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Messaggi del 27/08/2010

 

Isolamento, lavori forzati, scosse elettriche: benvenuti in Tibet. CINA GO HOME

Isolamento, lavori forzati, scosse elettriche: benvenuti in Tibet.
  
Avevo  19 anni quando insieme ad alcuni amici ho organizzato una piccola protesta nel centro di Lhasa. Avevamo una bandiera e abbiamo gridato Il Tibet è una nazione indipendente.
La polizia è arrivata in tre minuti e per me è iniziato un inferno lungo 6 anni. Celle minuscole con decine di prigionieri costretti a stare in piedi tutto il tempo. Lavoro durissimo nei campi. Mi tenevano appeso per i polsi picchiandomi con tubi di gomma pieni di sabbia. Ci davano da mangiare pochi tozzi di pane e un po’ di verdura in brodo, quel che poteva bastare a non farci morire di fame. Al processo non ho avuto diritto a un avvocato e per tutto il periodo di detenzione sono continuate le torture e gli interrogatori, usavano anche i bastoni elettrici. D’inverno ci facevano camminare a piedi nudi sul ghiaccio e d’estate ci coprivano apposta con vestiti pesantissimi. Quando ho scontato la pena tornare a una vita normale mi è stato impossibile: costringevano i miei datori di lavoro a licenziarmi ogni poche settimane e ho dovuto chiudere un piccolo ristorante che avevo aperto. Alla fine sono scappato i India e non ho quasi più contatti con la mia famiglia. Lascio analisi geopolitiche sulla situazione in Tibet e riflessioni di d
iritto ad altri, la rete ne è piena, specie in questi giorni. Non potevo però esimermi dall’unirmi al coro di proteste riportando una delle tante, tantissime testimonianze di cosa può succedere in Cina se solo ci si azzarda ad andare in piazza con una bandiera a tentare di esprimere in maniera pacifica la propria opinione”.
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L'ampliamento del premier

Post n°746 pubblicato il 27 Agosto 2010 da dammiltuoaiuto
 

L'ampliamento del premier - Villa Certosa, Sardegna: la villa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrà 5 bungalow in più. L'amico governatore dà l'ok
26 luglio 2010 - 13:31
L'ampliamento del premier

 http://dilatua.libero.it/attualita/l-ampliamento-del-premier-bl8596.phtml

 

Villa Certosa, Sardegna: la villa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrà 5 bungalow in più. L'amico governatore dà l'ok

 

 
di Redazione

Nella sua residenza sarda, già sede di feste a base di escort e veline, il premier potrà ora costruire nuove unità abitative. La commissione paesaggistica ha infatti detto sì alla richiesta di ampliamento della volumetria e alla costruzione di alcuni bungalow a Villa Certosa, sulla costa di Porto Rotondo. D'altra parte il piano casa del governo parlava chiaro: grazie al provvedimento è infatti possibile ampliare le nuove case di oltre un terzo del volume e ingrandire quelle esistenti del 20%.

La commissione paesaggistica regionale ha esaminato l'istanza di ampliamento della volumetria presentata a maggio scorso dalla Idra Immobiliare, la società del premier proprietaria della residenza principesca, e ha concesso il nullaosta all'intervento. Nessuna incompatibilità dal punto di vista paesaggistico, ma a volerla buttare in politica sono già pronte le repliche di illustri esponenti dell'opposizione. A partire da Renato Soru, ex presidente della Regione: "«Non ho commenti su questa vicenda, posso solo dire che difenderemo il piano paesaggistico in ogni sede, come abbiamo fatto finora».

A contestare l'ampliamento è anche Edoardo
Salzano
, urbanista pianificatore di fama internazionale: «Questo episodio, l’uomo più ricco d’Italia e capo del governo italiano che chiede e ottiene di allargare
la propria villa in Sardegna, è una nuova conferma del livello
barbarico in cui è precipitata l’Italia».

L'ampliamento di Villa Certosa è l'ennesimo esempio di leggi ad personam? Dì la tua
 

 
 
 

Da Meteorina ad assessore

Post n°745 pubblicato il 27 Agosto 2010 da dammiltuoaiuto
 

 
Da Meteorina ad assessore - Dal tg di Fede alla Giunta: alle elezioni regionali non ce l'ha fatta, ma per Giovanna Del Giudice arriva la nomina alla Provincia di Napoli come assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità. Sulle orme della Carfagna...
7 luglio 2010 - 11:03
Da Meteorina ad assessore

 

Dal tg di Fede alla Giunta: alle elezioni regionali non ce l'ha fatta, ma per Giovanna Del Giudice arriva la nomina alla Provincia di Napoli come assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità. Sulle orme della Carfagna...

