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Post n°588 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

Iraq/Iran: tre uomini a rischio di condanna a morteData di pubblicazione dell'appello: 29.01.2009Status dell'appello: attivoUA 03/09 - MDE 14/001/2009

Impiccagione pubblica, Iran 2002 ©APGraphicsBank
Impiccagione pubblica, Iran 2002 ©APGraphicsBank

Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri, Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri e Naji 'Aboud 'Obidawi sono a rischio di ritorno forzato dall'Iraq verso l'Iran, dove potrebbero essere sottoposti a tortura e condannati a morte.

I tre uomini, di nazionalità iraniana e membri della comunità araba Ahwazi, sono rinchiusi nella prigione di al-'Amara, a sud di Baghdad.

Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri e Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri sono fuggiti in Iraq nel dicembre 2007 e arrestati nella città di Basra. Accusati di essere entrati in territorio iracheno illegalmente, sono stati condannati a un anno di prigione e trasferiti a al-'Amara per scontare la pena. Avendo scontato la sentenza, i due uomini potrebbero essere forzati a rientrare in Iran, dove sono ricercati per aver organizzato delle proteste antigovernative nell'aprile del 2005.

 

Naji 'Aboud 'Obidawi è fuggito in Iraq a giugno del 2008, anche lui è stato arrestato e trasferito nella prigione di al-'Amara. Amnesty International non è a conoscenza delle motivazioni del suo arresto, né delle accuse a suo carico. È probabile che sia stato arrestato per essere entrato illegalmente in Iraq. Nel suo paese, Naji 'Aboud 'Obidawi stava scontando una condanna a 10 anni di carcere, per aver preso parte alle proteste del 2005. Quando gli è stato consentito di lasciare il carcere per far visita alla sua famiglia, l'uomo ha deciso di fuggire in Iraq.

Informazioni di base

Molti membri della comunità araba iraniana vivono nella provincia di Khuzestan, che confina con l'Iraq. La zona è molto importante dal punto di vista strategico poiché in questo sito è presente la maggior parte delle riserve petrolifere iraniane. La popolazione araba, tuttavia, non ne trae alcun beneficio economico in quanto tutte le rendite sono prerogativa della popolazione persiana.

Nel 2005, ad aprile, furono organizzate numerose manifestazioni di protesta in seguito alla decisione delle autorità di disperdere la popolazione araba nel territorio iraniano così da costringerla a rinnegare e dimenticare la loro origine etnica. Centinaia di persone furono arrestate in seguito ad attentati negli impianti petroliferi e nella città di Ahvaz, che uccisero almeno 14 persone. Ulteriori attentati, a gennaio del 2006, dove morirono almeno sei persone, furono seguiti da altri arresti di massa. Almeno 17 persone sono state messe a morte con l'accusa di aver organizzato questi attentati, non è chiaro se un altro uomo sia stato messo a morte o sia deceduto in carcere.

Come Stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e della Convenzione contro la tortura (CAT), l'Iraq ha l'obbligo di non forzare il ritorno di persone verso paesi dove potrebbero essere sottoposte a tortura e altri maltrattamenti. Inoltre, tutti gli Stati sono vincolati al principio internazionale di non-refoulment che proibisce il ritorno forzato verso paesi dove è alto il rischio di subire gravi abusi dei diritti umani, compresa la tortura.

S.E. il Signor Mazin Abdulwahab Thiab
Consigliere della Repubblica dell'Iraq
Ambasciata della Repubblica dell'Iraq
Via della Camilluccia, 355
00135 Roma
fax: 06 3014445
E-mail: iraqembroma@yahoo.it

A:
Presidente Jalal Talabani
Presidente della repubblica dell'Iraq
 
Eccellenza,

Le scriviamo in quanto soci e sostenitori di Amnesty International, organizzazione non governativa che lavora dal 1961 in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Chiediamo di rivolgere la Sua attenzione ai casi di Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri, Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri e Naji 'Aboud 'Obidawi.

I tre uomini, di nazionalità iraniana e membri della comunità araba di Ahwazi, sono detenuti nella città di al-'Amara, a sud di Baghdad.

La esortiamo affinché Shaheed 'Abdulhussain 'Abbas 'Amouri, Mohammed 'Ali 'Abdulzahra Hamad 'Amouri e Naji 'Aboud 'Obidawi non siano forzati a rientrare in Iran dove potrebbero essere sottoposti a tortura e condannati a morte.

