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GIUSTIZIA TRADITA

Post n°842 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto
 

rapinatori e stupratori, vi spiego come la farete franca”

 

berludi Gianrico Carofiglio- IlFattoQuotidiano.it

Signora presidente, visto che con apprezzabile coerenza la prima firmataria non ha ritenuto di rimuovere la sua firma dal testo in esame, ove mai il presente disegno di legge fosse approvato, verrà ricordato come legge Lussana. È bene rammentarlo, perché quando questa legge produrrà i suoi effetti (di cui ora fornirò un esempio pratico), potremo figurare lo scenario che verrà a definirsi in tutta l’Italia, quindi anche al Nord, e dunque anche nella città di Bergamo, da dove credo provenga l’onorevole Lussana.
Immaginiamo una banda di pericolosi rapinatori, magari provenienti da Paesi dell’Est, dal Nordafrica. Questa banda decide di dedicarsi alle rapine nelle ricche ville nelle immediate vicinanze di Bergamo. La banda non va troppo per il sottile (entrano, spaccano tutto, stuprano, picchiano, feriscono) e diventa il terrore della provincia. Naturalmente, scatta un’emergenza di polizia, per cui la procura, la Polizia di Stato e i Carabinieri si dedicano all’attività investigativa. Riescono a ritrovare, per esempio (succede), delle videoriprese e abbiamo, dunque, le loro facce, che sono molto ben visibili; in qualche caso, abbiamo le impronte digitali. Insomma, per farla breve, la Polizia arresta cinque, sei, sette rapinatori. Nell’attuale situazione della nostra legislazione processuale questi signori, consigliati da un difensore munito di un minimo di competenza, chiederebbero il giudizio abbreviato. Di fronte a una situazione normativa mutata a seguito di una legge come questa, prescindendo dalle questioni sulla ammissibilità del giudizio abbreviato (immaginiamo che non abbiano commesso omicidi, ma solo rapine, violenze e stupri), loro non lo chiederanno mai. Sarebbero pazzi a farlo, e lo sarebbero perché il processo si svolgerebbe più o meno nel modo che vado a raccontarvi.

La difesa naturalmente deve fare il suo lavoro, e il suo lavoro è quello di tutelare i clienti, di cercare di ottenere la loro liberazione e di farli assolvere. Ottenere la liberazione non sarà difficilissimo in relazione alla scadenza dei termini di custodia e vi spiego perché. Come vi ho detto all’inizio, abbiamo delle videoriprese e delle impronte digitali: questo renderebbe superflua, per esempio, l’audizione di un gran numero di testimoni. Immaginiamo che per dieci o cinque rapine ci siano 100 testimoni potenziali, nessuno dei quali, di fronte a un quadro probatorio come quello che ho indicato (videoregistrazioni e impronte digitali), sarebbe necessario. La loro audizione sarebbe, per lo meno in quel numero, manifestamente superflua, ma non priva di pertinenza. Secondo la legge che voi volete approvare, tutti questi testimoni, essendo pertinenti, ancorché manifestamente superflui, dovranno essere ammessi dal giudice e, se il giudice non dovesse ammetterli, produrrebbe un provvedimento nullo, il quale farebbe cadere l’intero processo. Quindi, gli avvocati di questi rapinatori, efferati stupratori, chiederanno 100 testimoni a difesa sulle più varie circostanze, perché, come ho cercato di ricordarvi ieri, oltre alle circostanze che hanno a che fare con il fatto reato, costituiscono oggetto di prova, e quindi oggetto di questa disciplina e oggetto di un dovere di ammissione del giudice a pena di nullità, tutte queste altre belle cose: la natura, la specie, i mezzi, l’oggetto, il tempo e il luogo oltre ogni altra modalità dell’azione. Se avevano delle pistole o dei mitra, la difesa potrà chiederne accurate perizie, anche se la cosa non è interessante, per verificare specificamente – si tratta di cosa manifestamente superflua ma non priva di pertinenza – il loro livello di funzionalità; potrà chiedere ogni tipo di accertamento e testimonianza, per esempio, sulle condizioni di vita individuale, familiare e sociale del reo; potrà convocare 100 testimoni per dire che a casa è un bravo ragazzo, ama i cani e tratta bene i bambini. Il processo, dunque, con l’ammissione di 200 testimoni comincia in tribunali in cui non si possono pagare gli straordinari al personale, per cui le udienze, tutte le udienze, finiscono alle ore 14. Dunque il processo comincia, e sapete come? Con l’audizione dei testi dell’accusa, magari le vittime, che i soggetti che le hanno rapinate, violentate e stuprate potranno direttamente interrogare, guardando negli occhi le persone cui qualche tempo prima hanno fatto qualcosa, allo stesso modo, guardandole negli occhi. Dopo questo interessante passaggio di esame diretto di cittadini – forse elettori leghisti della provincia di Bergamo – da parte di assassini e stupratori, seguirà tutta questa interessantissima fase di istruttoria dibattimentale in cui il tribunale non avrà alcun potere di intervento o di revoca su prove manifestamente superflue, ma pertinenti in astratto e che, in quanto tali, a seguito di questa modifica di legge, dovranno comunque obbligatoriamente essere ammesse. Il processo si trascinerà per un tempo assolutamente incontrollabile per il tribunale che, ad un certo punto, si troverà a verificare la prossima scadenza dei termini di custodia cautelare, per poi verificare invece che gli stessi sono scaduti, mentre l’istruttoria dibattimentale è ancora in corso per sentire “importanti testi”. Il giudice quindi, grazie alla legge Lussana, non potrà fare altro che scarcerare questi assassini, rapinatori o stupratori i quali usciranno dal carcere e faranno marameo ai cittadini, alla giustizia a alla decenza di questo Paese.