 http://dilatua.libero.it/attualita/meteorina-assessore-bl8583.phtml

 
di Redazione

Di passare per la bella ragazza che arriva alla politica bruciando le tappe, Giovanna Del Giudice non ci sta. Eppure per lei, che alle elezioni regionali non ce l'aveva fatta arrivando trentunesima su trentadue candidati, tra poche ore giungerà la nomina alla Provincia di Napoli come assessore alle politiche giovanili e alle pari opportunità. Non male per una ragazza di 26 anni, che nel suo curriculum ha anche il ruolo di Meteorina per il tg di Emilio Fede, fedelissimo del Cavaliere. «E basta con questa storia della Meteorina, vinsi un concorso di moda e il premio fu quello di partecipare ad alcune registrazioni del Meteo del Tg di Fede - dice lei al Corriere del Mezzogiorno -. Da allora nessuna comparsata in tv. Ho fatto seriamente politica. Certo, con Berlusconi: è l’unico che crede e investe sui giovani».

Concorso o no, Giovanna aveva e ha il corpo e il viso giusto per fare tv: mora, begli occhi, assomiglia alla Carfagna dei primi tempi. «Mi sto laureando in Giurisprudenza - racconta -: ho chiesto la tesi in diritto comunitario. Sono di San Sebastiano al Vesuvio, faccio l’imprenditrice, settore abbigliamento: Dg fashion srl è l’azienda di famiglia. Faccio politica da sempre: ho collaborato con i parlamentari Maria Rizzotti, Enzo Ghigo e Gilberto Pichetto Fratin». Insomma, la ragazza ci tiene a precisare che non viene dal nulla.«Ho lavorato da sempre nel partito, sono cresciuta in Forza Italia. La mia famiglia ha votato puntualmente a destra. Ora, dopo la campagna elettorale per le regionali, ho imparato tante cose: a seguire i problemi quotidiani della gente, a considerare l’importanza di mantenere un forte contatto con il territorio. Vorrei impegnarmi su questo. E sostenere le sane ambizioni dei giovani».

«Mai stata a Villa Certosa?», chiede il giornalista Angelo Agrippa. «No, mai», risponde lei. Quanto alle accuse sulla moralità del premier - un anno è passato dalla bufera D'Addario -, Giovanna lo difende a spada tratta: «Accuse gratuite. In giro ci sono troppi moralisti. Lui non fa nulla di male. Paga per essere un uomo allegro e sincero. Che trasferisce a tutti il suo entusiasmo».
 

 
 
 

LE PAROLE DI SAKINEH MOHAMMADI

Post n°744 pubblicato il 27 Agosto 2010 da dammiltuoaiuto
 

Firmate queste petizioni,salviamo questa donna dalla lapidazione della follia fantica islamica iraniana

http://freesakineh.org/es/

 

http://www.amnesty.it/pena_di_morte_Iran_lapidazione_adulterio

Ma come fanno a prepararsi a mirare al mio viso e alle mie mani, a lanciarmi delle pietre? Perché? Sono Sakineh Mohammadi-Ashtiani. Dite a tutto il mondo che ho paura di morire. Dalla prigione di Tabriz ringrazio quelli che pensano a me". Sono le ultime parole credibili con le quali la donna iraniana di 43 anni, madre di due figli, chiede aiuto. Condannata per adulterio e per complicità nell'omicidio del marito, dopo quelle frasi uscite tramite un'organizzazione umanitaria dal carcere, Sakineh è stata costretta a una finta confessione in tv e il suo avvocato, Mohammed Mostafei, è dovuto fuggire in Norvegia.

Ma da quando Mostafei ha fatto conoscere al mondo la vicenda di Sakineh, si sono moltiplicati gli appelli e le richieste anche ufficiali al governo di Teheran perché la donna non venga uccisa. L'ultima iniziativa, che da oggi si può firmare su Repubblica. it, è una lettera di intellettuali francesi che chiedono a Teheran di "mettere fine a questo genere di metodi come a questo castigo iniquo e barbaro", invocando anche "il rispetto della dignità e della libertà di tutte le iraniane oppresse o minacciate". Fra i firmatari, il sociologo Edgar Morin, gli storici Elisabeth Roudinesco e Max Gallo, lo scrittore Marek Halter, i filosofi Daniel Schiffer e Michel Serres.A seguito della mobilitazione internazionale delle ultime settimane contro la sua esecuzione della, l'Ambasciata iraniana a Londra ha rilasciato una dichiarazione l'8 luglio 2010, affermando che la condanna di Sakineh Mohammadi Ashtiani non sarebbe stata eseguita tramite lapidazione. Tuttavia, la sua posizione legale non è chiara, dal momento che il suo avvocato non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla commutazione della sua condanna a morte.

Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una "confessione" rilasciata sotto minaccia durante l'interrogatorio e ha negato l'accusa di adulterio. Due dei cinque giudici hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato le necessarie prove di adulterio a suo carico. Tuttavia, i restanti tre giudici, tra cui il presidente del tribunale, l'hanno ritenuta colpevole sulla base della "conoscenza del giudice", una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive. Giudicata colpevole dalla maggioranza dei cinque giudici, Sakineh Ashtiani Mohammadi è stata condannata alla lapidazione.



 

 

Come morirebbe Sakineh, condannata alla lapidazione, se la pressionedell' opinione pubblica internazionale non riuscisse a bloccare la manoai suoi carnefici (è attesa per oggi la sentenza sul riesame del caso)?Avvolta in un sudario bianco, verrebbe sepolta fino al petto e uccisa daparenti e astanti a colpi di pietre, le cui dimensioni dovrebberoessere tali da non consentirle una morte troppo rapida. Dimedia grandezza, le pietre dovrebbero garantire la durata media dell'esecuzione: circa trenta minuti. Che l'orrore senza pari suscitato daquesta esecuzione sia dovuto alla sua barbarie è ovvio: ma forse adaccrescerlo gioca anche un'altra considerazione, che come spesso accade èlegata alla storia. La lapidazione non è mai entrata a far parte dellanostra cultura giuridica. Nel mondo classico, nel quale affondano leradici del nostro diritto, «il chitone di pietre» (come lo chiamaEttore, nell'Iliade) era una forma di giustizia popolare al di fuori diogni controllo istituzionale, che non fu accolto nel «giardino deisupplizi» né greco né romano. La morte con la pietra era un'esplosionedi rabbia popolare, veniva inflitta da gruppi spontanei, senzaaccertamenti preliminari della colpevolezza. Non era un'istituzionegiuridica: a «fare giustizia» non erano dei terzi estranei. Lapartecipazione delle parti offese all'esecuzione era in insanabilecontrasto con l'esigenza dello Stato nascente di superare la fase dellavendetta e di entrare in quella del diritto. Anche per questo ilpensiero della lapidazione ci colpisce in modo particolare. Perché cirimanda a una preistoria del diritto che ci illudevamo di aver persempre superato. Secondo il comitato internazionale contro lalapidazione dal 1979 sono state effettuate 150 lapidazioni.

 
 
 

Firmate queste petizioni,salviamo questa donna dalla lapidazione della follia fantica islamica

Post n°743 pubblicato il 27 Agosto 2010 da dammiltuoaiuto
 

Firmate queste petizioni,salviamo questa donna dalla lapidazione della follia fantica islamica
iraniana
http://freesakineh.org/es/
http://www.amnesty.it/pena_di_morte_Iran_lapidazione_adulterio

 

L’esecuzione della donna di 43 anni, condannata a lapidazione per adulterio, è stata sospesa. Il governo di Teheran ha così dato ascolto alle sempre più crescenti pressioni della Comunità Internazionale al per la sospensione della pena. Ma ancora non è chiaro se questa sospensione sarà definitiva.

Sakine Mohammadí Ashtiani, la donna condannata a morte per adulterio, per il momento non sarà giustiziata. È di questa mattina la notizia della sospensione della lapidazione alla quale la donna, 43 anni e madre di due figli, era stata condannata in seguito al presunto rapporto sessuale avuto con l’assassino di suo marito. Ancora non è chiaro però se la sentenza sia stata definitivamente sospesa o solamente rinviata. Questa sospensione arriva dopo le forti pressioni internazionali alle quali è stato sottoposto il regime di Teheran, scaturite dopo la denuncia della Campagna Internazionale per i Diritti Umani in Iran che ha definito la sentenza “inumana”.


DA FRUSTATA A LAPIDATA – La donna avrebbe dovuto essere prima interrata fino al petto e poi colpita da pietre non tanto grandi da poterla uccidere sul colpo, ma nemmeno tanto piccole da non causarle danni. Questo quanto prevede il codice penale iraniano in caso di adulterio femminile. Questo abominevole trattamento è entrato in vigore dopo la rivoluzione islamica del 1979 che trasformò il paese da monarchia a repubblica, In principio la donna era stata condannata a 99 frustate per relazione illecita, ma il caso fu riaperto in un altro tribunale che considerò la relazione già iniziata prima che il marito della condannata morisse, quindi cambio l’accusa in adulterio, pena per la quale è appunto prevista la morte per lapidazione. L’avvocato della donna ha dichiarato che la sua assistita non parla bene il persiano, ma solamente un dialetto azero, e per questo in principio non aveva compreso bene le accuse per le quali si era dichiarata colpevole. Subito dopo la sentenza di condanna a morte, la donna ha ritrattato la sua confessione e chiesto la clemenza
 

Sakineh Mohammadi Ashtiani

Grazie a quanti hanno firmato l'appello sul nostro sito. Abbiamo inviato le 29119 firme alle autorità. Continuate a firmare e diffondere l'appello.