Le ricordiamo che gli obblighi internazionali del governo iracheno stabiliscono che nessun individuo debba essere forzato a tornare in un paese dove potrebbe essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani, inclusa la tortura.

La ringraziamo per l'attenzione.

 
 
 

firma gli appelli

Post n°587 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 
Tag: cina

Repubblica popolare cinese: Gao Zhisheng, avvocato e difensore dei diritti umani è a rischio di tortureData di pubblicazione dell'appello: 03.02.2009Status dell'appello: attivoAggiornamento UA 24/09 - ASA 17/004/2009

Gao Zhisheng ©Hu Jia
Gao Zhisheng ©Hu Jia

Secondo quanto riportato dall'emittente statunitense Radio Free Asia il 4 febbraio 2009 l'avvocato Gao Zhisheng è stato prelevato dalla sua abitazione nella provincia dello Shaanxi da 10 agenti delle forze di sicurezza. È attualmente detenuto in totale isolamento in un luogo non noto. Amnesty International (AI) teme che possa subire torture e maltrattamenti.

La stessa Radio Free Asia ha fatto sapere il 5 febbraio che le autorità, in occasione del Capodanno cinese (26 gennaio), avevano disposto il trasferimento di Gao Zhisheng dalla capitale Pechino verso la sua città d'origine nello Shaanxi.

 

Gao Zhisheng era stato arrestato una prima volta il 22 agosto 2006. Dopo un processo sommario, nel dicembre dello stesso anno, era stato condannato a tre anni di prigione con l'accusa di "incitamento alla sovversione" per aver organizzato uno sciopero della fame per denunciare le vessazioni subite da altri difensori dei diritti umani. La condanna era stata poi sospesa. Da quel momento, tuttavia, lui e la sua famiglia erano stati tenuti costantemente sotto sorveglianza.

Nell'aprile 2007, Gao Zhisheng aveva denunciato le torture e i maltrattamenti subiti durante la detenzione in attesa del processo. A seguito delle sue denunce, le minacce e i controlli contro di lui e la sua famiglia si erano intensificati.

Nel settembre dello stesso anno, Gao Zhisheng aveva trascorso alcune settimane in carcere per aver denunciato al Congresso Usa la situazione dei diritti umani in Cina. In quell'occasione, era stato sottoposto a brutali torture: pestaggi, scariche elettriche sui genitali, sigarette accese poste vicino agli occhi. Dopo il rilascio, persone a lui vicine lo avevano descritto come "un uomo distrutto", sia fisicamente che psicologicamente.

Informazioni di base

I difensori dei diritti umani in Cina che tentano di denunciare le violazioni e le politiche repressive del governo o che cercano di coinvolgere altre persone nelle loro iniziative, si trovano in costante pericolo. Molti sono detenuti a seguito di processi politici, mentre è in continua crescita il numero di persone poste agli arresti domiciliari e sotto stretta sorveglianza da parte della polizia.

Prime Minister of the People's Republic of China
WEN Jiabao Guojia Zongli
The State Council General Office
2 Fuyoujie
Xichengqu
Beijingshi 100017
People's Republic of China
Fax: +86 10 65961109

Eccellenza,

Le scriviamo in quanto soci e sostenitori di Amnesty International, l'Organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Le chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di Gao Zhisheng.

La esortiamo a garantire che, durante la custodia, non sia sottoposto a tortura o ad altri maltrattamenti e a rendere noto il luogo in cui è detenuto.

La esortiamo inoltre ad assicurare a Gao Zhisheng l'accesso a un avvocato e a qualsiasi trattamento medico di cui possa avere bisogno.

Infine, Le chiediamo di intraprendere misure efficaci ad assicurare che tutti i difensori dei diritti umani possano condurre le loro attività pacifiche senza il timore di detenzione arbitraria, arresto, ostacoli o intimidazioni, in linea con quanto stabilito dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani.

La ringraziamo per l'attenzione.

 
 
 

Le cose che ho imparato nella vita

Post n°586 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da dammiltuoaiuto
 

“Le cose che ho imparato nella vita”
di Paulo Coelho

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:

- Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
- Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
- Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
- Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
- Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
- Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
- Che la pazienza richiede molta pratica.
- Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
- Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
- Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto te stesso.
- Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
- Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
- Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
- Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
- Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
- La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
- E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
- Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
- Non cercare le apparenze, possono ingannare.
- Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
- Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
- Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
- Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
- Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
- Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
- Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
- Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
- Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
- Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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