Gianrico Carofiglio

 
 
 

GLI ILLUMINATI

Post n°841 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto

ASTANA - La capitale del NWO?


Astanapyramid





 



Astana (russo e kazaco Астана, /asta'na/) è dal 1997 la capitale (538.000 ab., stime 2005) del Kazakhstan.
Ha una popolazione in rapido aumento.
Il nome significa "capitale" ed è stato scelto perché è facile da pronunciare in molte lingue.

Nel 1824 un gruppo di cosacchi siberiani, provenienti da Omsk, fondò una fortezza sull'Ishim. Questa diede origine alla città di Akmolinsk. Nel 1961, al tempo della campagna delle terre vergini venne ridenominata Tselinograd ed eletta capitale del Territorio delle Terre Vergini Sovietiche (Celinnyj Kraj).

Nel 1991, quando il Kazakistan divenne indipendente, la città e la regione ebbero il nome di Aqmola. Nel 1994 venne indicata come nuova capitale del paese, in sostituzione di Almaty.

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Le ragioni del trasferimento di capitale furono diverse. Per alcuni fu dovuto al proposito di porre la capitale al centro della steppa kazaka, per altri al tentativo di allontanare il centro decisionale del paese dai confini con la Cina (Almaty dista appena una sessantina di chilometri dal gigante asiatico) ed avvicinarlo, ai fini di un maggiore controllo, alle regioni del nord, abitate in maggioranza da russi che potrebbero chiedere l'annessione alla madrepatria.

Per molti, il presidente Nursultan Nazarbajev ha voluto ricalcare le orme del suo idolo Atatürk, che spostò la capitale turca ad Ankara, nel centro del paese.

Nel 1997, in coincidenza con il nuovo status di capitale, la città ricevette il nome odierno.

Enormi somme di denaro (ricavate dalle esportazioni petrolifere) sono state spese per costruire le infrastrutture e gli edifici necessari alla nuova capitale, con il proposito di farne il cardine dell'Asia Centrale.


Fonte: http://nibiru2012.forumfree.it/?t=43341481

 
 
 

Gli unici tagli alla casta arrivano da Napolitano: risparmiati 15 milioni di euro.

Post n°840 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto
 

Gli unici tagli alla casta arrivano da Napolitano: risparmiati 15 milioni di euro.

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No all’adeguamento dello stipendio e risparmi per 15 milioni di euro. Napolitano prova a dare l’esempio di fronte alla casta: tagliare si può senza troppa fatica. E così il Presidente della Repubblica ha comunicato al ministro dell’Economia e delle finanze di rinunciare, dal corrente anno e fino alla scadenza del suo mandato, all’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo.

(..) Si è così completata l’attuazione nell’ordinamento interno delle misure previste dalle manovre approvate con i decreti-legge n. 78 del 2010 e n. 98 del 2011 (riduzione del 5 e del 10% delle retribuzioni e delle pensioni per la parte eccedente 90.000 e 150.000 euro, blocco delle progressioni automatiche e riduzione delle spese per beni e servizi).

L’amministrazione del Quirinale, di conseguenza restituirà al ministero la somma complessiva di euro 15.048.000 nel triennio 2011-2013, più altri 562.737 euro nell’anno 2014. Le  restituzioni – spiega ancora il Quirinale – si aggiungono ai risparmi realizzati nel periodo 2006-2011 – che ammontano complessivamente a 56.316.000 euro .  (Fatto Quotidiano)

Non saranno i 79 miliardi della manovra finanziaria voluta da Tremonti (quello che paga l’affitto in nero a sua “insaputa”), anzi sono “spiccioli” a confronto, ma sicuramente già è qualcosa! Gli altri cialtroni invece blaterano e basta!