3° aggiornamento  Il 4 agosto la Corte suprema ha iniziato un riesame della condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani: lo scopo di tale decisione appare solo quello di ridurre la pressione internazionale sulle autorità, cambiando la modalità di esecuzione della condanna a morte. La condanna alla lapidazione resta in vigore.

Intorno al 7 luglio, a seguito delle proteste internazionali, i funzionari del carcere di Tabriz hanno chiesto al capo della magistratura iraniana di acconsentire alla commutazione in impiccagione della condanna a morte per lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani.  

Il 10 luglio, il capo dell'Alto consiglio per i diritti umani dell'Iran ha dichiarato che il caso sarebbe stato riesaminato e anche che la legge iraniana consente la lapidazione. Il giorno dopo, il capo della magistratura provinciale di Azerbaigian est, Malek Ezhder Sharifi, ha affermato che la condanna a morte per lapidazione era ancora in piedi e poteva essere eseguita in qualsiasi momento su decisione del capo della magistratura, l'ayatollah Sadegh Larijani.


Malek Ezhder Sharifi ha anche detto che Sakineh Mohammadi Ashtiani era stata condannata a morte in relazione all'omicidio del marito. Questa affermazione è stata contestata da uno degli avvocati, il quale ha sottolineato che la donna era stata perdonata dalla famiglia dell'uomo, ma era stata condannata a 10 anni di detenzione in quanto complice del crimine.
 
Il 14 luglio Sajjad Qaderzadeh, figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani, è stato convocato presso la prigione centrale di Tabriz. Si presume sia stato interrogato dai funzionari del ministero di Intelligence, che lo avrebbero minacciato di non permettergli più di aver colloqui sul caso della madre.

 
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, madre di due figli, è detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nord-ovest dell'Iran. L'8 luglio 2010, l'Ambasciata iraniana a Londra ha annunciato che non sarebbe stata lapidata, ma la condanna a morte potrebbe essere comunque eseguita, anche tramite lapidazione. 

Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una "relazione illecita" con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate, come disposto dalla sentenza. Successivamente è stata condannata alla lapidazione per "adulterio durante il matrimonio", accusa che lei ha negato.


A seguito della mobilitazione internazionale delle ultime settimane contro la sua esecuzione della, l'Ambasciata iraniana a Londra ha rilasciato una dichiarazione l'8 luglio 2010, affermando che la condanna di Sakineh Mohammadi Ashtiani non sarebbe stata eseguita tramite lapidazione. Tuttavia, la sua posizione legale non è chiara, dal momento che  il suo avvocato non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla commutazione della sua condanna a morte.

Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una "confessione" rilasciata sotto minaccia durante l'interrogatorio e ha negato l'accusa di adulterio. Due dei cinque giudici hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato le necessarie prove di adulterio a suo carico. Tuttavia, i restanti tre giudici, tra cui il presidente del tribunale, l'hanno ritenuta colpevole sulla base della "conoscenza del giudice", una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive. Giudicata colpevole dalla maggioranza dei cinque giudici, Sakineh Ashtiani Mohammadi è stata condannata alla lapidazione.

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Leader della repubblica Islamica
Ayatollah Sayed 'Ali Khamenei, The Office of the Supreme Leader
Islamic Republic Street - End of Shahid Keshvar Doust Street
Tehran, Islamic Republic of Iran
Email: info_leader@leader.ir;
via website: http://www.leader.ir/langs/en/index.php?p=letter (English);
http://www.leader.ir/langs/fa/index.php?p=letter ( Persian) 

Eccellenza,
 
sono un simpatizzante di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.
 
La sollecito a non eseguire la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani per lapidazione o in qualsiasi altro modo.
 
Le chiedo di iniziare un riesame approfondito del caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
 
La sollecito a vietare la lapidazione,  emanando una legislazione che ponga fine alla pena di morte e proibendo l'uso della fustigazione.
 
La sollecito inoltre a depenalizzare l'adulterio.
 
La ringrazio per la sua attenzione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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