharq Al-Awsat.

"Alomari da allora è stato trovato in Arabia Saudita ed è chiaramente estraneo agli attentati." Fonte: New York Times.

"I funzionari dell'Ambasciata Saudita a Washington hanno cambiato la sua identità. Dicono che un ingegnere elettrico saudita di nome Abdul Aziz Alomari fu derubato del passaporto e di altri documenti nel 1996 a Denver, quando era uno studente, e segnalò il furto alla polizia." Fonte: BBC.

"Abdul Aziz Alomari ed Ahmed Alghamdi, sono vivi e in buona salute, il primo in Arabia Saudita e il secondo in Tunisia per nove mesi". Fonte: Wal Fadjri del 21 settembre 2001.

"Secondo il giornale "The Orlando Sentinel", l'Ambasciata Saudita ha confermato che quattro dei cinque terroristi menzionati da Al-Faisal (cioè Saeed Alghamdi, Mohand Alshehri, Abdulaziz Alomari e Salem Alhazmi) sono ancora vivi e assolutamente estranei agli attacchi terroristici effettuati l'11 settembre 2001 a New York e Washington." Fonte: American Free Press.

Abdul "Rahman" Alomari numero 2 (quasi stesso nome del "terrorista", data di nascita differente, ed è un pilota.):

Il signor Alomari, un pilota della Saudi Arabian Airlines, si è recato nell'ambasciata degli Stati Uniti a Jeddah per chiedere per quale motivo è stato additato come terrorista suicida morto negli attentati dell'11 settembre.

"Abdul Rahman Alomari è vivo ed è un pilota della Saudi Arabian Airlines". Fonte: BBC, 23 settembre 2001.

"Un pilota della Saudi Arabian Airlines è rimasto stupito di trovarsi accusato degli attentati dell'11 settembre, e si è recato al consolato degli Stati Uniti a Jeddah per richiedere spiegazioni". Fonte: il giornale Independent del 17 Settembre 2001.

Questo Alomari vive con sua moglie e i suoi quattro figli a Jeddah, in Arabia Saudita.

CONCLUSIONE:

C'è molta confusione riguardo a questo presunto "terrorista suicida". Alcune fonti ufficiali hanno riportato che in realtà l'identità di questo dirottatore fantasma sarebbe stata ottenuta unendo quella di più di due persone:

"Mentre studiava alla FlightSafety Academy, Alomari si è spostato con la moglie e i tre figli in una casa a Vero Beach, Florida, vicino a due sospetti terroristi che sono stati  arrestati dal giorno degli attentati. La moglie e i figli hanno lasciato la casa 10 giorni prima degli attentati, dicendo che sarebbero tornati a casa in Arabia Saudita.
I registri mostrano che uno studente con lo stesso nome si è laureato l'anno precedente all'università del Colorado, a Denver, con una laurea in ingegneria.
E' stato anche riportato che un uomo con lo stesso nome abbia visitato le Filippine a febbraio di quest'anno (2001). Sono state trovate due cassette di sicurezza alla banca di Miami a suo nome.
Un uomo che sostiene di essere Alomari ha detto ai giornali che è vivo e vive a Riyadh. Afferma che il suo passaporto fu rubato in Colorado 5 anni fa."  Fonte: Telegraph, 20/09/2001.

A quanto pare, essendo "Alomari" un nome molto comune, l'FBI deve essersi confusa ed ha unito alcuni dati di una persona con quelli di una seconda e di una terza e con la faccia di una quarta.
Ma è anche possibile che le persone mischiate per creare questo "terrorista" siano più di quattro.

 

 

2-  Waleed M. Alshehri  (Volo AA-11. Pilota Qualificato)

"Una sesta persona nella lista dell'FBI, il saudita Waleed Alshehri, attualmente vive a Casablanca, secondo un funzionario della Royal Air Moroc, la linea aerea commerciale marocchina. Secondo il funzionario, Alshehri ha vissuto a Dayton Beach, dove ha conseguito la licenza di pilota d'aereo all'università aeronautica di Embry-Riddle. Ora lavora per una linea aerea marocchina." Fonte: Associated Press del 22 settembre 2001, che inoltre ha segnalato che Alshehri si era recato all'ambasciata USA in Marocco per chiedere spiegazioni.

"La sua fotografia è stata diffusa dall'FBI su giornali e televisioni di tutto il mondo. Il signor Alshehri si è presentato in Marocco per dimostrante chiaramente che non era un membro dell'attacco terroristico suicida." Fonte: Daily Trust, 24 Settembre 2001.