 
 
 

PROCESSO LUNGO GIUSTIZIA TRADITA

Post n°839 pubblicato il 30 Luglio 2011 da dammiltuoaiuto
 

IL SENATO SI INCHINA A B. E VOTA SÌ AL PROCESSO LUNGO
pubblicata da Informare ControInformando News il giorno sabato 30 luglio 2011 alle ore 16.54

La mafia, dice Famiglia Cristiana, ringrazia. Ma anche tutto il resto del mondo criminale potrebbe, se volesse, fare un bell'applauso a scena aperta. Al Senato, come previsto e senza scosse, è passato – con una fiducia al governo votata con 139 contrari e 160

favorevoli – il processo lungo, quel disegno di legge che si propone di far saltare completamente la macchina giudiziaria penale solo per togliere d'impaccio Berlusconi dai suoi processi Mills, Mediaset e Mediatrade e forse anche quello Ruby. Per fortuna, gli avvocati berlusconiani di stanza a Palazzo Madama hanno fatto un pasticcio con alcuni articoli del codice di procedura penale (come svelato ieri dal Fatto) e dunque la legge anziché essere approvata definitivamente a metà ottobre alla Camera, dovrà comunque tornare in quarta lettura al Senato.

 

 

Il che non significa che il pericolo sia scampato, ma che i tempi per la “salvezza” del Cavaliere si allungano in modo consistente. Nel frattempo si registra la prima uscita pubblica del neo-ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma. Che pungolato dai microfoni del fattoquotidiano.it, non ha trovato di meglio da dire che sul processo lungo “sono state dette molte inesattezze” e che “non è vero che gli effetti saranno deflagranti” per la macchina giudiziaria.

 

 

Strano che, invece, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, la pensi in modo totalmente opposto. E per di più anche “anti-europeo”: “È una norma contraria alla richiesta dell'Europa di diminuire i tempi della giustizia”. Più netta l'Amn: “È un favore ai criminali e si nega la giustizia alle vittime. È inaccettabile”. Più di così. Come pensare, infatti, che possa non avere conseguenze una legge che consentirà di presentare lunghe liste di testimoni e di non considerare più come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato in un altro procedimento? (sono esclusi i reati di mafia e terrorismo) È soprattutto per questo se ieri mattina, in aula al Senato, mentre parlava il capogruppo Pdl, Maurizio Gasparri, l'Idv ha tirato fuori cartelli con la scritta “Ladri di giustizia”. Ma la più dura è stata la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro. Che dopo aver puntato il dito sull'assenza del Cavaliere (“Quando approvavamo la manovra – ha ricordato sarcastica – era scivolato su una saponetta, oggi che è successo? Si è strozzato col dentifricio?”), si è rivolta severamente ai banchi pidiellini: “Credo che quando sfilerete sotto quel banco e sentirete sul collo il piede del padrone, dentro di voi qualcosa ribollirà!”. Replica urlata del senatore del Pdl Lucio Malan: “De Benedetti è il vostro padrone!”. “Non c’è nessun piede del padrone e non c'è nessun regime. Noi facciamo liberamente una legge giusta – ecco l'intemerata di Maurizio Gasparri, mettendo il dito nella piaga delle inchieste che stanno coinvolgendo il Pd lombardo – se un regime c’è, andatelo a cercare a Sesto San Giovanni, dove da padre in figlio i sindaci alimentano un sistema di illegalità che riguarda la vostra storia, il vostro partito e i vostri dirigenti”.

 

 

Alla fine, persino la Lega, che si è vista usare un suo testo, quello firmato Carolina Lussana sull'inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo, per inserire nell'ordinamento la norma che allunga i processi, ha difeso la richiesta di fiducia e questa accelerazione del governo per favorire Berlusconi. “È solo esibizionismo muscolare – ha tagliato corto il leader Udc, Pier Ferdinando Casinitanto questa norma non sarà mai approvata così”. Ma per Di Pietro la misura sembra colma. Tanto che ieri ha invitato le opposizioni a presentare una mozione di sfiducia al governo “sostenuta da almeno 63 deputati di buona volontà” perché “siamo di fronte a un governo senza dignità, che obbedisce agli ordini del padrone, danneggiando irreparabilmente il nostro futuro. Bisogna ridare al più presto la parola agli italiani e liberare il Paese da questo macigno”.

 

Il processo lungo torna ora all'esame della Camera, dove troverà ad attenderlo una Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio decisamente mal disposta: “È un provvedimento del tutto inaccettabile”, aveva commentato ieri. È prevedibile, dunque, che almeno in commissione, la Camera faccia modifiche sostanziali all'articolato, oltre alla correzione di quelle castronerie giuridiche fatte al Senato che hanno vanificato la fiducia del governo. Nella maggioranza, sostenevano ieri fonti vicine agli avvocati del Cavaliere, l'idea è quella di mettere la fiducia anche alla Camera, al più tardi agli inizi di novembre.

Ma chissà se la situazione politica del momento renderà possibile che si consumi un altro scandalo.

 

Sara Nicoli -(IFQ)

 

http://diksa53a.blogspot.com/2011/07/il-senato-si-inchina-b-e-vota-si-al.html

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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