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Messaggi del 31/01/2011
Le prime rivoluzioni del XXI secolo Mentre in Italia viviamo tutti sospesi ai genitali di Berlusconi, a poche centinaia di chilometri da noi, giusto dall'altra parte di quel grande lago che è il Mediterraneo, stanno avvenendo le (probabilmente) prime rivoluzioni politiche e sociali del nuovo secolo. Non sono un esperto di politica estera o di politica nordafricana, e non posso aggiungere niente a quanto già si è letto e si sta leggendo in questi giorni a proposito delle proteste in Tunisia e in Egitto -mentre il contagio sembra estendersi. Certamente è facile notare come davanti a popoli che, oppressi da quella che un osservatore oggettivo non può che chiamare dittatura, inneggiano alla libertà e alla giustizia, i media occidentali appaiano eccezionalmente prudenti: in questo ha gioco certamente il timore che un eventuale vuoto di potere possa concedere spazio alla proliferazione del radicalismo islamico, ma non è possibile dimenticare che fino a ieri noi quelle tirannie le abbiamo considerate (e c'è chi ancora pare farlo) come eccellenti alleati in un mondo che la precedente Amministrazione americana aveva bipolarizzato tra terroristi islamici e 'popoli liberi'. Personaggi come Mubarak, Ben Ali, gli ambigui governanti pachistani, dittatori 'vecchio stile' in quanto legati alle caste militari e a un certo tipo di propaganda 'novecentesca', semplicemente ci hanno sempre fatto troppo comodo perché le violazioni non troppo plateali dei diritti umani che questi commettevano ci potessero spingere anche soltanto a un piccolo rimbrotto. È fin troppo facile commuoversi per i monaci tibetani vestiti color zafferano e lontani migliaia di chilometri dalle nostre coste; più difficoltoso compiere una valutazione serena quando le grida in favore della libertà vengono da paesi così pericolosamente vicini, dove ogni minimo cambiamento dello status quo può riguardarci in modo molto diretto. E anche se questa sensazione di vicinanza e lontananza dovrebbe in realtà essere decisamente relativizzata, è certamente questo l'orientamento prevalente tanto nei media quanto tra l'opinione pubblica. Non saprei dire se quello che sta succedendo possa essere considerato come una modificazione davvero radicale del quadro politico della sponda sud del Mediterraneo, e certamente la situazione -paradossalmente allo stato attuale più per un osservatore europeo che per un manifestante egiziano- presenta molte incognite potenzialmente infauste. Eppure almeno per il momento non posso che gioire quando un popolo scende in piazza rivendicando libertà e diritti. E giudicare, a caldo, la positività di quanto sta avvenendo in maniera del tutto indipendente dai calcoli e dalle opportunità del caso. Per esempio, la guida egiziana su come fare la rivoluzione 'con intelligenza', segnalata da Internazionale e proposta dall'Atlantic, è semplicemente meravigliosa. |
Post n°794 pubblicato il 31 Gennaio 2011 da dammiltuoaiuto
Il rapporto annuale della Guardia di finanzaEvasione fiscale + 46% in un anno Il rapporto annuale della Guardia di finanza Evasione fiscale + 46% in un anno Scoperti 8.850 evasori totali (+18%). In Lussemburgo e Svizzera quasi la metà dei soldi evasi all'estero MILANO - Nel 2010 gli italiani non hanno dichiarato al fisco redditi per quasi 50 miliardi di euro, una somma cresciuta del 46% rispetto all'anno precedente. Il dato è contenuto nel rapporto annuale della Guardia di finanza, già reso noto dal comandante delle Fiamme Gialle, il generale Nino di Paolo, ai membri della Commissione Finanze della Camera nel corso di un'audizione lo scorso 26 gennaio.
EVASORI - La Gdf ha inoltre scoperto 8.850 evasori totali (+18% rispetto al 2009) con un'evasione per 20,263 miliardi (+47% rispetto al 2009) e Iva per 2,6 miliardi. Di questi, 3.288 hanno evaso più di 77 mila euro di imposte. Sempre nel 2010 gli italiani hanno evaso anche quasi 30,5 miliardi di Irap e 6,3 miliardi di Iva, 635 invece i milioni di ritenute non versate o non operate. ESTERO - Dei 49,245 miliardi nascosti al fisco, 10,533 sono quelli individuati nei casi di evasione fiscale internazionale, quasi il doppio del 2009, realizzati attraverso operazioni di esterovestizioni della residenza di persone fisiche o società, triangolazioni con Paesi off-shore e omesse dichiarazioni di capitali detenuti all'estero. A ospitare i soldi di questi evasori sono principalmente il Lussemburgo (25%) e la Svizzera (25%). Seguono il Regno Unito (7%), Panama (6%), San Marino e Liechtenstein (2%), mentre la restante quota è distribuita fra gran parte degli altri 54 paradisi fiscali della black list italiana. Complessivamente i finanzieri hanno svolto 31.777 verifiche sui fenomeni di evasione, elusione e delle frodi più gravi e diffuse, 79.872 controlli sui singoli atti di gestione e 779.863 controlli strumentali, quelli riguardanti il rilascio di scontrini e ricevute fiscali. Infine, sono 18.541 (+12% rispetto al 2009) i lavoratori utilizzati in nero da 7.822 datori di lavoro, di cui 5.508 di origine extracomunitaria. «MAFIE» - Nel 2010, nella lotta alla criminalità organizzata ed economica le Fiamme Gialle hanno sequestrato alle «mafie» 4.828 beni per un valore complessivo di 3 miliardi di euro (+30% rispetto al 2009) e ne hanno confiscati 542, per un valore di 142 milioni di euro. Sono invece 1.131 i soggetti che sono stati denunciati nel 2010 per aver riciclato somme di denaro pari a 3,209 miliardi di euro e ai quali sono stati sequestrati patrimoni per 367 milioni di euro (+21%). Nell'attuale scenario di instabilità dei mercati internazionali, la Guardia di finanza pone particolare attenzione anche alla repressione degli illeciti economico-finanziari; in questo contesto sono stati denunciati 5.977 soggetti per riciclaggio, usura, reati bancari, societari, fallimentari e di Borsa, con l'arresto di 701 responsabili. Per quanto concerne la lotta al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, le indagini antidroga hanno portato alla denuncia di 9.180 persone, di cui 3.135 tratte in arresto, e al sequestro di 20,5 tonnellate di sostanze stupefacenti (+61%). FALSI INVALIDI - Nel 2010 la Guardia di finanza ha denunciato 4.486 persone che, attestando un basso tenore di vita, hanno fruito di agevolazioni non spettanti. Le Fiamme Gialle hanno scoperto finti poveri in Veneto che chiedevano contributi per pagare l'affitto di casa, ma guidavano auto di pregio, proprietari di lussuosi appartamenti nel centro di Firenze che chiedevano buoni per le mense scolastiche e per l'acquisto dei libri per i figli e un commercianti calabrese che otteneva l'esenzione dal ticket sanitario per dichiarata indigenza, ma che possedeva 90 immobili. |
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