"E' stato riferito che sia stato a Hollywood, in Florida, per un mese l'anno scorso, ma suo padre Ahmed ha detto che Waleed è vivo e in buona salute in Marocco." Fonte: Telegraph.

"Un altro degli uomini indicati dall'FBI come dirottatore degli attacchi terroristici dell'11 settembre a Washington e New York è stato trovato. E' ancora vivo e sta bene." Fonte: BBC, 23 Settembre 2001.

"Ha riconosciuto di aver frequentato la scuola di volo a Dayton Beach negli USA, e di essere infatti lo stesso Waleed Alshehri che l'FBI ha accusato degli attentati dell'11 settembre, ma ha detto anche di aver lasciato gli USA un anno prima degli attentati, diventando un pilota della Saudi Arabian Airlines. Attualmente frequenta un corso di aggiornamento in Marocco." Fonte: BBC.

 

 

3-  Wail M. Alshehri  (Volo AA-11)

Fratello di Waleed M. Alshehri.

"Wail M. Alshehri, nome usato da uno dei sospetti terroristi del volo AA-11. Un uomo con lo stesso nome è un pilota il cui padre è un diplomatico saudita a Bombay. «Io personalmente ho parlato con entrambi, padre e figlio, proprio oggi», ha detto Gaafar Allagany, capo del centro d'informazioni dell'Ambasciata Saudita, alcuni giorni dopo gli attentati." Fonte: Los Angeles Times.

 

 

4-  Mohamed Atta  (Volo AA-11)

Il padre di Mohamed Atta ha riferito ai giornali di aver ricevuto una telefonata da suo figlio il giorno successivo agli attentati, il 12 settembre 2001:

"Atta [il padre] ha affermato di non avere più notizie del figlio dal 12 settembre 2001, e che non ha più chiamato suo figlio dalla sua partenza nel 1993. «Ci chiamava sempre lui. Noi non abbiamo mai avuto il suo numero di telefono»".
Fonte: The Cairo Times, Volume 5, Numero 29.

A destra, una foto di Mohamed Atta quando aveva 15 anni insieme al padre.

 

 

5-  Ahmed Alghamdi  (Volo UA-175)

"Abdul Aziz Alomari ed Ahmed Alghamdi sono vivi e in buona salute, il primo in Arabia Saudita e il secondo in Tunisia".
Fonte: Wal Fadjri del 21 settembre 2001.

 

 

6-  Mohand Alshehri  (Volo UA-175)

    

"Mohand Alshehri è ancora vivo. L'Ambasciata Saudita ha affermato che è stato vittima di uno scambio d'identità."  Fonte: CNN.

"Secondo il giornale "The Orlando Sentinel", l'Ambasciata Saudita ha confermato che quattro dei cinque terroristi menzionati da Al-Faisal (cioè Saeed Alghamdi, Mohand Alshehri, Abdulaziz Alomari e Salem Alhazmi) sono ancora vivi e assolutamente estranei agli attacchi terroristici effettuati l'11 settembre 2001 a New York e Washington." Fonte: American Free Press.

 

 

7-  Hamza Alghamdi  (Volo UA-175)

    

Forse ancora vivo.

Il padre di Alghamdi ha affermato che le foto diffuse dall'FBI non ritraggono suo figlio. "Non c'è nessuna somiglianza tra mio figlio e l'uomo in quelle foto", ha detto. Fonte: Washington Post.

Recentemente (marzo 2008) si sono scoperte diverse incongruenze tra la versione ufficiale dei fatti e il comportamento realmente tenuto da Alghamdi precedentemente agli attentati.

Non si sa nulla di più riguardo Alghamdi.

 

 

8-  Khalid Almihdhar  (Volo AA-77)

I funzionari sauditi all'ambasciata non sono in grado di verificare dove si trovi l'uomo accusato di essere il quinto dirottatore, Khalid Almihdhar. Tuttavia, alcuni giornali arabi sostengono che Almihdhar sia ancora vivo.

"Ci sono indizi che il sospettato terrorista Khalid Almihdhar possa essere ancora vivo". Fonte: BBC, 23 Settembre 2001.

"Alcuni funzionari governativi, parlando in condizione di anonimato, hanno affermato di stare esplorando diverse possibilità. Una di esse è che Almihdhar non sia mai entrato nello stato e che il suo nome sia stato semplicemente usato come uno pseudonimo da uno dei dirottatori morti. Un'altra possibilità è che Almihdhar abbia permesso che il suo nome venisse utilizzato da un altro dirottatore in modo da far credere di essere morto, e guadagnando così il tempo per fuggire dallo stato. Una terza possibilità è che sia effettivamente un dirottatore morto nello schianto." Fonte: Guardian.

"Otto giorni dopo gli attentati, il Federal Deposit Insurance Corp. ha distribuito un avviso speciale alle sue banche associate chiedendo maggiori informazioni sul presunto dirottatore. Il rapporto dice: "Khalid Almihdhar è ancora vivo", ventilando la possibilità che il vero Almihdhar non sia morto negli attentati." Fonte: Cox News Service.

"«Voglio credere che sia tutto solo un errore», ha detto Khalid Almihdhar, che mentre stava guardando la TV a casa propria con i suoi amici ha visto la sua fotografia al telegiornale e ha subito chiamato per dimostrare di essere ancora vivo."  Fonte: il Chicago Tribune del 4 ottobre 2001.

 

 

9-  Salem Alhazmi  (Volo AA-77)

"Il signor Alhazmi, 26 anni, era appena ritornato al suo lavoro in un complesso petrolchimico nella città industriale di Yanbou in Arabia Saudita dopo una vacanza, quando i dirottatori hanno colpito. È stato accusato del dirottamento del volo AA-77, che ha colpito il Pentagono. Ha risposto: «Non sono mai andato negli Stati Uniti e non ho mai lasciato L'Arabia Saudita negli ultimi due anni.» L'FBI lo aveva descritto come un ventunenne e aveva affermato che la sua residenza poteva trovarsi a Fort Lee o a Wayne, entrambe nel New Jersey." Fonte: Telegraph, 23 Settembre 2001.

"Il signor Alhazmi ha affermato di non aver lasciato l'Arabia Saudita per due anni, e che il suo passaporto è stato rubato da un borseggiatore tre anni fa nel Cairo." Fonte: Guardian.

"Secondo il giornale "The Orlando Sentinel", l'Ambasciata Saudita ha confermato che quattro dei cinque terroristi menzionati da Al-Faisal (cioè Saeed Alghamdi, Mohand Alshehri, Abdulaziz Alomari e Salem Alhazmi) sono ancora vivi e assolutamente estranei agli attacchi terroristici effettuati l'11 settembre 2001 a New York e Washington." Fonte: American Free Press.

 

 

10-  Saeed Alghamdi  (Volo UA-93. Pilota Qualificato)

Ufficialmente: "Saeed Alghamdi è uno dei tre dirottatori che i funzionari degli Stati Uniti hanno collegato alla rete di Al-Qaeda capeggiata da Osama bin Laden." Fonte: BBC.

No, BBC. In realtà il signor Saeed Alghamdi è ancora vivo e in buona salute, e lavora come pilota per la compagnia Tunis Air.

"Sono rimasto completamente shockato. Nei 10 mesi passati sono stato in Tunisia con altri 22 piloti per imparare a pilotare un Airbus 320. L'FBI non ha fornito alcuna prova della mia presunta partecipazione agli attentati." Fonte: Telegraph, 23/09/2001.
[NOTA: Come ha fatto già notare qualcuno, da questa testimonianza appare ancora più evidente l'assurdità della versione ufficiale secondo cui i dirottatori avrebbero imparato a pilotare i Boeing 757 e 767 seguendo qualche lezione ad una scuola di volo per Cessna e piccoli aerei da turismo, in alcuni casi senza neanche finire il corso.
Ma come? Per imparare a pilotare un Airbus 320 (lungo 37 metri e largo 34, fonte: Alitalia) occorrono 10 mesi anche ad un pilota già esperto... e invece per imparare a pilotare un ben più grande Boeing 757 (lungo 47 metri e largo 38) bastano manuali di volo e corsi per aerei da turismo piccoli e semplici come i Cessna (lunghi 9 metri e larghi 11, Fonte)? Per non parlare dei Boeing 767, ancora più grandi e complessi.
E' come pretendere di imparare a guidare un camion frequentando un corso per motorini. E' assurdo.
Ma continuiamo con le testimonianze.]

"Il giornale Asharq Al Awsat, un quotidiano arabo con base a Londra, sostiene di aver intervistato il redivivo Saeed Alghamdi." Fonte: BBC, 23 Settembre 2001.

"Abdulaziz Alomari e Saeed Alghamdi sono ancora vivi e in buona salute. Il primo in Arabia Saudita e il secondo in Tunisia per nove mesi." Fonte: Wal Fadjri, 21 settembre 2001.

"Saeed Alghamdi è ancora vivo e non ha avuto nulla a che fare con gli attentati a New York e a Washington." Fonte: Ambasciata Saudita.

"Non potete immaginare cosa significhi sentirsi accusare di essere un terrorista - per di più morto - quando si è innocenti e ancora vivi. Che razza di servizi segreti sono quelli americani, che non sanno che ci sono migliaia di Saeed Alghamdi in Arabia Saudita?! E' come accusare Tom di New York! Ce ne sono migliaia." Fonte: Telegraph.

"Secondo il giornale "The Orlando Sentinel", l'Ambasciata Saudita ha confermato che quattro dei cinque terroristi menzionati da Al-Faisal (cioè Saeed Alghamdi, Mohand Alshehri, Abdulaziz Alomari e Salem Alhazmi) sono ancora vivi e assolutamente estranei agli attacchi terroristici effettuati l'11 settembre 2001 a New York e Washington." Fonte: American Free Press.

 

 

11-  Ahmed Alnami  (Volo UA-93)

"«Sono ancora vivo, come potete vedere. Sono stato molto scosso nel vedere il mio nome menzionato dal Dipartimento Americano di Giustizia. Non avevo mai nemmeno sentito parlare della Pennsylvania in cui si è schiantato l'aereo che secondo loro avrei dirottato.» Ahmed Alnami, 33 anni, della città di Riyadh, un supervisore amministrativo della Saudi Arabian Airlines, ha detto che quando i terroristi hanno attaccato lui si trovava a Riyadh. Alnami inoltre non ha mai perso il suo passaporto, ed ha trovato molto preoccupante (per non dire "sospetto") che la sua identità sia stata rubata e pubblicata dall'FBI senza nessun controllo."
Fonte: Telegraph, 23 Settembre 2001.

 

 

12-  Ziad Samir Jarrah  (Volo UA-93)

"Di tutte le dozzine di misteri che circondano gli attentati dell'11 settembre, la vita del sospettato dirottatore Ziad Jarrah è uno dei più strani. Dal Libano alla Germania agli Stati Uniti, ci sono pochissimi indizi sul perchè egli abbia deciso di unirsi ad un'organizzazione terrorista, e ancora meno sul perchè abbia requisito un aereoplano per farlo schiantare in una missione suicida che è costata la vita a dozzine di innocenti."  Fonte: Boston Globe, 25 settembre 2001.

Proviamo a fare un confronto di diverse foto di Ziad Jarrah diffuse ufficialmente.

Foto N° 1: Fotografia del visto studentesco di Ziad Jarrah.
Foto N° 2: Fotografia autentica del sospettato terrorista Ziad Jarrah scattata nel 1996. [Fonte: BBC]
Foto N° 3: Fotografia del passaporto di Ziad Jarrah trovata tra le rovine del volo UA-93.

Le foto 1 e 3 raffigurano evidentemente la stessa persona. Confrontiamole con la foto N° 2.

Forma del cranio: non corrisponde (quello della foto 2 è molto più allungato).
Attaccatura dei capelli: non corrisponde.
Forma del naso: non corrisponde (nella 2 è più stretto).

Inoltre il vero Ziad Jarrah non portava occhiali come l'uomo nella seconda foto. E anche sopracciglia e carnagione dell'uomo nella fotografia 2 sono diverse di quelle del Ziad Jarrah mostrato in tutte le altre foto ufficiali (qui sotto).

Osservando attentamente queste tre foto, ci si accorge che la numero 2 raffigura una persona diversa dalla 1 e dalla 3. Di simile hanno solo l'espressione, per cui a prima vista sembrano la stessa persona, ma a ben guardare i tratti somatici non corrispondono.

Conclusione: Il Ziad Jarrah accusato di aver dirottato il volo UA-93 (quello nella foto 2) non è lo stesso raffigurato nella fotografia 3, trovata sulla scena dello schianto. Quindi, l'uomo nella fotografia 3 non può essere uno dei dirottatori.

Una comparazione generale di tutte le immagini del vero Ziad Jarrah (clicca per vederle a dimensione naturale):

"Tutto questo non ha senso", ha detto lo zio, Jamal Jarrah, in un'intervista telefonica dal villaggio di Al-Marj, in Libano, ricordando che due giorni prima degli attentati suo nipote Ziad aveva chiamato per dire a tutta la famiglia che sarebbe tornato a casa per il matrimonio del cugino, a metà settembre. "Ha detto che aveva perfino comprato un nuovo vestito per l'occasione." Fonte: Boston Globe. [Guarda online l'intera intervista, è consigliato avere una linea ADSL.]

"Nell'estate del 1999, Jarrah ha passato molto tempo a Bochum con la sua ragazza Aisel." Fonte: CBC

Jarrah viveva con la sua ragazza.

"Una lettera d'addio scritta da Ziad Jarrah alla sua ragazza in Germania è stata intercettata dagli investigatori americani. Jarrah l'ha spedita all'indirizzo della fidanzata a Bochum, ma a quanto sembra non è mai arrivata per via di un errore nell'indirizzo. Il servizio postale tedesco ha rispedito la lettera agli Stati Uniti, dove è stata intercettata dagli investigatori una settimana fa." Fonte: Guardian

"La lettera è stata fabbricata in un tentativo di trovare prove evidenti di colpevolezza contro Ziad", ha affermato suo zio alla US Associated Press. E ha aggiunto anche che è molto sospetto che Ziad abbia sbagliato a scrivere l'indirizzo della sua fidanzata. Ziad la conosceva da 5 anni, e non avrebbe mai potuto commettere un errore simile (soprattutto con una lettera così importante).
Fonte: BBC.

 

 

Altri accusati di essere implicati negli attentati dell'11 settembre trovati invece innocenti:


Ameer Bukhari

"Ameer Bukhari è morto un anno prima degli attentati in un piccolo incidente aereo."  Fonte: Correzione della CNN


Adnan Bukhari

"Adnan Bukhari è ancora vivo e si trova in Florida."  Fonte: Correzione della CNN


Amer Kamfar

"...un sospettato dirottatore dall'FBI, Amer Kamfar, è in realtà un pilota ancora vivo in Arabia Saudita." Wal Fadjri 21/11/2001.

 

 

CONCLUSIONE:

Non c'è che dire. La precisione e l'affidabilità delle indagini americane lasciano esterrefatti. Ispirano decisamente fiducia.

Sembra che almeno tredici (contando anche Zacharias Massaoui) dei 20 presunti "dirottatori suicidi" siano in realtà vivi ed estranei agli attentati. Non sono proprio capaci gli arabi di fare i terroristi suicidi.
Inoltre non è detto che gli altri che (per ora) ancora non sono risultati essere vivi, non siano innocenti e in ottima salute anche loro.

Sembra anche che l'FBI abbia preso le prime foto di persone arabe che gli siano capitate sottomano e senza verificarne in alcun modo l'identità le abbia accusate del peggior attentato terroristico della storia (vedi il comunicato ufficiale dell'FBI).

Poco tempo dopo l'attentato il direttore dell'FBI, Robert Mueller, ammise perfino che "non ci sono prove legittime che dimostrino l'identità dei dirottatori. L'identità di molti di essi è ancora incerta".
Eppure, quegli uomini sono considerati da anni gli esecutori degli attentati dell'11 settembre 2001.
E, oltre a non ritirare queste false accuse, l'FBI non ha mai indagato oltre per scoprire i reali colpevoli!
Alla faccia della professionalità.

Sembra quasi che, anzichè scoprire la verità riguardo l'11 settembre, agli USA interessasse piuttosto strumentalizzarlo per dichiarare guerra impunemente a chiunque volessero.

Per non parlare poi della più che dubbia attribuzione di tutto a un tale di nome Osama bin Laden, capo di una onnipresente organizzazione terroristica denominata AlQaeda fino ad allora sconosciuta e dalla struttura, posizione e componenti tuttora ignoti.

Ad oggi, nessuna prova della validità di queste congetture è mai stata portata.
Volendo, Osama bin Laden potrebbe fare causa per diffamazione al governo USA, e legalmente avrebbe anche ragione!
Incredibile ma vero.

Ora, considerando queste informazioni, chi ci dice che tutto questo non sia soltanto semplice incompetenza, ma parte di una manovra di depistamento ben più grande per coprire i reali avvenimenti dell'11 settembre?

C'è un limite al numero di errori che si possono commettere in buona fede in un'unica occasione, e quel limite è già stato ampiamente superato da tempo. E' ora di chiedersi se non ci sia della malafede in gioco, e in questo caso per quali motivi.


 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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